UOMINI&DONNE

opinioni a confronto

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  1. laura^
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    Potremmo continuare qui la discussione iniziata in pol....
     
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  2. Vhalyr
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    Lo ammetto...un po' l'ho calcata la mano. Anche se ritengo che l'esplosione di violenza "maschile" sia una conseguenza diretta della femminilizzazione della nostra società.

    Che non consiste nella perdita di "ruolo" da parte del maschio. No. E' un radicale capovolgimento e snaturamento di quelli che erano i valori fondanti del mondo occidentale.

    Negli anni '30 del secolo scorso Oswald Spengler aveva profetizzato la morte dell'Occidente, nel suo monumentale "Il Tramonto dell'Occidente".

    Una società anzi una Kultur (termine impropriamente traducibile con "Civiltà") nasce si sviluppa e poi muore.

    E' per certi versi una versione del mito delle quattro età. E l'età che stiamo vivendo, l'ultima, il Kali Yuga (l'età oscura) è quella del mondo tellurico e lunare. In una parola l'età del trionfo del femminile. Che coincide con la morte.
     
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  3. laura^
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    CITAZIONE (Vhalyr @ 19/8/2010, 23:37)
    ritengo che l'esplosione di violenza "maschile" sia una conseguenza diretta della femminilizzazione della nostra società.

    Cioe'? :huh:
     
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  4. Vhalyr
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    La femminilizzazione della società è un discorso "metastorico". Cerco di riassumere con l'accetta le premesse.

    Le società umane sono il luogo dello scontro di due opposte irriducibili visioni del mondo.

    Per semplificare l'una è quella Solare (Apollinea) o più precisamente Maschile. L'altra è quella Lunare-Tellurica (Dionisiaca) o più precisamente Femminile.


    La seconda è la parodia della prima. Pensate alla messa nera cara ai satanisti. Questa vuole essere l'esatto contrario della messa cattolica. Con il ribaltamento del rito e del simbolo.

    Se la cosa interessa :rolleyes: potrei continuare. Sono in partenza :cry: per raggiungere la Leonessa d'Italia e la sera potrò divertirmi a provocare :rolleyes:
     
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  5. laura^
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    CITAZIONE (Vhalyr @ 20/8/2010, 08:19)
    Se la cosa interessa :rolleyes: potrei continuare.

    continua -_-

    CITAZIONE (Vhalyr @ 20/8/2010, 08:19)
    Per semplificare l'una è quella Solare (Apollinea) o più precisamente Maschile. L'altra è quella Lunare-Tellurica (Dionisiaca) o più precisamente Femminile.

    quindi ... considerato il tuo Avatar :rolleyes:

    sei Femminile? :huh:
     
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  6. Vhalyr
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    CITAZIONE (laura^ @ 20/8/2010, 09:00)
    quindi ... considerato il tuo Avatar :rolleyes:

    sei Femminile? :huh:

    Hai presente il mito di Orfeo e Euridice? Nel mio blog ne ho dato una personalissima interpretazione.
    Una premessa. La persona (maschera in senso greco) è tripartita. Corpo, Anima, Spirito.
    L'Anima è la componente femminile in lotta con lo Spirito, componente maschile. (Dioniso versus Apollo).
    Euridice rappresenta la componente femminile, l'Anima insomma. E Orfeo (lo Spirito, la componente maschile) si gira ben sapendo che così perderà Euridice perché non può accettare l'aspetto femminile della sua Persona.

     
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  7. dango
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    CITAZIONE (Vhalyr @ 18/8/2010, 13:24)
    Ma tornando all'adulterio, l'Occidente edonista e consumista è in netta minoranza (dal punto di vista della repressione ope legis) nel mondo.

    E questo a prescindere da Weltanschaung religiose e/o filosofiche.

    D'altra parte, visto l'andazzo (i musulmani che gente accecata dall'ideologia buonista vede come "brava gente" ) tra quanto tempo ci ritroveremo la Sharia in Italia?

    Pensa, l'adulterio e l'omosessualità come reati penali da punire con la pena di morte furono introdotti in Iran con la rivoluzione khomeinista. Il reazionario shah Reza Palhavi l'aveva abolita la pena di morte...

