Eluana Englaro

diritto a vivere e diritto a morire

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. patna
        Like  
     
    .

    User deleted


    In Italia la legge sul testamento biologico è ancora in alto mare -

    Vi sono però delle eccezioni

    Testamento biologico, Magione (PG) istituisce registro



    Il Comune di Magione ha deciso di istituire un registro delle dichiarazioni anticipate in materia di trattamento sanitario e testamento biologico.
    'Abbiamo votato a favore della proposta perche' riteniamo che sia compito della politica anche dare risposta ai problemi che riguardano la liberta' di scelta delle persone, quali i trattamenti sanitari, affinche' queste scelte vengano rispettate', ha dichiarato oggi il sindaco, Massimo Alunni Proietti, l'approvazione da parte del Consiglio, avvenuta nei giorni scorsi.
    'Un diritto - ha continuato il sindaco, che guida una giunta di centro sinistra - che viene riconosciuto nell'articolo 32, comma 2, della Costituzione secondo cui la legge in nessun caso puo' violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, cosicche' neanche il Parlamento all'unanimita' potrebbe imporre a qualcuno qualcosa che violi il rispetto della sua persona'.
    La mozione, presentata da due consiglieri del gruppo Magione Democratica e progressista, e' stata votata dai consiglieri di maggioranza e dall'Idv.



    Testamento biologico, a Rufina un registro comunale



    La giunta comunale di Rufina, guidata dal sindaco Mauro Pinzani (Pd), su proposta del Prc, ha approvato l'istituzione del registro per il testamento biologico.
    In una nota, il Comune spiega che i cittadini 'potranno dunque compilare e sottoscrivere la dichiarazione di volonta' anticipata per i trattamenti sanitari utilizzando il modello predisposto dal Comune'.
    In Toscana, gia' altri Comuni hanno varato il registro dei testamenti biologici. Fra questi, Firenze, con una delibera approvata nell'ottobre scorso dal Consiglio comunale


    Testamento biologico, così le leggi nel resto d’Europa e negli Stati Uniti.



    E’ in corso in queste ore la discussione sul disegno di legge di regolamentazione del cosiddetto testamento biologico. Come vedremo in molti Paesi europei e negli Stati Uniti il dibattito è in corso già da tempo o addirittura c’è già una legge specifica.
    Da noi, la tendenza della stampa è a evidenziare i pareri della politica e molto meno quelli dei diretti interessati, dei medici, di esperti e raramente si è preoccupata di approfondire il tema delle legislazioni degli altri Paesi, cosa che facciamo noi compiutamente oggi.
    Paese per paese, dunque, vediamo qual è lo stato delle cose in Europa e in America, per ciò che riguarda la dichiarazione di trattamento di fine vita.

    Francia. In Francia la legge è del 22 aprile 2005 ed è frutto di uno specifico dibattito parlamentare, iniziato nell’ottobre 2003. La norma utorizza il medico a prendere la decisione di limitare o anche interrompere il trattamento, nel caso in cui la persona malata non sia in grado di esprimere la propria volontà. Si afferma che atti di prevenzione scientificamente riconosciuti come inutili possono essere sospesi o non iniziati affatto. C’è la possibilità, per un soggetto maggiorenne, di esprimere anticipatamente il suo orientamento relativo alle limitazioni o cessazioni di trattamenti medici nel caso in cui il paziente non avesse più le facoltà per esprimersi. Se il paziente è un minore o un maggiorenne sotto tutela, il medico consulta anche familiari o chi ha la tutela, a meno che non si tratti di una situazione di urgenza.

    Germania. Nell’altro Paese-guida d’Europa, la Germania, il dibattito ha coinvolto anche categorie di professionisti interessati. Nell’ordinamento tedesco il testamento biologico non è stato ancora oggetto di una disciplina normativa specifica ma trova impiego nella pratica e conferma nella giurisprudenza. Nel 2003 la Corte suprema è intervenuta riconoscendo “l’atto di disposizione del paziente”, cioè una specifica forma di dichiarazione di volontà personale. “La Corte riconosce il diritto di autodeterminazione dell’individuo”, si legge nel testo. Il principio della tutela della dignità umana impone infatti che una decisione, presa da un soggetto nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, debba essere rispettata, anche qualora sia sopravvenuto uno stato d’incapacità. Nell’ipotesi di diversità di vedute tra il medico ed il paziente, nella sua espressione contingente o precedente al momento della malattia, la decisione finale spetta al giudice tutelare.

