PARTITO DEMOCRATICO

Congresso - Primarie

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. marina.1
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mi smarrazzi pure?
    Ormai siamo nella più completa ...incertezza....di genere.... ;)
    Scherzo...era l'ora del risveglio... :P
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    amico dell'Oasi
    Posts
    110,303
    Reputation
    0
    Location
    Piemonte

    Status
    Anonymous
    ma vada a quel paese........è meglio!



    L'annuncio di Rutelli: "Lascio subito il Pd, non è il mio partito"



    Roma, 31 ott. (Adnkronos) - "Si'". Francesco Rutelli, in una intervista al 'Corriere della sera', conferma di aver deciso di lasciare il Partito democratico. "Il Pd non e' mai nato, non ho nulla contro un partito democratico di sinistra, ma non puo' essere il mio partito"; "non c'e' un partito nuovo, ma il ceppo del Pds con molti indipendenti di centrosinistra".

    Rutelli spiega di andare via "subito, anche se con dolore"; "se non cambia quest'offerta politica, tutto e' gia' scritto: vince una destra dominata dal patto Berlusconi-Lega". Il presidente del Copasir dice ancora che "cambiare l'offerta politica significa unire forze democratiche, liberali e popolari", "non saro' solo". Bersani, per Rutelli, e' "persona seria. A me da quando si e' candidato non ha fatto neppure una telefonata. Ma non mi offendo certo: e' politica".

    A D'Alema, nell'incontro di due giorni fa, l'ex leader della Margherita ha tra l'altro spiegato che "questo non e' il Pd che avrei voluto far nascere. Potremo collaborare da posizioni diverse, e ho fiducia che questo ampliera' le forze". Ha parlato con Berlusconi? "No", replica Rutelli spiegando che "Casini e' un interlocutore essenziale. Ed e' giusto guardare lontano: con proposte serie, si puo' puntare a unire molte altre energie. Sino a creare, in alcuni anni, la prima forza del Paese".


    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica...3933421265.html
     
    .
  3. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (*rosanna* @ 31/10/2009, 13:42)
    ma vada a quel paese........è meglio!

    :biggrinthumb.gif:

    CITAZIONE
    L'annuncio di Rutelli: "Lascio subito il Pd, non è il mio partito"

    :woot:

    ALEEEEEEEEE OOOO ALEEEEEEEEEE OO ALEEEEEEEE OO ALEEEEEEE OO..................

    :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif:
     
    .
  4. ErTigre
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (laura^ @ 31/10/2009, 14:00)
    CITAZIONE (*rosanna* @ 31/10/2009, 13:42)
    ma vada a quel paese........è meglio!

    :biggrinthumb.gif:

    CITAZIONE
    L'annuncio di Rutelli: "Lascio subito il Pd, non è il mio partito"

    :woot:

    ALEEEEEEEEE OOOO ALEEEEEEEEEE OO ALEEEEEEEE OO ALEEEEEEE OO..................

    :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif:

    Una dalemiana come te dovrebbe saperlo che "ciccio cicoria" è espressamente mandato da "spezzaferro" nel territorio nemico per facilitare l'inglobamento di Casini nelle prossime alleanze ;)
     
    .
  5. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (ErTigre @ 3/11/2009, 18:43)
    CITAZIONE (laura^ @ 31/10/2009, 14:00)
    CITAZIONE (*rosanna* @ 31/10/2009, 13:42)
    ma vada a quel paese........è meglio!

    :biggrinthumb.gif:

    CITAZIONE
    L'annuncio di Rutelli: "Lascio subito il Pd, non è il mio partito"

    :woot:

    ALEEEEEEEEE OOOO ALEEEEEEEEEE OO ALEEEEEEEE OO ALEEEEEEE OO..................

