Cinema

commenti, notizie e recenzioni

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  1. Ireth74
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    Questa sera sono andata al cinema a vedere "Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street", con Johnny Depp. :wub:

    Tim Burton e Johnny Depp ancora insieme. Il regista "gotico" e il suo attore feticcio collaborano in "Sweeney Todd- Il diabolico barbiere di Fleet street", musical-horror.
    Sweeney Todd è la storia di Benjamin Barker, un barbiere che viene ingiustamente condannato da un malvagio giudice a diversi anni di prigione. Lo stesso giudice costringerà la moglie di Barker a sposarlo e adotterà sua figlia. Quando torna in libertà e riprende a lavorare, con lo pseudonimo di Sweeney Todd, il barbiere diventa un killer che taglia le gole dei suoi clienti coi suoi affilatissimi rasoi, per compiere la sua vendetta
    Lo stile del film ricalca fedelmente quello che è lo stile di Tim Burton: umorismo, horror e pizzico fiabesco, il tutto ambientato in una Londra vittoriana.

    Film dark, con atmosfere cupe, con splendide scenografie (di Dante Ferretti) e ottimamente interpretato da J. Depp e H. Bonham Carter.

    Mi è piaciuto molto e lo consiglio a chi ama l'acoppiata Burton/Depp e non disdegna i musical e un pizzico di horror.
     
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  2. dango
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    Del duo Burton/Depp ho visto il Il mistero di Sleepy Hollow; anche questo un po' horror e un po' fiabesco. Devo dire che non mi era dispiaciuto.
     
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  3. Ireth74
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    Oggi si assegneranno gli Oscar 2008.
    Queste le nominations:

    Miglior film:
    “Atonement”
    “Juno”
    “Michael Clayton”
    “No Country for Old Men”
    “There Will Be Blood”

    Regia:
    “The Diving Bell and the Butterfly”, Julian Schnabel
    “Juno”, Jason Reitman
    “Michael Clayton”, Tony Gilroy
    “No Country for Old Men”, Joel Coen e Ethan Coen
    “There Will Be Blood”, Paul Thomas Anderson

    Miglior attore:
    George Clooney in “Michael Clayton”
    Daniel Day-Lewis in “There Will Be Blood” (Il Petroliere)
    Johnny Depp in “Sweeney Todd”
    Tommy Lee Jones in “La valle di Elah”
    Viggo Mortensen in “La promessa dell’assassino”

    Miglior attore non protagonista:
    Casey Affleck in “The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford”
    Javier Bardem in “No Country for Old Men”
    Philip Seymour Hoffman in “Charlie Wilson’s War”
    Hal Holbrook in “Into the Wild”
    Tom Wilkinson in “Michael Clayton”

    Miglior attrice protagonista:
    Cate Blanchett in “Elizabeth: The Golden Age”
    Julie Christie in “Away from Her”
    Marion Cotillard in “La Vie en Rose”
    Laura Linney in “The Savages”
    Ellen Page in “Juno”

    Miglior attrice non protagonista:
    Cate Blanchett in “I’m Not There”
    Ruby Dee in “American Gangster”
    Saoirse Ronan in “Atonement”
    Amy Ryan in “Gone Baby Gone”
    Tilda Swinton in “Michael Clayton”

    Sceneggiatura originale:
    “Juno”
    “Lars and the Real Girl”
    “Michael Clayton”
    “Ratatouille”
    “The Savages”

    Sceneggiatura non originale - Adattamento:
    “Atonement”
    “Away from Her”
    “The Diving Bell and the Butterfly”
    “No Country for Old Men”
    “There Will Be Blood”

    Miglior film d’animazione:
    “Persepolis”
    “Ratatouille”
    “Surf’s Up”

    Miglior scenografia:
    “American Gangster”
    “Atonement”
    “The Golden Compass”
    “Sweeney Todd The Demon Barber of Fleet Street”
    “There Will Be Blood”

    Fotografia:
    “The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford”
    “Atonement”
    “The Diving Bell and the Butterfly”
    “No Country for Old Men”
    “There Will Be Blood”

    Costumi:
    “Across the Universe”
    “Atonement”
    “Elizabeth: The Golden Age”
    “La Vie en Rose”
    “Sweeney Todd The Demon Barber of Fleet Street”

