PDL, Silvio e gli altri..

alleanze e strategie..

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  1. ErTigre
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    E' proprio vero, i vecchi detti sono sempre validi. Quando il Gatto non c'è i topi ballano.. o litigano, per essere nel tema :D

    Edited by Ireth74 - 21/4/2010, 19:24
     
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  2. dango
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    "Caro" Libero, Scalfari è un mito. Punto. :D

    Mariuzzo che hanno combinato i pidiellini senza il Suo Occhio Vigile che li controlla?
     
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  3. ErTigre
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    CITAZIONE (dango @ 14/4/2010, 18:47)
    "Caro" Libero, Scalfari è un mito. Punto. :D

    Mariuzzo che hanno combinato i pidiellini senza il Suo Occhio Vigile che li controlla?

    Sono riusciti a farsi affossare dall'opposizione il "decreto Salvaliste", quello approvato dal governo in occasione delle regionale, dopo la non presentazione di alcune liste pdl. Una sconfitta indolore dato che le elezioni son finite e comunque rimiedabilissima con un altro provvedimento, ma che lascia un po il segno.. essendo figlia dell'assenza di pochi leghisti e di tanti piedillini tra cui abbastanza incursori Finiani. E dire che lunedì Gianfranco aveva preso le distanze dal quirinale, dichiarando che per fare le riforme non è necessario trovare un accordo con l'opposizione. Del resto, con l'opposizione alla canna del gas, gli unici ostacoli, quelli del pdl, possono trovarli solo tra se stessi.

    Ps: ho visto su Scalfari, è solo un articolo sulla presentazione del libro "Eugenio Scalfari e il suo Tempo" di Angelo Cannatà! Niente d'interessante insomma ;) ..almeno per me :P
     
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  4. dango
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    Pdl, Fini e Berlusconi sull'orlo della rottura
    Schifani: se la maggioranza si divide si vota
    Due ore di colloquio, resta il gelo. Il presidente della Camera: pronto a fare i miei gruppi. Il premier: allora lasci la tua carica. Bossi insiste: le banche ci spettano. Bersani: nel Pdl più problemi di quanto sembri

    e stavolta la fonte è il ....Messagero oltre che repubblica
     
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  5. ErTigre
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    CITAZIONE (dango @ 15/4/2010, 20:41)
    e stavolta la fonte è il ....Messagero oltre che repubblica

    no.. lo dicono tutti... dal tgcom

    Fini-Berlusconi, sale la tensione
    Fonti Pdl,premier:48 ore per riflettere


    Tensione sempre più alta tra il premier Silvio Berlusconi ed il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Quest'ultimo, riferiscono fonti della maggioranza, ha detto che è pronto a costituire suoi gruppi autonomi in Parlamento, accusando il governo e il Pdl di andare a traino della Lega. Il premier Berlusconi, riferiscono le stesse fonti, avrebbe chiesto 48 ore di riflessione.

    Berlusconi: Fini lasci la presidenza della Camera
    Rifletti bene su questa decisione di dar vita a gruppi autonomi perché l'inevitabile conseguenza è quella di dover lasciare la presidenza della Camera. Silvio Berlusconi, a quanto riferiscono fonti della maggioranza, avrebbe replicato così al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che nel summit a Montecitorio avrebbe ventilato l'ipotesi di dar vita a gruppi autonomi. Fini si sarebbe riservato di comunicare una decisione entro la prossima settimana.

    Fini pronto alla rottura
    "Il tuo partito è il Pdl non la Lega", così Fini durante l'incontro con Berlusconi ha ribadito la sua posizione sul fatto che il partito di via dell'Umiltà è appiattito al Carroccio. Il presidente della Camera ha poi chiamato nel suo ufficio di Montecitorio alcuni degli esponenti del Pdl a lui più vicini. Nello studio della terza carica dello Stato sono giunti il presidente vicario del Pdl a Montecitorio Italo Bocchino, il vicecapogruppo Carmelo Briguglio, il viceministro e segretario generale di FareFuturo Adolfo Urso e il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia.