    :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif:

    Una dalemiana come te dovrebbe saperlo che "ciccio cicoria" è espressamente mandato da "spezzaferro" nel territorio nemico per facilitare l'inglobamento di Casini nelle prossime alleanze ;)

    :lol: :lol: :lol: :lol:

    e poi i complottisti saremmo noi bolscevichi....
    ma va la' va la'....
    -_-
     
    .
  6. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    7/11/2009 (11:30) - L'ASSEMBLEA DEI DEMOCRATICI
    Bersani proclamato segretario del Pd

    «Costuire partito, preparare l'alternativa»

    ROMA
    Pierluigi Bersani è formalmente il segretario del partito democratico. Poco prima delle 11, 30 è stata infatti proclamata la sua elezione alle primarie nell’assemblea nazionale democratica che si è aperta stamane alla nuova fiera di Roma. Nell’annunciare i risultati delle primarie, Maurizio Migliavacca ha formalizzato anche i numeri dei delegati che alle primarie sono stati eletti in collegamento con i candidati alla segreteria: 530 per bersani, 339 per franceschini e 131 per marino.

    «Ho detto più volte che non credo al partito di un uomo solo ma ad un collettivo di protagonisti». Così Pierluigi Bersani nel suo primo discorso da segretario del Pd si rivolge alla platea dell’assemblea riunita alla Nuova Fiera di Roma. «So bene -aggiunge Bersani- che la formazione di un collettivo deve avere forme nuove e contemporanee ma rinunciarvi, per un partito popolare, non sarebbe andare avanti, sarebbe regredire. Dunque, mi rivolgo a voi non come ci si rivolge ad una folla ma come ci di rivolge al largo gruppo dirigente del nostro partito corresponsabile -sottolinea- con me di questa nostra straordinaria avventura».

    «Vi propongo subito e con chiarezza i nostri essenziali compiti: costruire il partito e preparare l’alternativa». Sono i due capisaldi che Pierluigi Bersani indica nel suo discorso all’assemblea del Pd. «Sono compiti -aggiunge- che richiedono un lavoro importante per durata e profondità. Inutile cercare scorciatoie o immaginare strade senza inciampi». «Rifiutiamo l’idea che il consenso venga prima delle regole e che la partecipazione democratica significa eleggere un capo, rivendichiamo un modello parlamentare rinnovato, rafforzato e efficiente».

    Nel suo intervento all’assemblea del Pd, Pierluigi Bersani, ha subito messo in campo la sua proposta di riforma istituzionale «che non affidiamo al cosiddetto dialogo, parola malata e ambigua, ma al confronto trasparente nelle sedi proprie: il Parlamento». Bersani ha sintetizzato la proposta Pd in quattro punti: «Superamento del bicameralismo perfetto, Senato federale, riduzione del numero dei parlamentari, rafforzamento delle funzioni reciproche di governo e Palermo»; «attuazione dell’art. 49 della Costituzione»; «nuova legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i parlamentari» e «nuove norme sui costi della politica». Il segretario del Pd ha sottolineato: «Non pretendiamo di imporre queste priorità ma non accettiamo che l’agenda delle riforme ci fosse semplicemente dettata da altri».
     
    .
  7. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    Veltroni ne spara un'altra
    Incredibile: Veltroni, massimo responsabile del disastro del Pd, ne spara un'altra delle sue. Se il partito torna a ipotesi socialdemocratiche (leggi: di sinistra) si suicida.
    Roba da non crederci.
    Abbiamo infatti visto che fine ha fatto il centrosinistra grazie ai "partiti liquidi" del già sindaco di Roma. Il quale, tanto per dirne una, è stato mollato anche da uno che di politica se ne intende davvero come Goffredo Bettini.
    Veltroni continui a occuparsi di letteratura.
    Per piacere.
    http://club.quotidianonet.ilsole24ore.com/ghidetti
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    amico dell'Oasi
    Posts
    110,303
    Reputation
    0
    Location
    Piemonte

    Status
    Anonymous
    Nuova segreteria Pd: 6 donne e 6 uomini. Le schede

    ROMA (24 novembre) - Una squadra di sei donne e sei uomini, età media 41 anni, che sarà coordinata da Maurizio Migliavacca, 58 anni. Una segreteria di «giovani sperimentati», si sottolinea nel Pd. Il più giovane è Matteo Orfini, 35 anni, la più anziana Annamaria Parente, 49 anni. Queste alcune brevi note biografiche dei 12 componenti della segreteria del Partito Democratico, presentata oggi alla Direzione nazionale da Pier Luigi Bersani:

    Catiuscia Marini, 42 anni, eletta sindaco di Todi nel 1998, riconfermata nel 2002, europarlamentare dal maggio 2008 al giugno 2009

