Cinema

commenti, notizie e recenzioni

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  1. patna
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    Un film splendido - lui poi ... :wub: :woot: :mf_lustslow.gif:
     
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  2. Cettinina
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    La pellicola del debuttante Andrea Molaioli batte il film superfavorito
    di Antonello Grimaldi. E tra le attrici doppio premio per le interpreti di Soldini



    David, trionfa "La ragazza del lago"
    Delusi Moretti e "Caos calmo"



    ROMA - Chissà se si saranno mangiate le mani, i selezionatori dell'ultima Mostra di Venezia, guardando i risultati di questi David di Donatello 2008. Perché a trionfare a sorpresa - battendo il superfavorito "Caos calmo", con le sue diciotto nomination - è "La ragazza del lago", thriller esistenziale diretto dal debuttante Andrea Molaioli: la pellicola si aggiudica le statuette come miglior film, miglior regista, miglior regista esordiente, sceneggiatura, produttore, attore protagonista (Toni Servillo), fotografia, montatore, fonico di presa diretta, effetti speciali. Un exploit per un'opera che il festival della Laguna aveva un po' snobbato, non scegliendola per il concorso principale, e relegandola in una sezione collaterale.

    E invece - potenza del passaparola, della qualità che comunque vince, della capacità di attrarre una fetta di pubblico avido di prodotti italiani né punitivi né troppo commerciali - il film si è imposto prima tra il pubblico veneziano, poi tra gli spettatori delle sale, e adesso ai David: quindici nomination, e tanti premi portati effettivamente a casa. Premi, peraltro, considerati a ragione i veri e propri oscar italiani, e assegnati dai giurati dell'omonimo ente, presieduto da Gian Luigi Rondi.

    Di fronte a un'affermazione così a 360 gradi, il risultato modesto di "Caos calmo" - almeno rispetto allo spropositato numero di nomination - passa in secondo piano. Comunque, per la cronaca, va detto che la pellicola di Antonello Grimaldi ottiene il riconoscimento per il miglior attore non protagonista andato ad Alessandro Gassman, quello per il miglior musicista a Paolo Buonvino, e la miglior canzone originale (L'amore trasparente di Ivano Fossati). A bocca asciutta, invece, il protagonista Nanni Moretti. Che del resto lo aveva annunciato già arrivando alla cerimonia di premiazione: "Questa non è la mia serata". E così è stato.

    Per il resto, tra i film che avevano fatto incetta di nomination, vale la pena di citare il successo tutto al femminile di "Giorni e nuvole" di Silvio Soldini: migliore attrice protagonista (Margherita Buy) e non protagonista (Alba Rorhwacher). Una bella accoppiata ma quantitativamente un po' poco, per un film candidato a quindici statuette. Infine, i grandi esclusi: restano a bocca asciutta "La giusta distanza" di Carlo Mazzacurati (otto nomination) e "Il vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti (cinque). Mentre fa incetta di David "tecnici" "I Viceré" di Roberto Faenza: scenografia, costumi, trucco e acconciature.

    Queste le principali scelte dei giurati. Che hanno anche assegnato dei David speciali: al cinema italiano nel suo complesso, a Carlo Verdone, a Luigi Magni. E poi c'è il David giovani, quello deciso dagli studenti: qui a vincere è "Parlami d'amore" di Silvio Muccino.

    I David sono stati assegnati nel corso di una cerimonia che si è tenuta all'Auditorium Conciliazione. Con tanto di red carpet, su cui hanno sfilato i divi di casa nostra. Ma i look più ammirati sono quelli delle signore: fra le tante meritano una citazione Isabella Ferrari in viola, Valentina Ludovini in verde smeraldo, Carolina Crescentini in nero, così come una Sabrina Impacciatore dall'abito principesco.
     