    Non sono bastate quasi due ore di faccia a faccia alla Camera per dissipare le tensioni. Berlusconi e Fini si sono lasciati con freddezza. Il colloquio, raccontano, è stato franco e interlocutorio. Qualcuno parla di 'tregua armata', ma c'è chi dice che si sia addirittura sfiorata la rottura. "Come sempre capita in questi casi, la verità sta in mezzo", dice chi ha avuto modo di sentire il Cavaliere.

    Il numero uno di Montecitorio avrebbe consegnato un messaggio molto chiaro, che va ripetendo da tempo dopo le regionali: non ci si può appiattire sulla Lega, perché così si indebolisce il Pdl che deve rimanere forza trainante del centrodestra e non può farsi dettare l'agenda dal Carroccio. Una posizione subordinata nei confronti del Senatur sarebbe un danno anche per lo stesso Berlusconi.

    Schifani: "Se cambia maggioranza si torni al voto"
    "Quando una maggioranza si divide non resta che dare la parola agli elettori". Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani commentando l'incontro tra Fini e Berlusconi. Schifani ha spiegato che si tratta di "un concetto che già ho ribadito in epoca non sospetta", che ripete perché "leggo in queste ore della costituzione di gruppi diversi da quelli del Pdl".


    Le Lega continua il pressing
    Bossi, proprio durante il colloquio tra i cofondatori del Popolo della libertà, ha ribadito che il suo partito vuole contare nei salotti buoni della finanza nordista e rivendica a sè gli assessori all'agricoltura in Veneto e Piemonte, a maggior ragione dopo aver dato il via libera a Giancarlo Galan al ministero delle Politiche agricole.

    I finiani assicurano che non c'è da parte del presidente della Camera nessuna intenzione di forzare, ma la volontà di far valere fino in fondo le proprie ragioni per un maggior equilibrio interno. Nessuna delega in bianco a favore dell'asse Berlusconi-Bossi da parte di Fini che sarebbe pronto a costituire anche un gruppo autonomo. Berlusconi, riferiscono fonti della maggioranza, si sarebbe preso 48 ore per riflettere.
     
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  6. dango
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    In pratica Schifani conta sul fatto che nella situazione attuale sarebbe l'elettorato stesso a far fuori Fini....un modo come un altro di dirgli di starsene buono.

    Ma siamo certi che Silvio se lo possa permettere??? Bossi sta camminando sul filo di lama e non puo' contnuare a fare il giocoliere in eterno, dicendo la legge elettorale non si tocca per fare eco a Silvio quando in realtà vuol dire che la riforma elettorale (nel senso di semi-presidenzialismo) deve venire dopo il federalismo fiscale.
     
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  7. patna
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    Schifani dimostra ancora una volta di essere una vera ............. schifezza d'uomo !!! -_-
     
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  8. ErTigre
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    Una finestra a come le vedono la crisi di ieri, i due principali giornali che fanno riferimento al centrodestra, IlGiornale e Libero.. negli editoriali di oggi dei due direttori, Feltri e Belpietro ;)

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  9. dango
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    Mario, il link che hai postato non mi funzia...sorry...

    Intanto ti posso portate il parere del Corriere (qui) che cmq ricalca quello di Rep.it e de La Stampa...sostanzialmente tutti tendono a pensare che ci sarà una rottura effettiva.

    Più interessante è il discorso che fa il Secolo (lo trovi nel link) a proposito della volontà di recuperare una dimensione di destra "non sloganistica e sotto-padrone...
     
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  10. ErTigre
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    CITAZIONE (dango @ 16/4/2010, 21:41)
    Mario, il link che hai postato non mi funzia...sorry...

    boh.. a me funzionano.. forse è colpa del solito ufficio :o: ?
     