    Stella Bianchi, 40 anni, economista e giornalista, nel 1995 ha dato vita ai Giovani per l'Ulivo facendo parte del coordinamento nazionale, ha fatto parte dell'Assemblea costituente del PD

    Cecilia Carmassi, 41 anni, già presidente della Fuci, è stata assessore alla provincia di Lucca e oggi è vicepresidente del consiglio comunale della città; è presidente di «La città delle donne», associazione di volontariato

    Francesca Puglisi, 39 anni, consigliere comunale di Bologna, ha iniziato il suo impegno politico nel 1995 con l'Ulivo, di cui è stata responsabile nazionale Giovani fino al 1997. Ha contribuito alla nascita della Consulta infanzia e Adolescenza «Gianni Rodari»

    Annamaria Parente, 49 anni, sindacalista della Cisl, è stata responsabile nazionale della Formazione del PD

    Roberta Agostini, 43 anni, consigliere provinciale a Roma, è responsabile delle politiche culturali e della comunicazione per il PD romano

    Matteo Orfini, 35 anni, è responsabile delle relazioni internazionali della Fondazione ItalianiEuropei

    Nico Stumpo, 40 anni, nella segreteria nazionale della Sinistra giovanile fino al 2001, responsabile del tesseramento dei Ds fino al 2003, quindi membro della direzione e responsabile della segreteria dei Ds, è stato componente della direzione del PD e vice-responsabile dell'organizzazione

    Matteo Mauri, 39 anni, attualmente capogruppo PD in Consiglio provinciale a Milano, è stato assessore della Giunta di centrosinistra

    Marco Meloni, 38 anni, consigliere regionale in Sardegna, ricercatore Arel e segretario generale di «TrecentoSessanta»

    Davide Zoggia, 45 anni, è stato Presidente della Provincia di Venezia

    Stefano Fassina, 43 anni, direttore scientifico di Nens, è stato responsabile Finanza pubblica ed Economia del PD.


    http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.ph...&npl=&desc_sez=
     
    .
  9. patna
        Like  
     
    .

    User deleted


    Pd, che brutta svolta



    di Antonio Padellaro

    È difficile che il fuorionda di Gianfranco Fini possa peggiorare i suoi già pessimi rapporti con Silvio Berlusconi.

    Vedremo come giornali e giornalisti padronali (“alani da riporto” li ha definiti Eugenio Scalfari) ne approfitteranno per azzannare il presidente della Camera che ha comunque il merito di non nascondere la propria crescente disistima nei confronti del premier.

    Sia sotto voce che ad alta voce. Parole e comportamenti che colpiscono di più se paragonati alle parole e ai comportamenti che giungono dai vertici del Pd, da quello che cioè dovrebbe essere il principale partito dell’opposizione. Il condizionale (sull’opposizione) è obbligato dopo le oblique affermazioni di Enrico Letta, prontamente vidimate dal segretario Bersani che autorizzano Berlusconi a difendersi “dai” processi e non “nei” processi.

    Come dire: una sorta di licenza a scappare dai giudici quando e come meglio desidera. Una svolta sconcertante nella linea del Pd, adottata da Bersani e Letta dopo un colloquio con il presidente Napolitano e senza alcuna discussione interna. A questo punto crediamo che gli elettori del Pd abbiano diritto a più di una spiegazione e a più di una risposta.

    Il garantismo di nuovo conio nei confronti dell’imputato Berlusconi risponde (come sostiene il Foglio) a una esplicita richiesta del Quirinale? Esso spiana la strada a un’intesa con il Pdl sulle cosiddette riforme della giustizia: il superinciucio auspicato da Sergio Romano e Piero Ostellino sul Corriere della Sera?

    È in nome di questa conversione a U ( anzi a B.) che Bersani e il nuovo gruppo dirigente non battono ciglio di fronte a un riformatore della tempra di Renato Schifani, oggi presidente del Senato e ieri avvocato di fior di mafiosi (trascorsi leciti, per carità, ma che poco si addicono alla seconda carica dello Stato)?

