Cantautori

la poesia in musica

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  1. marina.1
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    Prima versione di "Ciao amore ciao"



    E due splendide canzoni d'amore...


     
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  2. laura^
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    bellissima interpretazione della Vanoni :)
     
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  3. laura^
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    IVAN GRAZIANI

    Teramo, 6 ottobre 1945 – Novafeltria, 1º gennaio 1997

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    Gli esordi e gli Anonima Sound

    Caratterizzato da un tipico e personalissimo timbro in falsetto, che si puo' notare per esempio nella famosa canzone"Pigro", è un cantautore orginale,spigliato e ironico.
    Grande appassionato di musica e disegno, da adolescente inizia a suonare la chitarra in alcuni complessi abruzzesi, tra i quali Nino Dale and His Modernists (cui anni dopo dedicherà una canzone), gruppo guidato da Nino Dale (pseudonimo di Francesco D'Alessandro). Alla fine degli anni sessanta consegue il diploma nel Corso Superiore di Grafica ad Ascoli Piceno e in seguito frequenta l'Accademia di Belle Arti di Urbino, sezione di pittura.
    Nel 1966 fonda gli Anonima Sound, con cui partecipa al Cantagiro nel 1968 con Parla tu; il gruppo torna anche l'anno seguente alla manifestazione, presentando Josephine.
    I primi dischi da solista e l'attività come session man [modifica]
    Ivan Graziani abbandona gli Anonima Sound alla fine del 1970 a causa del servizio militare, al termine del quale, nel 1972, intraprende la carriera solista, pubblicando alcuni 45 giri.


    L'album di debutto, La città che io vorrei, è del 1973 (ristampato poi nel 1980 con il titolo Ivan Graziani special), un album immaturo ma con buoni testi e idee che faranno presagire il suo stile inconfondibile, a cui fa seguito Desperation, pubblicato l'anno dopo e con testi in inglese, e l'album strumentale Tato Tommaso Guitar (prodotto da Pippo De Rosa e pubblicato dalla Dig-It, MS 0006), in omaggio alla moglie Anna per la nascita del figlio Tommaso, distribuito in pochissime copie.
    Nello stesso periodo collabora, come session man ed autore, con vari artisti, tra cui Herbert Pagani (nell'album Megalopolis del 1973), la Premiata Forneria Marconi (con cui collabora alla composizione di From Under, nell'album del 1975 Chocolate Kings), Marva Jan Marrow (per cui suona le chitarre nel 45 giri Our Dear Angel, versione in inglese di Il nostro caro angelo di Lucio Battisti), Gian Pieretti (per l'album Cianfrusaglie del 1975), Lucio Battisti (per il quale suona nell'album Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera), Bruno Lauzi, Francesco De Gregori (in Bufalo Bill) e Antonello Venditti (nell'album Ullalla).
    Il successo [modifica]
    Dopo aver firmato un contratto con la Numero Uno (etichetta con cui aveva già lavorato ai tempi degli Anonima Sound), nel 1976 registra, allo studio Il Mulino di Milano, l'album Ballata per quattro stagioni, in cui tra l'altro viene ripresa Il campo della fiera una canzone da La città che io vorrei. Contraddistinto da ottimi testi e molto apprezzato dalla critica non riceve, però, un adeguato successo di pubblico.
    Attraverso studi sul folklore mediterraneo e americano, arrivò a sostenere che nel rock'n'roll ci sono elementi della tradizione abruzzese.[1]


    Segue nel 1977 I Lupi che contiene il singolo Lugano addio con cui finalmente si fa conoscere al grande pubblico.
    Nel 1978 esce Pigro, album musicalmente più maturo, che contiene otto storie di vite spezzate dalla pigrizia mentale e dall'indolenza[1], tra cui le simpatiche e graffianti ballate come Pigro, Monna Lisa, Paolina, Gabriele D'Annunzio.
    Nel 1979 è la volta di Agnese dolce Agnese contenente il brano Agnese, che riprende il tema del Rondò dalla Sonatina in Sol maggiore op. 36 n. 5 di Muzio Clementi e ottiene un grande successo insieme a Taglia la testa al gallo, Fuoco sulla collina , Dr. Jekyll & Mr. Hyde e Canzone per Susy.

