ignoranza? stronzaggine? che altro?

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  1. dango
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    Per curiosità ho fato un'occhiata al blog della madre del piccolo bambino affetto da autismo: ad oggi ci sono 1000 messaggi di solidarietà e continuano ancora...almeno questo risolleva un po il morale dopo tanta inciviltà e disumanità.
     
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  2. #Cristina#
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  3. stemil
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    impeccabile commento cri!
     
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  4. leon27
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    Catanzaro, vietano al compagno down di andare in gita: tutta la classe rinuncia
    La dirigente di una scuola di terza media voleva anche che i ragazzi mentissero al disabile sulle future uscite
    I GENITORI DEL RAGAZZO DISCRIMINATO HANNO DENUNCIATO LA DONNA ALLA POLIZIA

    MILANO - Un gesto di solidarietà. Gli studenti di una scuola media di Catanzaro si sono rifiutati di andare in gita con l'istituto, dopo il rifiuto opposto dalla dirigente alla partecipazione di un loro compagno disabile all'uscita didattica della propria classe. A rendere nota la vicenda è Ida Mendicino, responsabile del coordinamento regionale per l'integrazione scolastica e Consulente legale nazionale dell'Associazione Sclerosi Tuberosa. «I genitori del ragazzo, affetto da sindrome di Down - spiega - hanno dovuto ricorrere all'autorità di polizia per far rispettare il diritto allo studio del proprio figlio, in linea con la normativa di riferimento, in particolare con le note ministeriali le quali espressamente asseriscono che le gite rappresentano un'opportunità fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l'attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio».

    LA VICENDA - Successivamente a tale episodio, secondo Mendicino, la dirigente «ha aggravato la propria posizione allorché ha manifestato ai docenti l'intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down ed ha chiesto ai compagni di classe di non portare a conoscenza del ragazzo le date delle future gite ed uscite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacità dello stesso ad apprendere a causa della sua infermità genetica». Ma l'invito è stato immediatamente declinato dai compagni, ragazzi di terza media, i quali hanno dichiarato che avrebbero preferito rinunciare tutti alle gite pur di non veder discriminato il loro compagno. «Raccontiamo volentieri - dice Mendicino - l'episodio occorso in quanto segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarietà. Un plauso ai ragazzi dell'istituto comprensivo di Catanzaro che si sono dimostrati vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».
     
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  5. marina.1
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    Grande educatrice la preside...E' proprio dei nostri tempi educare alla discriminazione ed alla menzogna! Mi auguro non le rinnovino il contratto!!!
     
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  6. laura^
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    la signora DIRIGENTE puo' andarsene a ...... :censored.gif:
    CITAZIONE
    ragazzi di terza media, i quali hanno dichiarato che avrebbero preferito rinunciare tutti alle gite pur di non veder discriminato il loro compagno.

    :)
     
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  7. patna
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    E' una persona che rappresenta "degnamente" la politica del nostro esemplare governo !!! :angry:
     
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  8. laura^
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    Malasanita':
    È marocchino, stop al risarcimento
    per il figlio nato con tetraparesi
    La famiglia, vittima di un grave caso di malasanità, deve intascare 5 milioni.
    «Ma può fuggire all'estero»



    MANTOVA - Il risarcimento per il caso di malasanità sarebbe dovuto e già stabilito da una sentenza. Ma il beneficiario è immigrato di modesta condizione economica e dunque potrebbe dileguarsi con il denaro prima che la sentenza diventi definitiva. Dunque stop al risarcimento.
    SPOILER (click to view)
    È un provvedimento destinato a fare discutere quello emesso dalla corte d'Appello di Brescia, vuoi per l'entità dell'indennizzo - cinque milioni di euro - vuoi per le ragioni che hanno indotto i giudici a fermarlo. Al centro del caso un ragazzo nato nel '98 - e oggi residente in provincia di Mantova - in seguito a un parto molto travagliato e da allora affetto da tetraparesi e bisognoso di cure ininterrotte.