    Del tutto pleonastico a questo punto chiedere e chiedersi come mai Bersani e il nuovo gruppo dirigente del Nazareno abbiano deciso di disertare la piazza antiberlusconiana del 5 dicembre.
    Insomma, cari amici del Pd, il nostro titolo di oggi su Fini capo dell’opposizione è davvero così assurdo?

    Scriviamo ciò senza alcun intento polemico. Sappiamo che molti dei nostri lettori votano per il Pd. E anche chi scrive non si vergogna certo di aver partecipato con passione a tutte le primarie che da Prodi a Veltroni a Bersani hanno contribuito a radicare il nuovo partito nelle speranze di tante persone.

    E poiché non viviamo sulle nuvole ci rendiamo anche conto delle necessità della politica. Ma oggi nel Pd accade qualcosa che ci sfugge. E che non ci piace per niente.
     
    .
  10. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (patna @ 2/12/2009, 21:54)
    Come dire: una sorta di licenza a scappare dai giudici quando e come meglio desidera. Una svolta sconcertante nella linea del Pd, adottata da Bersani e Letta dopo un colloquio con il presidente Napolitano e senza alcuna discussione interna. A questo punto crediamo che gli elettori del Pd abbiano diritto a più di una spiegazione e a più di una risposta.

    dissento da Padellaro.
    La segreteria di Bersani ha detto chiaramente che il PD non appoggera' il processo breve così come proposto dal PDL ma che si deve fare una riforma organica dei processi e della Magistratura stanziando dei fondi per renderla poi operativa.

    Il PD e' un Partito e deve fare proposte in Parlamento e dove e' possibile dialogare con la maggioranza magari trovando contatto con chi nel pdl ha un minimo di senso delle istituzioni.

    Questo non vuol dire dar sponda a Berlusconi.

    Anzi avendo appoggiato Bersani se si fosse fatto trascinare nella polemica "dipietrista" si che sarei rimasta basita....

    Si possono sollevare tutte le questioni etiche e morali e mmolto probabilmente penali verso silvio e compagnia cantante ma sta di fatto che il POPOLO ITALIANO nella maggioranza degli elettori sti tizi li hanno eletti consapevolmente.
    Ora o si fa un Aventino ( e visto i trascorsi storici meglio evitatre) o si gioca la partita fino in fondo NELLE ISTITUZIONI.

    a mio avviso opgnuno ha il suo ruolo
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    amico dell'Oasi
    Posts
    110,303
    Reputation
    0
    Location
    Piemonte

    Status
    Anonymous
    No B-day, Bersani: "Pd non poteva esserci. Berlusconi al tramonto".

    ultimo aggiornamento: 06 dicembre, ore 17:00

    Roma - (Adnkronos/Ign) - Il segretario del Pd replica a Mauro, direttore di 'Repubblica' secondo cui è stato un errore non aver partecipato all'iniziativa di ieri. Rutelli: "L'agenda della sinistra la fanno Di Pietro & Co e il Pd gli va dietro". Tra striscioni e bandiere predomina il viola. E spunta un cartello su Fini: 'Meno male che Gianfranco c'è'. Tra i manifestanti anche Nanni Moretti

    Roma, 6 dic. - (Adnkronos) - ''Quella di Ezio Mauro e' un'opinione autorevole ma io rimango fermamente della mia idea". Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, non si e' pentito di non aver aderito al No B-day che si e' svolto ieri a Roma. Bersani replica al direttore della "Repubblica'', Ezio Mauro, secondo il quale e' stato un errore del partito non aver partecipato all'iniziativa.

    "Capiamoci bene: quella di ieri -spiega Bersani partecipando a 'In Mezzora' condotto da Lucia Annunziata su Raitre- era una manifestazione della rete? Sono diverse piattaforme e posizioni diverse che si uniscono in una parola d'ordine? Se e' tutto questo, allora un partito cosa deve fare? Mettersi in coda o imbucarsi? Deve metterci il cappello e aderire a tutto quello che viene detto o mandare delegazione come in Cecoslovacchia negli anni 50? Chiediamoci questo, io dico di no. Un partito deve lasciare liberi i militanti e i suoi dirigenti, secondo le proprie sensibilita'. Come partito deve prendersi un'altra responsabilita'. Dopo la giornata di ieri la responsabilita' del Pd e' quela di cogliere questa energia e collegarla ad altri mondi e sensibilita', mondi e energie che possono mettere in campo una alternativa".

