L'affair Scajola, il Fini-Tulliani & altre storie di ordinaria corruzione....

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  1. laura^
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    Zampolini e l’inchiesta. Ecco gli appalti di Anemone
    L’architetto del caso Scajola collabora
    I pm rinunciano all’arresto

    ROMA— Ha accettato di collaborare con i magistrati e dunque Angelo Zampolini non deve essere arrestato. I pubblici ministeri di Perugia rinunciano alla richiesta di custodia cautelare per l’architetto che consegnò al ministro Claudio Scajola gli 80 assegni circolari messi a disposizione dal costruttore Diego Anemone per l’acquisto dell’appartamento al Colosseo. Questa mattina comunicheranno ufficialmente la decisione al tribunale del Riesame, ribadendo la necessità che in carcere finiscano invece il commercialista Stefano Gazzani e il commissario per i Mondiali di Nuoto Claudio Rinaldi, entrambi accusati di corruzione e riciclaggio.

    Mentre gli accertamenti si concentrano sugli appalti ottenuti dall’imprenditore che proprio due giorni fa è tornato libero per scadenza dei termini, l’indagine sui lavori dei Grandi Eventi entra nella fase cruciale. Il collegio deve infatti stabilire se la competenza di questo fascicolo sia dei magistrati umbri o se invece, come aveva dichiarato dieci giorni fa il giudice delle indagini preliminari respingendo l’istanza di cattura per i tre, debba essere trasmesso a Roma. La motivazione riguardava la posizione dell’ex procuratore aggiunto della Capitale Achille Toro, il cui coinvolgimento aveva determinato il trasferimento degli atti alla procura di Perugia titolata a indagare sulle toghe in servizio a Roma. «Tra la sua posizione e quella di Zampolini, Rinaldi e Gazzani — aveva in sostanza sostenuto il gip — non c’è connessione diretta e gli accertamenti devono quindi essere svolti lì dove sarebbero stati commessi gli eventuali reati contestati».

    Nel ricorso contro questa decisione, i pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi hanno ribadito come ci si trovi di fronte a una vera e proprio associazione a delinquere ed evidenziato la necessità che tutte le verifiche vengano compiute nello stesso contesto di quelle avviate nei confronti dello stesso Anemone e dei funzionari dello Stato Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis. L’attività di Rinaldi era infatti strettamente legata alla loro, così come quella di Zampolini e Gazzani, professionisti che si sarebbero messi a disposizione della "cricca" per il pagamento di tangenti e l’elargizione di favori. Un ruolo che l’architetto ha già ammesso, entrando nei dettagli delle operazioni immobiliari che lui stesso aveva gestito per Scajola e per il generale dei servizi segreti Francesco Pittorru, beneficiato con due appartamenti. E proprio questa scelta di collaborare ha convinto i magistrati a ritirare il ricorso nei suoi confronti.

    L’ipotesi è che a legare queste compravendite di case sia lo stesso appalto concesso al gruppo Anemone: la ristrutturazione del palazzo del Sisde—la sede degli 007 civili—in piazza Zama a Roma costata circa 11 milioni di euro. I lavori furono affidati nel 2002, cioè quando Scajola guidava il Viminale, da cui dipendeva il Sisde, e Pittorru era responsabile del settore logistico. Quelle abitazioni potrebbero essere la contropartita concessa da Anemone a chi lo aveva favorito nell’aggiudicazione.

    Del resto, la sua carriera era già in ascesa e da allora sono decine gli appalti pubblici che è riuscito ad accaparrarsi. Un lungo elenco sul quale si concentrano i controlli dei carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza.