    La formula giuridica con la quale l'erogazione è stata sospesa non sembra lasciare spazio a molte interpretazioni. I genitori della vittima, è scritto nell'ordinanza «non offrono sufficienti garanzie delle somme che dovessero risultare corrisposte in eccesso, attesa la loro verosimile modesta condizione economica e la possibilità (in quanto immigrati in Italia dal Marocco) di poter rientrare nel loro Paese di origine senza più fare ritorno in Italia, rendendo così estremamente gravosa una azione esecutiva». Nel '98, anno in cui il ragazzo era venuto al mondo nell'ospedale di Asola (Mantova) il padre e la madre facevano ancora la spola tra la Lombardia e il Nordafrica.

    La storia di questo sfortunato parto è raccontata negli atti processuali: le carte riferiscono che la madre aveva avuto avvisaglie di una gravidanza difficile ed era stata ricoverata ad Asola il pomeriggio del 13 maggio del '98 con abbondanti perdite di liquido amniotico. Nonostante le condizioni di sofferenza i medici non avevano praticato il cesareo ma avevano optato per il parto naturale, avvenuto dopo molte ore di travaglio dopo la mezzanotte del giorno stesso. Le condizioni del neonato, causa la prolungata asfissia e i tentativi di estrarlo con una ventosa, erano parse subito disperate e da allora Amin vive in uno stato di gravissimo handicap fisico e psichico.

    Il tribunale di Mantova aveva riconosciuto la responsabilità dei medici intervenuti quella sera e aveva condannato l'azienda ospedaliera «Carlo Poma» di Mantova (a cui fa capo l'ospedale di Asola) a un risarcimento di due miliardi e mezzo di lire nel 2001, che con gli interessi erano saliti in vista del processo di appello a 5 milioni di euro. I dirigenti del «Carlo Poma» avevano preliminarmente liquidato alla famiglia marocchina 1 milione e 600mila euro ma avevano presentato appello ritenendo eccessivo il saldo che restava da versare. Ed è a questo punto che è subentrata la corte d'Appello di Brescia, che ha bloccato il pagamento della somma rimanente.

    «La cospicua somma di un milione e 600mila euro - scrivono i magistrati di secondo grado - appare allo stato sufficiente per il tempo necessario allo svolgimento del presente grado di giudizio a consentire di far fronte alle necessità del figlio sia dal punto di vista abitativo che dal punto di vista assistenziale. Peraltro gli stessi (i genitori, ndr) non offrono sufficienti garanzie di restituzione delle somme che dovessero essere corrisposte in eccesso». La ragione? La modesta condizione economica e la possibilità di una fuga in Marocco. «Ma è una considerazione a nostro giudizio totalmente infondata - protesta l'avvocato Angelo Villini, legale della famiglia di Amin - perché i giudici non dovrebbero basarsi su presunzioni, ma su dati di fatto presenti nella causa. Questi ultimi dicono che il padre del ragazzo ha un'azienda in provincia di Mantova, che la famiglia è ormai radicata in Italia e che il loro figlio ha bisogno di assistenza continua, 24 ore al giorno: credete forse che il Marocco possa garantire questo tipo di prestazione sociale e sanitaria meglio delle strutture italiane?»


    http://milano.corriere.it/milano/notizie/c...193035790.shtml
     
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  9. marina.1
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    Certo...fuggiranno lasciano la tetraparesi...qui!

    Certo...fuggiranno lasciano la tetraparesi...qui!
    Se potessi fuggirei io da questo paese....
     
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  10. stemil
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    se la devono lasciare qui la lasciassero ai medici che l'hanno causata e a chi ha determinato lo stop.

    se non avessi tanti legami affettivi qui Marina....
     
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  11. marina.1
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    Non pensavo che andassero veramente via, mi sono espressa male...volevo dire che se anche dovessero andar via la tragedia della tetraparesi la porteranno sempre con loro.
     
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  12. stemil
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    ah io pensavo fosse una battuta amara....
     
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41 replies since 21/9/2008, 10:58   254 views
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