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  3. dango
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    La ragazza del lago


    Un film di Andrea Molaioli. Con Toni Servillo, Nello Mascia, Marco Baliani, Giulia Michelini, Fausto Maria Sciarappa, Denis Fasolo, Franco Ravera, Sara D'amario, Heidi Caldart, Alessia Piovan, Nicole Perrone, Enrico Cavallero, Anna Bonaiuto, Omero Antonutti, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino. Genere Commedia, colore 95 minuti. - Produzione Italia 2006. - Distribuzione Medusa

    Una giovane donna, annegata in un lago della provincia friuliana, viene rinvenuta nuda lungo la sponda. Sulla morte misteriosa di Anna, studentessa e giocatrice di hockey, indaga il commissario Giovanni Sanzio, padre ruvido e introverso di Francesca. Affetto da una dermatite atipica e dimenticato dalla consorte che soffre di una malattia degenerativa del sistema nervoso, Sanzio ricerca con passione metodica le ragioni pubbliche del delitto e quelle private della vita. Procedendo in un'indagine investigativa ed esistenziale scoverà l'assassino e il principio dell'ordine nel perverso sconvolgimento dell'omicidio.
    È stato già detto ma è bene ripeterlo. Esiste il cinema mistificatorio di fiction e il cinema della realtà, non necessariamente nelle forme del realismo. L'opera prima di Andrea Molaioli appartiene alla seconda categoria, che annovera già adepti illuminati e illuminanti: Marra, Garrone, Sorrentino, Gaglianone. È evidente che i due approcci non si possono accomunare: il primo è intrattenimento, il secondo è riflessione critica, è cinema che anticipa criticando l'esistenza.
    Tratto dal romanzo della norvegese Karin Fossum e sceneggiato dal questa volta "scompagnato" Petraglia, il film di Molaioli mutua i fiordi nei laghi della Carnia proponendo nella forma del giallo tematiche solitamente scartate dalla fiction consolatoria. Sopra un cinema che promuove frammenti di felicità senza prezzo, La ragazza del lago si impone e fa la differenza. Cimentandosi col cinema di genere, il regista romano gira un film sull'Italia di oggi, sulla provincia omologata tanto a nord quanto a sud. Nel Friuli rinato dalle macerie dei terremoti di crollo, tipici dei terreni carsici, restano sepolti i tanti personaggi, ugualmente colpevoli e ugualmente innocenti, personaggi che hanno una qualche mancanza, a cui è accaduto qualcosa che impedisce loro di essere pienamente. I loro disagi non sono quelli della classe media-borghese (adulterio, crisi di mezza età, ambizioni economiche), perché a Molaioli non interessa l'approccio sociologico o statistico alle cose.
    Il regista lavora "in togliere", eliminando i dati di cronaca e tutto quello che avrebbe reso scabrosa la vicenda. Alla fine rimane la storia di un dolore insopportabile, formalizzato nelle convenzioni narrative e stilistiche del genere. Più il film si avvicina alle dinamiche profonde ed eterne dei rapporti umani, più riesce a fissare lo sfondo, la copertura, il dato quotidiano. La ragazza del lago rivela inoltre un lavoro di conoscenza e preparazione svolto a stretto contatto con gli attori. Su tutti le interpretazioni senza isteria di Toni Servillo, in grado di misurarsi con tutti i generi, le maschere e i registri, e Fabrizio Gifuni, troppo spesso confinato in ruoli indegni del suo talento, che possiede la raffinatezza della semplicità assoluta.


    Penso che lo vedro'...non fosse altro perchè è ambientato in Friuli...


     
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  4. patna
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    Sembra interessante - image
     
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  5. Cettinina
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    CANNES PUNTA SULL'ITALIA, GARRONE E SORRENTINO IN GARA


    PARIGI - Il festival di Cannes torna a scommettere sul cinema italiano dopo la delusione dell'anno scorso quando l'Italia, esclusa dalla competizione, era rimasta a bocca asciutta. Ad inseguire la Palma d'oro in questa 61/ma edizione dell'attesa kermesse cinematografica (14-25 maggio) saranno Paolo Sorrentino con 'Il divo' e Matteo Garrone con 'Gomorra'. Ad arricchire poi la pattuglia italiana sulla Croisette anche Marco Tullio Giordana con 'Sangue Pazzo' come evento speciale e Francesco Munzi con 'Il resto della notte', in gara per la Quinzaine.

