L'omicidio di Melania...

Idea lanciata in tag da Marina1..

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  1. marina.1
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    Mi sembra così stupido da essere quasi credibile.
    E' troppo cretino crearsi un alibi così facilmente verificabile, dire bugie tanto verificabili...è veramente un lieve disabile mentale o che?
     
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  2. laura^
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    21/06/2011 - IL CASO
    Melania, marito indagato per omicidio
    ROMA
    E alla fine, per gli inquirenti, il cerchio s'è chiuso. Salvatore Parolisi, il marito di Melania Rea, la ventinovenne di Somma Vesuviana scomparsa il 18 aprile a Colle San Marco, vicino Ascoli Piceno e ritrovata morta due giorni dopo nei boschi del Teramano, è stato iscritto sul registro degli indagati per omicidio volontario.
    Pochi giorni fa il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli, Colonnello Alessandro Patrizio, aveva anticipato: «Noi abbiamo raccolto nuovi elementi sulla vicenda, legati in particolare a quanto accaduto il 18 aprile, con dei riscontri che ora sono al vaglio dei magistrati. Saranno loro a decidere, confrontandoli agli elementi precedentemente verificati, che cosa fare e in quale direzione agire». L’ufficiale dell’Arma non aveva confermato direttamente il fatto che questi nuovi elementi andassero a rafforzare la pista già battuta da tempo dagli investigatori, e cioè quella delle presunte responsabilità nell’assassinio del marito di Melania, il caporalmaggiore Salvatore Parolisi, ma aveva sottolineato: «Altre ipotesi investigative, come quella dell’operato di mostri o di omicidi o criminali occasionali, non trovano riscontri».

    Il comandante provinciale inoltre, era tornato a ribadire che per lui «la zona dove il cadavere è stato rinvenuto è compatibile con il luogo del delitto». Intanto, lo stesso caporalmaggiore Parolisi, aveva confermato che il telefonino trovato nell’area del campo sportivo di Folignano - paese nel quale il militare viveva con la moglie e la figlia di 18 mesi fino al 18 aprile scorso - era di sua proprietà, e che lui lo usava che chiamare Ludovica Perrone, la sua amante di Sabaudia, e soldatessa da lui addestrata nella caserma Clementi di Ascoli, che ora è in servizio come carrista a Lecce.

    stampa.it
     
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  3. Markettino76
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    Era ora....
     
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  4. marina.1
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    Continuerà a cogliere margheritine?
     
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  5. laura^
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    Melania assassinata con la tecnica militare
    “assalto alla sentinella”
    L'interrogatorio del marito Salvatore Parolisi, indagato
    per omicidio, è previsto per oggi

    www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=153781&sez=HOME_INITALIA
     
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  6. laura^
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    IL GIALLO DI TERAMO
    La Procura chiede l'arresto di Parolisi

    http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/a...lo/lstp/411691/
     
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  7. Cettinina
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    La storia - Il personaggio usato per preparare la bambina ad affrontare la realtà

    Il Tarzan dei cartoon e la foto
    della mamma per salvare Vittoria


    Gli psicologi, lo zio e i nonni: la nuova vita della piccola Parolisi. Le telefonate dal carcere del padre


    SOMMA VESUVIANA - In un angolo della memoria, si porterà Tarzan sempre appollaiato. E forse un giorno non saprà più il perché. L'ha consigliato la psicologa a nonni e zii, la sua famiglia da quando mamma Melania è stata ammazzata e papà Salvatore incarcerato con l'accusa di esserne l'assassino: «Dovete spiegarle qualcosa prima che vada al nido, prima che gli altri bambini le parlino: provate col cartone animato». Al nido, Vittoria andrà solo tra un anno: ma zio Michele, il fratello di mamma che fa l'aviere ed è il pilastro di casa Rea in questo infinito terremoto emotivo, è andato già a comprarle il dvd disneyano del 1999, quello con le splendide musiche di Phil Collins e il cattivo ghepardo Sabor, nemico del re della giungla. Le spiegheranno che un cucciolo d'uomo, coraggioso come lei, può perdere i genitori ed essere allevato da una famiglia di scimmie, amorevoli come loro.