    In particolare vengono analizzati i lavori eseguiti dal gruppo imprenditoriale e le procedure seguite a livello istituzionale per la concessione dei contratti, con attenzione particolare a quelli firmati seguendo la trattativa privata. E così ci si concentra sulla scuola di formazione degli 007 ai castelli romani, ma anche sulle carceri, sugli alloggi di prestigio di ministri e sottosegretari, sulla scuola dei corazzieri, su altre sedi «sensibili» che Anemone avrebbe costruito o ristrutturato grazie alla concessione del Nos, il nulla osta di sicurezza che la sua azienda aveva ottenuto. Un «lasciapassare» che in passato gli ha consentito di vantare requisiti maggiori rispetto ai concorrenti. E che gli è stato revocato proprio in questi giorni, dopo l’indagine interna avviata dai vertici dei Servizi sui dipendenti che con lui avevano avuto rapporti. Proprio come Pittorru, individuato grazie alle telefonate intercettate e sospettato di avergli «soffiato» notizie sulle indagini in corso.
    corriere.it

    Ma il pluri ex ministro non aveva detto di non aver mai avuto rapporti con lor signori? -_-
    Zampolini sembra essere italiano. sulla religione...non so'...



     
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  2. miciobicio
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    CITAZIONE (*penelope* @ 11/5/2010, 19:19)
    E si torna alla tesi iniziale: Ma è mai possibile che i personaggi coinvolti, fossero così "sprovveduti" da rendere partecipi dei loro presunti malaffari, una persona che avrebbe potuto metterli nei guai con facilità ?

    Penso che lo abbiano scelto di proposito, extracomunitario e islamico.
    E' un classico della malavita affidare certi compiti a chi può essere poi fatto "sparire" senza che qualcuno se ne accorga o che comunque vada a denunciare la scomparsa.
    Infatti si nascondeva.
    Inoltre adesso può essere screditato con molta facilità. Tunisino, drogato, alcolizzato e pure islamico...
    Vuoi mettere la sua parola contro quella di un "onorevole" italiano, colto, della buona società e pure timorato di Dio...

    Ma di un altro Dio, quello dei buoni, non il Dio dei cattivi... -_-
     
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  3. patna
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    Temo - caro Micio - che tu abbia ragione - alla fine è la parola di quel "buon" cristiano di Scajola - contro il tunisino
     
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  4. marina.1
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    Possono c'entrare ... se la persona in questione, ha interesse a delegittimare il governo di un altro Paese e/o si scopre appartenente a una fascia estremista di una religione che si oppone a quella cattolica
    Non è che quando si mette in risalto quello che non va nella Chiesa...si pensa troppo a guerre di religione invece che a grossi e vergognosi errori, contro il vangelo innanzitutto?

    Ho sentito Hans Kung da Fazio e per un attimo ho respirato di nuovo l'aria fresca del concilio...
    Quanta malinconia, quanta amarezza, quanto rimpianto dentro di me....
     
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  5. dango
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    Eh, adesso non c'è più solo il tunisino a scoperchiare gli altarini, c'è anche Zampolini e una serie di accertamenti che sembrano chiudere il cerchio sempre più. Detto questo oramai siamo abituati a vedere i colpevoli uscirne puliti, tanto più che per definire qualcuno pulito basta che non venga condannato...quando invece è ovvio che non è cosi'..

    Marina scusa, chi è Hans Kung??
     
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  6. patna
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    Hans Küng (Sursee, 19 marzo 1928) è un teologo svizzero. Noto internazionalmente, soprattutto per le sue posizioni in campo teologico e morale, spesso critiche verso la dottrina della Chiesa cattolica.

    Dopo gli studi liceali compiuti a Lucerna, viene ammesso al Pontificium Collegium Germanicum et Hungaricum di Roma e studia filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Viene ordinato sacerdote a Roma nel 1954 e celebra la sua prima messa nella basilica di San Pietro, davanti a un gruppo di Guardie Svizzere. Prosegue gli studi a Parigi, dove consegue il Dottorato in teologia presso l'Institut Catholique difendendo una tesi sulla dottrina della giustificazione del teologo riformato Karl Barth.

