Il quadro della mia vita...

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  1. marina.1
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    Sì mi piace moltissimo!
    Il quadro della mia vita? Quello che non riesci a guardare senza provare una profonda emozione? Sicuramente "Bal au moulin de la Galette" di Auguste Renoir
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    E' un quadro in cui sento vibrare la gioia di vivere, l'ardore della gioventù, l'attesa del futuro, l'incanto del coteggiamento...
    Rappresenta uno dei momenti più pieni e più alti del preriodo di "pieno impressionismo di Renoir, quello che preferisco, e fu esposta nella mostra del 1877 organizzata dagli stessi pittori di quel movimento.
    Rappresenta un ballo domenicale a Montmartre, non ancora quartiere degli artisti, in un locale chiamato appunto Moulin de la Galette chiamato così proprio per la vicinanza ad uno dei tanti mulini che all'epoca si trovavano sulla collina.
    Il locale era frequentato da moltissimi giovani, artisti e non, che ballavano o rimanevano a guardare e a chiacchierare. Negli anni Settanta Montmartre non era ancora il quartiere degli artisti e i balli che si tenevano al Moulin costituivano un’occasione di divertimento senza pretese, a cui prendevano parte le ragazze del posto: commesse di negozi, fioriste e lavandaie, proprio come quelle che posarono Al Moulin de la Galette.
    Lo studio della folla in movimento in una luce sia naturale che artificiale è affrontato facendo ricorso a pennellate decise e vivaci.
    L'impressione di una sorta di dissolvimento delle forme fu una delle cause delle reazioni negative da parte dei critici dell'epoca.
    Naturalmente, come per tutti i quadri degli impressionisti, fu realizzato en plein air.
    Attualmente è esposto al Museo D'Orsay.

    Se siete interessati posso cercare di fare una brevissima storia dell'Impressionismo (si capisce che questi pittori sono in assoluto i miei preferiti?)
    Ci sono anche due romanzi molto piacevoli sull'argomento: "Vortici di gloria" biografia di Camille Pisarro , ma anche di tutti gli altri, di Irving Stone e "La vita moderna" di Susan Vreeland che parla della nascita di un'altro capolavoro di Renoir, "Le déjeuner des canotiers" che purtroppo è esposto a Washington ed ho potuto vedere solo in foto
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    Da notare la presenza come modelli di Aline Charigot, futura moglie di Renoir, (la ragazza che gioca col cane), di Gustave Caillabotte, altro grandissimo pittore, (l'uomo a cavalcioni sulla ringhiera) e dell'editore Charles Ephrussi, l'uomo col cappello a cilindro che verrà ricordato proprio per questo quadro nella Recherche di Proust
     
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  2. stemil
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    complimenti al marito di pat!!!!


    IL MIO PREFERITO!!!!




    URL=http://img195.imageshack.us/i/dioniso20bacco20caravag.jpg/]image[/URL]
     
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  3. dango
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    Marina, l'idea del topic dedicato agli impressionisti è ottima...aprilo pure quando vuoi!!!

    Per quanto riguarda "il quadro della mia vita", credo che ve ne sia uno per ognuna della mie "fasi" pittoriche. :D La costante assoluta è che si tratta sempre e solo di pittura "moderna", ovvero dal 900 in poi.

    Per moltissimo tempo il posto d'onore assoluto è stato occupato da Kandinskij a cui è certo dedichero' un topic a parte, infatti ancora oggi le sue opere mi conquistano e, almeno una sua riproduzione, deve per forza, occupare una delle pareti di casa.

    Successivamente se ne sono affiancati altri, ma oggi come oggi, sono letteralmente innamorata di un particolare quadro di Rauchemberg.

    Due parole sull'artista: Robert Rauschemberg (Port Arthur, 22 ottobre 1925 – Captiva Island, 12 maggio 2008) è stato un fotografo e pittore statunitense, che fu vicino alla pop art senza però mai aderirvi realmente, innescando invece una inedita corrispondenza con l'espressionismo astratto.
    Rauschenberg esplora il proprio mondo artistico non limitandosi alla sola pittura. All'interno delle sue composizioni introduce elementi materici, oggetti, addirittura animali impagliati, operando una fusione fra questi e la pittura alla quale non rinuncia mai. Il nome che l'artista dà alla sua personale unione fra oggetti, cose materiali, quotidiane e pittura è combine-paintings, ossia pitture combinate.
    Rauschenberg fu sempre indipendente da qualsiasi gruppo o corrente del dopoguerra, anche se è stato a volte considerato, insieme a Jasper Johns il fondatore della Pop art.
    Robert Rauschenberg vince nel 1964 alla biennale di Venezia, dove viene definitivamente proclamato il successo della pop art americana.

    Nel 1962 compone Ace, attualmente in mostra a Buffalo...

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  4. stemil
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    ah ecco.. ora so dove era finito il mio post... me sò sbajata io..... :) come al solito...

    Di lui mi sono innamorata quand'ero ancora molto giovane, alle scuole superiori.
    Il pittore maledetto, alcolizzato, assassino e genio della pittura. IL suo uso della luce era spettacolare. Michelangelo Merisi detto il Caravaggio... un mistero la sua morte , sui cui mille ipotesi sono state fatte, non si sa esattamente dove sia morto nè tanto meno dove sia stato sepolto. Quello che rimane è un arte eccezionale!

