Replying to GRADARA

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Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 4/5/2010, 10:30
    Bellissima Gradara. Stupendo il Castello! Grazie Micio.
  2. Posted 30/4/2010, 16:52
    CITAZIONE (leon27 @ 28/4/2010, 22:50)
    molto bello il castello, peccato che lo abbiano costruito vicino all'autostrada!!! :rolleyes: :D :D

    :lol: :lol: :lol:

    Bella, veramente bella Gradara :)
    Bravo micio, che bel lavoro! :biggrinthumb.gif:
  3. Posted 28/4/2010, 21:51
    :rofl.gif: :rofl.gif: :rofl.gif:
  4. Posted 28/4/2010, 21:50
    molto bello il castello, peccato che lo abbiano costruito vicino all'autostrada!!! :rolleyes: :D :D
  5. Posted 26/4/2010, 12:24
    CITAZIONE
    A proposito del risucchio raccontano che i componenti (n. 19) della famiglia di Martnett, che abitava in una casa colonica a pochi metri dalla ferrovia, un giorno, mentre erano a tavola a mangiare i tagliolini con la bomba al risucchio, non hanno sentito passare il diretto Bologna-Ancona delle ore 12,30, dal gran fragore prodotto dal risucchio”.

    Urkaaaaa!!! :eek.gif: :biggrin2.gif: :biggrin2.gif:
  6. Posted 26/4/2010, 06:56
    CITAZIONE (miciobicio @ 26/4/2010, 00:00)
    Mi è stato fatto "amorevolmente" notare che mancano le indicazioni gastronomiche..
    Provvedo... -_-

    Bravo -_-
  7. Posted 25/4/2010, 23:17


    Dopo una ricerca durata tutto l'inverno e dopo aver consultato molti "storici" Gradaresi DOC, si è giunti alla identificazione di quello che sarà il piatto tradizionale di Gradara.

    Si tratta dei "Tagliolini con la Bomba".

    image

    Parliamo di un piatto povero molto comune nel nostro territorio che veniva preparato quasi quotidianamente dalle nostre nonne e bisnonne. I Tagliolini con la Bomba sono descritti anche nel libro di Delio Bischi, "La cultura Contadina nelle tre valli. Conca, Foglia e Metaturo.", che cita un racconto di Riccardo Romagna di Gabicce Mare, di cui vi proponiamo un piccolo estratto, che illustra la preparazione del piatto e qualche gustoso aneddoto.

    Tagliolini con la bomba
    (piatto tipico rustico nelle famiglie numerose, a cavallo della prima guerra mondiale)

    Tratto da: “La civiltà contadina nelle 3 valli (Metauro, Foglia, Conca)”, a cura di Delio Bischi.