    A soli 32 anni, nel 1960, viene nominato professore ordinario presso la Facoltà di Teologia cattolica all'Università di Tubinga in Germania, dove fonderà anche l'Istituto per la ricerca ecumenica. Tra il 1962 e il 1965 partecipa al Concilio Vaticano II in qualità di esperto, nominato da papa Giovanni XXIII; in questa occasione conosce personalmente anche Joseph Ratzinger, che prende parte al Concilio come teologo consigliere del vescovo di Colonia. Tornato a Tubinga, invita l'università ad assumere Ratzinger come professore di teologia dogmatica; la cooperazione tra i due termina nel 1969, a seguito delle manifestazioni studentesche che colpirono profondamente Ratzinger, spingendolo a spostarsi nella più tranquilla facoltà di Ratisbona

    Nel 2005 è stato pubblicato in Italia ed in Germania un suo articolo estremamente critico nei confronti di Giovanni Paolo II (Wojtyła, il papa che ha fallito, Corriere della sera).

    Secondo Küng, "La «politica estera» [di Giovanni Paolo II] ha preteso da tutto il mondo conversione, riforma, dialogo. Però, in tutta contraddizione, la sua «politica interna» ha puntato alla restaurazione dello status quo ante Concilium, a impedire le riforme, al rifiuto del dialogo intra- ecclesiastico e al dominio assoluto di Roma.". "Questo Pontefice ha più volte dichiarato la sua fedeltà al Concilio, per poi tradirlo nei fatti attraverso la sua «politica interna». I termini conciliari come «aggiornamento, dialogo, collegialità e apertura ecumenica» sono stati sostituiti da parole quali «restaurazione, magistero, obbedienza, ri-romanizzazione ». Il criterio per la nomina dei Vescovi non è affatto lo spirito del Vangelo e l'apertura mentale pastorale, bensì la fedeltà assoluta verso la condotta romana. I sostenitori del Papa tra i vescovi di lingua tedesca come Meisner, Dyba, Haas, Groer e Krenn sono solo gli sbagli più eclatanti di questa politica pastorale devastante, la quale fa pericolosamente scivolare in basso il livello morale e intellettuale dell'episcopato. Un episcopato reso ancor più mediocre, rigido, conservatore e servile, è forse l'ipoteca più pesante di questo lunghissimo Pontificato.".

    Inoltre "Giovanni Paolo II predica i diritti degli uomini all'esterno ma li ha negati all'interno, cioè ai vescovi, ai teologi e soprattutto alle donne. Il Vaticano, un tempo nemico convinto dei diritti dell'uomo ma ben disposto oggi a immischiarsi nella politica europea, continua a non poter sottoscrivere la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del Consiglio d'Europa: troppi canoni del diritto ecclesiastico romano, assolutistico e medioevale, dovrebbero prima essere modificati.". Küng contesta l'elevato numero di canonizzazioni di santi durante il pontificato di Giovanni Paolo II, e soprattutto le beatificazioni e canonizzazioni di alcuni personaggi (Pio IX, Josemaría Escrivá fondatore dell'Opus Dei).

    Sempre in questo articolo Küng ritorna sullo stato della teologia nella chiesa cattolica: "Come Pio XII fece perseguitare i più importanti teologi del suo tempo, allo stesso modo si comportano Giovanni Paolo II e il suo Grande Inquisitore Ratzinger con Schillebeeckx, Balasuriya, Boff, Bulányi, Curran, Fox, Drewermann e anche il Vescovo di Evreux Gaillot e l'arcivescovo di Seattle Huntington. Nella vita pubblica mancano oggi intellettuali e teologi cattolici della levatura della generazione del Concilio. Questo è il risultato di un clima di sospetto, che circonda i pensatori critici di questo Pontificato. I vescovi si sentono governatori romani invece che servitori del popolo della Chiesa. E troppi teologi scrivono in modo conformista oppure tacciono.".

