PARTITO DEMOCRATICO

Congresso - Primarie

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  1. ErTigre
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    CITAZIONE (Cettinina @ 12/7/2009, 23:03)
    Pd, Grillo si candida alle primarie
    "Offro un'alternativa al nulla"

    image
    dal velino (http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=900656)
    Pd, Ferilli pro-Zingaretti. E nel partito scoppia la bagarre
    Roma, 13 lug (Velino) - Tutti contro tutti nella sfida per la segreteria del Pd. E nella mischia finisce anche Sabrina Ferilli, che in una intervista al settimanale Oggi confessa di fare il “tifo” per Nicola Zingaretti, anche se il suo nome non compare tra i candidati alle primarie. Ma l'attrice non ha dubbi: il presidente della Provincia di Roma è uno “bravo” e “gagliardo” e “sarebbe stravotato dalla gente”. Parole che non passano inosservate e che finiscono per irritare il senatore dell’area popolare del Pd Lucio D’Ubaldo, che sul sito www.romadomani.it lancia un duro attacco: "L'attrice romana si preoccupa di spiegare alla pubblica opinione che ben volentieri darebbe il suo voto per eleggere il presidente della Provincia a segretario nazionale del Pd. Intenzione rispettabile e pienamente legittima, ma forse inopportuna. E va precisato, appunto, che solo di questo si tratta. Non di questione morale, ma di corretta valutazione delle condizioni di opportunità. È noto infatti che il fratello di Sabrina Ferilli ha lungamente collaborato con l'attuale capo di gabinetto di Palazzo Valentini, entrambi avendo ricoperto cariche nella stessa azienda, 'figlia' di una ex municipalizzata, rispettivamente come amministratore delegato e presidente. Per questo la Ferilli avrebbe fatto meglio, per sè e per lo stesso Zingaretti, ad astenersi dal prendere parte a vicende molto diverse e forse più delicate da quelle pur importanti dello spettacolo”.

    Quanto basta per far dire al consigliere regionale del Pd Alessio D’Amato che “il senatore Lucio D’Ubaldo è stato colto da un colpo di sole”. Ma, aggiunge, “parlare di inopportunità delle dichiarazioni di Sabrina Ferilli, ventilando una presunta questione morale, è assolutamente disdicevole. Se l’ispiratore di questo appunto è lo stesso Lucio D’Ubaldo che ricopre nel contempo il ruolo di senatore e quello di presidente dell’Agenzia di sanità pubblica, diventa addirittura ridicolo. In tema di questione morale, non rientrano forse i doppi e i tripli incarichi? Su questo argomento il Pd deve essere chiaro”. Dello stesso parere il consigliere comunale Paolo Masini, che trova “fuori luogo e fuori tempo le reazioni all'auspicio di Sabrina Ferilli di vedere eletto Zingaretti segretario nazionale del Pd". Anche perchè “il clima che si sta costruendo intorno a questo congresso non è utile né al partito, né all'Italia". Ma l'atmosfera precongressuale del Pd preoccupa anche l’assessore provinciale al Lavoro Massimiliano Smeriglio di Sinistra e libertà. "Già alcuni giorni fa – ricorda Smeriglio - i toni e le modalità scelte da D'Ubaldo per attaccare sul piano personale il presidente Zingaretti dopo la riunione 'Ripensare Roma' mi erano apparsi fuori luogo e decisamente 'sopra le righe'. Il nuovo attacco di oggi conferma il mio allarme: il prossimo congresso del Pd sembra produrre una isteria nichilista che rischia fortemente di compromettere e mettere in crisi le esperienze di governo locale del centrosinistra, al di là di ogni senso di responsabilità e serietà”.
     
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  2. laura^
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    ecco i Candidati alla segreteria :) :cry:



    Dario Franceschini

    Luogo nascita Ferrara
    Data nascita 19 ottobre 1958 (1958-10-19) (50 anni)
    Titolo di studio Laurea in Giurisprudenza
    Professione Avvocato
    Partito Partito Democratico

    Si iscrive alla Democrazia Cristiana dopo l'elezione di Benigno Zaccagnini e viene eletto delegato provinciale giovanile. Nel 1980 diventa consigliere comunale di Ferrara e nel 1983 capogruppo consiliare. L'anno seguente entra nella direzione nazionale del movimento giovanile DC, per il quale fonda e dirige la rivista Nuova Politica. Nel 1989 dirige a Roma il mensile Settantasei che raccoglie i quadri trentenni della sinistra dc e viene chiamato alla vice-direzione del mensile Il Confronto e nella redazione del settimanale del partito La Discussione.

    Nella fase di trasformazione della Democrazia Cristiana in Partito Popolare Italiano invita il partito, all’Assemblea Costituente di Roma del 1993, a scegliere con determinazione, come conseguenza del nuovo sistema elettorale maggioritario, la via dell’alleanza tra centro e sinistra. Non accetta infatti la decisione del partito di schierarsi autonomamente - come coalizione di centro - alle elezioni politiche del 1994, nel Patto per l'Italia. Decide pertanto di aderire al movimento dei Cristiano Sociali, fondando il movimento a Ferrara e divenendone Consigliere Nazionale, che lo candidano a sindaco di Ferrara (sostenuto anche da Verdi e Laburisti) raccogliendo il 20%.


    Nel Partito Popolare Italiano e nei governi dell'Ulivo
    Dopo le scissioni interne al PPI e l'adesione dello stesso all'Ulivo, rientra nel partito e, dal 1997 al 1999, ne è vicesegretario nazionale e successivamente entra a far parte della Direzione nazionale e dell’Ufficio di segreteria con l’incarico per le politiche della Comunicazione. Entra nel secondo Governo D'Alema come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Riforme Istituzionali, riconfermato poi dal successivo Governo Amato. Alle elezioni politiche del 2001 viene eletto deputato nel collegio maggioritario di Ferrara e diventa componente della Giunta delle elezioni e della Prima Commissione permanente Affari costituzionali.


    Nella Margherita
    Tra i fondatori della Margherita, nel luglio 2001 entra a far parte del Comitato Costituente del partito, del quale diventa coordinatore dell'esecutivo nazionale[1]. Gli incarichi di partito gli vengono confermati dai successivi congressi del 2002 e del 2004. È membro del direttivo del Partito Democratico Europeo. È stato componente dell'Assemblea Parlamentare dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). E' socio fondatore dell'Associazione interparlamentare per il commercio equo e solidale.


    Nel Partito Democratico

    Con la nascita del Partito Democratico il 14 ottobre 2007 e l'ascesa alla segreteria di Walter Veltroni, è divenuto vicesegretario del nuovo partito[2]. A seguito di tale designazione, si è dimesso dalla presidenza del gruppo L'Ulivo alla Camera dei Deputati, sostituito da Antonello Soro.

    Viene eletto nuovamente deputato alle elezioni politiche del 2008[3].



    PIERLUIGI BERSANI

    Pier Luigi Bersani nasce il 29 settembre del 1951 a Bettola, comune montano della valle del Nure in provincia di Piacenza. La sua è una famiglia di artigiani. Suo padre Giuseppe era meccanico e benzinaio.
    Dopo aver frequentato il liceo a Piacenza, Bersani si iscrive all'università di Bologna dove si laurea in Filosofia, con una tesi su San Gregorio Magno.
    Sposato con Daniela dal 1980, ha due figlie Elisa e Margherita. Dopo una breve esperienza da insegnante, si dedica completamente alla attività amministrativa e politica. Viene eletto consigliere regionale dell'Emilia-Romagna. Ne diventerà il presidente il 6 luglio 1993. Riconfermato alla presidenza nell'aprile del 1995, si dimetterà nel maggio del 1996 quando sarà nominato Ministro dell'Industria dal Presidente del Consiglio Romano Prodi. Dal 23 dicembre 1999 al giugno 2001 Pierluigi Bersani ricopre la carica di Ministro dei Trasporti. Alle elezioni politiche del 2001 viene eletto deputato per la prima volta nel collegio 30 Fidenza-Salsomaggiore.
    Dopo il congresso dei Ds al Bpa Palas di Pesaro nel novembre 2001, Bersani è membro della Segreteria nazionale e viene nominato responsabile economico del partito. Nel 2004 è eletto Parlamentare europeo con 342.296 preferenze nella circoscrizione Nord-Ovest. Nel 2005 dopo il congresso di Roma succede a Bruno Trentin alla guida della Commissione Progetto dei Ds con il compito di coordinare le linee-guida del programma elettorale dei Democratici di sinistra in vista delle elezioni politiche. Dopo la vittoria dell'Unione nel maggio 2006, Bersani è il ministro dello Sviluppo economico. Tra i protagonisti della nascita del Partito Democratico, dal novembre 2007 è nel Coordinamento nazionale del Pd, ed attualmente è responsabile economico del PD.

    IGNAZIO MARINO


    Ignazio Marino (Genova :biggrinthumb.gif: , 10 marzo 1955) è un medico e politico italiano. Senatore dal 2006, attualmente svolge il ruolo di Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, nonché membro della Commissione igiene e sanità del Senato della Repubblica nella XVI Legislatura.

    Nel 1992 è stato nominato Direttore Associato del National Liver Transplant Center del Veterans Affairs Medical Center di Pittsburgh, l'unico dipartimento per trapianti d'organo appartenente al Governo degli Stati Uniti. Nel 1999 ha fondato l'ISMETT a Palermo, il primo centro trapianti di fegato in Sicilia - grazie a un rapporto di collaborazione fra l’University of Pittsburgh Medical Center e il governo italiano - di cui è stato il direttore e l'amministratore delegato.