    Quanto ai "cari" musulmani in Italia (specialmente i pakistani) ci considerano l'incarnazione del male assoluto. Per tacere del giudizio nei confronti delle nostre donne.

    E lo affermo con cognizione di causa. In aula ho di solito tecnici musulmani, non analfabeti o semianalfabeti.

    Nell'ultimo corso concluso il 10 scorso a Padova, avevo in aula un algerino perfettamente integrato.

    Testuale: "le donne italiane sono tutte delle ****, i loro mariti dovrebbero picchiarle di santa ragione e quando accade loro qualcosa se lo sono ampiamente meritato".

    Ma come diceva una canzone degli anni '30:

    "Tutto va ben, madama la marchesa..."

    Occidente edonista contro Islam purista...argomento di riflessione interessante.

    In parte concordo: noi (l'Occidente) ha avuto la sua parte di purismo in altre epoche della storia, per esempio il medioevo con la sua inflessibilità religiosa ed anche la sua stretta osservanza, oppure i periodi delle guerre di religione (riforma e controriforma)..naturalmente il discorso sarebbe lunghissimo.
    Riguardando a quel passato è più giusto parlare di perdita o di evoluzione? Dal mio punto di vista fortemente laico, sicuramente di evoluzione... ma riconosco che vi è anche stata una certa perdita; eppure non sarebbe corretto dire che l'elemento religioso oggi è non più fondante; io direi meglio che un certo tipo di osservanza o di traduzione dei principi religiosi nella vita di tutti i giorni è stato sostituito da un modo più "intimista" e meno "pratico" di vivere la religione.
    Anche perchè non esiste Bibbia o Corano che possa essere preso alla lettera e praticato nella vita reale... a meno di non voler entrare nell'ambito delle forzature ovvero delle interpretazioni di parte.

    Proprio perchè hai letto il Corano sai che l'islam non è una religione che incita all'odio e alla violenza e neppure all'infierire sulle donne...la Sharia, quella praticata dai Komeinisti, è altro rispetto all'islam...tanto quanto i roghi della Controriforma (caccia alle streghe) erano altro rispetto al sentire cattolico e al messaggio di non violenza e fratellanza universale.
    Quindi, certe mentalità secondo me non devono essere prese ad esempio di tutto un mondo...ed è in questo senso che la mia "ideologia buonista" concede a tutti, inclusi i pakistani, di essere delle brave persone...salvo smentita. Smentita che vale tanto per i pakistani quanto per i gli italiani...con la consapevolezza che il mondo da cui provengono rende loro più arduo accettare situazioni o comportamenti che per noi sono normali, ma senza dare per scontato che tutti debbono essere oltranzisti ed integralisti.

    Per esempio, l'algerino di cui hai parlato, sarà perfettamente integrato dal punto di vista lavorativo, ma non credo che lo sia dal punto di vista sociale, vista l'opinione pessima e quindi di rifuto che ha della società in cui vive.



    CITAZIONE (Vhalyr @ 18/8/2010, 21:37)
    (Se non mi bannano ora, non mi bannano più :rolleyes: :rolleyes: )

    :D :D :D

    secondo me stai facendo un socio-test: ma fino a che punto posso spingermi in un forum abitato da sinistrorse-femministe???

    Ebbene, l'esito del test è che le sinistrorse-femmine (iste) sono sveglie (per definizione!!) e non cadano facilmente nelle provocazioni, soprattutto quando volutamente esagerate ;)

    CITAZIONE (Vhalyr @ 20/8/2010, 08:19)
    La femminilizzazione della società è un discorso "metastorico". Cerco di riassumere con l'accetta le premesse.

    Le società umane sono il luogo dello scontro di due opposte irriducibili visioni del mondo.

    Per semplificare l'una è quella Solare (Apollinea) o più precisamente Maschile. L'altra è quella Lunare-Tellurica (Dionisiaca) o più precisamente Femminile.


    La seconda è la parodia della prima. Pensate alla messa nera cara ai satanisti. Questa vuole essere l'esatto contrario della messa cattolica. Con il ribaltamento del rito e del simbolo.