    Miglior documentario:
    “No End in Sight”
    “Operation Homecoming: Writing the Wartime Experience”
    “Sicko”
    “Taxi to the Dark Side”
    “War/Dance”

    Miglior corto documentario:
    “Freeheld”
    “La Corona (The Crown)”
    “Salim Baba”
    “Sari’s Mother”

    Montaggio:
    “The Bourne Ultimatum”
    “The Diving Bell and the Butterfly”
    “Into the Wild”
    “No Country for Old Men”
    “There Will Be Blood”

    Miglior film straniero:
    “Beaufort” Israel
    “The Counterfeiters” Austria
    “Katyn” Poland
    “Mongol” Kazakhstan
    “12" Russia

    Trucco:
    “La Vie en Rose”
    “Norbit”
    “Pirates of the Caribbean: At World’s End”

    Colonna Sonora:
    “Atonement” Dario Marianelli
    “The Kite Runner” Alberto Iglesias
    “Michael Clayton” James Newton Howard
    “Ratatouille” Michael Giacchino
    “3:10 to Yuma” Marco Beltrami

    Canzone:
    “Falling Slowly” from “Once”
    “Happy Working Song” from “Enchanted”
    “Raise It Up” from “August Rush”
    “So Close” from “Enchanted” (Walt Disney):
    “That’s How You Know” from “Enchanted”

    Miglior cortometraggio animato:
    “I Met the Walrus”
    “Madame Tutli-Putli”
    “Meme Les Pigeons Vont au Paradis (Even Pigeons Go to Heaven)”
    “My Love (Moya Lyubov)”
    “Peter & the Wolf”

    Miglior Cortometraggio:
    “At Night”
    “Il Supplente
    “Le Mozart des Pickpockets
    “Tanghi Argentini”
    “The Tonto Woman”

    Sonoro:
    “The Bourne Ultimatum”
    “No Country for Old Men”
    “Ratatouille”
    “There Will Be Blood”
    “Transformers”

    Effetti sonori:
    “The Bourne Ultimatum”
    “No Country for Old Men”
    “Ratatouille”
    “3:10 to Yuma”
    “Transformers”

    Effetti visivi:
    “The Golden Compass”
    “Pirates of the Caribbean: At World’s End”
    “Transformers”

    A domani per i vincitori.
     
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  4. Ireth74
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    Ecco i vincitori:

    Miglior film: "Non è un paese per vecchi".
    Miglior regia: i fratelli Coen per "Non è un paese per vecchi".
    Miglior attore protagonista: Daniel Day Lewis per "Il petroliere".
    Miglior attrice protagonista: Edith Piaf per "La vie en rose".
    Miglior attore non protagonista: Javier Bardem per "Non è un paese per vecchi".
    Miglior attrice non protagonista: Tilda Swinton per "Michael Clayton".
    Sceneggiatura originale: "Juno".
    Sceneggiatura non originale: "Non è un paese per vecchi".
    Miglior film d'animazione: "Rotatouille".
    Miglior scenografia: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo per "Sweeney Todd il diabolico barbiere di Fleet Street".
    Miglior fotografia: "Il petroliere".
    Migliori costumi: "Elizabeth: The Golden Age".
    Miglior documentario: "Taxi to the Dark Side".
    Miglior corto documentario: "Freeheld".
    Miglior montaggio: "The bourne ultimatum".
    Miglior film straniero: "The counterfeiters" (Austria).
    Miglior trucco: "La vie en rose".
    Miglior colonna sonora: Dario Marianelli per "Espiazione".
    Miglior canzone: "Falling slowly" per il film "Once".
    Miglior cortometraggio animato: "Peter & the Wolf".
    Miglior cortometraggio: "Le Mozart des pickpockets".
    Miglior sonoro: "The bourn ultimatum".
    Migliori effetti sonori: "The bourn ultimatum".
    Migliori effetti visivi: "La bussola d'oro".

     
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  5. dango
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    Non è un paese per vecchi
    (No Country for Old Men)


    Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald, Garret Dillahunt, Tess Harper. Genere Thriller, colore 122 minuti.