    Olanda. Nei Paesi Bassi la disciplina è del 2001 (”Legge per il controllo di interruzione della vita su richiesta e assistenza al suicidio”). La legge olandese è molto più “avanzata” (in positivo o meno, lasciamo il giudizio al lettore) e prevede anche il livello di “assistenza al suicidio”, che si compie assistendo il malato o fornendogli i mezzi. Sono previste, però, commissioni regionali di controllo. Per i soggetti di età compresa tra i 16 e i 18 anni, si prevede che la richiesta possa essere eseguita a condizione che i genitori o il tutore siano stati coinvolti nella decisione. Inoltre, anche per i minorenni di età compresa tra i 12 e i 16 anni si ammette la richiesta a condizione che i genitori siano d’accordo.

    Inghilterra. Nel Regno Unito fino all’adozione del “Mental Capacity Act” - in vigore dal 1 ottobre 2007 - il testamento biologico non era previsto dalla disciplina legislativa ma veniva riconosciuto da una consolidata giurisprudenza, che ne aveva definito le condizioni di validità. Il “Mental Act” ha istituito un quadro giuridico per i soggetti incapaci di prendere decisioni in modo autonomo e per le dichiarazioni anticipate di volontà. L’Act richiede che si spefichi quali tipi di trattamento s’intendano rifiutare compilando un modulo e può essere assunto solo da un maggiorenne. Inoltre, un soggetto può dare incarico ad un terzo di decidere per lui qualora ovviamente non fosse più in grado di autodeterminarsi. Nel caso in cui il malato “incapace” non abbia comunicato anticipatamente le proprie volontà e non abbia relazioni familiari o sociali, si affida all’IMCA che “esprime le volontà, i sentimenti, le convinzioni e i valori dell’incapace, e, se lo reputa necessario per difendere l’interesse di questi, può opporsi alle decisioni dei medici”.

    Spagna. Con l’approvazione della legge del 14 novembre 2002, “recante disposizioni per la regolamentare i diritti del paziente e degli obblighi in materia di informazione e documentazione clinica”, il Parlamento spagnolo ha profondamente modificato la disciplina del rapporto medico-paziente. La legge parla del “rispetto dell’autonomia del paziente” per cui egli può sottoporsi o rifiutare alcuni trattamenti. Per i pazienti che non possono prestare il consenso per problemi fisici o psichici il consenso viene dato dal rappresentante o - se non è stato nominato - dai familiari. I minori hanno il diritto di decidere dai 16 ai 18 anni. Per i più piccoli il consenso è prestato dal rappresentante legale del minore.

    Stati Uniti. In America il “caso Quinlan” preparò l’approvazione, in California, del “Natural Death Act” del 1976 che fu il primo provvedimento in questo senso al di là dell’oceano. Successivamente, molti altri stati si sono dotati di una legislazione in materia. Per trovare una scelta a livello federale bisogna arrivare al 1991, con l’istituzione del “Patient self determination Act”. Sulla base di tale legge, vengono riconosciuti i diritti della persona di accettare o rifiutare i trattamenti medici e di formulare dichiarazioni anticipate di volontà (”living will”). Con il “living will”, il soggetto nomina un’altra persona come rappresentante incaricandola di assumere le decisioni in merito all’assistenza ed alla cura. La normativa di alcuni Stati federati propone uno schema semplice e generico in base al quale ognuno può indicare, scrivendo di proprio pugno, le sue scelte; in altri Stati si segue, invece, uno schema molto dettagliato, sempre compilando un questionario.

    Andrea Onori
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    amico dell'Oasi
    Posts
    110,312
    Reputation
    0
    Location
    Piemonte

    Status
    Anonymous
    Complimenti a questi Comuni. Allora non basta uno scritto lasciato ad un famigliare. Bisogna compilare un documeto che spero adotti anche il mio Comune.
     
    .
  3. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    Un anno dopo mi batto ancora
    in nome di Eluana

    di BEPPIN0 ENGLARO

    CARO direttore, un anno è passato dalla "fine di un incubo".
    Era un incubo nostro, degli Englaro, perché avevamo un componente della famiglia in balìa di mani altrui, contro la sua volontà. Ma credo che questo incubo familiare sia entrato in molte case. Incontro sempre più persone che vogliono stringermi la mano, salutarmi e dirmi grazie. Penso che questa gente abbia capito il senso dei diritti individuali di libertà delle persone. Sono convinto che molti si siano resi conto del prezzo che abbiamo pagato.