    Nel 1980 un altro grande successo con l'album Viaggi e intemperie; il brano Firenze (canzone triste) è forse il suo più famoso. Spiccano anche Isabella sul treno, Dada, Radio Londra, Angelina e Tutto questo cosa c'entra con il Rock & Roll.
    Sempre nel 1980 incide un Q disc con Ron e Goran Kuzminac, intitolato Q-Concert, con un brano nuovo, Canzone senza inganni, appositamente scritto dai tre; da questa collaborazione nasce una tournée.
    L'anno successivo Graziani pubblica un altro lavoro Seni e coseni, dove sono ben contrapposte le due personalità del cantautore abruzzese; canzoni delicate come Signorina, Cleo e Pasqua, lasciano il posto, sulla seconda facciata del disco, al rock tagliente di Tigre, Digos Boogie, Oh mamma mia.
    Dopo un live del 1982 Parla tu (in cui reincide l'omonima canzone del repertorio Anonima Sound), nel 1983 viene pubblicato l'album Ivan Graziani, che riscuote un buon successo: le canzoni Il chitarrista, Signora bionda dei ciliegi e Navi ottengono discreti ascolti in radio.


    Nel 1984 esce Nove che, malgrado i buoni arrangiamenti, manca di personalità e non sarà molto apprezzato dal pubblico. I due brani che si evidenziano di più sono Limiti (Affari d'amore) e Minù Minù
    Nel 1985 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano Franca ti amo che non ha successo. Nel 1986, subito dopo la pubblicazione di Piknic, album anonimo e poco considerato, Graziani abbandona la Numero Uno.
    Gli ultimi anni
    Ivan Graziani sembra ormai avere perso la vena creativa che lo aveva in precedenza così felicemente ispirato. Bisognerà aspettare il 1989 per tornare ad ascoltare brani di buona qualità. Ivangarage, pubblicato quell'anno, è un album "duro" con arrangiamenti semplici quanto efficaci, una sorta di ritorno alle sue origini musicali. Graziani racconta ancora le classiche storie di provincia tanto care al suo stile ed esprime al meglio la propria carica artistica e le sue doti chitarristiche. Le canzoni che spiccano di più sono Prudenza mai, Noi non moriremo mai, Un uomo e Radici nel vento
    Nel 1991 esce Cicli e tricicli, che riscuote un certo successo di pubblico, contenendo una canzone considerata tra le migliori della produzione di Graziani, Kryptonite, e un altro successo come Emily.
    Torna a Sanremo nel 1994 con la canzone Maledette malelingue che pure ha un buon successo. Il seguente album Malelingue si tiene nuovamente a ottimi livelli, e l'artista conferma di avere ritrovato grinta e creatività.
    Il 1º gennaio del 1997, all'età di 51 anni, Ivan Graziani muore nella sua casa di Novafeltria, dove aveva chiesto di tornare dall'ospedale per le festività natalizie, per un tumore al colon di cui soffriva fin dal marzo del 1995. Lascia la moglie Anna Maria Bischi e i due figli Tommaso e Filippo.
    Nel 1999 esce il commemorativo Per sempre Ivan, contenente materiale di studio inedito più canzoni dell'artista interpretate da Renato Zero, Antonello Venditti, Biagio Antonacci, Umberto Tozzi e Alex Baroni.
    Va ancora ricordata la raccolta Firenze-Lugano no stop (2004), che contiene oltre ai brani più conosciuti del cantautore, anche gli inediti: "Giuliana" e "Il lupo e il bracconiere". Un altro brano inedito, "Non credere", esce lo stesso anno in CD singolo




    Se la mia chitarra piange dolcemente
    stasera non è sera di vedere gente
    e i giochi nella strada che ho chiusi dentro al petto
    mi voglio ricordare
    Io penso ad un barcone rovesciato al sole
    in un giorno in pieno agosto le biciclette in riva al mare
    Agnese mi parlava e la sabbia era infuocata
    ed io non so perché non l'ho dimenticata........
     
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    CITAZIONE (laura^ @ 29/11/2010, 11:05) 
    IVAN GRAZIANI
    Grande appassionato di musica e disegno, da adolescente inizia a suonare la chitarra in alcuni complessi abruzzesi, tra i quali Nino Dale and His Modernists (cui anni dopo dedicherà una canzone), gruppo guidato da Nino Dale (pseudonimo di Francesco D'Alessandro).

    Per me è il più bel pezzo di Ivan Graziani. Purtroppo non riesco più a trovarlo sul tubo. Anche la versione che avevo postato giorno 11 su Musica non si riesce più a prendere https://oasivirtuale.forumfree.it/?t=25455328&st=1185

    ci si deve accontentare di questa versioncina dei MICROTRAUMI:
     
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  5. ErTigre
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    ci sono persone che attraversano questo mondo e lo lasciano così com'è, poi ci sono persone che si sforzano di fare qualcosa per rendere questo mondo più bello grazie ivan ci manchi un saluto dall'abruzzo
    (dal tubo)