    "Sento l'obiezione che la base ha un avversario diverso rispetto ai vertici del partito... no, questa obiezione non la faccio passare. Per quenta gente ci fosse ieri in piazza -aggiunge il segretario del Pd- di gente che vuole mandare a casa Berlusconi ce n'e' di piu'. Anche gente che ha votato Berlusconi, perche' se partiamo dal presupposto che tutti quelli che hanno votato Berlusconi sono fascisti o opportunisti, allora credo che non andiamo da nessuna parte".

    Il segretario del Pd nega che il partito abbia giocato contro il no B-day: "noi abbiamo ripreso l'abitudine di farci le nostre manifestazioni, questo e' un principio generale che riguarda i movimenti ma anche le iniziative sindacali. Parliamo di quelle manifestazioni nelle quali il Pd non ha concordato una piattaforma comune di protesta, vogliamo essere un partito -insiste Bersani- che 'rimane dentro' con la propria militanza ma che capisce di avere un compito di costruzione dell'alternativa e che non lo sovrappone a nessuna delle forze che hanno organizzato la forma di protesta di ieri. Nelle nostre posizioni non c'e' l'accettazione di una sfida, noi abbiamo le nostre idee".

    Commentando poi la deposizione del pentito Spatuzza al processo contro Marcello Dell'Utri che ha chiamato in causa anche Silvio Berlusconi, Bersani appoggia la linea già espressa da Violante dalle colonne del 'Corriere della Sera': "L'ho detto anche ai miei compagni del Pd: io ascoltero' le parole dei giudici e non le cose dette da Spatuzza. L'accusa in se' e' fortissima, ma gli elementi di prova non si sono visti. Vediamo cosa diranno i giudici".

    Per il leader del Pd, il ciclo politico di Silvio Berlusconi e' al "tramonto" e il centro destra dovrebbe cominciare a interrogarsi sul proprio futuro. "Io sono un garantista e noto che c'e' un lato che non emerge mai: Berlusconi si vanta di aver governato tanti anni come De Gasperi. E' vero, infatti sono piu' di dieci anni". "La questione e' che se De Gasperi fosse vivo riuscirebbe a fare il riassunto di quel che ha realizzato nei suoi governi. Se Berlusconi fa un riassunto delle cose fatte, cosa dice? Che abbiamo tasse piu' basse, piu' occupazione o riforme? Cosa abbiamo? Il centro destra deve rendersi conto che in questi anni noi siamo stati bloccati e lo siamo di nuovo, per i problemi del premier, che non sono i problemi della gente". "Se Berlusconi e' davvero uno statista -ha domandato il leader democratico- perche' non si pone il problema e vedere per quali vie puo' essere creato un orizzonte nuovo al centro destra? Perche' l'orizzonte e' quello del tramonto. Complotto ai suoi danni? Io non ci credo. Piuttosto dico che siamo di fronte alla fine di un ciclo e nella luce del tramonto, possono succedere tante cose. Se Berlusconi e' uno statista -ha concluso- non puo' raccontare barzellette su questo aspetto".

    Commentando la manifestazione di Roma contro Berlusconi, Francesco Rutelli critica il Pd, sottolineando che comunque mezzo partito ha sfilato in piazza. ''L'agenda della sinistra la fanno Di Pietro & Co. ed e' normalissimo che il Pd vada loro appresso''.

    ''Piuttosto -aggiunge- dopo sei mesi di Congresso e primarie, era stato annunciato un cambiamento, che pero' non c'e': su una materia tanto squisitamente politica come la giustizia, il segretario Bersani non va in piazza; la Presidente Bindi si'; alcuni dirigenti figurano tra gli attivisti; altri ci sono, ma in spirito. Altri ancora si dichiarano decisamente contrari''. ''Che dire? Pazienza'', conclude il fondatore di Alleanza per l'Italia.

