FABRIZIO DE ANDRE'

...amico fragile...

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  1. marina.1
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    E andiamo con il terzo album...argomento come al solito dirompente, spiazzante...se ricordo le storie che mi faceva mia madre.
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    1. Cantico dei drogati (Testo di Fabrizio De André e Riccardo Mannerini - Musica di Fabrizio De André)...... 7'06"
    2. Primo intermezzo (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... 1'57"
    3. Leggenda di Natale (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... 3'14"
    4. Secondo intermezzo (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... 1'56"
    5. Ballata degli impiccati (Testo di Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio - Musica di Fabrizio De André)...... 4'22"
    6. Inverno (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... 4'10"
    7. Girotondo (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... 3'06"
    8. Terzo intermezzo (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... 2'12"
    9. Recitativo e Corale (leggenda del re infelice) (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... 5'45"

    Tutti morimmo a stento cantata in si minore per solo, coro e orchestra (1968) è il 2° album registrato in studio di Fabrizio De André ed è uno dei primi esempi di concept album in italiano.
    Alla fine del decennio Sessanta, in preda a un cupo pessimismo, il cantautore genovese compone il sontuoso concept-album "Tutti Morimmo A Stento" (1968). Il senso del tragico che aveva sempre ispirato le sue opere raggiunge in queste undici tracce la sua apoteosi. Edito con il sottotitolo di "Cantata in si minore per solo, coro e orchestra", "Tutti Morimmo A Stento" è un viaggio in un girone dantesco della desolazione umana, tra drogati, condannati a morte, fanciulle traviate, orchi e bambini sconvolti. Un viaggio ossessionato e ossessionante, accompagnato dalle note di un'orchestra sinfonica diretta da Giampiero Reverberi.
    La formula scelta, come spiegò lo stesso De André, è quella classica della cantata "in cui tutti i brani sono uniti tra loro da intermezzi sinfonici e hanno come minimo comune denominatore quello di essere nella stessa tonalità, e di trattare lo stesso argomento". Argomento rappresentato dall'emarginazione e dalla morte "psicologica, morale, mentale".
    L'atmosfera dominante è tetra, funerea, densa di presagi di morte.
    I brani si susseguono senza pause, scanditi dagli "Intermezzi", in un crescendo che culmina nel "Recitativo" e si scioglie nel coro finale.
    L'ouverture è subito un pugno nello stomaco, con il "Cantico Dei Drogati", che già dal titolo - in stridente contrasto con il "Cantico delle Creature" di San Francesco - pare voler sottolineare la degenerazione del genere umano. Quando poi l'orchestra - la Philarmonia di Roma - lascia spazio alla voce baritonale di De André, l'intento diventa subito palese: "Ho licenziato Dio/ gettato via un amore". E un groppo d'angoscia già ti stringe la gola. "Come potrò dire a mia madre che ho paura?".
    E di fronte, ormai, c'è solo la notte, la voragine, la fine di tutto.
    Ma c'è anche un anelito d'eternità nei drogati che "giocando a palla con il proprio cervello tentano di lanciarlo oltre il confine stabilito, ai bordi dell'infinito". E' un testo meraviglioso, composto da De André insieme al poeta anarchico Riccardo Mannerini, morto suicida a Genova nel 1980.
    A spezzare per un attimo la tensione provvede il "Primo intermezzo", poi però l'avvolgente abbraccio del "Cantico" ripristina subito un clima di solennità, che si stempera lentamente nella fiaba noir della "Leggenda Di Natale", ispirata a "Le Père Noel Et La Petite Fille", brano di Georges Brassens datato 1958. La semplicità dei giri d'accordi e delle rime baciate contribuisce a creare un'atmosfera magica e rarefatta, degna della "Canzone di Marinella". Ma il tema è tutt'altro che rassicurante: la protagonista è una ragazzina ingannata da un Babbo Natale che parlava d'amore ma "i cui occhi erano freddi e non erano buoni". E così "adesso che gli altri ti chiamano dea/ l'incanto è svanito da ogni tua idea/ ma ancora alla luna vorresti narrare/ la storia di un fiore appassito a Natale". Un raggelante presagio di pedofilia.