    Lugano addio, Agnese, Cleo, Firenze...puri capolavori.
    Da anni aspettiamo qualcuno di buona volontà, talento, genuina voglia di comporre, che riesca a non farci troppo sospirare quando sentiamo Bertoli, Graziani, ed altri come loro.
    Ma con trasmissioni come Xfactor e case discografiche senza palle, avremo di che aspettare ancora...
    dal tubo

     
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  6. laura^
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    non e' da molto tempo che mi piace Graziani.
    Mio papa' aveva i suoi 33 giri e quando li metteva io mugugnavo sempre ... non mi piaceva la sua "vocina" poi...
    poi ho cambiato idea -_-
    La mia preferita e' Agnese poi viene

    Lugano Addio

    Le scarpe da tennis bianche e blu
    seni pesanti e labbra rosse e la giacca a vento

    Oh ! Marta io ti ricordo così
    il tuo sorriso e i tuoi capelli fermi come il lago
    Lugano addio cantavi
    mentre la mano mi tenevi
    "Canta con me"
    Tu mi dicevi ed io cantavo
    di un posto che
    non avevo visto mai




    Tu, tu mi parlavi di frontiere
    di finanzieri e contrabbando
    mi scaldavo ai tuoi racconti

    "Eh mio padre sì," Tu mi dicevi,
    "Quassù in montagna ha combattuto !"
    Poi del mio mi domandavi

    Ed io pensavo a casa
    mio padre fermo sulla spiaggia
    le reti al sole i pescherecci in alto mare
    conchiglie e stelle
    le bestemmie e il suo dolore

    Oh ! Marta io ti ricordo così
    il tuo sorriso e i tuoi capelli fermi come il lago

    Lugano addio cantavi
    mentre la mano mi tenevi
    addio cantavi
    e non per falsa ingenuità
    tu ci credevi
    e adesso anch'io che sono qua

    Oh ! Marta mia addio ti ricordo così
    il tuo sorriso e i tuoi capelli fermi come il lago...
     
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  7. ErTigre
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    "Le pieghe del lenzuolo le ha stampate sulla pelle" la vita vissuta per dare un senso alla stessa, senza preoccuparsi di essere quello che non si è, quante riflessioni si potrebbero fare su un particolare, che solo un GRANDE come Ivan Graziani poteva trasformare in poesia.
    dal tubo


    una canzone passata quasi inosservata, invece ha una poesia immensa dentro di lei...
    dal tubo


    Musica e testo che fanno venire i brividi. Uno tra i pezzi piu' belli di Ivan... è da pelle d'oca...
    dal tubo
     
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  8. laura^
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    Antonello Venditti & Renato Zero - Foto di gruppo dedicata al grande Ivan Graziani

     
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  9. laura^
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    Antonello Venditti
    all'anagrafe Antonio (Roma, 8 marzo 1949), è un cantautore italiano.




    Cantautore italiano fra i più popolari e tra i più prolifici della cosiddetta Scuola Romana, dal 1972, anno del suo debutto discografico, ha condensato nel suo repertorio canzoni d'amore e d'impegno sociale.

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    Nasce a Roma nel quartiere Trieste (precisamente in via Zara 13). Figlio di una famiglia della medio-alta borghesia italiana: il padre molisano Vincenzino Italo, è un funzionario dello Stato che diventerà vice-Prefetto di Roma, la madre romana Wanda Sicardi, è insegnante liceale di latino e greco. Antonello vive la sua giovinezza all’insegna del formalismo e dell’assoluto rispetto per la famiglia. Viene avvicinato allo studio della musica giovanissimo. Già durante le scuole elementari, frequentate alla scuola XX settembre 1870 di via Novara, studia il pianoforte.[1] Nella canzone Mio padre ha un buco in gola descriverà in maniera sarcastica la sua famiglia: il padre, infatti, aveva subito una ferita alla gola nella Seconda guerra mondiale (un proiettile gli rimbalzò sulla fibbia della cinta e si conficcò nella sua gola), mentre della madre, insegnante di latino e greco, canta «mia madre è professoressa, o meglio è una professoressa madre, mi ha dato sempre 4 anche se mi voleva bene».

    Durante l'adolescenza ha problemi di obesità, arrivando a pesare 90 chili («ed io io crescevo bene, grasso come un maiale», canta sempre in Mio padre ha un buco in gola). A 14 anni, scrive le sue prime tre canzoni: Sora Rosa (la prima in assoluto), Lontana è Milano e Roma capoccia. Intanto frequenta il liceo Giulio Cesare, a cui rimarrà profondamente legato, tanto da dedicargli anni dopo una celebre canzone ("Giulio Cesare").

    Nel 1969 firma il suo primo contratto discografico con la IT di Vincenzo Micocci.