    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica...4076719407.html

     
    .
  12. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    «Nessun vertice con Berlusconi, basta il parlamento»
    Bersani: «Sì al confronto, no agli inciuci»
    Il leader Pd: «Le parole di D'Alema? Ci sono sensibilità diverse».
    Pier Luigi Bersani (LaPresse)
    ROMA - Sì al confronto sulle riforme, no alle leggi ad personam e agli "inciuci". Pier Luigi Bersani chiarisce la linea del Partito democratico nei rapporti con il governo. Dopo il dibattito dei giorni scorsi, scatenato soprattutto dall'intervista di Massimo D'Alema al Corriere della Sera (l'ex premier aveva affermato che alcuni compromessi possono essere utili al Paese), il segretario del Pd parla di «sensibilità diverse» che portano a «variazioni sul tema», ma «la linea - afferma - è questa che ho detto io». E cioè: «La parola dialogo non mi piace e tanto meno mi piace inciucio, ovviamente. Preferisco parole come confronto, accordo, disaccordo, nella trasparenza e nella chiarezza». Di Pietro, però, del governo non si fida: «Non è questione di fidarsi o meno - risponde Bersani - così non si va da nessuna parte. L'unica nostra chance è la chiarezza: se già Nilde Iotti parlava di riforme istituzionali nel '79» significa che chi ha «a cuore la democrazia deve combattere con gli strumenti che ci sono: il Parlamento e il referendum».

    RESPONSABILITA' - Bersani si rivolge alla maggioranza e al governo per una assunzione di responsabilità: «A Natale è giusto che giri un po' di zucchero, ma poi viene la Befana e se il Parlamento fosse invaso da leggi ad personam sarebbe obiettivamente difficile discutere. Questa è un'assunzione di responsabilità che governo e maggioranza devono prendersi, sapendo che noi siamo contro le leggi fatte per una persona sola», afferma il segretario del Pd. E sulla possibilità di un vertice tra lei e Berlusconi? «Non c'è bisogno di alcun vertice per parlare di riforme - smentisce Bersani - perché la sede naturale per parlarne è il Parlamento. Noi siamo pronti a guardare con civiltà a d un confronto, ma siamo anche fermi nelle nostre idee». Non c'è bisogno di diplomazie particolari, facciamo le cose alla luce del sole. C'è troppo 'sospettismo' in giro. 'Sospettismo' che deriva dalle riforme mai avviate, da processi mai conclusi». E cosa pensa di una nuova bicamerale? «Abbiamo le commissioni - risponde - e il Parlamento: ripartiamo da quanto di buono è stato fatto nella scorsa legislatura».

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Dr.Watson @ 19/12/2009, 22:11)
    E Bersani non può fare opposizione dura perchè ha i suoi scheletri nell'armadio, D'Alema in primis!

    mi sembra un po' poco per stroncare un segretario....magari se fossi piu' chiaro....

    ...Walter che si scaglia contro il compromesso poi GIUSTAMENTE opera diversamente....

    Da Veltroni alla Perina: sì al voto agli extracomunitari
    Maggioranza e opposizione, per una volta insieme, a favore del diritto di voto per le elezioni amministrative ai cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Italia da almeno cinque anni. È uno schieramento trasversale quello che ha firmato il progetto di legge che è stato depositato ieri alla camera e che vede, come primi firmatari, Walter Veltroni (Pd), Flavia Perina (Pdl), Roberto Rao (Udc), Leoluca Orlando (IdV), Salvatore Vassallo (Pd). «L’approvazione del testo costituirebbe un primo passo concreto per promuovere – siega una nota – l’integrazione di persone che in molti casi già partecipano pienamente alla vita civile delle comunità locali in cui risiedono, sono rispettose delle relative consuetudini, lavorano con dedizione, pagano le tasse, hanno figli che vanno a scuola con i bambini italiani, condividono con i cittadini italiani le stesse esigenze e problemi connessi alla fruizione dei servizi pubblici». L’auspicio di un confronto tra le forze politiche è subito smorzato dallo stop della Lega.
     