    La Trama

    Lewelyn Moss trova, in una zona desertica, un camioncino circondato da cadaveri. Il carico è di eroina e in una valigetta ci sono due milioni di dollari. Che fare? Llewelyn è una persona onesta ma quel denaro lo tenta troppo. Decide di tenerselo dando il via a una reazione a catena che neppure il disilluso sceriffo Bell può riuscire ad arginare. Moss deve fuggire, in particolare, le 'attenzioni' di un sanguinario e misterioso inseguitore.

    Recensione (da www.mymovies.it)

    Le uccisioni abbondano in Non è un paese per vecchi ma si inseriscono in una narrazione che fa dell'iperbole la propria cifra stilistica. A differenza di Tarantino però i Coen non si fermano alla coreografia raffinata della violenza. Non si accontentano di ironizzare. Non gli basta mostrare quanto sono bravi a suscitare il riso dinanzi a un uomo che muore. Non è questo il loro scopo. Ciò che per loro conta è riuscire a mettere in rilievo anche solo una scintilla di umanità in un mondo che sembra governato dalla follia. Riescono a farlo grazie al personaggio dello sceriffo interpretato da un Tommy Lee Jones che, non a caso, è uno dei protagonisti di questo film dopo aver diretto e interpretato Le tre sepolture ambientato anch'esso al confine con il Messico. Osservate la scena finale e vi accorgerete di come i Coen riescano ancora, nonostante le apparenze, a fare un cinema di qualità, spettacolare ma al contempo profondamente 'diverso' e morale.







    Il petroliere

    Un film di Paul Thomas Anderson con Daniel Day-Lewis, Paul Dano, Kevin O'Connor, Ciarán Hinds, Dillon Freasier, Colleen Foy. Genere Drammatico produzione USA, 2007 Durata 158 minuti circa.

    La Trama

    Daniel Plainview è un cercatore d'argento che, alla fine dell'800 trova il petrolio nell'Ovest degli Stati Uniti. La sua ricchezza diventa considerevole grazie anche allo sfruttamento della presenza dell'unico figlio che lo aiuta a convincere i contadini a cedergli i terreni. Troverà però sulla sua strada un giovane predicatore che prima lo aiuterà e poi, temendo un troppo veloce arrivo della modernità, manipolerà contro di lui la comunità. Le sorti personali, anche se non quelle economiche, di Plainview subiranno un duro colpo quando il figlio, a causa di un incidente presso un pozzo petrolifero, diviene sordo. L'uomo, sempre più accecato da una misantropia assoluta, lo allontanerà da sé precipitando sempre piu' nell'avidità del possesso.


    Recensione (da www.mymovies.it)


    Il petroliere è un film fatto di bitume, di corpi che diventano tutt'uno con la terra e l'oro nero che la intride. Corpi pronti ad essere spezzati e anche dilaniati nella ricerca di un possesso avido quanto amorale. I primi venti minuti di proiezione, privi di parole, lasciano un'impressione profonda sullo spettatore quasi volessero offrire una lettura 'fisica' sulle origini di una specie ben definiti di capitalismo, quella che crea profitti enormi grazie allo sfruttamento delle viscere della Terra. È in questo grembo (in un film in cui non c'è alcuna protagonista femminile) che Daniel penetra per sottrargli prima l'argento e poi il petrolio. Ma non è questo l'unico sfruttamento. Ce n'è anche uno pulito che non si avvale di muscoli e ossa ma di parole: quello del giovane predicatore che riesce ad abbindolare i suoi fedeli facendo leva sulla loro ignoranza. Se nero è il liquido che sgorga dalla terra altrettanto nera è la divisa di questo falso servitore di Dio.
    La denuncia è tanto pesante quanto carica di toni che, come la preziosa colonna sonora che assurge al ruolo di coprotagonista, vanno dall'esasperato al tenue.

    La Vie En Rose
    (La Môme)


    Un film di Olivier Dahan. Con Marion Cotillard, Sylvie Testud, Clotilde Courau, Jean-Paul Rouve, Pascal Greggory, Marc Barbé, Caroline Sihol, Emmanuelle Seigner, Catherine Allégret, Gérard Depardieu. Genere Drammatico, colore 140 minuti. - Produzione Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca 2007.