    Insomma il cinema italiano torna in forza a Cannes e dimostra il suo dinamismo. Parola del delegato generale del festival, Thierry Fremaux: "non c'era motivo di preoccuparsi per l'assenza dell'anno scorso - ha sottolineato Fremaux - i film in gara e non quest'anno dimostrano la vitalità del giovane cinema italiano". Anche se a sorpresa restano ancora in sospeso i film di apertura e di chiusura (che saranno resi noti nei prossimi giorni), la suspense è stata rotta stamane a Parigi da Fremaux, con una settimana circa di ritardo sul programma. Sarà un'edizione "meno americana" nonostante un presidente di giuria made in Usa, Sean Penn, con due pellicole a stelle e strisce: a sorpresa il thriller 'Changeling' di Clint Eastwood e 'Che' di Steven Soderbergh, con Benicio del Toro nei panni di Ernesto Che Guevara. Fuori concorso sarà proiettato anche l'atteso quarto episodio di Indiana Jones che rilancia il duetto Steven Spielberg-Harrison Ford.

    Si confermano alcune indiscrezioni: correranno per la Palma d'oro Wim Wenders con 'The Palermo Shooting', il brasiliano Walter Sellers con 'Linha de passe' e gli immancabili del festival, i fratelli Dardenne ('Le silence de Lornà) e Arnaud Desplechin ('Un conte de Noel'). In lizza, tra gli altri, due giovani argentini, Lucretia Martel ('La Mujer sin Cabezà) e Pablo Trapero ('Leonerà) e l'israeliano Ari Folman ('Waltz with Bashir'). La selezione quest'anno "é stata lenta, lunga e complicata", ha dichiarato Fremaux. Sono stati 1.792 i lungometraggi visionati e 2.233 i corti, con 107 paesi rappresentati. Di qui probabilmente l'attesa e alcuni punti rimasti in sospeso (un terzo film francese completerà nei prossimi giorni la lista ufficiale). Una selezione anche in un certo senso 'last minute' con pellicole arrivate pochi giorni fa e l'ok di Soderbergh di ieri sera. Ma "allettante". "La fiamma del festival è partita oggi da Parigi e arriverà il 14 maggio a Cannes" ha scherzato Fremaux. "E non c'é sospetto di boicottaggio". Venti i film per la competizione ufficiale, 19 per Un Certain Regard; 53 le prime visioni e 8 i primi film per questa edizione "post-anniversario". "E' l'inizio di un nuovo ciclo" ha sottolineato Gilles Jacob. E per questo "nuovo decennio che inizia" il presidente del festival ha chiesto di "alleggerire" la kermesse con meno film e meno eventi. "Una selezione si caratterizza tanto per le sue scelte che per i suoi no" ha osservato Jacob.

    "La nostra prima decisione di questo decennio è di mostrare meno film, per permettere a tutti di viverli meglio". Perché i giorni del festival non siano "un percorso del combattente" per i partecipanti. Per quanto riguarda le paillettes, che non mancano mai, sul tappeto rosso della Croisette sfileranno Woody Allen e, con lui per 'Vicky Cristina Barcelona' presentato in prima mondiale, Scarlett Johansson, Penelope Cruz e Javier Bardem; ma anche Angelina Jolie, Harrison Ford, Diego Maradona (per il documentario di Emir Kusturica sul Pibe de Oro) e Monica Bellucci, attesa per il film di Giordana insieme a Luca Zingaretti. Un po' di Italia anche nella giuria, con Sergio Castellitto scelto per i lungometraggi. Accanto a lui: Natalie Portman, Alfonso Cuaron, Rachid Bouchareb, Alexandra Maria Lara ed il thailandese Apichatpong Weerasethakul.