    C'è una questione che viene sempre capovolta. Mi sento dire: "Mai più Eluane". E cioè, mai più contro la sacralità della vita e la sua indisponibilità. Ma, secondo me, è l'esatto contrario. E cioè, nessuno deve avere il potere di disporre di un'altra vita com'è avvenuto per Eluana. Il miglior modo di tutelare la vita in tutte le situazioni è affidarne le decisioni a chi la vive. Sia a chi è in condizioni di intendere e volere, sia a chi non è più capace, ma ha spiegato che cosa avrebbe voluto per sé. Che cosa mi diceva Eluana? "La morte l'accetto, fa parte della vita, ma che altri mi possano ridurre a una condizione di non-morte e di non-vita, no, questo non l'accetto". C'è chi la pensa in maniera diversa, e lo so bene. Ma so bene anche che mentre Eluana moriva, il Parlamento aveva organizzato una corsa per approvare una norma che annullasse quello che aveva stabilito la corte di Cassazione.

    C'era un giudicato e c'erano dei politici che volevano sovvertirlo. C'era una nostra lunga e dolorosa battaglia, e c'era chi voleva farne carta straccia. Sembrava che quella legge fosse indispensabile per gli italiani. Che fosse fondamentale per la salvaguardia ideologica di alcuni partiti. Adesso io vorrei dire: è passato un anno, e la legge non c'è. Come mai? A che punto è? Tutta quella forza d'urto lanciata mentre una ragazza moriva dov'è finita?

    Vedo che non hanno capito niente: i politici ne fanno una questione di conflitto di poteri, di chi decide che cosa. Dimenticano che la corte costituzionale s'è già espressa, avallando l'operato della magistratura di fronte a un cittadino che s'era rivolto a loro per il riconoscimento di un suo diritto. E se questi politici leggono bene la sentenza del 16 ottobre 2007, capiscono che è perfettamente allineata ai principi della nostra Costituzione.
    Se i politici vogliono riappropriarsi, come del resto a loro spetta, del diritto "dell'ultima parola" su temi eticamente controversi, devono tenere conto di quello che è accaduto sinora. E come diceva Pulitzer, "un'opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema". I sondaggi ci sono, dicono che il mio è il sentire comune. E invece questa legge, così come viene formulata, non tiene e non terrà. E poi come non considerare che anche la terza carica dello Stato si è espressa sul tema, mettendo in guardia il legislatore da autoritarismi da stato etico?

    I cittadini, come era esasperatamente cittadina Eluana, vogliono essere messi in condizione di assumersi le loro responsabilità. E non essere trattati come se non fossero responsabili delle loro scelte di coscienza. Un anno dopo la morte di Eluana, io voglio semplicemente separare la tragedia privata di aver perso una figlia dalla violenza terapeutica. Non credo che la medicina giusta sia quella che offre una "vita senza limiti". Eluana un anno dopo è come un anno fa, o diciotto anni fa: un simbolo pulito della libertà individuale. Ed è nel mio cuore costantemente.
    repubblica.it
     
    .
  4. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso il suo "rammarico" e "dolore" per non aver potuto evitare la morte di Eluana Englaro, il cui primo anniversario della morte cade oggi.

    Lo si legge in una lettera che Berlusconi ha inviato, tramite il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, alle suore misericordine della clinica Beato Luigi Talamoni, dove Eluana è stata ricoverata per 14 anni in stato vegetativo prima di morire a seguito dell'interruzione, voluta dalla sua famiglia, dell'alimentazione forzata.
    "Carissime sorelle, è trascorso ormai un anno dalla scomparsa di Eluana Englaro. Vorrei ricordarla con voi e condividere il rammarico e il dolore per non aver potuto evitare la sua morte", si legge nella lettera.

    "Vorrei soprattutto ringraziare tutte voi per la discreta e tenace testimonianza di bene e di amore che avete dato in questi anni, i gesti di cura che avete avuto per Eluana e per tutte le persone che assistete lontano dai riflettori e dal clamore in cui invece sono immerse le nostre giornate, sono un segno di carità, un esempio da seguire per me e per tutti noi che abbiamo la responsabilità di governare il nostro amato Paese", continua il presidente del Consiglio. "Vi prego di pregare per l'Italia perché ritrovi pace e serenità nella vita pubblica e in quella privata di ciascuno di noi, cordialmente Silvio Berlusconi".