    La Trama

    La pellicola, ambientata in Francia e a Praga, ripercorre i drammi e le gioie di una delle leggende della canzone francese e internazionale, Edith Piaf. Nata nei sobborghi parigini, la diva diventa famosissima fin da giovane. La sua voce, caratterizzata da mille sfumature, era in grado di passare da toni aspri a toni dolcissimi. Molte le sfortune e i fatti negativi: incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici, delirium tremens e anche un tentativo di suicidio. La pellicola di Dahan ricostruisce bene una delle sue ultime apparizioni pubbliche in cui appare piccola e ricurva, con le mani deformate dall'artrite e con radi capelli. Solo una cosa era rimasta inalterata e splendida: la sua voce.

    Recensione (da www.mymovies.it)

    Il fatto che il regista abbia preso come spunto iniziale per il film una fotografia della cantante e non la sua musica non ci sorprende affatto. Conferma, anzi, il taglio pienamente cinematografico dell’opera. Partire da questo punto è sinonimo di un omaggio che rifiuta il didascalismo e una ricostruzione strettamente biopic. Il termine corretto è ritratto che, oltre a esaltare il talento artistico della Piaf, si addentra nel cuore della sua complessa umanità. Il regista, pur documentandosi a lungo, ha preferito seguire le proprie idee senza farsi influenzare da qualcuno in particolare (amici, conoscenti) o da letture intraprese.
    La scelta di evitare il taglio biografico si sviluppa attraverso un doppio binario. L’ottima interpretazione di Marion Cotillard che fugge qualsiasi tentativo imitatorio e nasconde, sottilmente, il preciso intento di dare alla performance stessa una vita sua, lontana da condizionamenti o costruzioni esterne. In secondo luogo, il regista, consapevole di riduttive letture critiche, ripercorre alcuni dei fatti principali della sua esistenza senza rispettare l’esatta cronologia. Ogni frammento di vita sembra giustificarsi grazie a quello precedente. Il senso delle cose prende quota piano piano lavorando di addendi. Le molteplici facce della diva emergono con una soave naturalezza rendendo facile e scorrevole la lunga visione del film.



    Michael Clayton

    Un film di Tony Gilroy. Con George Clooney, Sydney Pollack, Tilda Swinton, Tom Wilkinson, Austin Williams, Sean Cullen, Michael O'Keefe, Ken Howard, Merritt Wever, David Lansbury, Bill Raymond. Genere Drammatico, colore 125 minuti.


    La Trama

    Michael Clayton è un ex pubblico ministero che lavora da anni per un importante studio legale. Il suo compito è quello di 'aggiustare' la verità coprendo i guai dei clienti più facoltosi. La falsificazione dei fatti è la sua specialità. Pur lavorando per lo studio da 15 anni non ne è diventato socio ma è legato a filo doppio al suo impiego a causa anche della sua passione per il gioco d'azzardo e dei debiti che deve saldare per un investimento nel settore della ristorazione fallito non per colpa sua.
    Il giorno in cui si trova a dover affrontare il caso di una grossa società che opera nel settore dei prodotti chimici, che è stata chiamata in causa per l'immissione sul mercato di un prodotto altamente cancerogeno, per lui giunge la resa dei conti con se stesso.

    Recensione (da www.mymovies.it)

    Film dall'impianto estremamente classico: l'eroe stufo del proprio lavoro sporco che cerca un'occasione di riscatto e, forse, la trova. Potrebbe trattarsi dell'ennesimo deja vu. Ma ha due frecce al suo arco che lo rendono un'opera interessante. Innanzitutto lo sfruttamento della documentazione (anche aneddotica o rivelata da 'gole profonde') raccolta da Gilroy mentre preparava lo script per il già citato L'avvocato del diavolo. Il regista ha toccato con mano vicende processuali in cui l'occultamento di documenti compromettenti è stato fondamentale per far vincere cause a grandi corporation. Se a questo si aggiunge la presenza di Clooney il gioco è fatto.
    Dopo questo film ci sentiamo di poter affermare che solo un attore come lui può affrontare il ritorno del legal thriller più ancorato a schemi talvolta abusati (che le serie tv hanno ampiamente destrutturato e ricomposto in nuova veste) offrendogli una credibilità da altri non raggiungibile.
    Godetevi il lungo piano sequenza che accompagna parte dei titoli di coda. È bloccato su un suo primo piano. Nei piccoli mutamenti del suo volto si condensano i pensieri non detti che attraversano la sua mente. Clooney in quell'epilogo condensa tutto il crescendo di umanizzazione che ha offerto al suo personaggio, trasformandolo, step by step, in un essere umano con le sue sofferenze e i suoi dubbi. Sul fronte dei 'cattivi' trova una Tilda Swinton altrettanto efficace.
     