    Se la cosa interessa :rolleyes: potrei continuare. Sono in partenza :cry: per raggiungere la Leonessa d'Italia e la sera potrò divertirmi a provocare :rolleyes:

    Continua continua...solo abbia pietà di noi poveri "incolti" (:D) nel fornire le spiegazioni!!!

    Intanto, ma perchè un'accezione cosi' negativa del femminile al punto da definirla parodia o associarla ai satanisti??? Mi sembra di ricadere nel più buio medioevo in cui le donne venivano viste come creature del demonio (a meno che qualcuno, ovviamente di sesso maschile, non portasse loro la salvezza)


     
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  8. laura^
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    CITAZIONE (Vhalyr @ 20/8/2010, 10:21)
    CITAZIONE (laura^ @ 20/8/2010, 09:00)
    quindi ... considerato il tuo Avatar :rolleyes:

    sei Femminile? :huh:

    Hai presente il mito di Orfeo e Euridice? Nel mio blog ne ho dato una personalissima interpretazione.

    dove e' ubicato il tuo blog? :sad2.gif:
     
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  9. Vhalyr
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    CITAZIONE (laura^ @ 20/8/2010, 14:43)
    CITAZIONE (Vhalyr @ 20/8/2010, 10:21)
    Hai presente il mito di Orfeo e Euridice? Nel mio blog ne ho dato una personalissima interpretazione.

    dove e' ubicato il tuo blog? :sad2.gif:

    Nel caso non sia consentito autorizzo l'admin a rimuovere l'url del mio blog :rolleyes:

    http://blog.libero.it/Vhalyr
     
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  10. Dr.Watson
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    Beh, ci ho dato un'occhiata e non è male. Il tuo ultimo post è molto interessante e forse merita dei commenti; non so se lo avevi scritto qui, non ho avuto il tempo di verificare, in ogni caso lo riporto qui sotto:

    nomen omen
    Post n°262 pubblicato il 11 Luglio 2010 da Vhalyr

    Un albero si riconosce dai frutti e in nessun caso un servo potrà essere migliore del padrone.

    Sono convinto della discrepanza radicale fra la verità e la bontà (presunte) della teoria e la meschinità e cattiveria delle persone in carne e ossa che ad essa si ispirano, o alla quale dicono di ispirare la propria vita.

    Noi, per gli altri, siamo quello che essi vedono di noi, né più, né meno; se vogliamo sapere quel che gli altri vedono di noi, basta che noi guardiamo gli altri: e vedremo, nei loro volti, il nostro stesso volto, così come lo vedono loro; nelle loro parole, nelle loro azioni, le nostre stesse parole ed azioni, così come appaiono ad essi.

    L'ideologia politica vuole creare, attraverso determinate pratiche, una nuova società, che sia fatta di uomini nuovi (e migliori, ovviamente): pertanto, ogni ideologia politica nasce da un'idea di perfettibilità dell'essere umano e dalla convinzione che sia possibile guidarlo, instradarlo e condurlo a compimento, almeno in termini relativi.

    La via di colui che possiede uno spirito religioso, e particolarmente la via del mistico, segue il cammino inverso: ritiene che solo un individuo interiormente trasformato possa apportare un benefico cambiamento nella società in cui vive, perché la società è fatta di esseri umani, così come il mare è fatto di gocce d'acqua.
    Contrariamente a ciò che potrebbe sembrare, è il mistico colui che ha un approccio di tipo realista, perché agisce sulla concretezza del proprio io ed è convinto che, così facendo, un effetto positivo finirà per riverberarsi anche sugli altri. Invece il pensatore o il militante politico partono da un'idea astratta dell'uomo - sia dell'uomo come effettivamente è, sia di come, per loro, potrebbe o dovrebbe essere - e si propongono di realizzarla, agendo non sui singoli individui, ma sulla società nel suo complesso.

    Sul terreno della teoria, tutte le ideologie possono apparire equivalenti e tutte, o quasi tutte, possono presentare un sufficiente grado di credibilità, quando affermano di essere portatrici di una "ricetta" infallibile di miglioramento per il corpo sociale (e, indirettamente, per la qualità della vita, anche interiore, dei singoli individui).