    La ricetta seguente ci è stata fornita dall'amico Riccardo Romagna di Gabicce Mare. Poiché oltre al profumo e al sapore ha unito una buona dose di “colore” la proponiamo tale e quale ai lettori:
    “Negli enormi camini delle case di campagna, nel periodo invernale, c'è sempre il fuoco acceso e, appeso alla catena, il caldaio in rame, è sempre quasi pieno d'acqua ad elevata temperatura. A mezzogiorno “l'azdora” mette del sale nell'acqua ed aumenta il fuoco sotto il caldaio, poi si accinge a fare la sfoglia con farina e acqua. La sfoglia, non tirata tanto sottile (tre o quattro millimetri di spessore) viene tagliata a fettuccine sottili, ottenendo dei tagliolini a sezione quadrata. Quando l'acqua nel caldaio bolle, butta dentro i tagliolini e contemporaneamente “l'azdora”su dei carboni accesi, in un tegamino di terracotta, fa soffriggere dei cubettini di lardo o di pancetta grassa e quando questi sono rosolati, i tagliolini nel caldaio hanno raggiunto la cottura. L'”azdora” scopre il caldaio e versa il contenuto del tegamino sui tagliolini bollenti. Il lardo (o pancetta) bollente a contatto dell'acqua, pure bollente, produce una esplosione di vapore (“bomba”). Poco dopo, circa un minuto, tira giù il caldaio e tutto il contenuto, amalgamato, lo versa nelle terrine o pentoloni in terracotta e lo serve a tavola.
    Non si sa per qual motivo (dicono oggi) è un piatto che veniva mangiato bollente: forse, con la fame che avevano in corpo, speravano di prenderne ancora un piatto, prima degli altri e prima che finissero.
    Si dice che i ragazzi di allora avessero il naso sempre spellato, perchè affamati e per poterne mangiare un secondo piatto, mangiavano col risucchio e talmente in fretta che i tagliolini, nello svincolarsi dal piatto, sbattevano bollenti sul naso, producendo delle scottature che difficilmente riuscivano a guarire, perché il piatto in parola veniva mangiato quasi tutti i giorni, e quindi le ferite non facevano in tempo a rimarginare.
    A proposito del risucchio raccontano che i componenti (n. 19) della famiglia di Martnett, che abitava in una casa colonica a pochi metri dalla ferrovia, un giorno, mentre erano a tavola a mangiare i tagliolini con la bomba al risucchio, non hanno sentito passare il diretto Bologna-Ancona delle ore 12,30, dal gran fragore prodotto dal risucchio”.

    Sta per uscire un nutrito e gustosissimo ricettario in versi “S'l'arola” della poetessa Adele Rondini, Premio Pascoli 1979. è scritto in dialetto metaurense, seguito dal testo in italiano. Non poteva mancare “I tajulin col chiass... scuset, col lard”.
    Riportiamo il finale, quello della “bomba” e si noterà la perfetta rispondenza con la descrizione fornitaci da Riccardo Romagna che dista una cinquantina di chilometri da Adele Rondini, e in tutt'altra vallata:

    Po', blumm!, d'un colp s'butèva t'la pgnatta
    dov' c'er'n i tajulin in pien bolòr:
    strideva 'na mulica e po' s'calmeva ...
    Ma'l chiass en n'era f'nit. Prest arch'mincèva
    'na mussiga striscèta, a suchiarell.
    Finèl? Cuchièr sbatut sj piatt, sonèti a p'nell!

    (Poi, bum!, con un colpo secco il soffritto si versava
    nella pignatta di coccio dove già bollivano i tagliolini:
    un breve intenso friggìo e poi si calmava...
    ma il chiassso non era finito. Presto iniziava una
    musica strisciata, a “succhiarello”. Finale cucchiai
    percossi sui piatti, suonati a meraviglia!).

  8. Posted 25/4/2010, 23:00
    Mi è stato fatto "amorevolmente" notare che mancano le indicazioni gastronomiche..
    Provvedo... -_-


    image

    "Il Medioevo a tavola", una vera e propria macchina del tempo grazie alla quale il visitatore si trovera' catapultato 6 secoli nel passato, un'opportunita' unica di gustare i sapori e l'atmosfera di una taverna Quattrocentesca".

    Suggestive rievocazione eno-gastronomiche tardo quattrocentesche realizzate da 5 ristoranti del centro storico di Gradara. Vengono riproposti i sapori e l’atmosfera di una locanda medioevale, con una particolare attenzione alla filologicità della ricostruzione storica. Ogni ristorante si distingue con differenti proposte di menù, dal banchetto nobiliare, a quello popolare a quello basato principalmente sulle verdure o sulla cacciagione, tutti impegnati nel non facile compito di rievocare una cucina e, soprattutto, un atteggiamento nei confronti del cibo scomparsi da 600 anni e molto distanti dal nostro modo di pensare ma proprio per questo intriganti e sicuramente apprezzati da un pubblico che vuole provare qualcosa di diverso. Un vero e proprio “viaggio nel tempo” attraverso i sapori e gli aromi. È consigliata la prenotazione