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  11. dango
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    si...dannato ufficio... :ranting2.gif:
     
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  12. ErTigre
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    Stamattina vediamo sempre il confronto di 2 quotidiani.. ma stavolta di stampo mafioso.. anzi pardon.. opposto :lol:
    A proposito della trasmissione di venerdì di Paragone su Rai2 (che ho visto) dove si sono scontrate le opposte fazioni pidielline ;)

    Vediamo libero ke definisce i finiani "un manipolo di disperati che vanno avanti solo perchè non possono andare indietro
    SPOILER (click to view)
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    mentre il fatto oltre a parlare di scissione in diretta tv, titola in prima pagina "fascista, dimettiti", termine "fascista" che a me sembra di non aver sentito, ma posso anche sbagliarmi.
    SPOILER (click to view)
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    Come potete vedere.. toni completamente diversi.. il primo che definisce i fedelissimi finiani un manipolo di disperati, l'altro che accusa i Bersculonas di aver liquidato in diretta tv i cattivi bfascisti
     
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  13. dango
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    qui un articolo di Ilvio Diamanti tratto da rep.it che analizza lo scontrio Fini-Berlusconi partendo dai risultati delle regionali e con un occhio sulle realtà di territorio.

    Questa la conclusione a cui giunge:

    Più che dal centrosinistra e dal Pd, quindi, l'opposizione alla maggioranza viene dalla maggioranza. L'opposizione al Pdl dal Pdl. Dalla sua - contraddittoria - presenza nella società e nel territorio. Dove appare poco radicato. Stressato da una fusione - tra Fi e An - mai del tutto compiuta, soprattutto a livello periferico. Frammentato in gruppi locali e particolaristici. Incalzato dalla compattezza della Lega. Disorientato - più che da Fini - dall'incertezza sui fini comuni e condivisi. Per comprendere le difficoltà e i conflitti nel Pdl, allora, conviene non concentrarsi solo sui gruppi parlamentari, sui dirigenti nazionali di partito, sui luoghi della "politica dell'audience". Meglio spostare lo sguardo anche sul territorio. Dove si rischia di capire il significato della sfida di Fini a Berlusconi meglio che in un talk-show.
     
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  14. Ireth74
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    Fini prova la corrente
    Berlusconi pronto a cacciarlo

    E i "colonnelli" tradiscono il loro ex capo: in 75 firmano contro di lui


    di L. Telese

    Roma - Nessun gruppo separato in Parlamento (per ora). Ma continua la guerra senza quartiere nel Pdl, come una partita di ping pong. Il prossimo atto? La direzione del partito di domani, dove a girare le carte sarà Silvio Berlusconi. Intanto Gianfranco Fini ha girato le sue: "Io non ho intenzione di togliere il disturbo né di stare zitto. Mi auguro - ha detto nella riunione a porte chiuse - che Berlusconi accetti che esista un dibattito interno al Pdl". E ancora: "La Lega è un alleato importante, ma non può essere il dominus". Di più: "Il Pdl non può essere il partito del predellino in cui tutti sono d’accordo e devono dire che tutto va bene".

    Firme contro firme. Che significato ha questo discorso? Dal punto di vista numerico che l’ex leader di An ieri ha portato a casa un risultato importante, ma non privo di ombre e di interrogativi. Il successo sono le firme di 52 parlamentari, tutti dell’area che viene da An, più 5 eurodeputati, in calce a un documento di fiducia nei suoi confronti, che rappresentano di fatto l’atto di nascita della sua corrente (la prima area non berlusconiana organizzata). La risposta dei "colonnelli" - con in testa Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri - è un controdocumento di 75 parlamentari che dicono di sentirsi più rappresentati da loro che dall’ex leader. Al documento dei colonnelli aderiscono tutti i ministri (compresa una finiana storica come Giorgia Meloni) tranne Andrea Ronchi. Che il rapporto di forza fra l’anima non berlusconiana e berlusconiana dell’ex An potesse essere questo - anche in termini numerici - si sapeva: ma ora che viene messo nero su bianco, e corredato dalla lista delle firme, tutto cambia.

