SCUOLA E RIFORME

gioie e dolori delle nuove modifiche

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  1. patna
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    Non ci sono parole questi sono veramente un branco di rincoglioniti che non perde occasione per discriminare tutti coloro che continuano a lottare per la nostra sacra intoccabile libertà
     
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  2. laura^
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    CITAZIONE
    il ministro per l’Istruzione Mariastella Gelmini, che proprio oggi ha continuato a difendere le valutazioni e ha rilanciato:
    «Sui test Invalsi non torno indietro, e dal 2012 si faranno anche in inglese».

    Io lo farei svolgere pure alla MariaStar il test Invalsi :rolleyes:


    http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/a...lo/lstp/401573/
     
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  3. marina.1
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    Concordo!
     
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  4. laura^
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    :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif:

    CITAZIONE
    “Alunni con disabilità intellettiva” dice esplicitamente che questi non possono né devono partecipare ai test di valutazione nazionale. (Il loro handicap abbasserebbe la media, soprattutto delle classi campione). Se però i genitori in questi giorni li vogliono proprio portare a scuola, e i prof e i maestri non vogliono che si sentano esclusi, ebbene, quei bambini e ragazzi potranno sì fare il test, purchè in un “locale differente da quello utilizzato dagli altri allievi”, al fine di non disturbare la prova dei “normodotati”. Non solo. Lo stesso trattamento è riservato ai bimbi ipovedenti, e a quelli con i disturbi dell’apprendimento: per loro, che utilizzano strumenti speciali, la prova è prevista, ma, appunto, in locali diversi da quelli dei loro compagni di classe…

    http://de-luca.blogautore.repubblica.it/20...li/?ref=HREC1-3
     
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  5. marina.1
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    Non c'è bisogno neppure di commentare...Scusate la cattiveria ma mi piacerebbe proprio che chi lo pensa sperimentasse cosa vuol dire avere un figlio diversamente abile!
     
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  6. patna
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    Gelmini ammazza le scuole serali



    di Davide Mosca

    Erano una delle più importante conquiste degli anni Settanta; per dare istruzione a chi di giorno deve lavorare. Ora il governo le sta tagliando selvaggiamente. Che i poveri, se restano ignoranti, è meglio

    Il governo continua a tagliare sull'istruzione e questa volta, sotto la scure del ministro Gelmini finiscono i corsi serali delle scuole secondarie superiori. Dall'anno scolastico 2011/2012 infatti le prime, le seconde, le terze e alcune quarte verranno abolite lasciando così progressivamente morire uno dei diritti sociali, quello allo studio, garantito dall'articolo 34 della nostra Costituzione.

    Un provvedimento lasciato ambiguamente alla discrezione dei singoli uffici scolastici regionali, che possono, a seconda delle risorse, decidere di chiedere o meno l'eliminazione delle classi.

    Al momento, a farne le spese sono proprio quelle regioni dove i corsi serali hanno svolto nel passato e tuttora svolgono una funzione sociale significativa soprattutto per l'integrazione degli stranieri extracomunitari. Puglia e Sardegna in primis, ma anche Campania, Marche, Liguria, Emilia Romagna si sono adeguate alle indicazioni ministeriali, ma la sensazione è che presto molte altre regioni si aggiungeranno.

    Nonostante le manifestazioni, i cortei, le proteste e i gruppi su facebook il silenzio sulla vicenda è assordante e al tempo stesso eloquente. E' trascorso, infatti, più di un mese da quando la professoressa Maria Tattoli, docente da più di venticinque anni nei corsi serali all'Istituto Righi di Cerignola in provincia di Foggia, ha denunciato quanto si stava verificando nella sua regione. Il 26 maggio il dirigente scolastico del Righi ha ricevuto una mail dall'ufficio scolastico provinciale nella quale si invitava l'istituto a verificare, sull'apposito sistema intranet denominato Sidi, le classi autorizzate per l'anno scolastico 2011/2012. Da qui l'amara scoperta. Niente più prime e seconde classi, che qui sono accorpate, e neanche terze e quarte.


    Grazie a questo raro esempio di umana ignoranza - si continua a penalizzare il popolo - ora che si prospetta un suo passaggio al ministero della giustizia cosa combinerà - e come mai nessun membro dell'opposizione alza la voce davanti a questo scempio ??? :angry:
     
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  7. marina.1
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    C'è una sola cosa da dire: SE NE DEVONO ANDAREEEEEE!
     