    (da wikipedia)
     
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  7. Lara Croft
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    CITAZIONE (*penelope* @ 5/5/2010, 09:46)
    CITAZIONE (laura^ @ 4/5/2010, 12:59)
    si e' dimesso -_-

    Se tutti i politici (maggioranza e opposizione) che hanno in corso o hanno avuto trascorsi "poco chiari" si dimettessero .... non ci sarebbe bisogno di modificare la costituzione per ridurre il numero di parlamentari e senatori ^_^

    ...

    E anche il numero dei Ministri a quanto pare...
    Hai ragione, non ce ne sarebbe bisogno... Solo, temo che dopo l'ondata dimissionaria, non avremmo più un parlamento. :D
    Bravo chi lo trova uno onesto lì in mezzo. Se anche ci fosse o ci fosse stato, gli avranno segato le gambe alla velocità della luce, prima che osasse anche solo avvicinarsi ad un metro da una piccola poltroncina.
    Sarò qualunquista? Forse... ma mi sono fatta quest'idea: se si è onesti non si fa politica, e se pure ci fosse qualcuno onesto, animato dalle migliori intenzioni, che parte dal presupposto che far politica significa mirare al bene comune, e non a quello personale e dei vari compari e comparotti, potrebbero succedere due cose: gli fanno cambiare idea con la stessa velocità di cui parlavo sopra; lo costringono a cambiare mestiere.
     
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  8. dango
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    CITAZIONE (patna @ 12/5/2010, 23:28)
    Hans Küng (Sursee, 19 marzo 1928) è un teologo svizzero. Noto internazionalmente, soprattutto per le sue posizioni in campo teologico e morale, spesso critiche verso la dottrina della Chiesa cattolica.

    Pat, grazie tesora. Sono un po' stupita pero', perchè in Papa W. non avevo visto tutto questo conservatorismo...ma forse dipende dal fatto che, come precisato nel post, il conservatorismo era molto più rivolto verso la politica interna che quella esterna. Mi piacerebbe allora sentire cosa Kung pensa dell'attuale Papa R. che a miei occhi appare infinitamente più, e diciamolo proprio, reazionario del suo precedessore.


    CITAZIONE (Lara Croft @ 13/5/2010, 18:51)
    E anche il numero dei Ministri a quanto pare...
    Hai ragione, non ce ne sarebbe bisogno... Solo, temo che dopo l'ondata dimissionaria, non avremmo più un parlamento. :D
    Bravo chi lo trova uno onesto lì in mezzo. Se anche ci fosse o ci fosse stato, gli avranno segato le gambe alla velocità della luce, prima che osasse anche solo avvicinarsi ad un metro da una piccola poltroncina.
    Sarò qualunquista? Forse... ma mi sono fatta quest'idea: se si è onesti non si fa politica, e se pure ci fosse qualcuno onesto, animato dalle migliori intenzioni, che parte dal presupposto che far politica significa mirare al bene comune, e non a quello personale e dei vari compari e comparotti, potrebbero succedere due cose: gli fanno cambiare idea con la stessa velocità di cui parlavo sopra; lo costringono a cambiare mestiere.

    Quella del rimanere puri quando si entra in certi ambienti è secondo me una pia illusione. Al più si puo' sperare di rimanere onesti verso se stessi e verso l'elettorato che si rappresenta, ma i meccanismi del potere, sono stritolatori...alla fine o si acetta di starne totalmente fuori (intendo dire proprio fuori dall'arco parlamentare), oppure si finisce per dover accettare qualche compromesso.

    La questione pero' è il limite che ciascuno si da'...alcuni mi pare proprio che di limiti se ne diano zero, altri secondo me sono anche onesti...che pero' non vuol dire puri di cuore o specchiati. ^_^

     
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  9. patna
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    Inchiesta G8, spunta lista nomi



    Erano in pc dell'imprenditore Anemone

    Nell'inchiesta di Perugia sugli appalti spunta una lista di nomi, sequestrata dalla Guardia di Finanza in un pc di Diego Anemone nel 2009. L'elenco conterrebbe oltre 350 nomi ai quali sarebbero associati dei lavori svolti dalle imprese di Anemone stesso, considerato dai magistrati una delle figure chiave. Gli investigatori stanno verificando 263 conti correnti, intestati anche all'imprenditore e a Balducci o a persone a loro riconducibili.