    Nel 2001 ha eseguito il primo trapianto italiano in un soggetto sieropositivo in terapia HAART. Nel 2002 ha lasciato la posizione di professore di chirurgia presso l'University of Pittsburgh ed è diventato professore di chirurgia presso il Jefferson Medical College [1] di Filadelfia [2]. Ha una casistica personale di oltre 650 trapianti ed è autore di 635 pubblicazioni e di 3 libri scientifici.

    Nel 2005 ha pubblicato un saggio per la collana Le Vele di Einaudi intitolato Credere e curare, che tratta della professione di medico e dell’influsso che su questo mestiere ha la fede, intesa anche come credo religioso ma soprattutto come passione, solidarietà ed empatia verso gli altri. Nel 2007 ha pubblicato un saggio edito dalla fondazione Italianieuropei e intitolato “Sistema salute. Analisi e prospettive per il futuro della sanità italiana”. Nel 2008 ha pubblicato per la collana “I Mestieri della Scienza” di Zanichelli il libro “Idee per diventare chirurgo dei trapianti. Una corsa fra la vita e la morte”.

    Nel 2005 fonda Imagine Onlus, un'organizzazione internazionale non-profit che opera nel campo della solidarietà internazionale con particolare attenzione alle tematiche della salute. Inoltre, è anche membro dell’Editorial Board di Transplantation, Liver Transplantation, Clinical Transplantation e di altre 9 riviste scientifiche internazionali. Nel marzo 2006 si è candidato come indipendente nelle liste dei Democratici di Sinistra per il Senato; nell’aprile 2006 è stato eletto Senatore della Repubblica Italiana e dal 6 giugno 2006 è stato presidente della XII Commissione Igiene e Sanità.

    Rieletto a Palazzo Madama alle elezioni politiche del 2008 con il Partito Democratico, è attualmente presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, e membro della Commissione igiene e sanità del Senato. Come medico e uomo politico Marino, di fede cattolica, afferma di avere una visione laica della politica e di mantenere sui temi etici una linea indipendente[3].

    Il 16 gennaio aderisce all'appello [4] lanciato dal Partito Radicale Transnazionale che, sull'esempio di quanto fatto negli Usa dal comitato inaugurale di Barack Obama, invita i cittadini italiani a dedicare un giorno di servizio alla propria comunità [5].

    Il 4 luglio del 2009 si candida alla segreteria del Partito Democratico, sfidando Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini. [6].
     
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  3. miciobicio
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    CITAZIONE (laura^ @ 15/7/2009, 12:13)
    ecco i Candidati alla segreteria :) :cry:

    Mi sembra tutta gente senza coglioni.... :(
    politicamente parlando. -_-
     
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  4. ErTigre
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    Dario copia il Pd di Veltroni
    Guerra a D'Alema: non si torna indietro


    (da libero)
    Agli italiani occorre dare fiducia, regole, uguaglianza, merito e qualità. Altrimenti verranno ammaliati dalla destra che cavalca la paura: Dario Franceschini ha aperto così la sua campagna per le primarie di ottobre del Partito democratico ("saranno un momento di democrazia per tutta l'Italia"), dando appuntamento ai suoi sostenitori a Roma e riproponendo gli slogan apparsi sui manifesti elettorali per le Europee.
    Fiducia, regole, uguaglianza, merito e qualità sono i pilastri del riformismo, che deve saper rispondere alle esigenze della crisi globale, provocata da un “capitalismo miope ed egoista”. Perché “mentre la destra cerca una versione corretta di Dio, patria e famiglia, noi del Pd crediamo nelle riforme come chiave del cambiamento”. E all’ultima tecnologia, come la piattaforma Twitter, dove si poteva seguire il suo intervento. Non un successone, però: all’account “franceschininews” risultavano iscritti una cinquantina di followers. Il rivale Pierluigi Bersani ne vanta il doppio.
    Già, Bersani, l'uomo di Massimo D'Alema. Quello stesso D'Alema al quale Dario non vuole fare sconti: al vecchio centrosinistra non si torna: "Fermarsi o tornare indietro può essere più tranquillo e rassicurante, soprattutto in un tempo di paure e incertezze. Ma noi vogliamo un partito che ha il coraggio di rischiare". "Solo ipotizzarlo - ha specificato - significa dichiarare fallita l'esperienza del Pd. Uno schema del genere non esiste più nel nostro popolo ma solo in pezzi di classe dirigente".
    Il messaggio da Strasburgo - Ad ascoltarlo non c’erano gli eurodeputati Debora Serracchiani e David Sassoli: l’aereo in partenza da Strasburgo era in ritardo. Non hanno però fatto venire meno il loro sostengo con un sms: “Caro Dario, finita la sessione a Strasburgo siamo partiti per venire ad ascoltarti ma l'aereo naturalmente è in ritardo. Vai, racconta la storia che è anche la nostra... Assenti alla partenza, ma insieme lungo la strada. Un forte abbraccio”.
    La sinistra ha avuto le sue colpe se Berlusconi ora comanda in Italia. Bisogna riaprire la discussione sul conflitto d’interessi e dare al Pd un’anima che gli permetta di rischiare, aprendo anche ad altri partiti. “Dalla stagione dell'ultraliberalismo, del consumismo individualista, dell'esaltazione del privato, si passa a un ritorno della tradizione”, ha commentato Franceschini in riferimento all’epoca che stiamo attraversando. Ma sembra tanto un consiglio per le prossime strategia politiche.
    Identità perduta - L’identità del centrosinistra va ricostruita, partendo dalla fiducia: “Se gli italiani non ricevono risposte perdono fiducia nella buona politica e accettano le risposte della destra”. “Vogliamo cambiare il nostro welfare per renderlo strumento universale, per accompagnare le persone e le famiglie, proteggendole dalla povertà”.
    Per farlo, occorrono regole, anche nell’economia, dove è giunto il momento di puntare su fonti rinnovabili che non sia il nucleare, che nel passato ha dimostrato quanto può essere pericoloso.
    Vanno combattute le “diseguaglianze tra redditi, le diverse condizioni di partenza, le distanze tra pezzi di territorio”, puntando ad “una soglia minima di salario comune a tutti i tipi di contratti”. Sembra una versione aggiornata del discorso di investitura al Lingotto di Walter Veltroni.
    No al nucelare, sì all'opposizione -Senza dimenticare il merito, che non vuol dire “concorrenza sfrenata”, ma “riconoscere e valorizzare le capacità, per migliorare la propria vita e quella dei propri figli”.
    Tutto questo vale per il futuro, ora la sfida da vincere è quella dell’opposizione: “Noi vogliamo e dobbiamo fare opposizione, insieme con altri partiti, individuare battaglie comuni in Parlamento e nel Paese: contrastare il governo non è antiberlusconismo”. "Sarà un tempo di sfide dure e bellissime e noi lo vivremo", ha profetizzato. Senza specificare se intendesse all'interno del Pd o altro.
     
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  5. laura^
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    Giuseppe Piero Grillo, meglio noto come Beppe Grillo (Genova, :biggrinthumb.gif: 21 luglio 1948), è un comico, attore, attivista, politico e blogger italiano. Il suo blog è, tra quelli in lingua italiana, il più noto: è stato collocato al settimo posto della classifica mondiale 2009 pubblicata da Forbes[1]. Ispiratore di numerose liste "civiche" che portano il suo nome, nel luglio 2009 ha proposto la sua candidatura alla segreteria nazionale del Partito Democratico.

    ha una biografia + lunga di quella del papa
    SPOILER (click to view)
    Grillo si reinventa uomo di spettacolo e inizia a portare sulle scene dei recital dalla forte polemica ambientalista e politica in senso lato. Il primo, intitolato "Buone notizie" è scritto in collaborazione con Michele Serra, e costituisce il suo debutto teatrale. Intanto in Italia scoppia lo scandalo Mani pulite, e in Rai si insedia un nuovo consiglio di amministrazione che riesce a convincere Grillo a tornare in televisione. Inizia quindi il Beppe Grillo show, trasmesso in prima serata su Raiuno dal Teatro delle Vittorie di Roma il 25 novembre e il 2 dicembre 1993. Si rivela un evento televisivo in termini di ascolti (circa 15 milioni di telespettatori a sera)[senza fonte], e il grande pubblico conosce il Grillo dalla denuncia vera e forte. Lo show costituisce l'ultima apparizione di Grillo sulle televisioni Rai e Mediaset. Tuttavia nel 1998 il gruppo francese Canal Plus, proprietario della televisione a pagamento Telepiù, trasmette i suoi spettacoli, compreso un monologo di una trenta minuti circa mandato in onda la sera del 31 dicembre, subito dopo il tradizionale discorso di fine anno del Presidente della Repubblica francese, del quale costituisce una sorta di parodia; il titolo della trasmissione è "Discorso all'umanità" ed essa si ripete con le stesse modalità dal 1998 al 2001, senza pubblicità e non a pagamento. Quando però, nel 2002, Telepiù viene venduta a Rupert Murdoch, si interrompe anche questa esperienza televisiva. Il 10 giugno 2002, in proposito Grillo dichiara:

    « Con Murdoch, in Telepiù non accetterò alcun programma. Continuerò a girare per le piazze. »


    Gli anni novanta di Grillo segnano il suo passaggio dai mass media ai teatri e alle piazze, dove costruisce un diverso rapporto col pubblico grazie a spettacoli come Cervello e Apocalisse morbida.