    Lista coperta. Quella che si è scatenata nel Palazzo, infatti, è molto più di una conta, una vera e propria "caccia" ai finiani che hanno manifestato il loro sostegno al presidente della Camera. Al punto che Flavia Perina, ieri, sprizzava gioia da tutti i pori per il risultato raggiunto: "Il nostro è un successo politico". Ronchi, all’altro lato del Transatlantico, gettava acqua sul fuoco: "Non è nata nessuna corrente". Possibile? Piccolo corollario che rende l’idea della tensione in campo: la lista completa dei supporter di Fini (39 alla Camera più 13 al Senato) per ora resta coperta, per impedire intimidazioni, e tentativi di "calciomercato", operazioni giornalistiche di demolizione: "I berluscones non si aspettavano una partecipazione di questo tipo - spiega uno dei finiani sotto anonimato - la loro speranza è quella di costruire operazioni di killeraggio con gli house organ della casa". Ovvero Libero e Giornale, che anche ieri rovesciavano pece bollente sul presidente e sui suoi. Nel suo editoriale Maurizio Belpietro si spingeva più in là, chiedendo esplicitamente a Berlusconi di espellere il grande dissidente: "Se Fini resta, a condizione di ridimensionare le proprie pretese bene. Diversamente meglio affrettarne l’uscita".

    Cordone protettivo. Che il clima sia questo si capisce fin dalla mattina. La riunione dei finiani è fissata per le 12. Arrivi all’ascensorino che dal Transatlantico porta ai gruppi parlamentari e alla "sala Tatarella", e dopo pochi passi vieni bloccato dai commessi. Intorno alla riunione, il presidente della Camera ha steso un cordone protettivo istituzionale, una sorta di "zona rossa". E’ il primo segnale di una tensione palpabile e del desiderio di non avere incollati alle porte troppi occhi discreti. L’altro campanello di allarme, ancora prima che si inizi a discutere, è lo sfogo di Roberto Menia, fedelissimo finiano, l’unico che fra gli applausi, nell’ultimo congresso di An, intervenne contro lo scioglimento. Il sottosegretario all’Ambiente esterna nel cortile interno del Palazzo "Ho detto senza peli sulla lingua a Bocchino di smetterla perché già ha fatto abbastanza danni, e l’ultimo caso è stata la rissa in tv cui tutto il mondo ha assistito". Questo è uno dei segnali che dovrebbe preoccupare Fini. Tra i firmatari del documento, infatti, ci sono molti che lo intendono come "un atto di solidarietà" a Fini, più che un passo politico. Il presidente della Camera ha trovato un paragone utile: "Le categorie del tradimento sono tali - spiega nella relazione - che da un anno un autorevole esponente del governo in Sicilia ha costituito il gruppo Pdl-Sicilia, che convive con il Pdl. Se invece qualcuno ipotizza che accanto al Pdl possa nascere Pdl Italia, diventa tradimento".

    Leghisti a Palazzo Grazioli. Berlusconi risponde convocando a Palazzo Grazioli un vertice per discutere la preparazione della direzione. La cosa stupefacente è che alla riunione ci sono anche i leghisti: Roberto Calderoli e Roberto Maroni, la vice presidente del Senato Rosy Mauro. Per il Pdl ci sono Denis Verdini e il sottosegretario Aldo Brancher. E poi arrivano anche Sandro Bondi, il ministro Matteoli, Paolo Bonaiuti, Maurizio Gasparri, il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, il vicecapogruppo al Senato, Gaetano Quagliariello e persino Gianni Alemanno. Insomma, tutta la coalizione "antifiniana" viene esibita come un comitato di salute pubblica. Quale è il confine fra l’attività di una corrente e il frazionismo? “Il nostro vangelo - spiega Bocchino - è il programma di governo". Domani scopriremo se Berlusconi accetterà il compromesso, oppure seguirà i consigli di Belpietro.

    Da il Fatto Quotidiano del 21 aprile
     
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  15. Ireth74
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    Pdl, è rissa tra Berlusconi e Fini - "Non sono un traditore e non taccio" - "Se vuoi fare politica, dimettiti"

    VIDEO: lite in diretta Berlusconi-Fini

    VIDEO: Berlusconi interrompe l'intervento di Fini
     
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455 replies since 14/4/2010, 09:27   3898 views
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