    Attraverso il "Secondo Intermezzo" si giunge al centro ideale dell'architettura del disco: la "Ballata Degli Impiccati", ispirata dalla "Ballade des Pendus" di François Villon, il primo "poeta maledetto". I versi di De André - sempre scarni, ruvidi, sarcastici - non cedono mai alla retorica del sentimentalismo ("Dai diamanti non nasce niente/ dal letame nascono i fiori" - "Via del campo", è sempre stato il suo credo). Così, anche i condannati a morte di Villon si trasfigurano in creature mitiche, animate da un disperato, smisurato rancore: "Chi derise la nostra sconfitta/ e l'estrema vergogna ed il modo/ soffocato da identica stretta/ impari a conoscere il nodo. Chi la terra ci sparse sull'ossa/ e riprese tranquillo il cammino/ giunga anch'egli stravolto alla fossa/ con la nebbia del primo mattino/ La donna che celò in un sorriso/ il disagio di darci memoria/ ritrovi ogni notte sul viso/ un insulto del tempo e una scoria". Una rabbia sanguinolenta e terrificante che non dà scampo: "Coltiviamo per tutti un rancore/ che ha l'odore del sangue rappreso".
    A dare quasi una nota scenografica al disco è invece la soffice "Inverno", che rinnova la tradizione delle "poesie stagionali" in voga nell'Inghilterra del Settecento. L'inverno è l'immagine della natura che si annulla nel bianco della neve e della nebbia, e nel nero degli alberi scarni, segnando la fine ciclica di tutte le cose: "Ma tu che stai, perché rimani?/ Un altro inverno tornerà domani/ cadrà altra neve a consolare i campi/ cadrà altra neve sui camposanti". Non si può non scorgere in questi versi l'ennesima metafora deandreiana della crisi della coppia: l'alternanza degli amori avviene fatalmente, in modo naturale, proprio come il cambio delle stagioni (un argomento molto caro a De André fin dai tempi di "Amore Che Vieni, Amore Che Vai" e della "Canzone Dell'Amore Perduto").
    Se "Inverno" fa sprofondare l'ascoltatore in una struggente malinconia, dopo il successivo "Girotondo" resterà posto solo per la disperazione e per l'orrore. "La terra è tutta nostra.../ ne faremo una gran giostra/ giocheremo a farla nostra/ marcondiro'ndero marcondiro'ndà": il coro dei bambini impazziti, ebbri di guerra e di morte, è una delle trovate insieme più eccessive e agghiaccianti della storia della canzone italiana.
    Il "Terzo Intermezzo" sfocia nello straziante "Recitativo" finale (condanna degli egoismi, del moralismo e dell'insensibilità umani), alternato al "Corale" - con il Coro dei cantori delle basiliche romane di Pietro Carapellucci, diretto da Reverberi, a fare da contrappunto all'invettiva recitata da De André - e della "Leggenda Del Re Infelice".
    "Tutti Morimmo A Stento" è anche una delle prove più limpide del talento di De André, non solo come autore, ma anche come musicista. E il suo strumento principe non può non essere ancora una volta la voce: un baritono profondo che - sul modello di Leonard Cohen - indulge sapientemente sulle tonalità più basse, accrescendo sempre pathos e drammaticità.
    Demolendo a uno a uno tutti i cliché della canzone tradizionale italiana, il cantautore di Genova corona un'operazione paragonabile a quella compiuta da Bob Dylan negli Stati Uniti.
    Il suo linguaggio è quello di un poeta non allineato, che ricorre alla forza dissacrante dell'ironia e del sarcasmo per frantumare le convenzioni, per denunciare l'ipocrisia e la vigliaccheria di quella stessa borghesia di cui ha sempre fatto parte.
    Il suo, in definitiva, è un disperato messaggio di libertà e di riscatto contro "le leggi del branco" e l'arroganza del potere.
    Di lui, Mario Luzi, uno dei maggiori poeti italiani del Novecento, ha detto: "De André è veramente lo chansonnier per eccellenza, un artista che si realizza proprio nell'intertestualità tra testo letterario e testo musicale. Ha una storia. E morde davvero".

    fonte: Ondarock



    Tutti questi LP..ed altri ancora, li ho conservati con grande cura...