    Anni duemila [modifica]

    Beppe Grillo durante una manifestazione a Viareggio nel 2008Negli anni duemila si assiste a un'ulteriore evoluzione del modello di comunicazione di Grillo. Pur proseguendo a portare nei teatri i suoi monologhi impegnati, decide di intraprendere una nuova iniziativa, e apre un blog. Grazie a questo nuovo strumento, il comico raggiunge una vasta popolarità, a livello nazionale e internazionale, nonostante l'assenza dai mass media italiani tradizionali.

    Nell'ottobre 2005 l'edizione europea del settimanale statunitense Time lo ha eletto tra gli eroi europei dell'anno per gli sforzi e il coraggio nel campo dell'informazione pubblica.[3]

    Nel 2006 ha pubblicato un libro intitolato Tutto il Grillo che conta, un compendio di monologhi e argomenti trattati negli ultimi dodici anni. Nel 2006 ha brevemente collaborato con Stefano Montanari (direttore scientifico del nanodiagnostics di Modena) ed Antonietta Gatti (direttore scientifico del laboratorio dei biomateriali dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia), per sensibilizzare l'opinione pubblica a proposito delle ricerche di Montanari e Gatti sugli inquinamenti da nanoparticelle e le nanopatologie. Oltre ad esporre i contenuti ed i risultati di queste ricerche nelle forme tipiche della sua comicità, Grillo ha lasciato spazio a Montanari, che lo ha affiancato in diverse occasioni durante il suo tour per l'Italia, di esporre in modo divulgativo ma rigoroso questa tematica. Grillo ha poi affiancato Montanari in diverse occasioni istituzionali nelle quali il ricercatore emiliano era stato invitato da comitati di cittadini, che si opponevano alla costruzione o all'ampliamento di impianti di incenerimento dei rifiuti, ad esporre in sedi amministrative i rischi collegati alla presenza nel territorio di tali impianti.[4] Grillo ha anche utilizzato il suo blog come piattaforma per promuovere una raccolta fondi per acquistare un nuovo microscopio per la ricerca sulle nanopatologie.


    Beppe Grillo nel 2006Oltre a collaborare attivamente nella lotta contro la costruzione degli inceneritori, rilevanti sono i suoi interessi per quanto riguarda le energie rinnovabili come anche in campo politico ed economico.

    Il 2 ottobre 2006 è stato prosciolto in un processo per diffamazione intentatogli da Mediaset.[5]

    Nel 2006 è stato pubblicato il DVD Beppe Grillo 2006 Incantesimi, della durata totale di circa 5 ore (nell'edizione da due dischi, dove allo spettacolo "Incantesimi" si aggiunge una serie di interviste con varie personalità). Durante lo spettacolo, fra le altre cose, Grillo parla di politica, trasporti, copyright, inceneritori e di case farmaceutiche. Riguardo all'informazione, oltre all'entusiasmo nei confronti di Internet e dei blog che permettono di saltare il filtro degli editori, è presente anche un breve elogio a Wikipedia.

    Il tour 2007, iniziato il 16 febbraio 2007 da Pordenone, ha preso il nome di "Reset"'.

    Il 13 marzo 2007 Grillo ha annunciato sul suo blog di voler fare l'editore, e ha lanciato la collana beppegrillo.it. I libri sono tratti dai suoi spettacoli, dalle sue iniziative e dal suo blog; pubblica, inoltre, traduzioni di libri inediti in Italia. Il primo libro pubblicato è Schiavi Moderni–Il precario nel Paese delle meraviglie e raccoglie le storie a lui inviate, tramite il blog, dagli italiani che lavorano da precari. Nel 2007 ha pubblicato inoltre Tutte le battaglie di Beppe Grillo.


    Beppe Grillo al V-Day di BolognaIl 26 giugno 2007 Grillo ha tenuto un discorso di oltre un'ora al parlamento europeo nel quale, oltre a parlare di nuove tecnologie, ha discusso anche dei problemi italiani, primo fra tutti il fatto che nel parlamento italiano risiedano 25 condannati in via definitiva. Nella stessa occasione ha annunciato l'organizzazione del Vaffanculo Day, un evento che si è tenuto l'8 settembre 2007 nelle piazze di varie città italiane, di fronte ad alcune ambasciate italiane all'estero e trasmesso in diretta soltanto dall'emittente satellitare EcoTv. Nel corso del V day, oltre ad informare i cittadini, sono state raccolte circa 340 000 firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare. Il contenuto delle tre proposte di legge è, rispettivamente:

    nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale;
    nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature (8 anni). La regola è valida retroattivamente;
    i candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.
    Le proposte sono state consegnate dal comico il 14 dicembre del 2007 al presidente del Senato della Repubblica Franco Marini a Palazzo Madama e un funzionario del Senato le ha protocollate con i numeri 1900 e 1936. Le proposte di legge non sono state prese in considerazione, né discusse per una loro eventuale modifica entro il termine della XV legislatura.

    Il 23 febbraio 2008 si è tenuto a Napoli il Monnezza Day, manifestazione di denuncia contro la crisi dei rifiuti in Campania. Durante la manifestazione, Grillo ha sostenuto che per secoli il Sud Italia è stato sfruttato e martoriato. Nonostante la grande partecipazione dei cittadini e il grande appoggio della blogosfera, la manifestazione ha però avuto scarso risalto sui mezzi di informazione tradizionale.[senza fonte]

    Il 25 aprile 2008 si è tenuto V2-Day, dedicato al tema della "libera informazione in libero stato" con la raccolta firme su tre referendum abrogativi per abolire l'ordine dei giornalisti, i sussidi pubblici all'editoria e la legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo. Il fulcro della giornata è stata la manifestazione tenuta a Torino a Piazza San Carlo con la presenza di Beppe Grillo.[6]

    Secondo il Corriere della Sera, il 30 ottobre 2008 a Bologna, in occasione della protesta studentesca nei confronti del ministro Mariastella Gelmini, Grillo è stato fischiato da alcuni studenti indispettiti dalla sua partecipazione alla manifestazione, in quanto non era gradita la presenza di "primedonne". Il comico genovese ha risposto che «sono cinque o sei, ma hanno perfettamente ragione, è la loro manifestazione e la gestiscono loro. Nonostante tutto siamo con loro».[7]

    L'8 marzo 2009 a Firenze si è svolto il primo incontro ufficiale delle liste civiche promosse da Beppe Grillo e la redazione della "Carta di Firenze", con la quale ogni lista si impegna a sostenere e promuovere in maniera trasparente i temi seguenti:

    Acqua pubblica
    Impianti di depurazione obbligatori per ogni abitazione non collegabile a un impianto fognario, contributi/finanziamenti comunali per impianti di depurazione privati
    Espansione del verde urbano
    Concessioni di licenze edilizie solo per demolizioni e ricostruzioni di edifici civili o per cambi di destinazioni d'uso di aree industriali dismesse
    Piano di trasporti pubblici non inquinanti e rete di piste ciclabili cittadine
    Piano di mobilità per i disabili
    Connessione web gratuita per i residenti nel Comune
    Creazione di punti pubblici di telelavoro
    Rifiuti zero
    Sviluppo delle fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l'eolico con contributi/finanziamenti comunali
    Efficienza energetica
    Favorire le produzioni locali
    Inoltre i candidati devono non aver subito condanne in via definitiva, non essere stati eletti per più di due mandati ed essere residenti nel comune per il quale sono candidati.

    Il 12 luglio 2009, tramite blog, annuncia la sua candidatura alle elezioni primarie del Partito Democratico[8]. Il 14 luglio però la Commissione Nazionale di Garanzia del PD annuncia che non gli verrà consentita l'iscrizione al partito (condizione necessaria per potersi candidare alla segreteria), poiché egli si riconosce in movimenti che si oppongono apertamente al PD.


    Il blog [modifica]
    Grillo è autore di un blog aperto il 26 gennaio 2005 (in contemporanea con la prima tappa a Pordenone dell'omonimo tour 2005 Beppegrillo.it),[9] aggiornato quotidianamente. Il blog è il primo in lingua italiana per numero di collegamenti entranti e tra i primi al mondo per numero di accessi.[10] Il 14 dicembre 2005 il blog ha vinto il Premio WWW istituito da Il Sole 24 Ore come miglior sito web italiano nella categoria news e informazione. Spesso vi pubblica lettere di personaggi illustri come premi Nobel, personaggi dello spettacolo, etc. Il blog e gli spettacoli di Beppe Grillo sono prodotti dalla Casaleggio Associati (presidente Gianroberto Casaleggio), un'azienda di marketing e strategie di rete. La Casaleggio promuove nuove tecnologie e strategie di pubblicità via internet come, ad esempio, Second Life.