    Saranno 20 i film in concorso al 61/o festival di Cannes, in programma dal 14 al 25 maggio.
    Due gli italiani in competizione per la Palma d'oro: Matteo Garrone con 'Gomorra', tratto dall'omonimo best seller di Roberto Saviano e Paolo Sorrentino con 'Il divo' dedicato a Giulio Andreotti. Fra gli autori due americani: Clint Eastwood con 'The changeling' - con Angelina Jolie - e Steven Soderbergh con 'Che' - film sul Ernesto Che Guevara, con Benicio Del Toro. Ci saranno, fra gli altri, anche Win Wenders ('Palermo shooting'), i fratelli belgi Dardenne ('Le silence de Lornà), i francesi Arnaud Desplechin ('Un conte de Noel') e Philippe Garrel ('La frontiere de l' aubé), gli argentini Lucrecia Martel ('La femme sans teté) e Pablo Trapero ('Leonerà), l' israeliano Ari Folman ('Waltz with Bashir'), il canadese Atom Egoyan ('Adoration'). Il programma è stato illustrato dal presidente del festival Gilles Jacob e dal delegato generale Thierry Fremaux.
    Presidente della giuria che assegnerà la Palma d' oro è l' attore-regista americano Sean Penn

    Ansa
     
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  6. Cettinina
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    Cinema, Dr. House diventa poliziotto


    ROMA (26 aprile) - Hugh Laurie, meglio conosciuto come Dr. House, il prossimo 27 giugno arriva nelle sale italiane. Interpreta però i panni di un poliziotto, il Capitano Biggs, nel film La notte non aspetta diretto da David Ayer e distribuito da Twentieth Century Fox. La pellicola racconta di una guerra tra poliziotti buoni e cattivi ed è tratta da una storia originale firmata da James Ellroy, Kurt Wimmer e Jamie Ross

    Gli altri attori del cast sono Keanu Reeves e Forest Whitaker. Il primo nel ruolo di un altro poliziotto sofferente per la morte della moglie che improvvisamente si ritrova coinvolto nell'esecuzione di un suo collega ed è obbligato a scontrarsi con la cultura poliziesca di cui ha fatto parte tutta la sua vita e a mettere in discussione la lealtà di quelli che lo circondano. Il secondo in quello del Capitano Jack Wander, superiore di Ludlow. Nel cast del film anche Chris Evans, Jay Mohr, John Corbett, Cedric the Entertainer, Amaury Nolasco, Terry Crews, Naomie Harris, Martha Higareda, Common e The Game.

    Il regista. David Ayer, già sceneggiatore di Training Day e di Fast and Furious e regista di Harsh Times - I giorni dell'odio, porta la sua cinepresa sulle strade di Los Angeles, per le riprese del suo secondo film come regista. Dice di La notte non aspetta: «Sono affascinato dalla corruzione dei membri delle forze dell'ordine e a ciò che può accadere psicologicamente a qualcuno cui viene affidato il compito di applicare un potere potenzialmente mortale in nostro nome». «Permettere a una persona di poter eliminare una vita umana significa fornirgli un potere incredibile ed io volevo esplorare il cambiamento che chi esercita la violenza, anche se per nostro conto, deve affrontare a livello psicologico», conclude Ayer.

    Il protagonista. Il Capitano degli Affari interni, James Biggs interpretato da Laurie si trova in mezzo tra il mondo dei responsabili delle forze dell'ordine e i semplici poliziotti che pattugliano le strade. Commentando il film, l'attore dice: «Era veramente difficile rifiutare questo film. Ho adorato Training Day e David è uno sceneggiatore ed un regista molto brillante ed interessante, senza dimenticare che io ho sempre amato James Ellroy. Era un'opportunità magnifica poter lavorare con questo cast favoloso in un ambiente decisamente differente per me. Dopo aver interpretato un solo personaggio negli ultimi tre anni è stato meraviglioso poter fare qualcosa di diverso». Laurie spiega inoltre di essere molto affascinato dalle domande che poneva il film sulla moralità e l'etica di questi uomini, che scelgono di affrontare gli aspetti più oscuri della natura umana. «La storia presenta una gran quantità di ombre con molti personaggi foschi che non è facile classificare secondo un ordine morale. Essi si integrano bene con questa realtà di Los Angeles, fatta di ambiguità morale» conclude Laurie.