    Edited by Ireth74 - 11/4/2010, 11:06
     
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  2. Ireth74
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    Dovevo ancora pubblicare un paio di brani dal secondo :D , per cui ora metto la bellissima Bocca di Rosa e poi passo ad un brano dal terzo:

    BOCCA DI ROSA






    INVERNO



     
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  3. Ireth74
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  4. marina.1
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    Visto che l'argomento ci entusiasma...facciamo una cosa sistematica? vale a dire tutte le canzoni di ogni album con le notizie correlate?
    scusatemi è la mia natura organizzata che viene fuori ....

    PS: Mia sorella direbbe...ossessiva....
     
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  5. Ireth74
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    Tu dici che si trovano notizie su tutte le canzoni?
    Comunque non saprei, non vorrei che venisse una cosa troppo lunga. Secondo me, quando si sono messe notizie e storia dell'album in questione e il video di qualche canzone relativa a quell'album mi sembra già sufficiente. Magari, in aggiunta al video postato di quella determinata canzone si può aggiungere qualche notizia (un po' come ho fatto io con Preghiera in gennaio).
    Comunque, sentiamo cosa dice anche Laura. :)
    Poi, Laura mi ha anche detto che si potrebbero postare alcune interviste (sia articoli che video) fatte a De Andrè.
     
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  6. laura^
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    come ha detto Meg, pensavo di scegliere qualche canzone per ogni album.
    Postare delle interviste e delle notizie sulla "persona" DeAndre'.
    Poi possiamo mettere le nostre opinioni.
    Cmq ogni idea per me va benissimo :)
     
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  7. Ireth74
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    CITAZIONE (laura^ @ 12/4/2010, 14:25)
    Postare delle interviste e delle notizie sulla "persona" DeAndre'.

    In che senso sulla? Va bene anche alla (inteso come intervista)? :D
    Ah, "intervista video" mi sono permessa di aggiungerlo io. Infatti, come si vede qualche post più indietro, ho postato un brevissima intervista a De Andrè presa da youtube. :)
    Per il resto, da parte mia, mi sembra che l'impostazione che abbiamo dato al topic vada bene!
     
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  8. laura^
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    da TOURBOOK 1975/1998

    "Ero un bambino che da grande voleva fare l'ufficiale di Marina e invece il 1968 mi porto' a varcare l'ingresso dell Accademia di Belle Arti di piazza DeFerrari a Genova.
    Nei primi anni settanta iniziai i primi lavori con i New Trolls, il teatro della Tosse e incontrai Fabrizio...
    frequentavamo gli stessi ambienti .
    Fra noi ci sono dieci anni di differenza, lui quello piu' grande, quello che aveva gia' letto delle cose, che gia' faceva; ma in lui ritrovavo la mia stessa timidezza.Piu' che un fratello maggiore direi che ci sentivamo fratellini.
    Il nostro primo vero lavoro fu nel 1975 alla bussola di Viareggio.
    Prima di allora ogni invito era stato sempre rifiutato per un reale timore del pubblico che Fabrizio ha portato con se fino all'ultimo concerto.
    ....
    Si trattava di un locale piccolo, il che andava anche bene e ... prima della firma del contratto Fabrizio mi guardo' da dietro il suo ciuffo e mi chiese
    "Ma tu sarai con me, vero?"
    "Be, ma certo" lo rassicurai.
    Una sorta di patto di sangue. Solo che io, ma penso anche lui, intendevo,meglio, intendevamo, l'essere insieme per quella serata, invece siamo rimasti legati per tutta la vita"

    Pepi Morgia - regista
     
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  9. laura^
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    CITAZIONE (Ireth74 @ 10/4/2010, 19:08)
    1967 - Volume 1

    6 - Via del Campo(1) (Testo di Fabrizio De André - Musica di Enzo Jannacci)



    Secondo me e' anche da queste piccole confessioni che si capisce la sua umanità di tutti i giorni e la sua semplicita'.
     
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  10. Ireth74
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    VOLUME III