    La decisione di affidare il proprio pensiero ad un blog può essere fatta risalire alle vicende che hanno portato al progressivo allontanamento di Grillo dalle emittenti televisive nazionali. Con l'apertura del suo blog Grillo giunge in breve ad utilizzare la rete come fonte di informazione globale e di dirompente cambiamento sociale:

    « In questo momento il mondo, senza accorgersene, sta vivendo la terza guerra mondiale: quella dell'informazione. L'unico modo per salvarsi è sapere. Conoscere le notizie. Noi abbiamo un mezzo, la Rete, che ci consente di arrivare dritti alle notizie. La politica, le televisioni, i giornali arrivano sempre dopo.[11] »


    Il 9 marzo 2008, l'Observer ha pubblicato una classifica dei 50 blog più influenti al mondo, posizionando quello di Beppe Grillo è al nono posto.[12]

    Grillo si definisce come un sostenitore della democrazia diretta e delle iniziative dal basso. Queste le iniziative lanciate attraverso il suo blog:

    "Via dall'Iraq": durante il suo tour Beppegrillo.it ha invitato gli spettatori a scrivere all'allora presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi perché si adoperasse per il ritiro delle truppe dall'Iraq in quanto la loro presenza era considerata illegale.
    Ha aderito come testimonial alla campagna Giù le mani dai bambini contro la somministrazione disinvolta di psicofarmaci ai bambini, contro le multinazionali farmaceutiche che promuovono campagne dirette di marketing per aumentare il consumo di molecole psicoattive sui minori.
    "Tango Bond": pubblicizzò la sentenza che condannava le banche che avevano consigliato i bond argentini a risarcire i consumatori.
    "La ricerca imbavagliata": supporto ad una raccolta fondi per l'acquisto di un microscopio elettronico a scansione del costo di circa 350mila euro per la ricerca sulle nanoparticelle emesse dagli inceneritori; si trattava di microscopio che i ricercatori si erano visti sottrarre.[13]
    "Parlamento pulito": il 22 novembre 2005 ha pubblicato sul quotidiano internazionale International Herald Tribune, con il contributo economico dei visitatori del suo blog, un appello contro la rielezione dei deputati del Parlamento italiano ed europeo condannati per vari reati in via definitiva.[14]
    "Gli schiavi moderni": raccolta delle storie di giovani italiani che hanno vissuto e vivono esperienze di lavoro precario. Le storie sono raccolte in un libro di cui lui stesso è editore, Schiavi Moderni – Il precario nel Paese delle meraviglie.
    "Fazio vattene": l'1 settembre 2005 ha pubblicato, insieme ad altri cittadini, una pagina su la Repubblica in cui si faceva un esplicito appello all'allora governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio affinché desse le dimissioni in seguito allo scandalo sull'OPA Antonveneta.[15]
    "Shareaction, riprendiamo Telecom": Grillo ha tentato di organizzare ciò che ha definito un'"OPA alla genovese", chiedendo ai comuni cittadini possessori di azioni di Telecom Italia di essere dagli stessi delegato per presentarsi al consiglio di amministrazione dell'azienda di telecomunicazioni e poter "licenziare" lo stesso CdA per ripagare utenti ed azionisti «delle umiliazioni subite in questi anni».[16] Il 16 aprile 2007 Grillo è effettivamente intervenuto all'assemblea dei soci dell'azienda, svoltasi a Rozzano, parlando a nome dei piccoli azionisti che avevano risposto alla richiesta di Grillo inviandogli migliaia di deleghe. La raccolta di tali deleghe però non è stata conforme a quanto disposto agli articoli 136 e seguenti del Testo Unico della Finanza e a quanto indicato agli articoli 134 e seguenti del regolamento attuativo Consob numero 11971 tali deleghe sono risultate non utilizzabili in sede d'assemblea, così che Grillo ha rappresentato solo formalmente, ma non sostanzialmente, i piccoli azionisti.[17][18] Al termine di un discorso durato circa un quarto d'ora (il massimo consentito),[19] Grillo ha poi chiesto le dimissioni dell'intero CdA[20]
    Grillo ha dato un rilevante contributo all'iniziativa per l'abolizione dei costi di ricarica dei telefonini in linea con gli altri paesi europei, appoggiando la relativa petizione on-line.[21] Questa iniziativa, che ha riscosso successo anche grazie alla notorietà del blog di Grillo ed ai suoi tour, fino a raggiungere la quota di oltre 820 000 firme, ha permesso di ottenere e mantenere vivo l'interessamento della Commissione Europea, dell'Antitrust e dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che hanno indotto il governo a decretare l'abolizione di tale costo tramite un decreto legge firmato da Pier Luigi Bersani.
    "Gruppi Meetup": tramite il suo blog, Grillo ha proposto la costituzione di gruppi autogestiti di cittadini, con sede nelle varie città italiane, che rimanendo in contatto tramite Internet, ma anche organizzando riunioni periodiche, si occupassero attivamente dei problemi del loro comune o quartiere. All'inizio del 2008 i gruppi erano già più di 300, di cui una trentina nati in città estere, tra cui Parigi, New York, Mosca e Londra.
    V-day ("Vaffanculo-Day"): l'iniziativa, che ha avuto luogo davanti ai municipi di oltre 180 città italiane ed in 25 Paesi esteri l'8 settembre 2007, è stata proposta una legge di iniziativa popolare per "pulire" il Parlamento Italiano, che prevede principalmente l'impossibilità di un cittadino condannato in via definitiva di candidarsi, il limite massimo di due legislature per ogni cittadino eletto ad una carica politica, il voto ai candidati e non più ai partiti. L'iniziativa ha raccolto 336 144 firme, ben oltre le 50 000 richieste dalla legge per la validità di una simile iniziativa.[22][23] Il V2-Day, tenuto il 25 aprile 2008 dopo esser stato annunciato il 27 ottobre 2007, è stato contro la "casta" dell'ordine dei giornalisti;[24] ha portato come richiesta tre proposte di referendum per l'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria, l'abolizione dell'ordine dei giornalisti, l'abolizione del Testo Unico del 31 luglio 2005 (decreto legislativo 177) che rappresenta il quadro normativo della radiotelevisione. Il 17 giugno 2008 annuncia il V3-Day sulla giustizia, con un referendum contro il decreto legge sulle intercettazioni.[25]
    Passaparola: Passaparola è la rubrica in diretta streaming, che Marco Travaglio tiene ogni lunedì alle ore 14 sul blog di Beppe Grillo dal 19 maggio 2008.

    Critiche e aspetti controversi [modifica]

    Stile di vita [modifica]
    Le critiche rivolte al comico hanno riguardato soprattutto il suo stile di vita, non coerente coi princìpi che dice di sostenere. In particolare è stato criticato per il possesso di una Ferrari e una barca a motore; Beppe Grillo ha precisato di averle avute, ma di aver venduto la barca e di possedere un altro autoveicolo (una Toyota ibrida), confermando di avere due case, una a Genova e una in Toscana.[26] Ha inoltre ammesso che il suo legale si è occupato della vicenda di chi vendeva i suoi spettacoli su eBay presentando un esposto alla Procura di Alessandria.[26] Pesanti critiche gli sono state rivolte anche quando si avvalse del condono fiscale del 2003 promosso dal governo Berlusconi e da lui più volte criticato in quanto premiava gli evasori.[27] Grillo ha ammesso durante un'intervista tenutasi a margine di un suo spettacolo in piazza a Bologna in occasione del V-Day di aver fruito del suddetto condono e che esso si riferiva precisamente ad una somma pari a 500 euro.[28]


    Condanne [modifica]
    Nel 1988 la Corte suprema di cassazione lo condannò definitivamente per omicidio colposo a un anno e tre mesi di carcere, poiché giudicato responsabile della morte di due adulti e del loro bambino di 8 anni a seguito di un incidente d'auto avvenuto il 7 dicembre 1981, nel quale lui era alla guida. Morirono tutti i passeggeri tranne lui.[26][29] Oggetto di critica è stato il fatto che egli stesso, condannato in via definitiva per omicidio colposo volesse che fossero esclusi dal Parlamento italiano i condannati in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.[26] Lo stesso comico ha pubblicamente ammesso il suo status giuridico di pregiudicato, nonché precisato in più occasioni che mai si candiderà alle elezioni politiche.[26]


    Giudizi sulla tecnologia e Internet [modifica]
    Nel suo spettacolo "Time out" del 2000, Grillo criticava la tecnologia e il suo complicato funzionamento, finendo ogni serata distruggendo un personal computer[30]; successivamente ha cambiato radicalmente idea, aprendo un proprio popolare blog e affermando che Internet e le nuove tecnologie sono uno strumento indispensabile per il miglioramento della società. Mentre alcuni argomentano che è possibile e giustificabile cambiare il proprio giudizio, altri sostengono che tale atteggiamento abbia poco di sincero e che sia dettato da una logica opportunista[31][32].