    .
  13. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    Hanno votato quasi il triplo degli elettori rispetto a 5 anni fa
    Per l'ex governatore oltre il 70% di consensi. Applauso all'avversario Boccia
    Puglia, Vendola ha stravinto
    In 200mila al voto per le primarie
    Il sindaco di Bari Emiliano: "Nichi ha impartito una dura e salutare lezione al Pd"

    di MICHELE OTTOLINO


    BARI -Schiacciante vittoria di Nichi Vendola alle primarie. E' lui il candidato alla presidenza della Regione Puglia e la sfida finale sarà con Rocco Palese, il delfino del ministro Fitto scelto a sorpresa dal centrodestra qualche minuto prima dell'apertura delle urne del derby interno del centrosinistra. I risultati che arrivano dagli oltre 200 seggi sparsi in tutta la regione parlano di un successo netto e inequivocabile del Presidente della Regione, 73 per cento contro il 27.

    Quasi 200mila i votanti delle primarie. Numeri che superano ogni aspettativa ma che Vendola vuole già archiviare per pensare al futuro. Il primo passo è stato accogliere il suo rivale Boccia con un applauso e un abbraccio all'arrivo nella sua "Fabbrica di Nichi", in via De Rossi a Bari, dove verso le 23,30 si è celebrata la vittoria. "Il 2009 è stato per me un anno difficile sia per vicende personali che per questioni politiche, alcune volte mi sono sentito solo", è stato il primo commento a caldo del governatore pugliese. "In casa del centrosinistra - ha aggiunto - il candidato alla presidenza della Regione Puglia non viene deciso a Palazzo Grazioli, ma da una porzione del corpo elettorale rilevante di 200mila elettori. Nessuno si deve sentire sconfitto. Da oggi, insieme, dobbiamo lavorare perchè l'energia messa in campo dei sostenitori di Boccia e dai miei possa diventare un unico grande cantiere, una fabbrica per la popolazione pugliese. La Puglia ha il diritto di essere il laboratorio della buona politica".

    Per il sindaco di Bari e presidente del Pd, Michele Emiliano " Vendola ha meritatamente vinto le primarie impartendo al nostro partito, e non a Francesco Boccia, una dura lezione che non può più essere ignorata". "Anche la più razionale delle strategie politiche non può essere calata dall'alto - ha rincarato la dose - e non può essere attuata ignorando i sentimenti di rispetto e di affetto delle persone nei confronti di quei pochi politici che nel bene e nel male sono sintonizzati con il senso comune". "Questa è la lezione - ha detto Emiliano - che tutto il Pd deve apprendere e trasformare nello spirito col quale affrontare la prossima campagna elettorale. Possiamo vincere. Possiamo vincere perchè adesso, grazie alle primarie che abbiamo fortemente voluto, abbiamo un unico candidato, forte e legittimato.Possiamo vincere perchè l'avversario, come al solito, ci aiuta candidando la protesi della protesi di Berlusconi, possiamo vincere perchè il popolo del Pd ha saputo interpretare questo momento politico legando ancora una volta Nichi Vendola al destino della Puglia".

    Per la regione che ha inaugurato la stagione delle primarie, è stata un'altra lezione di democrazia. Alle urne si sono presentati in più di 192mila, incuranti delle lunghe code per l'esiguità dei seggi. Le urne sono rimaste aperte dalle 8 alle 21, in un clima di festa e senza alcun incidente.
    repubblica.it

    ....bene per Vendola. Significa,credo, che nonostante le notizie frammentarie su presunti scandali nella giunta e nel consiglio, lui abbia operato per il meglio.
    Ma, a mio parere, visto che Vendola NON FA PARTE DEL PD, le primarie nn avrebbero dovuto esserci.
    O si appoggiava da subito o si candidava Boccia in alternativa sia a Vendola che alla pdl....
     
    .
  14. Ireth74
        Like  
     
    .

    User deleted


    Grandi riforme: abolire gli elettori
    di M. Travaglio

    C’è un che di pervicacemente odioso nel comportamento degli elettori pugliesi del Pd. Alle primarie di cinque anni fa D’Alema ordina di votare Boccia e loro votano Vendola al 51%. Ora D’Alema riordina di votare Boccia e loro rivotano Vendola, ma al 75%. Percentuale che a Gallipoli, casa D’Alema, sale all’80 e a Fasano, casa Latorre, all’85.