    L'occasione di presentare la sua musica in pubblico arriva alla fine degli anni sessanta con la partecipazione alle attività del celebre locale romano Folkstudio, assai importante per la formazione dei giovani autori e la crescita musicale della città (vi aveva suonato anche Bob Dylan nel 1962); così ricorda Giorgio Lo Cascio l'arrivo di Venditti: Antonello fece la sua comparsa un pomeriggio con un montgomery... aveva in mano un pezzo di carta con il testo di una canzone che aveva scritto: era "Sora Rosa", e a noi piacque molto. Antonello suonava il piano in un modo che non avevamo mai sentito, ed aveva una voce veramente eccezionale. [2].


    Nel suo libro, il cantautore scrive: Era un martedi quando staccai il primo passo dentro al Folkstudio di via Garibaldi e trovai un tale Francesco De Gregori che alternava composizioni sue a traduzioni di brani di Leonard Cohen e Bob Dylan. Mi presentarono Giancarlo Cesaroni, ovvero l'uomo-censura, grande boss, diviso fra sigaro, Ballantine's e corse dei cavalli. A fare i provini c'era la fila, decideva lui a insindacabile giudizio. In un angolo addossato al muro, malmesso e di schiena al pubblico, c'era un pianoforte che veniva usato solo in caso di jazz. Quasi non esisteva come strumento nell'immaginario collettivo. Gli suonai "Sora Rosa", "Roma capoccia" e "Viva Mao" e il capo sentenziò: "Puoi venire domenica". Lo spazio domenicale cominciava alle 14:30 e terminava quando noi decidevamo di far girare le chiavi. Ci chiamavamo poco fantasiosamente "I Giovani del Folk(studio)", ne facevamo parte io, De Gregori, Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano, i quattro ragazzi con la chitarra e il pianoforte sulla spalla finiti nella prima strofa di "Notte prima degli esami".[3]

    Nel 1971 Venditti debutta come autore: la It pubblica infatti il 45 giri del gruppo Le Impressioni, Il prete rosso, che sul lato B ha la canzone È la fine della vita, scritta da Venditti.

    Il debutto come cantautore [modifica]
    Complice un viaggio premio in Ungheria, a cui Lo Cascio rinuncia, Venditti e De Gregori decidono di costituire un duo, e riescono ad ottenere un contratto con la It di Vincenzo Micocci: il primo e unico album del duo, pubblicato nel giugno del 1972, porta l'enigmatico titolo di Theorius Campus, che è in realtà anche il nome del duo (non essendo presenti sulla copertina i nomi dei due cantautori): raccoglie alcune canzoni già presentate al Folkstudio, e per quel che riguarda Venditti alcune di queste entreranno in pianta stabile nel suo repertorio concertistico, come Ciao uomo (pubblicata anche su 45 giri, che entra anche in hit parade),[4], la celeberrima Roma capoccia e Sora Rosa, già registrata qualche mese prima (con alcune lievi differenze nel testo) da Edoardo De Angelis nel suo disco Il paese dove nascono i limoni, inciso insieme a Stelio Gicca Palli.

    Micocci decide di dare fiducia a Venditti, e gli propone la registrazione di un disco da solista, L'orso bruno, che viene pubblicato dalla It nell'aprile del 1973.

    De Gregori collabora al disco scrivendo insieme all'amico il testo di L'ingresso della fabbrica; il modello di riferimento è Elton John, e gli arrangiamenti delle canzoni, curati da Vince Tempera, si rifanno esplicitamente al lavoro effettuato da Paul Buckmaster con il cantautore britannico, specialmente nella title track o nella già citata L'ingresso della fabbrica (dove è addirittura presente all'inizio una citazione con il pianoforte di Your song di Elton John).

    Altri brani significativi dell'album sono E li ponti so' soli, cantata in dialetto romanesco, Lontana è Milano, storia di emigrazione, e Il mare di Jan, con la citazione nel finale dello slogan del '68 "C'est ne qu'un debut, continuons le combat" (questo è solo l'inizio della nostra lotta). Tra i musicisti che collaborano al disco da citare gli altri componenti, con Tempera, dei The Pleasure Machine, e cioè il batterista Ellade Bandini e il bassista Ares Tavolazzi.

    Nel corso del 1973 inizia la collaborazione e amicizia con Mia Martini, per la quale scrive due brani, Ma quale amore e Ruba.