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  6. Cettinina
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    Una commissione di esperti ha selezionato le pellicole nostrane (tra il 1942 e il 1978)
    da custodire e restaurare, come i beni culturali.


    "Ecco i cento film italiani da salvare"



    ROMA - Monumenti dell'arte. Patrimonio di spettacolo e di costume. Tesori del nostro Novecento. Strumenti di riflessione. Testimonianza viva di cultura. Non parliamo di architettura, pittura o letteratura. Parliamo di cinema. E questa è già una bella novità: perché per la prima volta, in maniera organica, i film italiani vengono visti come un vero e proprio tesoro. Qualcosa da proteggere, da conservare, da far vedere ai giovani. Una commissione di esperti, rispondendo all'appello lanciato nel 2006 dalle Giornate degli Autori di Venezia, ne ha selezionati cento. O meglio, 101. In un arco temporale che va dal 1942 al 1978. Dall'alba del neorealismo agli anni di piombo.

    Cento titoli, cento pellicole, una fetta enorme di creatività made in Italy. Guardando ai registi, su tutti prevale - e non poteva essere altrimenti - Federico Fellini. Con sette opere inserite in graduatoria: in ordine cronologico Lo sceicco bianco (1952), I Vitelloni ('53), La strada ('54), Le notti di Cabiria ('57), La dolce vita ('60), Otto e mezzo ('63), Amarcord ('74). Più un ottavo film in comproprietà: Luci del varietà, diretto nel 1950 a quattro mani con Alberto Lattuada (presente in classifica anche con Mafioso e La spiaggia).

    In questa competizione tra i cineasti italiani più rappresentativi, al secondo posto, dietro Fellini, troviamo Luchino Visconti, con sei citazioni: Ossessione (1943), La terra trema ('48), Bellissima ('51), Senso ('54), Rocco e i suoi fratelli ('60), Il Gattopardo ('63). Dopo di lui, l'indimenticabile Vittorio De Sica, con Sciuscià (1946), Ladri di biciclette ('48), Miracolo a Milano ('51), Umberto D ('52) e L'oro di Napoli ('54). A pari merito, sempre con cinque film, un paladino del cinema d'impegno come Francesco Rosi, che piazza in classifica I magliari (1959), Salvatore Giuliano ('62), Le mani sulla città ('63), Il caso Mattei ('72) e Cadaveri eccellenti ('76).

    Ma questo non vuole dire che la grande stagione della commedia all'italiana non sia presente in massa nella top 100. Anzi. E infatti, ex aequo con Rosi e De Sica, troviamo il grande Mario Monicelli, con i suoi Guardie e ladri (1951), Un eroe dei nostri tempi ('55), I soliti ignoti ('58), La grande guerra ('59) e Un borghese piccolo piccolo ('77). Dietro di lui, con quattro film, ci sono invece un grande maestro del neorealismo come Roberto Rossellini (con Roma città aperta, Paisà, Stromboli ed Europa 51) e un altro mito della commedia, Dino Risi (Poveri ma belli, Una vita difficile, Il sorpasso, I mostri).

    Ma il cinema non è fatto solo di autori. E' fatto anche di volti. Indimenticabili volti d'attore, interpreti straordinari, che hanno fatto la fortuna di registi e produttori. Nella classifica ci sono tutti, e con più di un film: Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Totò. Perfino una maschera tragicomica come Paolo Villaggio, presente col primo Fantozzi.