    Michele ha preso il film con grande anticipo per prepararsi, entrare nella parte senza il rischio di scoppiare a piangere davanti alla bambina: «Si tratta di gestire una normalità che non sarà mai normale. Guardi Vittoria che cresce ogni giorno, e ogni giorno ti chiedi cosa avrebbe detto Melania, cosa avrebbe fatto Melania al posto nostro». Tutto, nella palazzina gialla di via Pomintella dove vive da sempre la famiglia d'origine di Melania Rea, sta in bilico attorno a questo scricciolo col caschetto castano, che ogni tanto esce stretta alla mano di nonna Vittoria per andare a fare la spesa, torna e l'aiuta a spolverare con lo straccetto, «come una bambina grande». Vittoria è un nome del destino per le donne di famiglia. Si chiama Vittoria la madre di Melania, che adesso fa da mamma alla bambina. Si chiama Vittoria la madre di Salvatore Parolisi, chiuso nel carcere di Castrogno in attesa di una decisione della Cassazione. Tra qualche giorno la corte dovrebbe pronunciarsi sull'istanza di liberazione: alla sola ipotesi, dolore puro in casa Rea, pura speranza in casa Parolisi, tensione attorno alla bambina presa in mezzo a questa sorda appendice d'una tragedia.

    In casa Rea, da nonno Gennaro e nonna Vittoria, che ne hanno chiesto l'affido temporaneo, la piccola Vittoria mima la normale vita d'ogni giorno di una bambina che il 16 ottobre compirà due anni. Ma, appunto, la mima: la normalità non può abitare con lei. Si sveglia presto, nella culla accanto al lettone, «nonna, andiamo a mangiare!». Mangiare le piace tanto, la pastasciutta a pranzo tantissimo. Ogni mattina, guarda la foto della madre su una colonnina in salone e la bacia, «ciao, mamma», le dice: subito però passando oltre, senza più la fitta di vuoto degli inizi, come se davvero la mamma fosse ormai quella foto , presente in altra forma. Casa Rea è il santuario di mamma Melania, un santuario da cui papà Salvatore è stato ovviamente cancellato. Lei, la piccola Vittoria, ne è la vestale inconsapevole. Ha per stanza dei giochi l'antica cameretta da ragazza di sua madre, identica a com'era: e lì, della madre, ritrova i poster, la musica, i peluche e soprattutto quel gran cagnone con gli occhi acquosi, che era il suo pupazzo preferito. Al cagnone canticchia la Ninnananna degli animaletti, dorme ogni bimbo/ di questo mondo , mentre nonno Gennaro si tiene in forma correndo sul tapis roulant lì accanto e a volte, certo, le parla della mamma, quasi senza accorgersene.


    Pure Melania cantava sempre, cantava con lei, quando lei era così piccola che non sa più se è successo davvero, ma è successo eccome, tutto quest'amore attorno sta a ricordarle appunto un ricordo che non ha. In giardino, tra piscina, altalena e cavallo a dondolo, le hanno montato la cucina di plastica che Melania le aveva comprato prima di Pasqua e che non ha fatto in tempo a regalarle: «da mamma per te». I cuginetti Imma e Peppe con cui rincorrersi strillando e la macchina elettrica di Peppe da espropriare a furia di capricci sono forse le sole varianti che, non derivando dalla vita di sua madre, la allontanano davvero da questo mondo provvisorio che la protegge e pure la imprigiona.

    Tutta Somma Vesuviana, quarantamila anime spalmate tra periferie vulcaniche, imprigiona del resto premurosamente la casa di via Pomintella e ha già condannato il papà di Vittoria, «che nei bar chiamano solo O'piezz'emmè, non serve tradurre», ci spiega Carmela Davino, anima del locale quotidiano online Il Mediano . Nulla può essere normale, nel cuore straziato di nonno Gennaro quando, attento a non farsi sentire, si sfoga: «Glielo diremo eccome, chi era suo padre». Nulla, perfino nella saggezza lungimirante di zio Michele, quando invece dice: «Da grande dovrà sapere che fino all'ultimo non abbiamo creduto un assassino il padre». Nulla può essere normale, infine, un giorno a settimana, quel giorno , quando la vita di Vittoria viene rovesciata come un calzino.