    Passato alla casa discografica RCA e sotto la direzione artistica di Ennio Melis, Venditti realizza, Le cose della vita (1973), registrato da solo con il pianoforte e una tastiera eminent, in cui ripropone una versione molto più scarna dell'originale di E li ponti so' soli, una canzone già cantata da Patty Pravo, Le tue mani su di me, e sei brani nuovi, tra i quali particolarmente significativi sono, oltre alla title track, Il treno delle 7 e Mio padre ha un buco in gola, invettiva-sfogo sulla sua famiglia. Nello stesso anno Venditti diventa produttore di due dischi, La mia donna dell'amico Giorgio Lo Cascio e Blue morning del gruppo omonimo (in cui suona un giovanissimo Roberto Ciotti).

    Del 15 gennaio 1974 è un'esibizione al Teatro dei Satiri a Roma, dove propone la canzone A Cristo che gli vale una denuncia da un maresciallo delle Guardie di Pubblica Sicurezza presente in sala per vilipendio alla religione di stato, fu processato e condannato a sei mesi con la condizionale. Come racconta nel suo libro L'importante è che tu sia infelice, la frase contestata era "ammazzate Gesù Crì quanto sei fico". La parola "fico" fu considerata un'offesa. Ma la canzone è scritta tutta in dialetto e quell'aggettivo in romanesco è ritenuto un complimento. Questo però il Tribunale non lo considerò e il cantautore fu condannato a sei mesi con la condizionale.[7][8]

    Il 1975 è l'anno del suo matrimonio con Simona Izzo, e del successo di Lilly, con cui Venditti arriva al primo posto della hit-parade sia dei 33 giri che dei 45: in effetti questo è sicuramente l'album più completo tra quelli della prima fase della sua carriera, e affianca a canzoni in dialetto romanesco (Santa Brigida, orchestrata magistralmente da Giuseppe Mazzucca e Nicola Samale) ballate acustiche come Attila e la stella e canzoni ironiche come Penna a sfera (attacco di Venditti al giornalista di Ciao 2001 Enzo Caffarelli, che lo aveva attaccato dalle pagine del suo giornale).

    Per la prima volta appare una canzone sui ricordi del liceo, Compagno di scuola, mentre la title track è una storia di droga; completa il disco Lo stambecco ferito, una storia ispirata alle vicende di Felice Riva.

    Dopo un successo di vendite di tal genere è sempre difficile ripetersi, e il disco seguente, Ullalla, pubblicato ad ottobre del 1976, non ci riesce: in realtà il disco è molto bello, tenta di staccarsi musicalmente dal precedente (grazie soprattutto alla presenza di Ivan Graziani, che suona le chitarre e cura gli arrangiamenti), le canzoni affrontano tematiche importanti, come il compromesso storico in Nostra signora di Lourdes, o il disastro ambientale causato dall'Icmesa di Seveso il 10 luglio del 1976 con la fuga della nube tossica di diossina nella bella Canzone per Seveso.

    Venditti contatta un nuovo produttore, Michelangelo Romano (che ha già lavorato con Alan Sorrenti e Roberto Vecchioni), che gli fa firmare un nuovo contratto discografico con la Philips, e contatta di nuovo Stradaperta, gruppo con cui aveva collaborato ai tempi di Lilly, e registra Sotto il segno dei pesci (1978, con cui ritorna al primo posto sia nelle classifiche dei 45 giri che dei 33) e Buona Domenica (1979).


    Nel 1982 fonda una sua etichetta, la Heinz Music, distribuzione Ricordi (poi Bmg), con cui ha pubblicato negli anni ottanta: Sotto la pioggia (1982), Cuore (1984), Venditti e segreti (1986) al sax in tre brani partecipa Enzo Avitabile. Importante è anche il live registrato al Circo Massimo di Roma nell'ambito dei festeggiamenti del secondo scudetto giallorosso, Circo Massimo (1983), che contiene due inediti: Grazie Roma e Circo Massimo. Nel 1984 Venditti organizza un secondo concerto al Circo Massimo per seguire la finale di Coppa dei Campioni della Roma, trasmesso in diretta televisiva. Nel 1985 esce un doppio live intitolato Centocittà, con un solo inedito: Centocittà. Il video di questo brano ha come protagonista Carlo Verdone da sempre amico del cantautore e che in futuro suonerà più volte la batteria nei dischi di Venditti: Rocky, Rambo e Sting (1986), In questo mondo di ladri (percussioni, 1988), Benvenuti in Paradiso (1991), Tutti all'Inferno (Voce iniziale e batteria, 1995) e Comunisti al sole (2007). Suonerà spesso anche in diversi concerti. Nel 1986 Venditti compone le colonna sonora di un film di Verdone intitolato Troppo forte.