    Il 30 aprile 2008 l'Agenzia delle Entrate ha reso consultabile tramite Internet il reddito imponibile dei cittadini che hanno presentato la propria dichiarazione dei redditi per l'anno 2005, operazione per la quale Beppe Grillo ha contestato le modalità di pubblicazione dei dati.[33][34] Secondo il Corriere della Sera, la reazione di Grillo è stata criticata da alcuni dei suoi sostenitori.[35] Grillo ha poi replicato criticando i giornali che lo hanno attaccato.[36] Dai dati dell'Agenzia delle Entrate è emerso che Grillo aveva dichiarato nel 2005 un reddito imponibile superiore a quello di diverse altre personalità (4 272 591 euro)[37]. Questo ha dato adito ad alcune critiche su quello che, secondo i detrattori del blog di Grillo, sarebbe "uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo"[32], anche se Gad Lerner, generalmente critico nei confronti del comico genovese, ha preso le sue difese su questo punto, sostenendo che "sono soldi guadagnati lecitamente offrendo un servizio unico nel suo genere" [38]. Inoltre Grillo ha puntualizzato che è pur vero che guadagna molto, ma è anche vero che paga tutto il dovuto (circa metà del reddito) al fisco.[senza fonte]


    Rapporti con la stampa [modifica]
    Il 9 gennaio 2008, Alessandro Gilioli, caporedattore de L'espresso, ha scritto sul suo blog di aver proposto un'intervista a Grillo. Secondo quanto riferito da Gilioli, il comico ha inizialmente accettato, ma successivamente si è rifiutato di rispondere dopo aver letto le domande ed essersi accorto che le risposte a quest'ultime potevano essere anche solo parzialmente trascritte, incentrate sulle sue critiche ai giornali e averle ritenute indegne. Gilioli ha commentato la vicenda arrivando alla conclusione che Grillo teme il confronto, che "ha una strategia di comunicazione basata sul vittimismo da censura" e che usa lo strumento del blog per evitare appunto il dibattito pubblico[39]. Grillo in seguito, in un'intervista concessa a un magazine, risponde alle critiche di Gilioli: "Il giornalista dell'Espresso, mi voleva fare un'intervista che io non avevo voglia di fare: voleva dimostrare qualche cosa che a me non interessava. Io con l'Espresso ho sempre avuto un buon rapporto. Probabilmente era un infiltrato di Panorama che voleva farmi litigare con l'Espresso. Io ho rilasciato interviste dalla Sentinella del Canavese al New York Times. Il numero del New Yorker che esce adesso ha 14 pagine su di me. Però non mi sento obbligato a rispondere sempre e comunque"[40].


    Collaborazione con la Casaleggio Associati [modifica]
    Su Internet sono apparsi articoli critici nei confronti dell'editore di Beppe Grillo, la società Casaleggio Associati.[41][42] [43] Nel marzo 2008 è stato pubblicato Webbe Grillo di Gaetano Luca ed Ivan Filice, ex membri dei meetup di Oristano e Monza, in cui si raccolgono tutti i dubbi e le contraddizioni su Beppe Grillo e la Casaleggio Associati, oltre a mettere in risalto le anomalie di alcuni meetup e di alcune liste civiche nascenti[44]. Un'altra opera significativa, Ve lo do io Beppe Grillo[45], pubblicato ad aprile 2008 e scritto da Andrea Scanzi, biografia non ufficiale ma autorizzata (Scanzi ha più volte intervistato Grillo negli anni), è risultato essere il ritratto giornalistico più credibile e imparziale sul comico-politico genovese.[senza fonte] Scanzi, firma de La Stampa, con Marco Travaglio è uno dei giornalisti a non avere attaccato Grillo, ma anzi ad avere avuto un atteggiamento accondiscendente e partecipe; da qui alcuni scontri televisivi con noti avversari di Grillo quali, ad esempio, Filippo Facci, Maurizio Gasparri e Vittorio Sgarbi.


    Critiche al V-Day [modifica]
    Per approfondire, vedi la voce V-Day#Critiche all'iniziativa.

    Fra le critiche più articolate al V-Day un articolo di Eugenio Scalfari del 12 settembre 2007 riassume alcune perplessità sul fenomeno del "grillismo".[46] Scalfari critica anche il contenuto delle tre proposte di legge sostenendo che alcune sono incostituzionali o autoritarie; osserva poi che i difetti della politica sono determinati dal consenso pubblico più che dalle regole, e che la loro soluzione deve pesare sul senso critico dei cittadini, mentre la richiesta di "soluzioni" per legge soddisfa piuttosto il desiderio di de-responsabilizzarsi dei cittadini.

    Il comico Daniele Luttazzi, in un articolo pubblicato sul sito della rivista MicroMega il 13 settembre 2007, critica il V-Day: "fa acqua da tutte le parti", poiché è assurdo pensare che una legge possa risolvere la pochezza umana." Pur offrendo un contributo all'informazione nazionale, Grillo illuderebbe gli ascoltatori con soluzioni demagogiche, politicamente inutili o controproducenti.[senza fonte]


    Critiche al blog [modifica]
    Diversi conoscitori del mondo del web e blogger hanno criticato la struttura e l'impostazione del blog di Beppe Grillo. Per l'editorialista di Punto Informatico, Massimo Mantellini, ad esempio, il blog di Grillo sarebbe "comunicazione convenzionale con le ballerine del web 2.0 attorno" e arriva a sostenere che "forse, dico forse, Grillo è volontariamente fuori da qualsiasi dinamica di rete"[47]; la mancanza di interazione con gli utenti (Grillo non ha mai risposto ai commenti dei propri lettori) e soprattutto la mancata gestione dei commenti, i quali spesso non sono pertinenti con l'oggetto del post correlato, farebbero pensare, secondo i critici, che per Grillo il cosiddetto Web 2.0 non sia niente più che un altro palcoscenico per i suoi spettacoli, ma che egli non sfrutti a fondo le potenzialità che offre rispetto ai media tradizionali.[senza fonte]

    Anche il contenuto di alcuni articoli del blog di Grillo è stato oggetto di polemiche. Particolarmente controverso, anche fra i suoi lettori[48], è stato un post dal titolo "I confini sconsacrati"[49] in cui Grillo sostenne che "un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia di rom della Romania che arrivano in Italia" e che "[il problema dei rom] è un vulcano, una bomba a tempo. Va disinnescata.", additando come responsabili il governo, l'Europa a 25 ed il sistema di Schengen e pubblicando una delle "centinaia di lettere sui rom" che dice di ricevere ogni giorno[50] [51] [52]. Ciò suscitò le proteste di diversi visitatori (che bollarono l'articolo come "filippiche proto-leghiste" e "propaganda anni trenta"[53]), mentre Gad Lerner criticò il comico genovese sostenendo di "[essere] capace di prendere applausi solleticando i pregiudizi della gente"[54] , e l'ex ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero commentò che "Chi ha molto ascolto si dovrebbe documentare prima di parlare perché altrimenti non aiuta a risolvere i problemi"[55]; d'altra parte, altri lettori del blog si mostrarono d'accordo con i contenuti del post[56], e l'ex ministro delle infrastrutture Antonio di Pietro sull'argomento dichiarò che "bisogna rispondere in modo propositivo e cioè assicurando i servizi necessari ai rom. Ma finché questo non sarà garantito dobbiamo regolamentare gli ingressi."[57], mostrandosi maggiormente in accordo con il messaggio di Grillo.

    In alcuni casi, inoltre, il blog di Grillo è stato considerato poco attendibile a causa del contenuto di alcuni articoli che pubblicizzerebbero come vere notizie che altre fonti definiscono senza mezzi termini delle "bufale", come nel caso della coppia dei cellulari che riuscirebbero a cuocere le uova[58], in realtà una leggenda metropolitana che ha avuto origine da un articolo satirico inglese[59][60], e la biowashball, una pallina di plastica contenente sferette di ceramica che, secondo i produttori, sarebbe in grado di lavare nella lavatrice senza bisogno di detersivo. Tale prodotto è stato pubblicizzato negli spettacoli di Grillo ed è stato oggetto di indagini separate effettuate dal blogger Paolo Attivissimo, dal periodico Il Salvagente, dall'associazione Altroconsumo, dalla trasmissione Mi Manda Raitre (con la consulenza del CNR), e dal programma "Patti Chiari" della TSI[61][62] le quali mostravano come non avesse nessun significativo potere pulente superiore a quello della sola acqua calda[63]; a seguito di ciò, il comico genovese ha scritto un post in cui invita a non "guardare la televisione o leggere i giornali finanziati dallo Stato" per informarsi e sostenendo di possedere una biowashball, ritenendosene soddisfatto[64]. Nello stesso post Grillo ha affermato di non essere pagato per fare pubblicità alla biowashball (allegando in questo senso una lettera dei produttori) e minacciando querele per chi avesse affermato il contrario, precisando però che l'eventuale ricavato di queste ultime sarebbe andato in beneficenza.

    Vi è stata la divulgazione di una presunta lettera di papa Benedetto XVI a Grillo pubblicata nel blog il 13 gennaio 2007.[65] La lettera era un falso, o un "quasi falso" come annunciato dallo stesso Grillo tre giorni dopo,[66] creato mettendo insieme alcune dichiarazioni del Pontefice e del suo segretario di stato Tarcisio Bertone, amico e concittadino di Grillo, a proposito delle energie rinnovabili. Alcune parti della finta lettera erano infatti palesemente ispirate alla Lectio magistralis tenuta dal papa a Ratisbona il 12 settembre 2006, Lectio divenuta famosa per le proteste suscitate nella comunità islamica a causa di una citazione di una frase dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo a proposito della guerra santa, nella quale l'imperatore additava come cattive e disumane tutte le cose portate da Maometto. Qualcosa di analogo avvenne il 26 marzo 2008, quando una lettera sulla questione tibetana, attribuita al presidente cinese Hu Jintao e indirizzata, tra gli altri, a Beppe Grillo, Nancy Pelosi e Richard Gere in qualita' di "opinion leaders", apparve sul blog.[67] Tale lettera era in realtà costituita da ampi stralci di un discorso tenuto nel 2001 da Hu Jintao, all'epoca vice-presidente, in occasione dei 50 anni della "liberazione pacifica" del Tibet.[68].