    Ma, nella concretezza delle persone che incarnano le differenti ideologie, quello che viene fuori è la natura umana che non può nascondersi dietro alcuna maschera, gli individui interessati alla politica tendono, istintivamente, ad abbracciare quelle ideologie e ad aderire a quelle forze politiche nelle quali riconoscono i tratti fondamentali della loro stessa personalità; pertanto, un sistema empirico, ma abbastanza efficace, per valutare la reale natura di una determinata ideologia politica, è osservare la natura delle persone che la professano; e ciò con tanta maggior precisione, quante più sono le persone osservate, specialmente quelle che vi militano con più trasporto.

    Ci saremmo aspettati di trovare che le persone più belle erano, mediamente, quelle che si identificavano con le ideologie del cambiamento per eccellenza, ossia quelle rivoluzionarie: al contrario, proprio coloro che professano delle ideologie accesamente rivoluzionarie sono degli individui molto mediocri sul piano umano: dogmatici, scostanti, presuntuosi e arroganti.

    Una brutta persona può tentare di imitare una bella persona, ma non potrà mai riuscirvi: perché una bella persona emana un fascino particolare (un fascino discreto e silenzioso, s'intende), che una brutta persona non potrà mai contraffare in maniera verosimile; né una bella persona potrà apparire brutta, se non agli occhi di un osservatore estremamente superficiale e in mala fede.

    Ebbene, le persone più belle vengono proprio da quelle ideologie che, nel politichese contemporaneo, vengono solitamente giudicate moderate e, quindi, insipide e grigie.

    Le persone, sono più vere delle idee che professano; e, pertanto, sono mediamente migliori quelle persone che non aderiscono a ideologie del cambiamento immediato e radicale, ma si riconoscono, semmai, in valori più legati al concetto di stabilità.

    Fra persone le quali professano ideologie d'ispirazione rivoluzionaria, il tipo umano medio è sempre molto al di sotto delle idee teoricamente professate, nonché poco gradevole nei rapporti umani, anche al di fuori del contesto ideologico. Ottuso, intollerante, polemico e aggressivo. Eppure, guarda un po', un tipo di persona convinto di rappresentare quanto esiste di meglio nel campo delle idee politiche, e quindi di costituire - insieme ad altri, simili a lui - una possibilità di cambiamento positivo per l'intera società.

    Le persone che si mostrano impazienti di cambiare il mondo, sono proprio quelle che maggiormente avrebbero bisogno di cambiare se stesse: ma non ci hanno mai provato, o perché giudicano di non averne bisogno (essendo già perfette), o perché ritengono che, per loro e per tutti, un positivo cambiamento individuale sarà una conseguenza inevitabile del cambiamento sociale. [...]

    Il tipo umano più brutto parlando della media degli appartenenti alle diverse ideologie politiche è senza dubbio quello marxista

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    Qualcuno ha detto che le due ideologie più brutte della storia occidentale moderna sono state il puritanesimo inglese e il militarismo prussiano; ed è un'osservazione che ci sentiamo di condividere, sulla base dei danni che esse hanno prodotto all'umanità.
    Ebbene, nel marxismo si trovano entrambe queste componenti: il puritanesimo ipocrita e bacchettone e il dogmatismo e l'autoritarismo da caserma.
    E queste persone avrebbero la pretesa di cambiare il mondo in meglio?
    Come lo potrebbero, se non si rendono nemmeno conto della propria bruttezza sul piano puramente umano?


     
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  11. laura^
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    CITAZIONE
    Un albero si riconosce dai frutti e in nessun caso un servo potrà essere migliore del padrone.

    se questa e' la premessa a tutto il ragionamento :rolleyes:
    ... non continuo manco a leggere.....

    In India ci sono ancora le caste? :sad2.gif:
     
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  12. Dr.Watson
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    Personalmente, se qualcuno fa delle affermazioni che non mi convincono, cerco di capire perchè ha fatto quelle affermazioni; altrimenti mi riterrei al di sopra di lui - che ha lo stesso diritto mio di esprimere le sue idee - e quindi in posizioni fideistiche che aborro.