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    1 - La canzone di Marinella (Testo e Musica di Fabrizio De André)... . . . . . . . . . . . . . .. 3'20"
    2 - Il gorilla [Le gorille](Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Georges Brassens) . 2'59"
    3 - La ballata dell'eroe (Testo e Musica di Fabrizio De André)....... . . . . . . . . . . . . . . . . . 2'35"
    4 - S'i fossi foco (Da un sonetto di Cecco Angiolieri - Adattamento musicale di Fabrizio De André) 1'14"
    5 - Amore che vieni amore che vai (Testo e Musica di Fabrizio De André)......... . . . . . . . 2'50"
    6 - La guerra di Piero (Testo e Musica di Fabrizio De André).............. . . . . . . . . . . ........ 3'04"
    7 - Il testamento (Testo e Musica di Fabrizio De André)............. . . . . . . . . . . . . . . ........ 3'47"
    8 - Nell'acqua della chiara fontana [Dans l'eau de la claire fontaine]
    (Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Georges Brassens) ........ . . . . . .............. 2'20"
    9 - La ballata del Michè(1)(Testo e Musica di Fabrizio De André)..... . . . . . . . . . . . . . . .. 2'55"
    10 - Il re fa rullare i tamburi(2)(Traduzione e adattamento di Fabrizio De André).. . . . ..... 3'14"

    Nuove esecuzioni di canzoni già edite nei 45 giri ed 4 canzoni inedite
    Collaborazione alle musiche e orchestrazione di Giampiero Reverberi
    Assistenza tecnico-artistica Gianfranco Reverberi
    (1) Collabora al testo Clelia Petracchi
    (2) Da una canzone popolare francese del XIV secolo


    Il disco

    Con il titolo di questo album, De André riprende la titolazione cronologica delle sue pubblicazioni, saltata dall'album Tutti morimmo a stento.

    Come ha raccontato Roberto Dané, dopo questo concept album De André era entrato in crisi sul da farsi e, prima che Dané gli proponesse l'idea di La buona novella, realizzò un disco di reincisioni di brani già pubblicati con la Karim riarrangiati da Gian Piero Reverberi con quattro brani inediti: due traduzioni da Georges Brassens, Il gorilla, Nell'acqua della chiara fontana, un sonetto di messo in musica, Cecco Angiolieri, S'i' fossi foco, ed un brano tradizionale francese del XIV secolo, Il re fa rullare i tamburi.

    Negli inediti di questo album De André rinsalda ancor più la sua ispirazione per Brassens e per la musica francese, che già aveva caratterizzato parte della produzione Karim e di Volume I; d'altra parte con la messa in musica della poesia del "maledetto" ante-litteram Angiolieri, tra i maggiori poeti del Medioevo italiano, compie l'impresa, che rimarrà l'unica della sua lunga carriera, di musicare una poesia della tradizione italiana.

    Nella ristampa dell'album effettuata dalla Produttori Associati nel 1970, viene inserita la canzone Il pescatore al posto de Il gorilla.

    Fonti: Wikipedia e viadelcampo.com







    Il testamento

     
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  11. laura^
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    CITAZIONE (Ireth74 @ 13/4/2010, 12:00)

    VOLUME III



    10 - Il re fa rullare i tamburi(2)(Traduzione e adattamento di Fabrizio De André).. . . . ..... 3'14"

    avevamo la cassetta di questo album e io ascoltavo sempre questa :rolleyes: e il Testamento



    ...la regina ha raccolto dei fiori celando la sua offesa
    ed il profumo di quei fiori
    ha ucciso la marchesa....

     
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  12. Ireth74
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    NUVOLE BAROCCHE



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    1 - Nuvole barocche (Testo e Musica di Fabrizio De André, Gianni Lario, Carlo Stanisci) 2'26"
    2 - E fu la notte (Testo e Musica di Fabrizio De André, Franco Franchi, Carlo Stanisci). 2'03"
    3 - Valzer per un amore(1) (Testo di Fabrizio De André - Musica di Gino Marinuzzi).. .. 3'40"
    4 - Per i tuoi larghi occhi (Testo e Musica di Fabrizio De André)........ 2'33"
    5 - La canzone dell'amore perduto(2) (Testo e Musica di Fabrizio De André)....... 3'40"
    6 - Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers(3) (Testo di Fabrizio De André e Paolo Villaggio - Musica di Fabrizio De André)....... 5'19"
    7 - Il fannullone(3) (Testo di Fabrizio De André e Paolo Villaggio - Musica di Fabrizio De André).... 3'37"
    8 - Geordie(4) (Testo e Musica di Fabrizio De André)............ x'xx"
    9 - Delitto di paese [L'assassinat] (Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Georges Brassens)

    (1) Musica tratta dal "Valzer campestre" della "Suite siciliana" di Gino Marinuzzi
    (2) Musica tratta da "Concerto in Re maggiore per tromba, archi e continuo" -
    Adagio - di Georg Philipp Telemann
    (3) Arrangiamenti e direzione orchestra di Giampiero Boneschi
    (4) Da una musica tradizionale inglese è cantata con Maureen Rix

    Il disco
    (1969) è il secondo album antologico di Fabrizio De André.