    Lo scrittore. James Ellroy è statunitense. Ha avuto una vita molto movimentata rischiando di morire ben due volte. La sua infanzia è stata segnata anche da una tragedia: la morte del padre avvenuta quando aveva soltanto 17 anni. E' diventato uno scrittore famoso con il libro The Black Dahlia dell'87 che racconta il caso della Dalia nera, un omicidio rimasto irrisolto. La sua bibliografia è comunque ricca di molti altri successi.


    Il Messaggero
     
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  7. Cettinina
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    Squitieri boccia la Festa del cinema: non ha senso

    ROMA (29 aprile) - Novità in arrivo per la Festa del cinema di Roma. Il neo sindaco Gianni Alemanno ha proposto che venga riservata «ai film italiani, prodotti in Italia, per promuovere la nostra cinematografia, non le star di Hollywood». E in questo senso, ha sottolineato Alemanno, «Pasquale Squitieri ci può dare una mano».

    E proprio Squitieri, che ha riferito di aver «ricevuto da Gianni Alemanno il mandato a rappresentare il comune nella Fondazione Cinema per Roma», è piuttosto netto nel bocciare la Festa. «Basta con qli sprechi di denaro. Il cinema italiano ha bisogno di investimenti nella produzione», ha osservato. Poi si è chiesto: «Ma che c'è da festeggiare? C'è un forte disagio industriale del settore che una volta era florido, quando c'erano personaggi come Goffredo Lombardo, fondatore della Titanus, o Carlo Ponti. Oggi il cinema italiano neanche esiste più. E dunque cosa festeggiamo? Nicole Kidman o Leonardo Di Caprio?».

    In ogni caso, secondo il regista, «quella della Festa di Roma è una brutta storia: Roma è sempre stata la città del cinema e non aveva certo alcun bisogno di Walter Veltroni per ricevere questa investitura. Quando si gira per il mondo, cinema in Italia significa Cinecittà e, quando si parla di mostre del cinema, subito si pensa a Venezia. La Festa di Roma non ha senso perché - sottolinea - non viene neanche invitato il meglio del cinema italiano. E restano fuori dalla porta, per esempio, personaggi del calibro di Milena Canonero, tre volte premio Oscar per i costumi».

    La Festa viene paragonata da Squitieri a quegli organismi che, «nel nome della fame nel mondo, se la gode e mangia a sbafo». Che cosa si può fare? «Produrre sponsor, invitare i registi italiani e qualcuno straniero a lavorare da noi. Rimettere in moto un meccanismo virtuoso perchè il prodotto più richiesto sono proprio i film. Roma deve investire nella produzione».

    Il messaggero
     
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  8. bross5
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    Non c'è che dire Roma è proprio in buone mani :angry:
     
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  9. patna
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    Direi che Squitieri ha steso Alemanno
     
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  10. kikko M.L.V.C.
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    ECCO IL MIO FIL PREFERITO!!!!!!!! (l'ho visto una trentina di volte)

    LA FEBBRE DEL SABATO SERA 1977

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  11. patna
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    Bellissimo film
     
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  12. dango
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    CITAZIONE (kikko M.L.V.C. @ 30/4/2008, 14:43)
    ECCO IL MIO FIL PREFERITO!!!!!!!! (l'ho visto una trentina di volte)

    LA FEBBRE DEL SABATO SERA 1977

    Caspita, lo saprai quasi a memoria!!! E' perchè sei un fan di Travolta?
     
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  13. kikko M.L.V.C.
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    CITAZIONE
    Caspita, lo saprai quasi a memoria!!! E' perchè sei un fan di Travolta?

    non sono un fan di travolta....(anche se è un bravissimo attore)......mi piace molto la colonna sonora e il film in generale...
     
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  14. Cettinina
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    Cinema, allarme dei media stranieri - "Alemanno vuole cacciare le star"



    ROMA - I giornali stranieri, si sa, quando si parla di vicende italiane tendono un po' a tagliare con l'accetta. A ridurre le questioni all'osso, senza quei distinguo, quel sottolineare le sfumature, tipiche dei media di casa nostra. Ma, pur con le precisazioni del caso, fa comunque effetto leggere, sull'edizione domenicale del londinese Times, a proposito del neosindaco della capitale: "Il Duce di Roma congela le star americane". E, all'interno dell'articolo: "Alemanno, un ex fascista, ha lanciato una campagna per promuovere i film nazionali, mettendo sulla lista nera divi hollywoodiani come Leonardo Di Caprio e Nicole Kidman...".