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  8. marina.1
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    Primo giorno di scuola tra le proteste per i tagli
    Lezioni al via in 12 regioni. Ma nel 2011 il budget per l'autonomia degli istituti scende a 79 milioni di euro. In futuro attività e servizi a spese delle famiglie.
    ROMA - Maxi-taglio ai fondi per l'autonomia scolastica alla vigilia dell'apertura dell'anno scolastico. Oggi, per 4 milioni di alunni di 12 regioni suonerà la prima campanella, nei giorni successivi toccherà ai compagni delle altre regioni. Ma insegnanti, alunni e genitori troveranno scuole ancora più povere e l'anno scolastico inizia tra le proteste. Rete e Unione degli studenti medi in mattinata daranno vita a volantinaggi e flash mob davanti alle scuole. Alle 15 in 30 città e davanti alla sede del ministero dell'Istruzione è previsto un rumoroso cacerolazo con pentole, cucchiai e coperchi.

    Nei giorni scorsi, intanto, l'Esecutivo ha trasmesso alla Camera lo schema di direttiva ministeriale che finanzia la cosiddetta autonomia scolastica, con una sforbiciata del 38 per cento sui fondi che arriveranno alle scuole. E i presidi sono costretti a chiedere aiuto ai genitori. Oltre alle spese per il personale, che paga lo stato, le istituzioni scolastiche ampliano l'offerta formativa con una miriade di attività e servizi aggiuntivi che in futuro dovranno pagarsi le famiglie. Basti pensare al servizio pre e post-scuola, che consente ai genitori che lavorano di accompagnare in anticipo e prelevare in ritardo a scuola gli alunni delle materne e delle elementari, alle attività di recupero e sostegno per gli alunni in difficoltà e a quelle per i disabili. Fondi che sono usati anche per il potenziamento della lingua straniera, le gite scolastiche, le attività teatrali e di cineforum e per quelle alternative alla Religione cattolica.

    Ma per la prima volta il budget che dà un senso all'autonomia scolastica scende al di sotto dei 100 milioni di euro. Per il 2011, sono previsti poco meno di 79 milioni, un anno fa gli istituti si divisero quasi 127 milioni. Dal 2001 il finanziamento si è assottigliato del 71 per cento: erano 521 i miliardi di lire, pari a 269 milioni di euro, che dieci anni fa arrivavano nelle casse scolastiche. L'elenco delle iniziative nazionali e locali remunerate con questa legge è lunghissimo, ma alle scuole interessano due voci: i fondi per la "realizzazione del Pof" (il Piano dell'offerta formativa) e quelli per l'aggiornamento dei docenti, letteralmente falcidiate. In tutto, per le attività del Pof 2011, le oltre 10 mila scuole italiane riceveranno 12 milioni, un anno fa erano 48 i milioni e nel 2001 addirittura 162. Nel 1997 fu varata l'autonomia scolastica, con la quale le scuole potevano, e possono, adattare l'offerta formativa alle esigenze dei territori.

    Per realizzarla, gli istituti predispongono questo Piano le cui attività vengono remunerate con i fondi provenienti da Roma. Ma i trasferimenti statali sono ridotti all'osso e i presidi si rivolgono ai genitori. Una prassi considerata "illegittima" dalla Ragioneria generale dello stato e "odiosa" dalla stessa Gelmini, che qualche mese fa puntò il dito contro i presidi. Ma sbirciando tra i bilanci di previsione 2011 delle scuole si scopre che in parecchi casi i "finanziamenti dello stato" saranno inferiori ai "contributi volontari" versati dai genitori. Come alla media Giuseppe Moscati di Roma che dei 183 mila euro di "entrate" in bilancio, 100 mila saranno versati delle famiglie e appena 28 mila euro da Stato e regione.
    (12 settembre 2011)
    da Repubblica.it
     
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  9. marina.1
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    riforma_scuola11_400
     
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  10. miciobicio
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    Lettere di solidarietà da tutta italia La preside fa anche la segretaria e la bidella

    La scuola con 27 cattedre libere
    dove nessuno vuole andare ad insegnare

    Vicino Napoli, in un quartiere popolare fortino della criminalità. Dove un ragazzo su due non va a scuola


    NAPOLI Alla scuola Viviani ci sono 27 cattedre libere ma nessuno ci vuole andare ad insegnare. Già, perché la Viviani non si trova in una zona "normale" ma al Parco verde di Caivano, un quartiere popolare in provincia di Napoli che di verde ha solo il nome ed è ritenuto un fortino della criminalità organizzata. E i professori si rifiutano di andare.