    Altri fatti controversi [modifica]
    Nel 2003 patteggiò una multa di 4000 euro al processo che lo vedeva imputato per diffamazione aggravata del premio Nobel Rita Levi Montalcini, che Grillo nel 2001 aveva apostrofato come "vecchia puttana", insinuando che la scienziata torinese avesse ottenuto il Nobel grazie a una ditta farmaceutica che materialmente le aveva comprato il premio; Grillo fece ricorso presso la Corte di Cassazione per il pagamento e la liquidazione delle spese legali.[69]

    In una intervista al Corriere della Sera, Dino Risi, che lo ha diretto in un film, ha dichiarato che Beppe Grillo è più attore adesso che non quando girava film. Secondo Risi, Grillo non crede affatto in ciò che dice e scrive quotidianamente nel blog.[70]

    Altro aspetto controverso è l'amicizia di Grillo con l'ex Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, difeso a più riprese da Grillo nel corso della crisi dei rifiuti in Campania ed intervenuto spesso nel suo blog ed in interviste televisive.[71][72][73][74].


    Citazioni nella musica e nel cinema [modifica]
    Leo Pari gli ha dedicato le canzoni Ho un Grillo per la testa,V-Day, ci sei o non ci sei e V-Day 2. Una parte di un suo spettacolo è stata inserita nell'album Stonata di Giorgia. Nel 1996 ha duettato con Mina nel brano Dottore, incluso nell'album Cremona. Loredana Berté ha scritto una canzone, mai incisa ma cantata alla trasmissione de La 7 Le invasioni barbariche, dove canta di volerlo "come presidente". Viene citato da Caparezza nella canzone "Il paese dei balordi": <[...] piuttosto attento alla finanza, conoscono il tuo nome, e sai chi è l'infamone che gliel'ha detto? il grillo>

    Una parte di un suo spettacolo è stata inserita nel film Il Divo di Paolo Sorrentino, nella quale fa una battuta satirica sull'onorevole Giulio Andreotti.


    Curiosità [modifica]
    Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare.
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    Contribuisci a migliorarla integrando se possibile le informazioni nel corpo della voce e rimuovendo quelle inappropriate.

    Ha promosso nei suoi spettacoli macchine ad idrogeno. Nel corso del tour 1995 "Energia e informazione" ha respirato il vapore acqueo che esce da una automobile alimentata ad idrogeno





    Mario Adinolfi (1971 – vivente), giornalista, scrittore, blogger, politico italiano.

    Dai blog, dove le idee aggregano consensi, i consensi aggregheranno denari e tutto si farà mobilitazione politica. Vincente, molto presto. E destinata a reggere l'urto del tempo e del declinare delle passioni. Insomma, non sarà più una mobilitazione emotiva, come certamente è stato il V-Day. Sarà una stabile costruzione di una proposta alternativa di governare la politica, saltando la mediazione di professionisti ormai inutili e conducendo il mondo verso un'era nuova: l'era della democrazia diretta, fatta di primarie, di leggi di iniziativa popolare, di referendum propositivi e abrogativi, di un esecutivo snello ed efficiente eletto direttamente dai cittadini che governerà con limite di due mandati. (da una lettera indirizzata a lastampa.it il 13 settembre 2007)
    Derubricare la forma blog e addirittura internet nel suo complesso a strumento di informazione è l'errore classico che compie chi internet non la vive pienamente. I blog non sono solo uno strumento di informazione e di denuncia. I blog possono essere (e non da oggi) un luogo della politica. Non della chiacchiera politica, del teatrino, del gossip o della lamentazione perpetua del piove-governo-ladro. I blog sono un luogo dell'aggregazione di idee e consenso, della politica vera dunque, da almeno quattro anni. Da quando cioè un signore chiamato Howard Dean e un movimento del web chiamato Move On sono riusciti a raccogliere qualcosa come settantotto milioni di dollari in poche settimane per consentire all'ex governatore del Vermont di sfidare il classicissimo vecchio senatore bostoniano John Kerry in Heinz alle primarie del partito democratico per le elezioni presidenziali americane del 2004. Quel modello, che portò Dean prima a far tremare Kerry per la nomination e oggi a guidare la macchina organizzativa del partito democratico americano, raccontò al mondo che la rete era qualcosa in più rispetto a uno strumento di informazione. Era una novità epocale capace di trasformare un signore sconosciuto in un concorrente credibile per la presidenza della più grande superpotenza del pianeta. (da una lettera indirizzata a lastampa.it il 13 settembre 2007)
    Sta affacciandosi un sistema nuovo di decisione per le comunità in cui viviamo. Passa dalla rete, non siate distratti e non sottovalutate i blog. Sono le avanguardie di questa transizione, inevitabile, verso la politica del futuro. (da una lettera indirizzata a lastampa.it il 13 settembre 2007)

    Citazioni su Mario Adinolfi [modifica]
    Adinolfi, infatti, mostra scarsa dimestichezza con la conduzione, ha un marcato accento romanesco, è un inguaribile narciso. Però è giovane perché ha un blog. Sul quale scrive: «Sono orgoglioso di aver messo il mio lavoro a disposizione di chi ricorda che le mafie hanno causato negli ultimi quindici anni 2500 morti in questo nostro malandato paese». Non sarebbe meglio acquisire qualche competenza, oltre al mestiere di blogger, prima di affrontare temi così importanti e decisivi? (Aldo Grasso)
     
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  6. #Cristina#
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    Il PD chiude la porta a Grillo. Luca Bianchini: “Faccia come me, passi dal garage" :lol:
    o anche: "Bianchini capace di intendere e di volere. Nessuna attenuante per l’iscrizione al PD."


    :rofl.gif: le battute non sono mie, ma di mio figlio Luca, che quando è in vena è un "simpatico umorista"!!!
     
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  7. ErTigre
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  8. patna
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    Mario - l'importante è ....... cominciare :P :P :P
     
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  9. laura^
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    Guerra nel Pd

    -_-

    L’ex pasionaria della Lega Nord, Alessandra Guerra, si è iscritta al Partito democratico

    Alessandra Guerra


    Guerra nel Pd. Non stiamo parlando di nuovi polveroni all’interno del Partito democratico, ma dell’ingresso di Alessandra Guerra, l'ex pasionaria della Lega Nord nella formazione politica di Centro-sinistra. La notizia è stata resa nota dalla stessa Guerra.

    “Mi sono iscritta al circolo del Pd di Tricesimo, il paese in cui abito - ha riferito all’Ansa -. E' stata una scelta lungamente meditata e serena. Ho maturato la consapevolezza che la politica è per me una grande passione. E così ho ripreso il percorso interrotto bruscamente nell'aprile del 2008. Riparto dal partito più vicino ai valori in cui credo, riallacciandomi al lavoro politico svolto durante gli ultimi due anni di impegno in Consiglio regionale”.

    Per Alessandra Guerra, che era uscita dalla Lega per appoggiare la ricandidatura di Riccardo Illy alla guida della Regione, “l'iscrizione al Pd è stata una scelta semplice, compiuta da libera cittadina. Non rinnego la mia storia politica. Anzi, la riprendo da dove l'avevo interrotta. Ho atteso la fine del recente periodo elettorale per evitare fraintendimenti. Desidero ripartire dalla base, con umiltà. Iniziare un cammino guardando al presente e non al passato e lavorare in modo costruttivo e con entusiasmo”.

    Buoni propositi che si troveranno ben presto a fare i conti con i toni surriscaldati dell’imminente congresso regionale e nazionale del partito. In Friuli Venezia Giulia si misureranno per la segreteria i due esponenti udinesi Debora Serracchiani (mozione Franceschini) e Vincenzo Martines (mozione Bersani).

    Da alcune indiscrezioni raccolte negli ambienti del partito, la Guerra potrebbe ‘sposare’ la corsa della Serracchiani. Su questo punto, la diretta interessata preferisce non esprimersi ancora. In tempi brevi, comunque, dovrà farlo.


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  10. ErTigre
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    CITAZIONE (laura^ @ 15/7/2009, 12:13)
    ecco i Candidati alla segreteria :) :cry:

    IGNAZIO MARINO


    Ignazio Marino (Genova :biggrinthumb.gif: , 10 marzo 1955) è un medico e politico italiano. Senatore dal 2006, attualmente svolge il ruolo di Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, nonché membro della Commissione igiene e sanità del Senato della Repubblica nella XVI Legislatura.

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  11. laura^
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    Il chirurgo-candidato «Non ho mai rubato C’è chi fa sgambetti»ROMA — «Mi sento ferito, offeso». Dalla vicenda delle note spese? «Dalla parola allontanato. Io non sono mai stato cacciato, mai». Ignazio Marino è reduce da una lunga giornata, cominciata sul Milano-Roma, in treno, con il Foglio spalancato sulle gambe e quella parola «allontanato» che lo fa infuriare. Una giornata straordinaria, giovedì aMilano, seguita da un incubo. Non sono coincidenze, dice: «Certamente qualcuno ha pensato che fosse utile, proprio mentre presentavo la mozione e discutevo di problemi concreti, sollevare una polemica ad arte, per oscurare i rilevanti contenuti di cui ci stiamo occupando».

    Qualcuno nel Pd? «Non voglio neanche immaginarlo. C’è anche chi mi ha dato la solidarietà. Spero comunque che ci si voglia confrontare sulle centrali nucleari e non sulle note spese. Anzi, se devo essere sincero, pensavo che oggi mi avreste chiamato per commentare le mie proposte sulla geotermia di terza generazione o sul contratto unico a tempo indeterminato con salario unico garantito. Non per parlare dei rimborsi». E invece eccoci qui a parlare di note spese gonfiate. «Del resto è la politica, lo so. Immagino che qualcuno voglia sporcare la mia immagine di severità e rigore. C’è chi nel buio vuole fare sgambetti ».

