10 righe.

Scrivete 10 righe di un libro che vi è piaciuto

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  1. lonely62
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    Tempo fa, io ascolto spesso deejay, andava in onda con Linus, un programma di Daria Bignardi, intitolato 10 righe.
    Invitava gli ascoltatori a mandare un brano, 10 righe appunto, di un libro letto, che aveva fatto riflettere, sognare, interessare o che semplicemente era piaciuto.
    V'invito a fare altrettanto. Vi assicuro che è un ottimo spunto per leggere dei nuovi libri, oltre a un potente scambio culturale!
    Spero tanto che l'idea vi piaccia. :rolleyes:
    Inizio col postarne uno qui di seguito.
    E' un libro d'Amore, sì con la A maiuscola. :inlove.gif:
    Con questo libro è iniziato il mio di Amore, e anche se ora è finito, lo ricordo sempre con tanta nostalgia.
    Il brano riportato è la descrizione del ballo di un tango, Tango to Evora (una canzone di loreena McKennitt)


    "Il ritmo le è entrato nelle vene, nelle arterie, nei vasi comunicanti, non ha lasciato spazi liberi. Floreana ha abbassato le sue barriere protettive e Flavian le varca quasi fosse il suo nemico o peggio il suo costruttore. Una volta chiusi gli occhi, l’estasi spazza via tutto ciò che esiste: palestra Albergo, persone, isola, tutto quanto non sia la mano che scende sui suoi fianchi, stringendola forte, attirandola, un bacino che rotea impellente indagando il suo opposto, che si specchia nel suo fino a sentirlo combaciare, fino ad avvolgerlo in un’unione di fuoco, lingue di una dimensione altra che nessuno può controllare, che nessuno ha pianificato o ha previsto. E’ marmo che si scioglie, trasformato dal ballo delle seduzione in materia malleabile per membra fino a ieri soggiogate. Sono diventati due corpi infuocati, due corpi che si invocano nel più duro, nel più febbrile e delirante degli abbracci, cercandosi voraci, rapiti da una necessità eterna fino all’incontro, e finalmente si fondono, nel suono d’amore di un tango che non è tango ma strazio di donna. Ed Evora li fece ardere come mai prima di allora. A tal punto avevano bisogno l’uno dell’altra."
    L’albergo delle donne tristi di Marcela Serrano
     
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  2. patna
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    Una splendida idea :)
     
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  3. dango
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    da Gomorra di Roberto Saviano

    Si muore per un sì e per un no, si dà la vita per un ordine e una scelta di qualcuno, fate decenni di carcere per raggiungere un potere di morte, guadagnate montagne di danaro che investirete in case che non abiterete, in banche dove non entrerete mai, in ristoranti che non gestirete, in aziende che non dirigerete, comandate un potere di morte cercando di dominare una vita che consumate nascosti sotto terra, circondati da guardaspalle. Uccidete e venite uccisi in una partita di scacchi il cui re non siete voi ma coloro che da voi prendono ricchezza facendovi mangiare l'uno con l'altro fin quando nessuno potrà fare scacco e ci sarà una solo pedina sulla scacchiera. E non sarete voi. Quello che divorate qui lo sputate altrove, lontano, facendo come le uccelle che vomitano il cibo nella bocca dei loro pulcini. Ma non sono pulcini quelli che imbeccate ma avvoltoi e voi non siete uccelle ma bufali pronti a distruggersi in un luogo dove sangue e potere sono i termini della vittoria. È giunto il tempo che smettiamo di essere una Gomorra...
     
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  4. #Cristina#
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    Una delle tante idiozie assurte a dignità proverbiale, e contro le quali la scienza vanamente si batte, è l'opinione che i gatti siano falsi. E' escluso che il gatto si sia procacciato questa fama per il modo circospetto con cui si accosta alla preda, perchè anche le tigri e i leoni usano la stessa identica tattica. D'altra parte al gatto non si rimprovera di essere sangunario, benchè, al pari di quegli altri animali feroci, anch'esso uccida la preda mordendola. Non conosco alcun comportamento specifico del gatto per cui lo si potrebbe definire "falso". Sulla faccia di pochi animali il conoscitore può in ogni istante leggere così chiaramente lo stato d'animo come nel gatto: si capisce sempre ciò che gli passa per la testa, e sempre si può sapere quel che ci si deve attendere da lui nel prossimo istante. Come è inconfondibile la sua espressione di fiduciosa cordialità, quando volge all'osservatore il suo musetto liscio con le orecchie dritte e gli occhi bene aperti, come si traduce immediatamente nella mimica dei muscoli del muso ogni ondata di eccitazione, ogni moto di paura o di ostilità!

    (Konrad Lorenz - "L'anello di re Salomone)
     
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  5. laura^
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    Alessandro Baricco, Novecento



    Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa... e la vedeva.
    È una cosa difficile da capire.
    Voglio dire... Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi... Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo... la vedeva.
    Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte... magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni... alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare... e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l'America.
    Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l'aveva fatta lui, l'America
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  6. leon27
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    Ciaula scopre la luna (Pirandello)

    Ciaula carico andava su e giù per la lubrica scala sotterranea, erta, a scalini rotti (…) cosa strana; della tenebra fangosa delle profonde caverne, ove dietro a ogni svolto stava in agguato la morte,
    Ciàula non aveva paura; né paura delle ombre mostruose, che qualche Lanterna suscitava a sbalzi lungo le gallerie, né del subito guizzare di qualche riflesso rossastro qua e là in una pozza: sapeva dov’era; toccava con la mano in cerca di sostegno le viscere della montagna e, senza che ne avesse chiara coscienza, se ne sentiva confortare.
    Ciaula era un carusu, un ragazzino, usciva dalla miniera di zolfo e si commuoveva alla vista della luna, quella traditora che ti illude, quando e piena al sorgere sembra enorme e magnifica ma quando splende alta nel cielo diventa piccolina e insignificante, il cielo è più bello senza la sua luce che oscura le timide stelle
    Ciaula era talmente abituato alle fatiche della miniera che stava bene soltanto sottoterra, dove conviveva con le tenebre delle profonde caverne e non aveva paura. Egli, invece, si smarriva tra le cose del mondo quando il buio tiepido le copriva. E una notte che fu costretto a lavorare, mentre col suo carico saliva gli ultimi scalini vide una luce nuova, che veniva dall’alto ad illuminare la terra, scoprì la luna, se ne sentì commosso e all’improvviso non ebbe più paura della notte.
     