    image


    “Le prenotazioni che abbiamo ricevuto questa stagione sono state tantissime e la curiosità è tale – sostiene Sandro Alessi, Presidente della Pro Loco di Gradara - che ci è sembrato opportuno fare diventare “Il Medioevo a Tavola” un appuntamento fisso durante tutto l'anno. Per quanto ne so – prosegue Alessi – non esiste qualcosa di simile a “Il Medioevo a Tavola” in Italia. Ci sono, è vero, diversi ristoranti e Paesi che organizzano ritrovi conviviali in chiave storica, ma nessuno che duri continuativamente durante tutto l'anno e che coinvolga quasi tutti i ristoranti del centro storico! Uno dei motivi del successo dell'iniziativa è stato senz'altro l'altissimo livello qualitativo della ricostruzione eno-gastronomica, degli utensili e dell'ambiente che i nostri ristoratori propongono ad ogni appuntamento. Un'esperienza che invito tutti quanti a provare almeno una volta!”
    Le suggestive rievocazioni gastronomiche medievali saranno in programma 2 giovedì al mese in concomitanza con i “Giovedì al castello” da giugno a settembre . Tornano, invece, il secondo venerdì di ogni mese da ottobre a maggio.

    Si allestiscono, per i gruppi che ne faranno richiesta, animazioni a tema con figuranti e spettacoli. Per informazioni contattare la Pro Loco di Gradara: 0541.964115



    I ristoranti che aderiscono all'iniziativa, tutti all'interno delle mura.:

    La Botte - tel. 0541.964404
    Carni, verzure, intingoli, et pretiose spetie de ogni dove per sognare d'esser ne le sfarzose corti de' li tempi antichi.

    Il Bacio - tel. 0541.964620
    Per descoprir che li fructi et le verzure de la tera a lo egual modo danno substantia, sollazano lo gusto et riempiono la panza.

    Osteria Paolo e Francesca - tel. 0541.969204
    Se ve aggrada uccellare, de la nobile arte costui è maestro, non amancheranno, ivi, carni né de piuma né de pelo per saziar ogni palato.

    Pizzeria da Berto - tel. 0541.964528
    Parché non v'è cosa più falsa del ritener li homini de l'evo de mezo ignari de lo alimento destinato ad esser conosciuto et gustato in ogni loco.


    Il Soldato di Ventura - tel. 0541.969810
    Qua trovarai lo pretioso alimento tracto da li flutti che, arrostito in su
    gradella o bullito nel pentolo, ancha se vien detto “carne de Quaresima”,
    del savor non fa difetto.

    Taverna del Luppolo - tel. 338.8456351
    Ancha li villici praticavano, non men de li signori, l'arte de la cocina et la taberna era lo loco par excelentia donde se biveva, magnava et sovente, con lo vino bono, se cantava.


    Per informazioni: 0541-964115 oppure 0541-964673. È consigliata la prenotazione
  9. Posted 25/4/2010, 21:16
    Micio sei stato fantastico - un lavoro stupendo - ma devo riconoscere che fino ad ora siete stati tutti veramente bravissimi :)
  10. Posted 25/4/2010, 18:51
    Micio, che posto stupendo e che post stupendo!! :)

    Guardando l'immagine d'alto di Gradara non ho potuto fare a meno di pensare che se non fosse per qualche "segno" di civiltà moderna e per il tracciato autostradale che si vede sullo sfondo, parrebbe proprio di essere ancora nella Gradara di Paolo e Francesca.

    Noto oltretutto che Gradara ha una storia al femminile un po' sfortunata tra la povera Francesca e l'altrettanto povera Lucrezia, della cui natura di avvelenatrice confesso che ero convinta anch'io!!!

    Naturalmente (:D) ho toccato l'apice dell'ammirazione quando ho letto di Rauchemberg, un pittore che adoro.... qui potete vedere alcune delle sue tavole dell'inferno dantesco.

    Insomma...dobbiamo proprio venirci a Gradara!! :wub:

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