    L'LP raccoglie infatti alcune fra le prime canzoni del cantautore e poeta genovese pubblicate dalla casa discografica Karim; due brani erano già apparsi nei primi album dell'autore (La canzone dell'amore perduto in Tutto Fabrizio De André e Carlo Martello... in Volume I, sebbene quest'ultimo in una versione diversa), mentre altri, pubblicati solo in forma di singoli, appaiono qui per la prima volta su 33 giri.

    Questo album, in sostanza, completa la raccolta di singoli del periodo Karim non pubblicati nel primo album Tutto Fabrizio De André, con l'eccezione de La canzone dell'amore perduto, già presente nel primo album, che viene qui riproposta. Proprio per questa caratteristica, i due album, dal 1972, si possono trovare uniti in un doppio LP antologico.

    Fonte: wikipedia e viadelcampo.com






    GEORDIE

     
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  13. laura^
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    Quando vado in pubblico ho molta paura di essere criticato….
    Controllare la muscolatrura facciale, che dovrebbe essere il mestiere di un attore,
    e’ un fatto specifico. E’ un fatto preciso.
    Ti dico la verita’, mettere la faccia davanti alle mie canzoni mi seccava perche’ mi sembrava che le parole rimanessero dietro alla mia faccia di cui non riuscivo a controllare la muscolatura e, in secondo luogo, il fatto di non riuscire a controllarla mi dava la preoccupazione di non essere un bravo interprete.
    Magari dico “sepolto in un campo di grano” e sto ridendo ma non me ne accorgo perche’ non sono abituato ad atteggiarmi a seconda di quello che sto’ dicendo….
    Perche’ quella canzone l’ho scritta ma non la dovevo recitare.
    Mi considero uno che riesce a fare musica per accompagnarsi ai testi: mi considero un suonatore di chitarra, al di la’ di questo non vado.
    Non sono, non credo di essere, l’interprete ideale delle mie canzoni….


    Da TOUR BOOK pag167 di E.Valdini 1981


    CITAZIONE
    4 - Per i tuoi larghi occhi (Testo e Musica di Fabrizio De André)........ 2'33"



    Per i tuoi larghi occhi,
    per i tuoi larghi occhi chiari
    che non piangono mai,
    che non piangono mai.

    E perché non mi hai dato
    che un addio tanto breve,
    perché dietro a quegli occhi
    batte un cuore di neve.

    Io ti dico che mai
    il ricordo che in me lascerai
    sarà stretto al mio cuore
    da un motivo d'amore.

    Non pensarlo perché
    tutto quel che ricordo di te,
    di quegli attimi amari,
    sono i tuoi occhi chiari.

    I tuoi larghi occhi
    che restavan lontani
    anche quando io sognavo,
    anche mentre ti amavo.

    .................................

    E se tu tornerai
    t'amerò come sempre ti amai,
    come un bel sogno inutile
    che si scorda al mattino.

    Ma i tuoi larghi occhi,
    i tuoi larghi occhi chiari
    anche se non verrai
    non li scorderò mai.





    Edited by laura^ - 14/4/2010, 23:28
     
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  14. Ireth74
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  15. Ireth74
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    LA BUONA NOVELLA



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    1 - Laudate Dominum (Testo e Musica di Fabrizio De André)...... . . . . . . . . . .. 0'21"
    2 - L'infanzia di Maria (Testo e Musica di Fabrizio De André).................... . . .. 5'01"
    3 - Il ritorno di Giuseppe (Testo e Musica di Fabrizio De André)....... . . . . . . . . 4'07"
    4 - Il sogno di Maria (Testo e Musica di Fabrizio De André)..................... . . . . 4'07"
    5 - Ave Maria (Testo e Musica di Fabrizio De André).... . . . . . . . . . . . . . . . .... 1'53"
    6 - Maria nella bottega di un falegname (Testo e Musica di Fabrizio De André). 3'14"
    7 - Via della Croce (Testo e Musica di Fabrizio De André).................... . . . . ... 4'33"
    8 - Tre madri (Testo e Musica di Fabrizio De André)..... . . . . . . . . . . ... . . . . . . 2'55"
    9 - Il testamento di Tito (Testo e Musica di Fabrizio De André)...................... . 5'51"
    10 - Laudate hominem (Testo e Musica di Fabrizio De André) . . . . . . . . . . . . . 3'29"


    Il disco

    L'LP è un concept album tratto dalla lettura di alcuni Vangeli apocrifi (in particolare, come riportato nelle note di copertina, dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo arabo dell'infanzia), pubblicato nell'autunno del 1970 (le matrici riportano la data del 19 novembre).