    Che poi l'esperienza di vita aiuti a capire che queste idee si possono rivelare fasulle in futuro lo posso pure dire, però dopo aver - sia pure a fatica - meditato sulle altrui argomentazioni.

    Ma forse queste sono considerazioni di chi privilegia il secolo dell'illuminismo a quello successivo... -_-

     
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  13. dango
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    CITAZIONE (Dr.Watson @ 21/8/2010, 12:57)
    Personalmente, se qualcuno fa delle affermazioni che non mi convincono, cerco di capire perchè ha fatto quelle affermazioni; altrimenti mi riterrei al di sopra di lui - che ha lo stesso diritto mio di esprimere le sue idee - e quindi in posizioni fideistiche che aborro.

    Posso anche concordare con la tua prima affermazione (se qualcuno fa delle affermazioni che non mi convincono, cerco di capire perchè ha fatto quelle affermazioni) almeno nelle circostanze in cui sento un effettivo interesse ad approfondire/capire; non comprendo però la tua seconda affermazione: altrimenti mi riterrei al di sopra di lui - che ha lo stesso diritto mio di esprimere le sue idee -.
    Non vedo infatti ne' alcuna implicazione di superiorità e neppure l'impedimento ad esprimere le proprie idee...vedo semplicemente un "non essere d'accordo" a partire dalle premesse che è tanto "lecito" quanto le premesse esplicitate.

    Per Vhal: non ci sono problemi nel mettere qui il link al tuo blog. Ce ne sono per caso da parte tua nel riportare qui un tuo articolo e commentarlo?

     
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  14. laura^
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    ieri un tizio ha sparato alla moglie e si e' suicidato....

    Non chiamiamoli delitti passionali .

    SPOILER (click to view)
    Martedì 13 Luglio 2010 18:27 S. Guglielmi .
    Sconvolge la quantità di donne morte ammazzate per mano di uomini che in questi giorni affolla le pagine dei giornali, le immagini dei telegiornali, i setting dei talk-show. Sconvolge anche sentire, ogni volta, ancora adesso, definirli ‘delitti passionali’.

    Le parole sono importanti e tanto più lo sono quando vengono usate per definire fatti che nulla hanno a che vedere con quelle parole.

    Cosa c’è di ‘passionale’ in un delitto? La passione è positiva, è vitale, è costruttiva. La passione appartiene alla prima fase dell’amore, a quel momento in cui si è talmente euforici ed euforiche da fare cose che altrimenti non si farebbero. Ma non certo un delitto!

    Il delitto, se commesso da un uomo sulla donna, per il solo fatto che la vittima è una donna, altro non è se non un caso di femminicidio. E di certo non troverà origine nella passione ma nella paura, nel senso di inadeguatezza, nel senso di inferiorità, nel senso di impotenza che evidentemente così tanti uomini provano in confronto alle donne.

    Sul punto esistono numerosissimi studi, ricerche, indagini, soprattutto grazie alle associazioni di donne che hanno ampiamente dimostrato la negatività di questa cultura.

    Tuttavia, esiste ancora, in una parte significativa della popolazione, la convinzione che eros e thanatos vadano d’accordo ed è ancora fortissima la convinzione che tra donna e uomo un po’ di violenza sia normale ed ancora tantissime sono le donne convinte che se lui le picchia lo fa perché le ama. Ebbene, questa cultura produce solo danni creando confusione nell’educazione di uomini e donne, posti di fronte a modelli sbagliati vissuti come esperienze ineluttabili.