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  7. lonely62
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    "Mi piace andare a correre tutte le mattine perche' mitiga la tristezza. Quando sogno una certa ragazza lo so, anche se non lo ricordo. Me lo dice la sensazione di vuoto nel petto. Correre aiuta, per questo al mattino presto c'e' tanta gente che corre."
    C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo di Nedina Reyes
     
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  8. laura^
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    Non e' vero che ascolto questa roba solo perche' e' triste. Tenco mi piace davvero. Va bene, ora mi piace soprattutto perche' parla di amori finiti ma non e' solo quello....

    ...e gli occhi intorno cercano quell'avvenire che avevano sognato ma i sogni sono ancora sogni e l'avvenire ormai quasi passato....

    All'improvviso devo stringere le labbra, perche' gli angoli della bocca mi si piegano verso il mento e cominciano a tremare. Devo tirare su col naso perche' non riesco a respirare.
    Ho paura.
    Ho paura perche' mi sento vuoto. Perche' mi sembra di non combinare niente. Perche' ho ventitre anni ma mi sento come se ne avessi duemila.
    Ho paura perche' penso che tutto questo c'entri poco o niente con Kristine. Che sia così perche' e' così e basta. Senza scampo.
    Un giorno dopo l'altro.


    Carlo Lucarelli UN GIORNO DOPO L'ALTRO eianudi
     
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  9. dango
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    da "La forma dell'acqua" di Camilleri


    «Questo sta a lei scoprirlo, se ne ha voglia. Oppure può fermarsi alla forma che hanno fatto prendere all'acqua». «Non ho capito, mi scusi».
    «Io non sono siciliana, sono nata a Grosseto, sono venuta a Montelusa quando mio padre ne era prefetto. Possedevamo un pezzetto di terra e una casa alle pendici dell'Amiata, ci passavamo le Vacanze. Avevo un amichetto, figlio di contadini, più piccolo di me. Io avevo una decina d'anni. Un giorno vidi che il mio amico aveva messo sull'orlo di un pozzo una ciotola, una tazza, una teiera, una scatola di latta quadrata, tutte colme d'acqua, e le osservava attentamente.
    «"Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda.
    «"Qual è la forma dell'acqua?"».
    «"Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"».
     
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  10. Dr.Watson
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    "Emmanuelle" di Emmanuelle Arsan

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    -
    !
    -
    !
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    :sad2.gif: :sad2.gif: :sad2.gif: :sad2.gif:

    Sssssstttt!!! :o: E' un libro licenzioso, non si può scrivere!!! ;) ;)

    :D :D :D :P :P :P :lol: :lol: :lol:

    Edited by dango - 11/4/2009, 12:49
     
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  11. laura^
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    che cacchio hai fatto alla pagina??????? :rolleyes:
     
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  12. dango
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    CITAZIONE (laura^ @ 11/4/2009, 12:48)
    che cacchio hai fatto alla pagina??????? :rolleyes:

    Ho corretto.... :rolleyes: :D
     
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  13. laura^
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    io l'ho letto....girava a scuola sottobanco :lol: che bei tempi :cry:

    sta' qui era una assatanata e il marito era d'accordo...non l'ho finito la storia diciamo che era molto ripetitiva ^_^
     
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  14. marina.1
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    E perchè no "Histoire d'O"...
    Ma vado su altro genere...

    "Ma, mentre un'ora dopo essersi svegliato dava indicazioni al parrucchiere perchè la sua pettinatura a spazzola non si scompigliasse durante il viaggio,ripensò al sogno, rivide, vicinissimo, come gli erano parsi, il colorito pallido di Odette, le gote emaciate, i lineamenti tirati, gli occhi pesti, tutti quegli elementi che - nel corso delle successive tenerezze che avevano fatto del suo durevole amore per Odette un lungo oblio dell'immagine avutane all'inizio - aveva smesso di notare dopo i primi tempi della relazione.
    E con quella grossolanità intermittente che riaffiorava in lui non appena finiva d'essere infelice, esclamò fra sé:"E dire che ho sciupato anni della mia vita, ho desiderato di morire, ho avuto il mio più grande amore, per una donna che non mi piaceva, che non era il mio tipo!"

    da "Un amore di Swann" di M. Proust
     
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  15. laura^
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    Un russo, un ucraino e un ebreo discutono su cosa sia la vera felicita:

    il russo dice: la vera felicita' e' una bottiglia di vodka e una bella donna con cui fare l'amore.
    l'ucraino dice: no, non e' abbastanza. ci vuole anche un bel pezzo di lardo e un piatto di borsc.
    l'ebreo dice: non sapete niente di vera felicita'. vera felicita' e' qvando a le tre di matino due agenti del KGB bussano a la tuo porta e ti lo domandano: < Ivanov abita qvi?> e tu pazzo dalla felicita' rispondi <no,al piano di sopra>

    Moni Ovadia Lavoratori di tutto il mondo, ridete
     
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92 replies since 1/4/2009, 14:55   1335 views
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