    Come ha raccontato Roberto Dané, l'idea del disco la ebbe lo stesso Dané, che pensando di realizzarla con Duilio Del Prete, la propose ad Antonio Casetta, che la dirottò a De Andrè.
    Il lavoro di lettura e di scrittura dei testi, svolto con Roberto Dané, è durato più di un anno.

    Seguendo le caratteristiche degli Apocrifi, in questo album la narrazione della buona novella sottolinea l'aspetto più umano e meno spirituale assunto da alcune tradizionali figure bibliche (ad esempio, Giuseppe) e presta maggiore attenzione a figure minori della Bibbia, che qui invece diventano protagonisti (ad esempio, Tito e Dimaco, i ladroni crocefissi insieme a Gesù).
    È stato ritenuto da De André «uno dei suoi lavori più riusciti, se non il migliore».

    «Nel 1969 scrivevo La buona novella. Eravamo in piena rivolta studentesca; i miei amici, i miei compagni, i miei coetanei hanno pensato che quello fosse un disco anacronistico. Mi dicevano: "cosa stai a raccontare della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con scritto sopra sedici; noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall'autoritarismo del potere, dagli abusi, dai soprusi." Non avevano capito - almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza - che La Buona Novella è un'allegoria.
    Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell'autorità si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali. » (Intervista a Fabrizio De André).

    Trama

    Quando gli fu chiesto per quale assurdo motivo, negli anni della contestazione giovanile, un cantautore rivoluzionario come lui avesse scritto un concept album dedicato a Gesù Cristo, lui rispose:"Perché Gesù Cristo è il più grande rivoluzionario della storia!". Pertanto la scelta di puntare sui Vangeli apocrifi come traccia da seguire per elaborare la trama del disco. Un modo questo per scoprire la vocazione umana, terrena, a volte quasi sofferente, dolorante e quindi poi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth. La narrazione, introdotta da un Laudate Dominum, inizia raccontando L'infanzia di Maria: la piccola Maria vive un'infanzia terribile segregata nel tempio ("dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"); l'impurità delle prime mestruazioni ("ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe ("la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro.

    Ne Il ritorno di Giuseppe si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe; nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione. Il sogno di Maria riporta la scena nel tempio. In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano "là dove il giorno si perde"; lì le dà la notizia della futura nascita di un bimbo; il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai vangeli canonici. Al risveglio Maria capisce di essere incinta ("parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre") e si scioglie in pianto.

    La maternità inaspettata ("ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"), si esprime in Ave Maria, un omaggio alla donna nel momento del concepimento.

    Dalla letizia che traspare in Ave Maria il passaggio a Maria nella bottega del falegname è drastico: il ritmo dato dalla pialla e dal martello scandiscono il dolore straziante del falegname che costruisce la croce ("tre croci, due per chi disertò per rubare, la più grande per chi guerra insegnò a disertare") con la quale il figlio di Maria ed i due ladroni verranno crocifissi. Infine sotto la croce stessa: "non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio". Questo aspetto è completamente trascurato dai Vangeli canonici. La via della croce è una delle canzoni in cui Fabrizio lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici: "il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza".

    Ne Il testamento di Tito vengono elencati i dieci comandamenti, analizzati dall'inedito punto di vista di Tito, il ladrone pentito crocifisso accanto a Gesù; i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco, Tito, Disma e Gesta): Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell'infanzia. Per quanto riguarda la musica, la prima strofa incomincia semplicemente con la voce ed un leggero accompagnamento con la chitarra, crescendo sempre più in strumenti e accompagnamenti fino all'ultima strofa.

    L'opera termina con una sorta di canto liturgico che incita a lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, quindi fratello.

    Fonti: wikipedia e viadelcampo.com






    Il testamento di Tito

     
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