    Alla porta dei Rea bussa zia Franca, la sorella bella e forte di papà Salvatore, tra i cui capelli bruni lui nascose volto e vergogna il giorno del funerale. «Mi succedesse qualcosa, pensa tu a mia figlia», le raccomandò mamma Melania come in una premonizione. «Cose che si dicono tanto per dire», minimizzano i Rea. Lei ha trovato un accordo difficile con zio Michele, e perciò suona adesso il campanello. Dicono i Rea che ormai Vittoria piange quando zia Franca la porta via, abituata com'è a via Pomintella; ma bisognerebbe sentire cosa dicono i Parolisi, che invece non parlano mai. Mezz'ora di macchina con la zia, e Vittoria è a Frattamaggiore, nella più umile casa dei nonni paterni, in un mondo alla rovescia dove resta un giorno e una notte alla settimana e dove tutto quello che vale a Somma qui non può valere. Perché qui suo padre non è stato cancellato, anzi. Le telefona puntuale dal carcere, le sussurra qualche coccola: sa solo Dio trovando dove la forza, con l'anima senza centro di gravità che si ritrova e lo porta un giorno a scrivere dalla cella invocando il perdono di Melania e un altro giorno a riscrivere promettendo eterno amore a Ludovica, la ragazza per la quale s'è perduto. Tornando a via Pomintella dopo ventiquattr'ore così, Vittoria trova ad attenderla cioccolatini e caramelle, giochi e braccialetti, centrini e camicette, un bazar di doni spedito qui per lei da tutta Somma ma anche da New York, da mezza Napoli ma anche dal Canada o dalla Germania: orfana adottata dal mondo. A passettini veloci attraversa la sala. E saluta con una bacio la foto sulla colonna, la sua mamma.

    Goffredo Buccini - Corriere della sera
     
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  8. marina.1
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    Pensare che tutto questo è stato provocato, come pare, per non cedere parte di centomila miserabili euro....mi fa ancora più orrore!
     
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  9. patna
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    Che squallore
     
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  10. Cettinina
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    Parolisi vuole rivedere sua figlia
    Ma la famiglia di Melania si oppone


    L'avvocato a Mattino5: «È un suo diritto»


    MILANO - Salvatore Parolisi vuole rivedere sua figlia Vittoria. Anche nel carcere di Teramo, dove è detenuto con l'accusa di aver ucciso la moglie. La piccola, che ha solo due anni, è stata affidata ai genitori di Melania Rea. Che non hanno alcuna intenzione di condurre la piccola dietro le sbarre: «Salvatore Parolisi vuole salvaguardare nell'armonia di tutti i famigliari il bene della figlia. Fino a prova contraria è il padre e ha la patria potestà. Ha pieno diritto di vedere la bambina così come Vittoria ha il pieno diritto di vedere il padre e i nonni materni e paterni». L'avvocato Nicodemo Gentile si è fatto portavoce dei desideri paterni. E intervistato da Mattino Cinque ha ribadito la necessità di trovare un accordo al più presto con la famiglia: «Al di là delle responsabilità penali, deve essere una gestione della bambina equilibrata e serena. Il bene della bambina deve essere prioritario per tutti», ha proseguito l'avvocato. «Salvatore ha parlato con la bambina al telefono. Come tutti i padri è innamoratissimo della sua bambina. Quella con Vittoria è una telefonata che crea molta emozione e gli dà quella forza di combattere contro un'accusa facile ed ingiusta», ha concluso Gentile.