    UNA PRESIDE CHE RESISTE
    - A chi chiede spiegazioni alla preside Eugenia Carfora scopre che qui, la preside, fa anche l'insegnante, la segretaria e la bidella. Perché neanche il personale non docente ci vuole venire a lavorare. La segreteria è chiusa a chiave, dall'inizio dell'anno sono senza amministrativi. Quando arriviamo a scuola troviamo solo 7 docenti su 34 e un numero impressionante di professori in malattia. Per la stessa cattedra di Italiano sono arrivati a pagare fino a 8 docenti. Ma neanche il tempo di sedersi dietro alla cattedra e si sono messi tutti in malattia. Gli altri in graduatoria, invece, rifiutano l'incarico. Al Provveditorato agli studi di Napoli dicono che hanno le mani legate, questa è la normativa e per le zone a rischio non è prevista alcuna eccezione. «Sono arrivata da appena 5 mesi - dice la dirigente Luisa Franzese -. Prometto che alla prima occasione farò visita al Parco Verde" di Caivano». Nel frattempo, un giro in questa scuola di frontiera lo abbiamo fatto noi. In classe ci sono pochissimi banchi. L'evasione scolastica è al 49 %. Nel quartiere gli adolescenti rappresentano manovalanza per la criminalità organizzata. Peri i genitori la scuola è l'ultimo dei pensieri. Ogni famiglia ha almeno un parente in carcere. Quei pochi alunni che frequentano sono quelli che la preside preleva ogni mattina di casa in casa, andando a bussare alle porte di questo quartiere che altri evitano persino di attraversare con la macchina. Ma non tutti hanno gradito. Anzi, quasi subito è partita la contestazione nei suoi confronti.

    «BANCHI RUBATI E PISTOLE IN AULA»
    - Al suo primo giorno di scuola la Carfora trovò tutto sottosopra. Nemmeno i banchi in aula c'erano. Di notte qualcuno li rubava e poi li rivendeva. In una delle aule trovarono nascoste persino delle pistole. «A molti non va a genio la preside perché è un tipo tosto - dicono alcune mamme nel quartiere -. Noi sappiamo solo che senza la sua determinazione i nostri figli a quest'ora starebbero in mezzo alla strada. Senza contare che prima che arrivasse lei questa scuola sembrava uno scantinato: puzzava di urina e c'erano topi ovunque. Lei s'è rimboccata le maniche e l'ha ripulita da cima a fondo». Giorni fa la preside lanciò un appello: «Non abbandonate la mia scuola nelle mani della criminalità». Hanno risposto centinaia di prof da tutta Italia, che qui verrebbero ad insegnare per davvero. Ma per il ministero ci sono le graduatorie da rispettare e sulla carta non c'è distinzione tra fannulloni e docenti. Da mesi scrive al ministero dell'Istruzione chiedendo una diversa procedura per l'assegnazione del personale nelle scuole a rischio. Nessuna risposta. Al suo fianco si è ritrovata solo la parte sana del quartiere, magari minoritaria, ma che ha voglia di cambiare e spera che arrivi qualcuno a dare man forte alla dirigente di ferro. Ma per il momento sono arrivate solo minacce e insulti, compresa una pagina su facebook dal titolo eloquente: «Ti odiamo a morte preside!». Firmato: Parco Verde.

    http://www.corriere.it/cronache/11_novembr...b3cac959b.shtml
     
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  11. patna
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    E' ben triste leggere notizie del genere
     
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  12. marina.1
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    Ed è triste soprattutto pensare a quello che NON hanno fatto i predecessori, da preside a collaboratori, perchè si instaurasse un rapporto diverso.
    Le scuole nelle zone a rischio sono moltissime ma dove c'è stato un percorso di impegno e collaborazione la partita contro la camorra si può giocare ancora...
     
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  13. patna
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    Hai assolutamente ragione
     
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252 replies since 20/7/2008, 22:54   2033 views
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