    Eluana Englaro, la donna rimasta in coma vegetativo per 17 anni al seguito di un incidente stradale, è morta il 9 febbraio 2009 dopo che -- a seguito di una lunga e dolorosa battaglia civile e giudiziaria condotta da suo padre Beppino -- era stata interrotta l'alimentazione forzata.

    Il "caso Eluana" ha diviso per mesi l'opinione pubblica italiana, suscitando aspre critiche da parte del Vaticano e trasformandosi in un ampio scontro istituzionale, culminato col rifiuto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di firmare un decreto varato d'urgenza dal governo per impedire la sospensione della cura della donna.

    Alla morte di Eluana i rappresentanti della politica italiana avevano manifestato la loro volontà di approvare al più presto una legge sul testamento biologico.
    reuters.com

    io non commento....
     
    .
  5. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    Lui non ha potuto evitare la sua morte...uahu...siamo in pieno delirio di onnipotenza...
     
    .
  6. Markettino76
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ho visto questa discussione solo stamattina ed essendo un argomento che mi ha sempre toccato profondamente dico, anche se in ritardo ormai rispetto ai tempi, la mia..
    Nei post che si sono susseguiti precedentemente al mio sono stati toccati diversi punti in maniera approfondita, ma, per problemi di tempo, mi limiterò a sottolineare ed a evidenziare senza dilungarmi troppo questo stralcio d'intervento...
    CITAZIONE
    La negazione di me come individuo, come soggetto dotato di libero arbitrio è la forma peggiore e più intollerabile di violenza che si possa esercitare. E' una tale deprivazione che non ha giustificazioni

    Di Dango risalente a più di un anno fa che, a parer mio, tocca il punto fondamentale e doloroso della questione...
    Dal momento del concepimento in poi, attuato per la volontà di terze persone (i miei genitori biologici), io (parlo a titolo personale per esplicitare al meglio il mio pensiero ma è chiaro che vale per tutti) ho cominciato a vivere....
    Con il passare del tempo ho sviluppato un forte attaccamento verso questa vita che mi è stata regalata ed ho cominciato a cercare di godermela ed assaporarmela in maniera sempre più forte ma questo grazie al fatto che, arrivato alla maggiore età, ero io e solo io a gestirmela..(dicesi libero arbitrio)..
    Nella condizione in cui si è trovata la povera Eluana, non voglio trovarmici neanche per un secondo e la mia volontà in proposito è molto chiara oltre che ferrea e già ripetutamente sottolineata in famiglia quindi il problema, nel disgraziatissimo caso accadesse il peggio, teoricamente non dovrebbe minimamente sussistere..
    Non riesco neanche ad immaginare l'idea che la mia esistenza e le decisioni sulla stessa possano essere affidate, in caso di impossibilità mia, a persone diverse dai miei genitori che conoscono perfettamente le mie volontà in tal senso..
    La sola idea mi scatena una rabbia cieca ed incommensurabile..
    Nel caso della povera Eluana purtroppo non è andata cosi..
    Ha subito per tutti questi lunghissimi anni, parimenti a suo padre, una violenza inaudita direi indegna di un paese civile..
    Tutte le odiose strumentalizzazioni e le molteplici ingerenze di varia natura
    che si sono susseguite mi hanno indignato, disgustato e portato vicino alle lacrime...
    Non ho alcun problema ad affermare che, conseguentemente a questa vicenda, c'è stato un lunghissimo momento in cui mi sono vergognato di essere italiano..
    Ci sarebbe tanto altro da dire ma mi fermo qui...
     
    .
  7. patna
        Like  
     
    .

    User deleted


    Marco - condivido pienamente il tuo pensiero - anche perchè ci sono passata - anche se marginalmente - lo scorso anno con mio padre - una persona attiva e vitale che alla fine si è ridotto alla stregua di un vegetale -

    Credimi vedere l'accanimento dei medici su di lui - soprattutto negli ultimi giorni - mi ha fatto letteralmente impazzire di rabbia - se avessi potuto farlo avrei messo io fine ai suoi giorni - ma fino alla fine abbiano solo potuto guardare impotenti -
     
    .
  8. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    Marco, l'espressione incommensurabile e cieca rabbia mi trova in perfetta sintonia. Purtroppo non sono certa che avere dichiarato la propria volontà alla famiglia sia sufficiente, so di per certo che alcuni comuni hanno istituito dei registri per il testamento biologico, spero che ci venga consentito almeno questo.
     
    .
112 replies since 5/2/2009, 09:06   1447 views
  Share  
.