    Questa cultura è profondamente sbagliata e parte, anche in questo caso, dalle parole sbagliate.

    http://unionedonne.altervista.org/index.ph...passionali.html



    Perché gli uomini uccidono le donne
    Molti di questi definiti delitti passionali sono il sintomo del declino dell'impero patriarcale. La violenza non è solo di pazzi, mostri, malati. E poco importa il contesto sociale: non si accetta l'autonomia femminile
    di MICHELA MARZANO

    SPOILER (click to view)
    Si continua a chiamarli delitti passionali. Perché il movente sarebbe l'amore. Quello che non tollera incertezze e faglie. Quello che è esclusivo ed unico. Quello che spinge l'assassino ad uccidere la moglie o la compagna proprio perché la ama. Come dice Don José nell'opera di Bizet prima di uccidere l'amante: "Sono io che ho ucciso la mia amata Carmen". Ma cosa resta dell'amore quando la vittima non è altro che un oggetto di possesso e di gelosia? Che ruolo occupa la donna all'interno di una relazione malata e ossessiva che la priva di ogni autonomia e libertà?

    Per secoli, il "dispotismo domestico", come lo chiamava nel XIX secolo il filosofo inglese John Stuart Mill, è stato giustificato nel nome della superiorità maschile. Dotate di una natura irrazionale, "uterina", e utili solo - o principalmente - alla procreazione e alla gestione della vita domestica, le donne dovevano accettare quello che gli uomini decidevano per loro (e per il loro bene) e sottomettersi al volere del pater familias. Sprovviste di autonomia morale, erano costrette ad incarnare tutta una serie di "virtù femminili" come l'obbedienza, il silenzio, la fedeltà. Caste e pure, dovevano preservarsi per il legittimo sposo. Fino alla rinuncia definitiva. Al disinteresse, in sostanza, per il proprio destino. A meno di non accettare la messa al bando dalla società. Essere considerate delle donne di malaffare. E, in casi estremi, subire la morte come punizione.

    Le battaglie femministe del secolo scorso avrebbero dovuto far uscire le donne da questa terribile impasse e sbriciolare definitivamente la divisione tra "donne per bene" e "donne di malaffare". In nome della parità uomo/donna, le donne hanno lottato duramente per rivendicare la possibilità di essere al tempo stesso mogli, madri e amanti. Come diceva uno slogan del 1968: "Non più puttane, non più madonne, ma solo donne!". Ma i rapporti tra gli uomini e le donne sono veramente cambiati? Perché i delitti passionali continuano ad essere considerati dei "delitti a parte"? Come è possibile che le violenze contro le donne aumentino e siano ormai trasversali a tutti gli ambiti sociali?

    Quanto più la donna cerca di affermarsi come uguale in dignità, valore e diritti all'uomo, tanto più l'uomo reagisce in modo violento. La paura di perdere anche solo alcune briciole di potere lo rende volgare, aggressivo, violento. Grazie ad alcune inchieste sociologiche, oggi sappiamo che la violenza contro le donne non è più solo l'unico modo in cui può esprimersi un pazzo, un mostro, un malato; un uomo che proviene necessariamente da un milieu sociale povero e incolto. L'uomo violento può essere di buona famiglia e avere un buon livello di istruzione. Poco importa il lavoro che fa o la posizione sociale che occupa. Si tratta di uomini che non accettano l'autonomia femminile e che, spesso per debolezza, vogliono controllare la donna e sottometterla al proprio volere. Talvolta sono insicuri e hanno poca fiducia in se stessi, ma, invece di cercare di capire cosa esattamente non vada bene nella propria vita, accusano le donne e le considerano responsabili dei propri fallimenti. Progressivamente, trasformano la vita della donna in un incubo. E, quando la donna cerca di rifarsi la vita con un altro, la cercano, la minacciano, la picchiano, talvolta l'uccidono.

    Paradossalmente, molti di questi delitti passionali non sono altro che il sintomo del "declino dell'impero patriarcale". Come se la violenza fosse l'unico modo per sventare la minaccia della perdita. Per continuare a mantenere un controllo sulla donna. Per ridurla a mero oggetto di possesso. Ma quando la persona che si ama non è altro che un oggetto, non solo il mondo relazionale diventa un inferno, ma anche l'amore si dissolve e sparisce. Certo, quando si ama, si dipende in parte dall'altra persona. Ma la dipendenza non esclude mai l'autonomia. Al contrario, talvolta è proprio quando si è consapevoli del valore che ha per se stessi un'altra persona che si può capire meglio chi si è e ciò che si vuole. Come scrive Hannah Arendt in una lettera al marito, l'amore permette di rendersi conto che, da soli, si è profondamente incompleti e che è solo quando si è accanto ad un'altra persona che si ha la forza di esplorare zone sconosciute del proprio essere. Ma, per amare, bisogna anche essere pronti a rinunciare a qualcosa. L'altro non è a nostra completa disposizione. L'altro fa resistenza di fronte al nostro tentativo di trattarlo come una semplice "cosa". È tutto questo che dimenticano, non sanno, o non vogliono sapere gli uomini che uccidono per amore. E che pensano di salvaguardare la propria virilità negando all'altro la possibilità di esistere