    Il cambiamento di sonorità Nel 1988 ottiene un grande successo di vendite con l'album In questo mondo di ladri contenente la canzone omonima ed altre due hit 21 modi per dirti ti amo, Ricordati di me che negli anni a venire sarà sempre presente nei concerti di Venditti, quest'album insieme al precedente, segna un punto di svolta nello stile di Venditti, con un mutamento di sonorità che da un lato mette sempre più in secondo piano il pianoforte (dal tour del 1986 il cantautore prende l'abitudine di cantare per quasi tutto il concerto in piedi, mentre in precedenza si accompagnava suonando il piano), e dall'altro evidenzia sempre più la parte ritmica negli arrangiamenti delle canzoni.

    « Enrico, se tu ci fossi ancora, ci basterebbe un sorriso per un abbraccio di un'ora...qui tutti gridano, qui tutti noi siamo diversi, ma se li senti parlare sono da sempre gli stessi. Quante bugie, quanti segreti in fondo al mare... »
    (Antonello Venditti, Dolce Enrico, 1991)

    È del 1991 l'album Benvenuti in Paradiso, di cui va ricordata la canzone Dolce Enrico dedicata ad Enrico Berlinguer, il segretario del PCI morto nel 1984. Nel videoclip di Alta marea (cover di Don't Dream It's Over dei Crowded House), diretto da Stefano Salvati appare Angelina Jolie. A Benvenuti in Paradiso segue un lungo tour negli stadi di tutta Italia, nel 1992 escono un doppio disco live e un video intitolati Da San Siro a Samarcanda con le registrazioni di questi concerti.[9] C'è un solo inedito che si chiama L'amore insegna agli uomini. Durante il concerto a San Siro avviene il collegamento in diretta con Samarcanda, trasmissione di Rai 3 condotta da Michele Santoro. Venditti esegue Modena insieme a Gato Barbieri.

    « ...sole caldo e sangue rosso sull'asfalto. È il cuore di Palermo che adesso vola in alto... »
    (Antonello Venditti, Eroi minori, 1995)

    Nel 1995 è la volta di Prendilo tu questo frutto amaro[10] pubblicato anche in spagnolo col titolo "Cada instante". Tra le canzoni più importanti di questo album va ricordata Eroi minori, dedicata alla scorta di Giovanni Falcone.

    « ...piccola, grande, amara e dolce Roma, c'è tutto il mondo chiuso dentro te... »
    (Antonello Venditti, Ho fatto un sogno, 1997)

    Antonello nel paese delle meraviglie è del 1997, album con il quale Antonello rivisita con una orchestra sinfonica, diretta da Renato Serio alcuni dei suoi successi e contenente anche il brano inedito Ho fatto un sogno, scritto con Ennio Morricone e Sergio Bardotti. Il disco è stato pubblicato in edizione limitata con copie numerate, stampate su carta filigranata.

    « ...c'è un bene più profondo nascosto dentro me, dentro te... »
    (Antonello Venditti, In questo mondo che non puoi capire, 1999)

    L'8 marzo 1999, festeggia all’università La Sapienza di Roma i suoi 50 anni, e con l'occasione ritira il diploma di Laurea in Giurisprudenza, conseguita nei primi anni '70. Nel 1999 esce Goodbye Novecento dove trovano spazio anche Su questa nave chiamata musica dedicata a Fabrizio De André e La coscienza di Zeman dedicata al noto allenatore di calcio. Il videclip del primo singolo estratto da questo disco, In questo mondo che non puoi capire è stato girato dal regista di Train de vie, Radu Mihăileanu.[11] La copertina raffigura il firmamento al debutto del XXI secolo attraverso la rielaborazione di una suggestiva immagine antica; gli astri sono nei segni zodiacali come, idealmente, visibili da Roma allo scoccare del 2000.

    Gli anni 2000
    Che fantastica storia è la vita è il titolo del disco che esce nel 2003, in cui Venditti si riavvicina alle sonorità del passato e torna a cantare con Francesco De Gregori nel brano Io e mio fratello. In quest'album sono contenute anche Lacrime di Pioggia, dedicata al padre scomparso e Ruba scritta negli anni settanta per Mia Martini. Viene premiato al Fivizzano Music World il 7 settembre 2003: ritira il "Premio Musica e Poesia" per la particolarità e la ricercatezza dei suoi testi e delle sue musiche.
    Nel 2004 riceve un importante riconoscimento: il Premio Lunezia, "per l'emozione poetica dell'album Che fantastica storia è la vita".[
    Sempre nel 2004 esce Campus Live, album dal vivo, registrato durante le prove del tour negli studi di Cinecittà Campus, che contiene anche un brano inedito Addio mia bella addio, registrato in studio. È una canzone popolare italiana, cantata dai soldati. Ho ritrovato un mio antico provino del 1974 (Antonello aveva inciso un pezzo in cui cantava il solo ritornello, ndr) in cui cantavo "Addio mia bella addio", una canzone dei soldati italiani sul Carso, nata per la verità da una poesia del 1848 (di Carlo Alberto Bosi, il riferimento è la battaglia di Curtatone e Montanara ndr). Poi mi sono accorto che una canzone popolare anglo-americana, "Waltzing Matilda", ritrovabile anche in Australia e rifatta anche da Tom Waits, ha lo stesso ceppo sonoro di "Addio mia bella addio". Mi ci sono ficcato dentro e ne ho dato la mia versione, riscrivendone il testo.[18] Nella canzone ci sono molti riferimenti all'attualità, in un'intervista il cantautore ha detto di aver iniziato a scrivere questa canzone dopo la strage di Nasiriya. A metà canzone c'è la voce di una donna che recita in inglese una preghiera buddhista.