    Facile immaginare che non sia graditissimo a una parte del mondo cattolico, a Comunione e Liberazione, e qualcuno avrà gioito per i suoi guai: «Se sono cattolici veri non gli può certo far piacere». Ma non si è perso d’animo, spiega: «Rinunciare alla candidatura? Mai pensato. Al contrario, ora voglio raddoppiare l’impegno perché ci si metta alle spalle una politica fatta di personalismi e di corsa al potere». Prima di raddoppiare l’impegno, c’è però da spiegare, da fare chiarezza. I sostenitori della sua mozione sono disorientati: «Ma no, sono tutti con me, tutti indignati. Questa è stata la parte bella della giornata, la solidarietà. Volevano solo argomenti per poter replicare alle accuse».

    Ed eccola la sua versione: «Quella lettera, che è poi un fax, era il punto terminale di un conflitto con l’amministrazione dell’ospedale, non con l’università». La si accusava di 8 mila dollari in richieste doppie di rimborsi spese: «Non voglio fare del sarcasmo: anche rubare un dollaro è grave. Però se volevo rubare o fare dolo avrei avuto ben altre occasioni. Io gestivo un bilancio annuo per spesa corrente di 20 milioni di euro. E avevo uno stipendio certamente non basso». Però quel fax l’ha controfirmato, quasi un’ammissione di colpa: «No, ho firmato il fax per ricevuta. Forse ci può essere stato un elemento di trascuratezza nel firmarlo, ma subito dopo ho contattato i miei avvocati. E nella stessa giornata abbiamo concordato un altro documento nel quale non si faceva più cenno alla vicenda delle note spese».

    Per Marino si è trattato di una normale trattativa: «Il clima a Palermo era diventato ostile. Feci saltare un appalto vinto da una società il cui cda era controllato da un signore in carcere per mafia. Mi portarono a giustificarmi in tribunale, mi denunciarono per cento miliardi di lire. E poi mi arrivavano pressioni continue per assumere personale, non per merito. Cosa che non feci mai». Per questo, spiega Marino, cominciò a guardarsi intorno: «Valutai offerte da Harvard e da Jefferson. Scelsi quest’ultima e il 3 settembre del 2002, tre giorni prima di quel documento, firmai la lettera di intenti. Ovvio che la voce era girata e il clima si era fatto più aspro».

    Ma quelle note-spese? Davvero ne chiese e ottenne il doppio del dovuto? «C’erano due strutture amministrative, a Palermo e negli Usa. Mi ero accorto che c’erano alcune discrepanze e le avevo già segnalate io stesso a Palermo». La menzione nel documento fu insomma una specie di avvertimento di Pittsburgh: «Guardi, mi ha appena chiamato il ministro Sacconi per darmi solidarietà. Mi ha detto: ho vissuto in azienda, Ignazio, e so benissimo che nella fase finale ci si scambiano lettere violentissime». Alla fine, dunque, si dimise dall’Ismett, per «ragioni personali»: «Non volevo danneggiare la struttura. C’era il pericolo grave che la scossa dovuta alle mie dimissioni mettesse in pericolo l’istituto ».

    Ma partì un dibattito politico e Leoluca Orlando parlò di «logiche clientelari» che sarebbero intervenute a suo danno: «Le logiche c’erano. Quelle pressioni per le assunzioni pesavano, così come la vicenda della gara d’appalto e la divisione in cinque della struttura». Poi il disaccordo con Pittsburgh: «Ma non con l’università. Lei lo sa che ci sono molti docenti in giro per gli Stati Uniti che hanno raccolto firme per la mia candidatura nel Pd? Io vado avanti, più determinato di prima».


    Politica Democratici Solidarietà dai rivali al senatore in corsa per la segreteria. Bersani: gli ribadisco la mia stima. Il franceschiniano Adinolfi: metodi ineleganti
    Accuse dal «Foglio», caso Marino nel Pd
    Il giornale: lasciò l’università Usa per note spese truccate. La replica: polemica ad arte
    ROMA — Brutto risveglio per il senatore Ignazio Marino, che solo due giorni fa aveva presentato a Milano il suo programma per la segreteria del Pd. Per il cardiochirurgo proiettato verso la battaglia congressuale di ottobre — dove se la dovrà vedere con Dario Franceschini e con Pier Luigi Bersani — è stata indigesta la lettura del Foglio diretto da Giuliano Ferrara che ha pubblicato in forma integrale un documento riservato datato 6 settembre 2002: è la lettera- fax con la quale l’amministrazione dell’Università di Pittsburgh avrebbe imposto a Marino di dimettersi senza condizioni da tutti gli incarichi legati alla prestigiosa Upmc, compreso quindi il centro trapianti Ismet di Palermo fondato dal futuro senatore del Pd nel 1999 in collaborazione con il colosso medico della Pennsylvania.

    Motivo dell’improvviso quanto inaspettato allontanamento, spiega con stile ruvido Jeffrey A. Romoff nel testo scovato dal Foglio, alcune «irregolarità amministrative » che poi vengono quantificate in 8 mila dollari di rimborsi spese, accumulati nel corso di quasi dieci anni, ritenuti irregolari perché basati su ricevute presentate in copia alla stessa amministrazione sia in Italia sia negli Usa. «Tutto fango, probabilmente la sua candidatura dà fastidio a qualcuno», risponde il quartier generale del senatore lasciando intendere che l’imbeccata americana al Foglio potrebbe essere partita proprio da dentro il Pd. Al comitato Marino spiegano poi che si tratta di un doppio rimborso pagato per un errore dell’amministrazione di Pittsburgh del quale Marino avvisò con una lettera i contabili: e alla fine gli avvocati dell’Università e del professore avrebbero stralciato il capitolo note spese dal documento finale che ha sancito il divorzio tra Marino (passato all’Università di Filadelfia dal 3 settembre 2202) e l’Upmc.

    Il Foglio, tuttavia, sostiene di essere in possesso della lettera controfirmata dallo stesso Marino come accettazione delle condizioni imposte da Pittsburgh mentre il professore replica che quella copia è solo un fax controfirmato per ricevuta senza alcun valore legale. Il Foglio insiste: e ricorda tra l’altro che l’allontanamento del cardiochirurgo dall’Ismet provocò l’indignata reazione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ma non quella del collega Carlo Marcelletti, scomparso il 7 maggio del 2009, che disse: «Marino doveva raccontare la verità prima di andarsene e non lo ha fatto». Il caso è tutto politico. Pier Luigi Bersani: «Conosco da tempo Marino, ne ho grandissimo rispetto e stima. Non so se lui risponderà o vorrà precisare e non so neppure da dove arrivino questi documenti, ma per come l’ho conosciuto voglio ribadirgli la mia stima».

    La squadra di Dario Franceschini si affida a una dichiarazione di Mario Adinolfi: «Non dobbiamo permettere a elementi esterni di avvelenare i pozzi del congresso. Si tenta di sporcare l’immagine di uno scienziato di indubbia fama che è una risorsa preziosa di questa sfida interna al Pd, con un metodo che non è degno dell’elegante quotidiano di Giuliano Ferrara ».
     
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  12. ErTigre
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    abbiamo capito... è colpa di Cuffaro :lol:

    Da l'unità.....
    "Fui io stesso a comunicare con
    una e-mail che avevo commesso un
    errore nella presentazione dei rimborsi,
    avendola inviata sia a Palermo
    che a Pittsburgh. In realtà i rapporti
    tra me e l’Università erano diventati
    tesi perché sapevano che avevo
    siglato un preaccordo con la ThomasJefferson
    University di Philadelphia
    per andare a dirigere il centro
    di trapianti del fegato. Negli ultimi
    tempi era diventato molto difficile lavorare
    in Sicilia. Questo cambiamento
    lo registrai con l’arrivo di Totò Cuffaro
    alla Regione
    ."

    :lol:
     
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  13. laura^
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    Il candidato alla segreteria presenta slogan e mozione. Replica con decisione a Veltroni
    e ribadisce la stima per Marino. "Dopo il congresso dobbiamo essere più uniti di prima"
    Bersani: "Io non mi tiro fuori dal passato
    ma adesso il partito deve cambiare"

    Una proposta per "riaprire il cantiere dell'Ulivo": "Vocazione maggioritaria
    non vuol dire aspettare il 51% ma sentire la responsabilità di costruire alleanze"


    Pierluigi Bersani
    ROMA - "Vocazione maggioritaria non vuol dire aspettare di avere il 51% per essere un'alternativa al centrodestra, ma avere un progetto per tutto il centrosinistra e sentire la responsabilità di costruire delle alleanze". Pierluigi Bersani, presentando la sua mozione congressuale e lo slogan della sua campagna per la segreteria del Pd ("Un senso a questa storia"), lo dice chiaramente: "Io non ragiono col trattino", bisogna "riaprire il cantiere dell'Ulivo e riorganizzare il centrosinistra". Un progetto alternativo a quello di Walter Veltroni (e del suo successore Dario Franceschini), a cui l'ex ministro replica così: "Sento dire: ma tu dov'eri? Io c'ero, nessuno si è calato da fuori, e uso sempre il noi. Ora dopo venti mesi ci sono cose che dobbiamo correggere".