    secondo Massimo Fini le donne sono

    UNA RAZZA NEMICA, MEGLIO SOLI
    Le donne sono una razza nemica. Bisognerebbe capirlo subito. Invece ci si mette una vita, quando non serve più. Mascherate da «sesso debole» sono quello forte.
    SPOILER (click to view)
    Attrezzate per partorire sono molto più robuste dell’uomo e vivono sette anni di più, anche se vanno in pensione prima. Hanno la lingua biforcuta. L’uomo è diretto, la donna trasversale. L’uomo è lineare, la donna serpentina. Per l’uomo la linea più breve per congiungere due punti è la retta, per la donna l’arabesco. Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Al suo confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole. E se, nonostante tutto, si trova in difficoltà, allora ci sono le lacrime, eterno e impareggiabile strumento di seduzione, d’inganno e di ricatto femminile. Al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola, invece ci si arrende senza condizioni.

    A seguito: “Massimo Fini: le donne sono una razza nemica. Qualche commento su questa dichiarazione da osteria (Dafne Eleutheria);

    Sul sesso hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della domanda, anche se la cosa, a ben vedere, interessa e piace molto più a lei che a lui. Il suo godimento — quando le cose funzionano — è totale, il nostro solo settoriale, al limite mentale («Hanno sempre da guadagnarci con quella loro bocca pelosa» scrive Sartre). La donna è baccante, orgiastica, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale. E quindi totalmente inaffidabile. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile. Ma adesso che si sono finalmente «liberate» sono diventate davvero insopportabili. Sono micragnose, burocratiche, causidiche su ogni loro preteso diritto. Han perso, per qualche carrieruccia da segretaria, ogni femminilità, ogni dolcezza, ogni istinto materno nei confronti del marito o compagno che sia, e spesso anche dei figli quando si degnano ancora di farli. Stan lì a «chiagne» ogni momento sulla loro condizione di inferiorità e sono piene zeppe di privilegi, a cominciare dal diritto di famiglia dove, nel 95% dei casi di separazione, si tengono figli e casa, mentre il marito è l’unico soggetto che può essere sbattuto da un giorno all’altro sulla strada. E pretendono da costui, ridotto a un bilocale al Pilastro, alla Garbatella, a Sesto San Giovanni, lo stesso tenore di vita di prima.

    Non fan che provocare, sculando in bikini, in tanga, in mini («si vede tutto e di più» cantano gli 883), ma se in ufficio le fai un’innocente carezza sui capelli è già molestia sessuale, se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più siamo già ai limiti dello stupro. Basta. Molto meglio restare soli.
    http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=51d04a10b6126728


    ot: a titolo informativo fino a poco tempo fa quando iniziavo a leggere un libro lo portavo a termine per principio anche se non mi coinvolgeva, interessava rtc etc ora lo pianto lì....
     
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  15. Dr.Watson
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    Avrei voluto replicare dopo il post di Dani ma dopo il successivo intervento, essendo una posizione personale e non ideologica, non lo ritengo necessario. -_-

    OT: Quanto a Massimo Fini, non ho mai apprezzato la sua visione femminile, tantochè sono rimasto stupito nel sapere che ha avuto delle fidanzate. Ed avendolo conosciuto anche personalmente, non mi ha fatto un'ottima impressione in senso relazionale...

    Resta il fatto che spesso dice, politicamente, delle cose molto giuste e che altri non hanno il coraggio di dire... -_-
     
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