    I magistrati vogliono chiarire se quei nominativi abbiano avuto un trattamento di favore: nella lista, infatti, figurerebbero tra gli altri Scajola, Lunardi e Incalza.

    In lista politici e istituzioni
    Politici, alti funzionari dello Stato e vertici delle polizia: ci sarebbero i nomi di personaggi di spicco nella lista sequestrata. Il gruppo Anemone avrebbe eseguito lavori non solo nelle case di vip e potenti ma anche in alcuni dei più importanti palazzi della politica romana e in decine di caserme delle forze di polizia.

    Mancino: mai ricevuto regali da Anemone
    Nessun regalo mi è mai pervenuto dall'imprenditore Diego Anemone. Lo afferma il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, precisando alcune notizie diffuse dalla stampa. "Il signor Anemone non mi ha fatto nessun regalo", dice Mancino, che aggiunge: "Non ha avuto alcun tipo di protezione nè io ho avuto da lui alcuna regalia, come è stato scritto".

    "A seguito della mia nomina a ministro dell'Interno" che risale al '92, fa notare Mancino, "vennero commissionati dal Sisde all'impresa del signor Diego Anemone lavori di messa in sicurezza dell'appartamento da me allora abitato, in locazione a Roma in corso Rinascimento 11. Si trattò essenzialmente della blindatura di porte e di finestre". Nel 2004-2005, quando poi il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli si trasferì in via Arno, "feci eseguire a mie spese - precisa - modesti lavori di messa in opera di due librerie a muro e di un armadio, anch'esso a muro: fu naturale per me rivolgermi a un'impresa che godeva della fiducia di istituzioni prestigiose, e perciò dava garanzie di affidabilità".

    Pupi Avati: "Non mi ha regalato niente"
    Ci sarebbe anche il regista Pupi Avati, che precisa: "Non ho mai ricevuto regali da Anemone". Il regista spiega che Angelo Balducci si offrì di procurargli e fargli istallare un montacarichi nella sua casa di Todi, cosa che avvenne nel 2002 o nel 2003 mentre il proprietario di casa era assente. Avati quindi non sa chi effettuò i lavori, ma assicura: "Ho pagato regolarmente sia il piccolo saliscendi che il lavoro di installazione all'ingegner Balducci e sono in grado di esibire la matrice dell'assegno e il documento relativo".

    In procura a Perugia sono convinti che il vero ammontare del giro di soldi messo in moto da Anemone - secondo l'accusa per compensare i funzionari pubblici che avrebbero favorito le aziende della cricca negli appalti pubblici - sia ancora tutto da quantificare e comunque di molto superiore ai quasi tre milioni scoperti su un conto della Deutsche Banke intestato a Zampolini.

    Verifiche su 263 conti correnti
    Un fiume di denaro che gli investigatori perugini stanno cominciando a rintracciare nei 1.143 rapporti bancari, di cui 263 conti correnti, intrattenuti da Balducci, Anemone, dai loro rispettivi familiari, dagli intermediari e dalle società a loro riferibili.

    Nei prossimi giorni gli ulteriori accertamenti svolti dalla guardia di Finanza su una serie di operazioni sospette segnalate dalla Banca d'Italia, nonché sui conti correnti intestati innanzitutto a Zampolini ma anche ad Alida Lucci, la segretaria di Anemone, dovrebbe cominciare a dare qualche risposta.

    Nella movimentazione di quei conti la procura spera di trovare la prova che il denaro sia servito per compensare i funzionari pubblici. Così come dovrà essere ancora chiarita l'ultima delle sei operazioni immobiliari compiuta da Zampolini e gia' accertate dalla Guardia di Finanza, quella che riguarda l'acquisto di un immobile in piazza della Pigna.