    E poi ci sono i volti femminili. Bellissimi, intensi. La Silvana Mangano di Riso Amaro, l'Anna Magnani di Roma città aperta, la Gina Lollobrigida di Pane amore e fantasia, la Sophia Loren di Una giornata particolare e di altre interpretazioni. In questo contesto, però, una citazione particolare la merita Stefania Sandrelli, presente con ben cinque film: Divorzio all'italiana (Pietro Germi, 1961); Io la conoscevo bene (Ettore Pietrangeli, '65); Il Conformista (Bernardo Bertolucci, '70); Novecento (ancora Bertolucci, '76); C'eravamo tanto amati (Ettore Scola, '74).

    E infatti la diva è presente questa mattina, alla Casa del cinema, alla presentazione ufficiale dei cento film. Selezionati da una commissione di esperti, coordinati da Fabio Ferzetti a nome della Giornate degli autori, che comprende Gianni Amelio, Gian Piero Brunetta, Giovanni De Luna, Gianluca Farinelli, Giovanna Griffagnini, Paolo Mereghetti, Morando Morandini, Domenico Starnone e Sergio Toffetti. Scopo del loro lavoro: "Selezionare cento film da custodire, restaurare, proteggere. Come si fa con i beni culturali".

    "Sono piena di gioia per essere qui - dice oggi la Sandrelli - questi sono cinque film di cui vado orgogliosissima: rappresentano l'Italia, le italiane, e anche me stessa, le scelte che ho fatto. Guai a chi me li tocca! Per me insomma questo è un appuntamento un po' cosmico, magico. Del resto, una delle cose di cui vado più fiera è della definizione di 'termometro del cinema italiano' che una volta mi ha dato un critico...".

    Ultima osservazione. Come in ogni classifica che si rispetti, il gioco di chi non appare, un po' inspiegabilmente, è inevitabile. Si potrebbero citare, tanto per fare degli esempi di grandi esclusi, La ciociara di De Sica; o Ecce Bombo di Nanni Moretti, uscito proprio nel 1978; o Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, forse non preso in considerazione per il cast e le ambientazioni internazionali. O l'intera carriera di Sergio Leone. Ma il bello delle graduatorie è anche questo.

    (28 febbraio 2008)
     
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  7. dango
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    Uahu che filmoni!!! Molti di questi gli ho visti (non tutti però!!!) e devo dire che un po' mi dispiace che siano Fellini e la Sandrelli ad occupare le posizioni d'onore perchè non sono mai stati tra i miei preferiti.
    Alla Sandrelli preferisco infatti tutti i nomi citati nell'articolo: la bella Silvano Mangano, l'espressiva Anna Magnani, la sexy Sofia Loren e la brava e bella Lollo.
     
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  8. laura^
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    Ultimamente ho la fissa per questo regista:

    ANG LEE

    Dopo essermi innamorata del film Brokback Mountain (premio Oscar) ho affittato i DVD degli atri suoi film e a parte HULK (non e' il mio genere) sono sempre rimasta affascinata dal modo in cui riesce a raccontare le vicende dei suoi personaggi.
    image image image image
    ecco un'intervista fatta dopo la vittoria del Leone d'oro a Venezia




     
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  9. laura^
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    Mi piace anche
    SERGIO LEONE con le mitiche musiche di Morricone :wub:

    IL BUONO IL BRUTTO IL CATTIVO


    PER UN PUGNO DI DOLLARI





    C'era una volta il west
     
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  10. dango
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    CITAZIONE (laura^ @ 6/3/2008, 14:58)
    Ultimamente ho la fissa per questo regista:

    ANG LEE

    Dopo essermi innamorata del film Brokback Mountain (premio Oscar) ho affittato i DVD degli atri suoi film e a parte HULK (non e' il mio genere) sono sempre rimasta affascinata dal modo in cui riesce a raccontare le vicende dei suoi personaggi.