    Segue un lungo tour che dura oltre un anno.[19] Insieme al disco c'è anche un DVD registrato sempre durante le prove.

    Nel novembre 2006 esce la sua antologia più completa, un cofanetto di 3 CD intitolato Diamanti che rimane nella classifica dei dischi più venduti per quasi un anno vendendo oltre 250.000 copie.[20]


    Il16 novembre 2007 esce il suo nuovo lavoro Dalla pelle al cuore, contenente nove canzoni inedite anticipato già in radio il 12 ottobre 2007 dal singolo omonimo.
    Da ricordare Tradimento e perdono, dedicata ad Agostino Di Bartolomei, ex capitano della A. S. Roma, amico di Venditti, che si tolse la vita sparandosi un colpo di pistola al cuore il 30 maggio 1994. Sempre in questa canzone vengono ricordati anche Luigi Tenco e Marco Pantani. Di questo brano Venditti dice: ...Anche il suicidio è un tradimento, alla vita però. L’ho scritta il 30 maggio, anniversario della morte di Di Bartolomei, e del giorno in cui la A. S. Roma perse nell’84 la Coppa dei Campioni. Può avere valore anche per me, è una canzone preventiva; io penso che uno che ha successo, abbia diritto a più amore che non una persona normale: a volte, quando finisce la tua importanza, una parola può bastare.[23] Altro pezzo molto importante, che Venditti ha definito il cuore del disco è Giuda. Il cantautore la spiega così: ...figura simbolo del nostro tempo. Ho scritto questo brano come se fossi Giuda, così solo, abbandonato nell'inferno - ha spiegato Venditti - anche se poi, dall'altra parte, c'è la stessa solitudine di chi ha dato la vita per noi, perché questo nostro tempo è quanto di più lontano possa esserci dalla cristianità.

    2009
    Nel mese di febbraio il doppio cd antologico Le donne (2009), subito nelle prime posizioni delle hit parade.

    Il 6 ottobre viene pubblicato il suo romanzo autobiografico intitolato L'importante è che tu sia infelice incentrato sulla figura dominatrice di sua madre. «Il titolo del libro è una frase che mi diceva sempre mia madre – ha detto Venditti - È stata una figura molto severa, anche se questo libro alla fine la assolve.


    Il 31 dicembre 2009 canta davanti al Colosseo per il Capodanno di Roma[37][38] davanti a oltre 100mila persone.
     
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  10. ErTigre
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    CITAZIONE (laura^ @ 1/12/2010, 14:16) 
    Durante il concerto a San Siro avviene il collegamento in diretta con Samarcanda, trasmissione di Rai 3 condotta da Michele Santoro

    Venditti è il classico cantautore che fa politica e che a differenza di altri (tipo Vecchioni o Guccini) mi sta sui cosiddetti proprio per questo ;)

    Nonostante questo apprezzo molte delle sue canzoni.. e tra quelle del dopo duemila.. preferisco decisamente.....
    CITAZIONE (laura^ @ 1/12/2010, 14:16) 
    Che fantastica storia è la vita è il titolo del disco che esce nel 2003, in cui Venditti si riavvicina alle sonorità del passato

     
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  11. marina.1
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    Tutta per Mario... :P
     
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  12. ErTigre
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    CITAZIONE (marina.1 @ 2/12/2010, 06:34) 
    Tutta per Mario... :P

    Grazie :wub: ma allora meglio questa ;) :P .....:
     
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  13. laura^
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    la mia preferita di Venditti e' questa :rolleyes:
     
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  14. laura^
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    Umberto Bindi