    Parole forti, insomma. Che mostrano quanto la querelle apparentemente tutta italiana - di più: romanocentrica - sul futuro della Festa del cinema, appassioni anche all'estero. Sia i quotidiani generalisti - come appunto il Times, o l'agenzia britannica Reuters - sia quelli specializzati. Come le Bibbie dello spettacolo a stelle e strisce, Variety e Hollywood reporter, che al fenomeno Alemanno - e al futuro della manifestazione cinematografica creata da Walter Veltroni e Goffredo Bettini - hanno dedicato ampi reportage.

    Alemanno ha molto ridimensionato le affermazioni più forti fatte in campagna elettorale. Limitandosi a suggerire un non meglio specificato "apparentamento" della Festa romana - che in autunno celebrerà la sua terza edizione - con i David di Donatello. Frenando anche sui rumors di una presidenza a Pasquale Squitieri, personaggio, che, con la veemenza che lo contraddistingue, ha sparato a zero sulla kermesse: la poltrona di numero uno di Bettini scade nel 2011, e il Comune (dunque lo stesso Alemanno) può solo cambiare il suo consigliere, non stravolgere tutto senza il consenso degli altri enti locali.

    Il sindaco comunque non si fa pregare e anche dall'Abruzzo torna sull'argomento: ""La Festa va agganciata alla produzione nazionale e non alle star di Hollywood. Bizzarro che a presiedere la Festa sia un esponente del Pd come Bettini, ne parlerò con lui al suo ritorno dalle vacanze". Frase accompagnata da un altro annuncio a affetto su un maxi-evento, questa volta non cinematografico ma sportivo: "Puntiamo a portare le Olimpiadi a Roma".

    Tornando al cinema, non solo produttori indipendenti o considerati vicini al centrosinistra come Riccardo Tozzi, ma anche l'amministratore delegato della berlusconiana Medusa, hanno difeso con forza le ragioni di una Festa internazionale, e non esclusivamente casereccia.

    Eppure i media stranieri continuano a rilanciare l'allarme. A cominciare, appunto, dal Times. Nell'articolo sul caso Roma, il quotidiano sottolinea che le star hollywoodiane più celebri sono ormai finite sulla blacklist, sulla lista nera, del nuovo primo cittadino: "per suo ordine", si legge, "non saranno più invitate". Segue sottolineatura del versante nostalgico delle celebrazioni per la sua vittoria in Campidoglio, con tanto di saluti romani e inneggiamenti al Duce. Infine, un commento sul fatto che tra i divi probabilmente messo al bando ci sarà George Clooney, "che ha elogiato Veltroni".

    Toni analoghi, ma un po' più sobri, in un servizio della Reuters di due giorni fa. Ma il punto resta lo stesso: il ritratto di un sindaco che ha fatto dello slogan "meno glamour, più cinema italiano" il suo cavallo di battaglia. Insomma: le star planetarie dovranno tenersi alla larga, a favore di una Festa che potremmo definire autarchica. Un aspetto, questo, sottolineato anche da Hollywood Reporter, all'indomani del trionfo di Alemanno: "Per la Festa potrebbero esserci cattive notizie", è la frase-clou del pezzo. Che riporta fedelmente le preoccupazioni delle major.

    Un'ansia che trapela anche dal servizio pubblicato due giorni fa da Variety, il cui sommario è: "Il nuovo sindaco mette in agitazione la comunità cinematografica internazionale". Insomma, si chiede il giornalista, è il momento di dire "arrivederci Roma?". La risposta, almeno secondo il giornale, "non è affatto chiara".


    da Repubblica - di CLAUDIA MORGOGLIONE


    Ecco come distruggere i rapporti con il cinema internazionale :angry: :angry: :angry:
     
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  15. patna
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    E' arrivato il ducetto - :sick: :sick: :sick:
     
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243 replies since 24/2/2008, 00:00   2322 views
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