    Di Ang Lee, oltre ad Hulk che in effetti mi è piaciuto relativamente, ho visto La Tigre ed il Dragone. E questo film invece l'ho letteralmente adorato; prima di tutto ha aperto un vero e proprio filone a cui hanno fatto seguito movie come Hero, La Foresta dei pugnali volanti, Le Sette Spade, ecc...ma soprattutto è riuscito a fondere in se' una miscellanea di elementi in modo del tutto armonioso.
    Elementi quali il misterioso Oriente, splendidi paesaggi naturali e le arti marziali, viste non come le tecniche di combattimento alla Bruce Lee, ma come una sorta di danza, magica e meravigliosa, per quanto a volte mortale. E con la danza si è creata una sorta di poesia per immagini, come se i personaggi stessi si muovessero dentro i versi di un poema scritto appositamente per loro, librandosi fra gli alberi in un movimento naturale come la natura che li circondava. O correndo sopra mura e pareti come nuvole che corrono in cielo....insomma un film poetico che racconta una storia eterna, una storia di amore e di odio.
    Oltretutto molto bravi anche i protagonisti Michelle Yeou e Chow Yuan Fat, espressivi e discreti al contempo.

     
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  11. patna
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    Visto che ho veramente apprezzato Luxuria di Ang Lee - a questo punto penso sia doveroso vedere anche gli altri suoi lavori -
     
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  12. Cettinina
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    Cento anni fa nasceva Nannarella
    Anna Magnani


    di Goffredo Fofi

    ROMA (7 marzo) - DI DOVE viene la nostra affezione al ricordo della Magnani, di cui si celebra oggi il centenario della nascita? Alla sua risata, ai suoi gesti (al modo, per esempio, con cui portava la mano destra al collo), alle sue esplosioni di gioia o di ira, al suo sbaccaja', al suo modo di sfottere e al suo modo di commuoversi, di trattare i figli e i mariti? Tra le tante ragioni, io ci metto anche, forse soprattutto, quel misto di dedizione e di rivolta nei confronti di un mondo che era (ed è, nonostante le apparenze) in cui il potere è nelle mani dei maschi (e delle loro controfigure femminili), e che è stato forse un comportamento delle donne, o di tante donne, di tutto il mondo. L'immagine della Magnani fu quella, per molti anni, di Roma città aperta ma anche di L'onorevole Angelina, di vittima nel primo film, dove si fa ammazzare dai nazisti per l'amore che porta al suo uomo, e di ribelle nel secondo, che non tollera le condizioni avvilenti in cui è costretta a far vivere i propri figli. Le parolacce che diceva "l'onorevole Angelina" ci sembrano oggi da educande al confronto con l'inarrestabile volgarità nel nostro presente, portata dai nuovi ricchi e dal loro pubblico bordello la televisione. E sì, Abbasso la ricchezza è un titolo magnanesco altrettanto forte e giusto che il precedente Abbasso la miseria, e questo già sessant'anni fa!

    Dopo anni di edulcorate figure femminili – con rare eccezioni: la Calamai di Ossessione anzitutto, o la Paola Barbara, che era però un'attrice senza qualità, di La peccatrice: nel cinema del ventennio fascista le donne contavano poco, erano trastullo degli uomini, borghesine slavate, maliarde scassafamiglie o orfanelle a rischio di "peccare", che andavano protette e salvate ma vietando loro l'aspirazione a qualsiasi autonomia – ecco che esplose la Magnani, e che liberò altre figure, altre realtà. Al seguito della Magnani vennero film e film dove le figure femminili erano centrali ed erano interpretate da volti e corpi nuovi, pescati magari a Stresa ai concorsi per Miss Italia, ma nuovi davvero: la Mangano di Riso amaro o la Bosè di Cronaca di un amore, la Masina di Le notti di Cabiria o la Maria Fiore di Due soldi di speranza, su su fino alla Vitti di L'avventura, alla Sandrelli di Io la conoscevo bene, alle tante eroine in movimento (emancipazioni lente, con il controcanto della nevrosi) degli anni del boom e del dopo-boom. Avevamo finalmente una galleria di donne vere, di carne e sentimenti reali, proletarie o borghesi ma anzitutto donne.

    Il paradosso era quello di un cinema attentissimo alle figure femminili, e che ne creò di bellissime, dentro una società molto maschilista, che aveva concesso il voto alle donne, ma dove ancora si giustificava il delitto d'onore, si puniva l'aborto, si condannavano le "fedigraghe" e si simpatizzava per gli "sciupafemmine" perché l'uomo, si sa, è cacciatore. Ma le donne non volevano più essere gli "angeli del focolare", mamme e mogli, e neanche "peccatrici", amanti e mantenute o erogatrici di sesso dietro le "persiane chiuse", dove su ogni coito un cattolicissimo Stato percepiva la sua "marchetta"...