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    Nato a Bogliasco, vicino a Genova il 12 maggio 1932,
    insieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli, Fabrizio De André e Luigi Tenco è uno dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.
    Bindi in particolare è quello meglio preparato musicalmente, e la sua propensione per una melodia elegante e per arrangiamenti sontuosi lo avvicinano ai cantanti da classifica. Le sue migliori composizioni hanno i testi di un concittadino, il paroliere Giorgio Calabrese
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    Con lui dà vita ad Arrivederci (1959), alla toccante Il nostro concerto (1960), in cui mette a frutto i suoi studi in una magnifica introduzione strumentale lunga più di 70 secondi, alla splendida Vento di mare, piena del mare della Liguria, e a Non mi dire chi sei (Festival di Sanremo 1961). Con l'amico Gino Paoli scrive Il mio mondo, Un ricordo d'amore e L'amore è come un bimbo. Con Franco Califano e Nisa scrive La musica è finita (1967) per Ornella Vanoni, e quindi Per vivere (1968) per Iva Zanicchi.

    Col tempo incontra sempre maggiori difficoltà nell'ambiente musicale, in parte per la scarsa richiesta di compositori dotati del suo tocco raffinato, ma soprattutto a causa della discriminazione dovuta alla sua omosessualità. Come raccontò egli stesso al Sanremo del 1996 i suoi problemi cominciarono su quello stesso palco, nel 1961, quando i giornali parlarono non della bellissima melodia che aveva scritto ma dell'anello che portava al dito.
    Attiva la collaborazione con il paroliere Alberto Testa,tra le canzoni composte insieme Basta una volta e Riviera (1961).
    Nel 1972 pubblica per la Durium il LP Con il passare del tempo, con arrangiamenti di Bill Conti. La prima canzone dell'album, Io e la musica, con testo di Bruno Lauzi, è una canzone autobiografica, in cui parla della musica che ha alleviato i suoi dolori. In essa torna il tema de Il nostro concerto.
    Nel 1973 l’amico e paroliere Giorgio Calabrese scrive per lui un programma in onda sul secondo canale della Rai, intitolato come l’ultimo suo LP che va a presentare, Con il passare del tempo. In questo programma, della durata di 38 minuti, Bindi conversa con lo stesso Calabrese parlando del suo carattere "non proprio popolaresco", dicendo che neppure il night club gli è congeniale; parla di come ha affrontato il passare del tempo, e dice che il suo discorso in musica non è finito, e vuole che lo lascino parlare e soprattutto che ci sia qualcuno disposto ad ascoltare. La conversazione è pretesto per eseguire alcuni dei brani contenuti nel disco.
    Nell'estate del 1974 trascorre alcuni giorni a Baia Domizia, dove c'è anche l'amico Lucio Dalla.
    Nel 1975 la sua vita è sconvolta dalla tragica e controversa morte dell'amatissima madre, uccisa da un colpo di fucile sparato accidentalmente da un conoscente, mentre Bindi era fuori per lavoro, nella villa affittata sei mesi prima a Rocca di Papa (Roma).

    Nel 1982 viene pubblicato l'album D'ora in poi: il poeta Sergio Bardotti scrive i testi dell'album, lo realizza e lo produce.

    Degna di nota la partecipazione, insieme con Gino Paoli, al programma Rai Cantautori e… condotto da Bruno Lauzi nel 1986: il tema della puntata, in cui Bindi esegue Riviera, e Io e il mare, è appunto il mare.

    Nel novembre 1993 con l'amico Bruno Martino, autore con lui negli anni Sessanta della canzone Storia al mare, al teatro Flaiano in Roma tiene venti serate di uno spettacolo chiamato "Due vite e un pianoforte", con la regia di Walter Manfrè. Viene realizzato un cd, in vendita solo al teatro durante i concerti, dal significativo titolo di Il 'nostro' concerto.
    Incontra Renato Zero che ascolta le tante musiche che Bindi aveva nel cassetto e decide di produrre un disco. Bindi partecipa così a Sanremo 1996 con la canzone Letti con i New Trolls, pubblicando il CD Di coraggio non si muore. Sempre in quell'anno esce l'antologia Il mio mondo, incentrata sempre e solo sui brani degli anni Sessanta.
    Nel 2000 BMG Ricordi e Ricordi pubblicano Umberto Bindi, un doppio CD della serie "Flashback: I grandi successi originali". L'album, inizialmente venduto solo nei cataloghi per corrispondenza, dopo la scomparsa del musicista appare anche nei negozi musicali. Anche questo CD contiene solo la prima produzione del compositore.



    Edited by laura^ - 6/12/2010, 10:28
     
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  15. ErTigre
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    CITAZIONE (laura^ @ 6/12/2010, 10:04) 

    Umberto Bindi


    Con Franco Califano e Nisa scrive La musica è finita (1967) per Ornella Vanoni

     
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81 replies since 25/11/2010, 22:12   986 views
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