    Più passa il tempo e meno gli elettori capiscono le alte strategie dell’Attila del Tavoliere. Non che Boccia fosse proprio senza speranze: le ha perse quando D’Alema ha deciso di dargli una mano. In quel preciso istante persino Vendola, con tutte le cazzate che ha fatto in questi ultimi mesi, è parso uno statista. Quando poi Max ha dichiarato che "Vendola ha fallito come leader" e "io non ho mai perso un’elezione in vita mia", è apparso chiaro che Nichi avrebbe stravinto. Quando infine Max ha assicurato a Boccia che, alla peggio, avrebbe "perso bene", il giovanotto ormai terreo si è visto definitivamente perduto.

    Infatti, candidato di un partito al 30%, s’è fatto doppiare da quello di un partito al 2%. Un trionfo. Qualche schizzinoso osserva che non è stata una mossa geniale contrapporre a Vendola un candidato già sconfitto da Vendola e poi, per giunta, meravigliarsi se ha riperso con Vendola. Ma questa è gente che non capisce l’intelligenza di Max. Che ora, per così poco, non deve darsi per vinto, anzi, insistere nell’opera di rieducazione delle masse. Magari, fra cinque anni, quando si ripresenterà per la terza volta in Puglia con Boccia al fianco, prenderà solo i voti di un paio di anziane prozie, ma nel frattempo i voti complessivi del Pd saranno scesi a tre: vittoria assicurata col 66%.

    L’importante è continuare a seguire gli amorevoli consigli del Pompiere della Sera, che con i suoi Galli della Loggia, Panebianco, Ostellino, Battista e Franco ha gioiosamente sospinto il Pd verso la proficua alleanza con l’Udc di Casini, Cesa e Cuffaro, infinitamente più graditi al popolo del centrosinistra che non, poniamo, un Vendola o un Di Pietro. Da anni questi giganti del pensiero si affannano a invitare il Pd al dialogo con Berlusconi e a metterlo in guardia dall’antiberlusconismo, come se il travaso di voti del Pd all’Idv fosse colpa di Di Pietro e non merito del Pd.

    Ora finalmente assaggiano il risultato dei loro amorevoli consigli: nel giro di un mese l’Attila di Gallipoli ha trasformato il centrosinistra in un campo di Agramante in una delle poche regioni in cui, nonostante lui, aveva ancora un senso e qualche voto. Ma niente paura: nemmeno le primarie in Puglia serviranno da lezione. E’ già pronto l’alibi: non potendo dare la colpa a Di Pietro (che si è detto pronto a sostenere tutti i candidati indicati dal Pd, purché gli vengano comunicati prima delle elezioni), il capro espiatorio è già stato individuato nel sindaco di Bari, Michele Emiliano, che per dar retta a Max è uscito pure lui con le ossa rotte dal Risiko dalemiano.

    Come se alle primarie non votasse la gente, ma le nomenklature. Michele Vietti dell’Udc ha le idee ancora più chiare: "Il Pd o abolisce le primarie, o si suicida" (l’Udc le ha abolite prima ancora di farle, anche perché verrebbero continuamente interrotte da retate delle forze dell’ordine). Ecco, è colpa delle primarie: finché si interpelleranno gli elettori, l’Udc non potrà mai allearsi col Pd. E manco col Pdl, visto che Casini, Cuffaro e Cesa sono molto popolari anche a destra.

    Massimo Franco, sul Pompiere, concorda: guai se il Pd arguisse dalle primarie che i suoi elettori non vogliono l’Udc, guai se tornasse all'"Unione prodiana già bocciata dagli elettori alle politiche del 2008" (in realtà nel 2008 non c’era nessuna Unione prodiana, ma il Pd di Veltroni che l’aveva appena fatta cadere). Ora, sempre col Pompiere nel taschino, Attila è atteso dalla mission più impossible della vita: dopo aver perso tutte le elezioni e averle fatte perdere anche a Boccia e al Pd, deve riuscire a perdere pure la Puglia contro un Carneade scelto da quel genio di Raffaele Fitto. Ma, con un po’ d’impegno, ce la può fare.

    Da il Fatto Quotidiano del 26 gennaio
     
    .
  15. Linus!
        Like  
     
    .

    User deleted


    Grazie Meg per la segnalazione. Non ho più parole per insultare questo Partito sbandato, autolesionista e decisamente incapace. Non mi rappresenta, per fortuna!
     
    .
201 replies since 15/7/2009, 09:03   1968 views
  Share  
.