    Il paradosso dei nostri giorni è quello di una società che si dice liberata ma che è zeppa di nuove ipocrisie che il cinema non sa più narrare, teso a consolare i già troppo consolati invece che a guardare oltre il velo delle apparenze e dei luoghi comuni. Il paradosso è quello di una condizione femminile che nella società è estremamente variegata e critica ma che il cinema non sa affrontare. Le figure femminili del cinema italiano di oggi sembrano un remake fiacco o perverso delle logiche del cinema del ventennio, e non saranno le Buy o la Ferilli a convincerci del contrario. E se dicessimo che il cinema italiano non è mai stato così maschilista come oggi, magari, estremizzando, con Moretti come fiacco remake di Nazzari? Perfino il cinema delle donne è in Italia fiacchissimo, e abbiamo dovuto aspettare Alina Marazzi perché si ragionasse sulla storia delle donne a partire dalla montagna di documenti visivi esistenti (Vogliamo anche le rose, oggi nelle sale).

    La Magnani fu la prima immagine e la più forte ad aggredire quelle convenzionali e a sgominarle, cosciente in buona parte l'attrice anche se spesso prigioniera delle difficoltà a "interpretarsi", a scegliere i propri film e registi. E Roma città aperta, L'amore, Bellissima, La carrozza d'oro e Mamma Roma sono i regali che ci ha fatto, e che non ci meritiamo.
     
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  13. laura^
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    La Magnani era veramente straordinaria.
    Chissa' se oggi lei avrebbe potuto fare carriera...in un cinema dove al 90%conta essere "carini" -_-
    Posto questo brano.
    Con il suo sguardo atterrito e una canzone fa capire quanto inutile sia la guerra
     
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  14. dango
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    Concordo con quanto afferma l'articolo riguardo alla figura femminile nel ventennio: brave madri, slavate biondine oppure peccatrici o perfide adescatrici: questo era tutto e solo il panorama offerto; per averlo ben presente mi basta ricordare i fiml con Amedeo Nazzari che ho avuto occasione di vedere. Poi arriva la splendida Magnani, intensa, espressiva, capace di riempire lo schermo con la sua sola presenza e le cose cominciano a cambiare.

    Dove concordo di meno è su questo:

    CITAZIONE
    Le figure femminili del cinema italiano di oggi sembrano un remake fiacco o perverso delle logiche del cinema del ventennio

    Non mi sembra infatti che il panorama cinematografico italiano suggerisca una simile considerazione... :huh:
     
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  15. Cettinina
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    DAVID DI DONATELLO: 18 CANDIDATURE PER 'CAOS CALMO'


    ROMA - En plein di candidature di Caos Calmo di Antonello Grimaldi alla 52/a edizione dei premi David di Donatello che verranno consegnati all'Auditorium di Via della Conciliazione a Roma il 18 aprile. Il film di Antonello Grimaldi con protagonista Nanni Moretti ha ottenuto ben 18 candidature. Ma si sono collocati benissimo anche 'La Ragazza del Lago' di Andrea Molaioli (15 candidature) e 'Giorni e Nuvole' di Silvio Soldini sempre con 15 candidature. Per 'La Giusta distanza' di Carlo Mazzacurati infine ben nove candidature, mentre 'Il vento fa il suo giro' di Giorgio Diritti cinque candidature.

    Gian Luigi Rondi presidente dell'Accademia dei David di Donatello ha annunciato, oggi alla presentazione delle candidature, anche i cambi di data per il premio nei prossimi anni. Gia' dall'anno prossimo la premiazione slitterà all'8 maggio, mentre per il 2010 e 2011 rispettivamente il 7 maggio e il 6 maggio. Straordinariamente, sempre Rondi ha annunciato che tra i David speciali quest'anno ce ne sarà anche uno dedicato al Cinema Italiano tutto e questo per la grande capacità della nostra cinematografia di ottenere risultati straordinari nell'ultima stagione. Gli altri David speciali andranno a Gigi Magni, Gabriele Muccino e Carlo Verdone. La cerimonia del 18 aprile sarà seguita da Raidue che la metterà in onda in differita alle 23 dello stesso giorno.
     
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