    LA FAMIGLIA REA SI OPPONE - Alla trasmissione di Canale 5 è intervenuto telefonicamente anche il fratello di Melania Rea, Michele, che ha ripetuto di non aver più nessun contatto con il cognato: «Siamo distrutti, Melania ci manca ogni giorno di più però ringrazio mia sorella per averci lasciato un dono meraviglioso come Vittoria che è l'unica cosa che ci fa andare avanti e ci tiene uniti come famiglia ma anche nel dolore». Il fratello di Melania si è assunto la responsabilità di parlare a nome della famiglia della vittima dell'omicidio di Colle San Marco: «Vittoria sta crescendo benissimo a mio parere, ma è sicuro che sarebbe cresciuta meglio con sua mamma. Bisogna preservarla da tutto quello che sta succedendo. Da tutto questo strazio. Ho tatuato sul mio corpo un rosario con il nome di mia sorella. L'ho fatto per lei perché il tatuaggio è indelebile come è indelebile il ricordo di lei nel cuore e nella testa».

    LA PREGHIERA DELLA FIGLIA - In un intervista a Rai1, la madre di Parolisi ha invece raccontato della nipotina e delle sue preghiere affinché il padre venga liberato: «Gesù fammi tornare papà», sussurrerebbe la bambina, che naturalmente soffre molto per tutta questa drammatica situazione. Col padre riesce soltanto a parlare, telefonicamente, e una volta alla settimana. «Salvatore è molto contento di sentire la bambina - ha spiegato la donna riferendosi ai colloqui telefonici con il figlio -. Lei gli dice "papà ti voglio bene, ti ho nel cuore, quando torni papà?". È una bambina che sa parlare». Ricordando la visita fatta in carcere al figlio la donna ha detto che Salvatore le ha confermato di essere innocente, e che «prima o poi» uscirà di prigione. Riguardo alla relazione con la soldatessa Ludovica la madre di Parolisi ha riferito che «non gliene importa nulla di quella, lui teneva a Melania».


    Corriere della sera
     
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  11. marina.1
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    Penso che se amasse davvero la figlia, le eviterebbe l'esperienza di vedere il padre in carcere.,..sperando che le abbia evitato di vedere quella del padre che uccide la madre.... Ma divento sempre più colpevolista!
     
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  12. patna
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    CITAZIONE (Cettinina @ 15/9/2011, 20:02) 
    Riguardo alla relazione con la soldatessa Ludovica la madre di Parolisi ha riferito che «non gliene importa nulla di quella, lui teneva a Melania».


    Corriere della sera

    Mercoledì sera ho visto "chi l'ha visto?" e dalle intercettazioni telefoniche che hanno trasmesso non era questa l'impressione -
     
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  13. marina.1
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    Infatti....Tanto più che ha tentato di scriverle anche dal carcere dicendole di aspettarlo...all'inferno, direi!
     
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  14. marina.1
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    Melania, Parolisi resta in carcere
    La Cassazione dà ragione al Riesame

    Salvatore Parolisi, accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea, resta in carcere. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Cassazione respingendo il ricorso presentato dalla difesa del caporal maggiore
    che chiedeva di ribaltare l'ordinanza del Tribunale del Riesame dell'Aquila dello scorso 23 agosto. La difesa di Parolisi, rappresentata da Valter Biscotti, puntava molto su una prova che, a suo dire, avrebbe scagionato il caporal maggiore accusato di aver ucciso lo scorso 18 aprile la moglie nel bosco di Ripa di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. In pratica, secondo la difesa di Parolisi, l'uomo non avrebbe ucciso perchè quel giorno indossava una maglia a maniche corte mentre le indagini hanno refertato sulla coscia destra di Melania una striscia di sangue che sarebbe stata lasciata da un polsino di un indumento a manica lunga con zigrinature. Una tesi difensiva che la Cassazione bocciando il ricorso non ha condiviso.
    da Il Mattino.it
    Lunedì 28 Novembre 2011 - 11:52 Ultimo aggiornamento: 20:06
     
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  15. patna
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    Francamente io tutto sto fascino in Parolisi non lo vedo - avrà anche il fisico atletico - ma quando apre la bocca è veramente agghiacciante - un vero e proprio campione di ignoranza e volgarità - oltretutto è anche estremamente presuntuoso -
     
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40 replies since 25/5/2011, 10:01   319 views
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