    In parole povere nessuno l'ha mai visto - nessuno l'ha mai conosciuto - nessuno ha avuto mai nulla a che fare con lui - la logica dei nostri politicuncoli
     
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  10. laura^
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    http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/1...mirino-4078241/

    Eolico, indagato Cappellacci
    gli appalti dei parchi nel mirino
    Indagini sulla nomina del direttore dell'Arpa. La pista delle intercettazioni

    di FRANCESCO VIVIANO
    Il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci
    ROMA - Si allunga la lista degli indagati della Procura di Roma sull'eolico in Sardegna e in altre regioni, un'inchiesta nella quale sono già stati coinvolti il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, Flavio Carboni, Pasquale Lombardi, il costruttore Arcangelo Martino, Pinello Cossu, consigliere provinciale di Iglesias, e Ignazio Farris, direttore generale dell'Arpa Sardegna. L'ultimo degli indagati è il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci (Pdl).

     
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    Da garantista, continuo a rimanere dell'idea che "i processi" si debbano fare nelle aule dei tribunali e non sui giornali.
    Se ci sono persone da indagare, in primis le procure dovrebbero scoprire chi lascia trapelare notizie riservate, il motivo (economico o ideologico) e trovati i colpevoli espellerli immediatamente da ogni funzione e perseguirli legalmente.
    Come si può continuare ad aver fiducia nella giustizia, quando chi riceve un avviso di garanzia (che in teoria dovrebbe essere emesso a tutela dell'indagato) viene considerato dall'opinione pubblica, a causa delle indiscrezioni trapelate sui giornali, un colpevole senza alcuna presunzione d'innocenza?

     
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  12. dango
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    Pen, non credo che sia possibile adossare alla stampa il pregiudizio di chi legge. Mi spiego meglio: parliamo di stampa seria, che cita fatti e fonti e non dei giornalacci scandalitici o pseudo tali che si "divertono" con le illazioni e le uscite di dubbio gusto (e che dovrebbero essere sanzionati per la loro non-professionalità).

    Una stampa seria terra' seriamente informati i lettori dando modo a ciascuno di essi di formarsi una loro propria opinione la cui serietà dipende dalla capacità di giudizio del lettore stesso.

    Vietare questo, poichè abbiamo esempi di stampa facinorosa o scorretta o esempi di lettori infarciti da pregiudizi o amanti degli scandali fine a se stessi, oppure semplicemente troppo superficiali, non puo' essere la risposta corretta.

    Paradossalmente è come vietare a tutti l'uso dell'auto poichè esistono case costruttrici poche serie ed autisti incoscienti.

    La risposta deve essere una stampa seria, un apparato mediatico serio ed un' educazione alla corretta interpretazione e lettura della notizia; e la notizia non puo' essere demandata alla fine di un provvedimento giudiziario che, potenzialmente, puo' durare anni....perchè nel frattempo possono avere luogo elezioni o iniziative parlamentari e, almeno io, vorrei sapere chi merita la mia fiducia e chi no.

    Ovviamente non si tratta di divulgare informazioni risevate che possono mettere a rischio un'indagine (e questo una stampa seria non lo fa), ma di dare trasparenza nei confronti delle persone rispetto alla gestione di questa res-publica che è fin troppo torbida.

    Ovvero, riprendendo Saviano, far si che noi tutti, diventiamo sentinelle di democrazia e corretezza...e, per presidiare cio' che è anche nostro, prima di tutto dobbiamo sapere.
     
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  13. patna
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    Ti quoto Dan
     
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  14. marina.1
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    Quoto in strapieno Daniela!
     
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    Non intendo in alcun modo mettere "il bavaglio" all'informazione ... ma rimango dell'idea che far trapelare ai giornali, notizie ancor tutte da verificare, non sia un giusto e corretto servizio che viene offerto all'opinione pubblica.




     
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