    E la correzione deve avvenire soprattutto sul piano delle alleanze. "La parola centrosinistra - spiega infatti Bersani - è un luogo, non è il tratto di identità del partito. È dove abiti, non chi sei. Perciò io propongo di lavorare per dire chi siamo: siamo un partito popolare, laico, del lavoro della riscossa civica. Definiamo assieme queste cose". "Il primo punto" che, a suo giudizio, è legato al tema delle alleanze future è quello "del profilo della democrazia e delle istituzioni: legge elettorale, conflitto di interessi, informazione", di queste cose "dobbiamo ragionare con tutti quelli che sono preoccupati dalla deriva populistica della destra". Poi puntualizza di essere "per il bipolarismo ma non per il bipartitismo": da qui la necessità di "una legge elettorale coerente che riconosca soggettività ai partiti politici". "No ai presidenzialismi mascherati", aggiunge.

    Bersani precisa inoltre che la sua "non è una candidatura contro qualcuno, anzi dal congresso possiamo uscire più uniti se discutiamo di politica e se diamo fondamenta più solide al progetto, perchè questo è il tema. Al congresso non dobbiamo presentare un programma, ma un grande asse di proposte programmatiche. Questo congresso bisogna condurlo con grande civiltà e dobbiamo uscire più uniti di prima. Non voglio fare polemiche, mi piace però che il mio pensiero non venga distorto".

    E non mancano le stoccate interne. Rivolte, indirettamente, al suo avversario Dario Franceschini, che ha candidato i neo-eurodeputati Sergio Cofferati e Debora Serracchiani a due delle segreterie regionali del Pd. "Si sono chiamati europarlamentari a dirigere il partito a due mesi dalle europee - attacca - ci sono fiori di europarlamentari che mi sostengono ma io non li utilizzerò nelle corse alle segreterie regionali". "Radicare un partito non è cosa da week end", prosegue Bersani. Che ribadisce la sua stima per il terzo incomodo nella corsa alla segreteria, Ignazio Marino, oggi attaccato pesantemente del Foglio di Giuliano Ferrara a proposito del suo allontanamento dall'istituto di trapianti Ismett.

     
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  14. ErTigre
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    Intanto ce chi dice all'interno del PD che <marino dovrebbe ritirare la candirura:

    Onorevole Binetti cosa ne pensa di questa vicenda di Marino, se l'aspettava? «Nell'ambiente qualche voce correva. Non si va via dall'Ismett due anni dopo averlo fondato. E poi non era tornato nella sua università. Insomma c'erano delle incongruenze. Anche Carlo Marcelletti, citato dal Foglio, lo disse chiaramente: "Marino doveva raccontare la verità prima di andarsene e non l'ha fatto". Ma una cosa sono i sospetti, una cosa i fatti». In effetti la lettera pubblicata dal Foglio è piuttosto chiara. «Il Foglio, in modo asciutto, pubblica la lettera ponendo delle domande a Marino. Mi sembra che il tempismo non lasci nulla all'ambiguità. Anche perché il momento è particolare, Ignazio ha appena presentato la sua piattaforma programmatica e sostiene di voler vincere la corsa per la leadership del Pd. Insomma se hanno pubblicato questa lettera sono certi del contenuto e del momento». Certo, gli americani potevano chiudere un occhi. In fondo si tratta di rimborsi doppi per 8mila euro. «La cultura americana è tanto incline a perdonare qualsiasi infedeltà coniugale quanto inflessibile su ciò che riguarda le tasse e la correttezza amministrativa». Eppure Marino, a suo tempo, disse che se ne andava perché non poteva lavorare nel nostro Paese. Lui era un «cervello in fuga». «Lei punta il dito sull'ambiguità che sempre c'è tra le nostre affermazioni e il legittimo desiderio di salvare la faccia. Ma certe dichiarazioni assumono un peso soprattutto se diventano modello per il principale partito di opposizione». Sta dicendo che Marino dovrebbe ritirarsi dalla corsa per la segreteria? «Mi sembra che, giustamente, siano stati sospesi tutti i giudizi. Si tratta di una buona cultura giornalistica e personale. Bisogna verificare la verità dei fatti». Marino ha già raccontato la propria versione. «Marino ha ribaltato lo scoop. Vediamo se la vicenda si chiuderà qui o ci saranno degli sviluppi». E se ci fossero? «Qualche giorno fa Marino ha sollevato la questione morale parlando del presunto stupratore di Roma. Io credo che, se la cosa fosse confermata, proprio perché è stato lui a usare certe parole, dovrebbe rinunciare a candidarsi alla guida del partito». da Il tempo
     
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    Pd: si chiudono congressi, Bersani oltre il 56%
    mercoledì 30 settembre 2009 19:35


    ROMA (Reuters) - Pier Luigi Bersani ha ottenuto il 56,5% delle preferenze degli iscritti nelle votazioni che si sono svolte in oltre 6.000 congressi dei circoli del Pd, come si legge in una nota del partito.

    La "Commissione nazionale per le elezioni del 25 ottobre" oggi ha diffuso i dati relativi alle votazioni in 6.095 congressi dei circoli del partito, che hanno interessato 675.705 iscritti, l'81,9% del totale nazionale dei membri del partito. Debole la partecipazione, che non raggiunge il 60%: per la precisione, ha votato il 56,99% degli aventi diritto.

    Netta l'affermazione dell'ex ministro del governo Prodi, che ha raccolto 216.130 voti validi, il 56,49% dei voti espressi.

    Per il segretario uscente Dario Franceschini, il principale sfidante, hanno votato 137.172 persone, pari al 35,85%, mentre l'outsider Ignazio Marino, senatore e chirurgo di fama internazionale, con i suoi 29.303 di preferenze (7,66%) rimane al palo.

    Il dato sembra rispecchiare un sondaggio diffuso nei mesi scorsi, che vedeva Bersani, sostenuto in particolare dall'ex premier Massimo D'Alema, nettamente in testa. E ieri, rivendicando quel risultato - anche se non definitivo - il coordinatore della campagna di Bersani, l'ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati, ha di fatto chiesto a Franceschini di farsi subito da parte, dato che non avrebbe il consenso dei due terzi degli iscritti al partito, provocando un duro scontro a mezzo stampa nel partito, con comunicati infuocati di vari esponenti dei due schieramenti.

    L'incidente, come lo ha definito lo stesso Franceschini - che è sostenuto dall'ex leader Walter Veltroni - è poi rientrato in serata, dopo l'intervento dello stesso Bersani. Ma è indicativo del fatto che la lotta per la guida del partito di centrosinistra - nato due anni fa dalla fusione di Margherita e Pd ed entrato in crisi di leadership e consenso subito dopo la sconfitta alle Politiche del 2008 - non si chiuderà con la convenzione nazionale (cioè il congresso) dell'11 ottobre. E che il risultato delle primarie, aperte anche ai non iscritti, forse non è completamente scontato.

    ESITO PRIMARIE MENO SCONTATO

    Ieri è stata anche la giornata di Francesco Rutelli che non vuole un Pd di sinistra, cioè ancorato alla tradizione socialista, e che, pur tra i distinguo, sostiene la candidatura di Franceschini. Presentando il suo libro "La svolta", Rutelli, pur senza fare nomi ("non è un problema nominalistico, è un problema di strategia politica") ha di fatto lanciato un appello in extremis a non votare Bersani, né il "laicista" Marino, alle primarie, invocando una "battaglia delle idee" e spiegando che però "il congresso è una conta".

    Alle primarie del 2007, le prime del neonato Pd, Veltroni, vincitore annunciato, ottenne oltre il 75% su 3 milioni e mezzo di votanti, battendo facilmente candidati come Enrico Letta o Rosy Bindi. Ma il prossimo 25 ottobre le cose potrebbero essere più complicate.
    Lo scarto congressuale tra i due candidati principali, Bersani e Franceschini, è largo, ma il voto ha riguardato fin qui solo gli iscritti (nei mesi passati i due schieramenti si sono anche rimproverati reciprocamente di aver gonfiato in qualche caso le iscrizioni), mentre alle primarie possono votare anche elettori e simpatizzanti, o comunque chiunque firmi una dichiarazione di sostegno, versando un contributo.

    E bisognerà anche capire quale sarà il peso "esterno" di Marino, candidato che, pur lanciato da Goffredo Bettini - fino a poco tempo fa braccio destro di Veltroni - ha cercato di smarcarsi dagli schieramenti. La sua percentuale potrebbe aumentare, grazie a un maggior gradimento tra gli "esterni", riducendo quella degli altri candidati.

    In realtà gli elettori delle primarie non votano direttamente un candidato, ma la lista, o le liste, a esso collegate, eleggendo i componenti della assemblea nazionale. Sono poi questi ultimi che eleggono in seduta plenaria a loro volta il segretario. E se uno schieramento non ottiene subito la maggioranza assoluta alle primarie, l'assemblea deve scegliere tra i primi due candidati per numero di voti.

    Bersani è notoriamente critico verso il meccanismo delle primarie, o meglio, alla sua estensione ai non iscritti per la scelta di cariche di partito. Ma tutti e tre i candidati hanno comunque firmato l'impegno a rispettarne l'esito.

    http://it.reuters.com/article/topNews/idIT...0090930?sp=true
     
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201 replies since 15/7/2009, 09:03   1968 views
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