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  5. laura^
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    eccolo il mio quadro :rolleyes:
    mi mette di buon umore quando lo vedo.....

    mi vedo camminare vedere questo bel dehor fermarmi prendere un caffe' e fumare una sigaretta..il tutto senza pensieri.
     
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  6. dango
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    Complimenti Lauretta, un gran bel Van Gogh!!!

    (V. Van Gogh , Caffè di notte - Esterno di caffè in Piazza
    del foro ad Arles la sera-, 1888)

    P.S. ti ho messo l'indirizzo cosi' ci puoi andare davvero...:D...ma non sono certa che sia ancora come lui l'ha dipinto!! ;), pero' il caffe' c'è ancora...

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  7. Benucci
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    Dunque....Partendo dal più lontano nel tempo, uno dei dipinti che da sempre, cioè da quando l'ho conosciuto e studiato, mi è rimasto nel cuore e mi ha dato incredibili e inspiegabili sensazioni è "Giove ed Io" del Correggio, che appartiene alla serie degli "Amori di Giove".

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    I dipinti sono quattro, Ganimede e l'aquila, Leda e il cigno, Danae e Giove ed Io.

    Io ritrae un dio che scende sulla terra per sedurre una fanciulla. Come narra Ovidio, Giove, per nascondere il suo adulterio allo sguardo indiscreto di sua moglie Giunone, fece calare un velo di oscurità sull'incontro. Correggio esclude ogni dettaglio estraneo e riempie lo spazio con il fumo denso del dio dissimulato. Giove non è semplicemente nascosto nel fumo; sembrerebbe piuttosto, in una brillante ispirazione figurativa, essere fatto di esso. Incorporeo, egli sembra divenire essenza solo quando entra in contatto con la fanciulla e mentre la sua mano destra le scivola attorno alla vita con la sua protezione di nube, le sue labbra cercano e trovano quelle di lei. Presto ella verrà avviluppata, ma per un momento possiamo godere della visione fugace della sua estasi. Correggio ne distorce il corpo non solo per creare una coscia smodatamente ampia - taglio a cui era affezionato - ma anche per mostrare la sua gamba destra slanciata in alto e un braccio che avviluppa mentre l'altro la bilancia. La sua mano destra gesticola espressivamente, ma ella necessita di quel sostegno mentre apre la bocca e rovescia il capo, dolcemente disordinato e in puro godimento. La Io di Ovidio fugge via verso i boschi per paura di Giove: qui, invece, prende piacere dalla sua evanescente presenza.
    In primo piano, proprio alla base della tela in angolo, è la testa di un cervo, dipinto molto lievemente sopra le rocce, quasi certamente un ripensamento. È mostrato mentre beve dall'acqua ai piedi di lo. La grande urna di terracotta si collega all'acqua: era l'antico simbolo convenzionale per la sorgente di un fiume, e rimase un luogo comune nel Rinascimento. La sua inclusione nel dipinto deve alludere al fatto che il racconto di Ovidio inizia narrando di tutti i fiumi nella Valle di Tempe e continua affermando che il padre di Io, Inaco, era un dio fluviale, e che ella aveva colpito l'attenzione di Giove ritornando dal ruscello di suo padre. Quanto al cervo, l'ipotesi più plausibile è che, in accordo con la tradizione dei romanzi medievali, rappresenti il desiderio amoroso.
    Il formato alto e sottile del Ganimede e della Io suggeriscono chiaramente paralleli con le due Allegorie, della Virtù e del Vizio, e avrebbero avuto senso visivamente ai due lati di una porta. Ganimede sarebbe stato posto alla sinistra e la Io alla destra, e il modo in cui sono illuminati supporta questa opinione.
    ( continua...)

    Edited by Benucci - 17/5/2010, 09:20
     
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  8. dolcetilly
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    Potrei stare ore a guardarlo: Notte stellata di V.Van Gogh

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    di Jean Honorè Fragonard

    un altro quadro che amo ( ne ho una copia sopra la libreria)
     
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  9. Benucci
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    .....Secondo, sempre in ordine cronologico, il "Sileno ebbro" di Jusepe de Ribera ( detto " Lo spagnoletto"), pittore che ho amato molto, insieme al Caravaggio alla cui opere Ribera si ispirò nel primo periodo della sua arte. Il suo modo di dipingere è caratterizzato da una completa adesione al luminismo caravaggesco; la sua è una pittura drammatica e tenebrosa, ricca di vistosi effetti chiaroscurali come in quest'opera:

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  10. dango
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    Come penso appaia già chiaro è altro il tipo di pittura che io prediligo, indichiamolo genericamente con astrattatismo in tutte le sue sfumature, ma leggere i commenti a Giove ed Io del Correggio ed al quadro dello Spagnoletto, fa si che io mi soffermi su questi dipinti con un'attenzione che forse non avrei mai dedicato loro.

    E allora quasi mi sembra di percepire le sensazioni che descrivi...con quel braccio avvolgente e impalpabile che domina la scena forse più di quanto potrebbe fare se fosse ben definito.

    Thanks.. :wub:
     
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  11. marina.1
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    Benu, sei stata splendida...ci hai fatto capire moltissime cose.
     
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  12. Benucci
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    Grazie ragazze :)
    Il merito è dei bravi insegnanti di Storia dell'Arte che ho avuto la fortuna di incontrare sia al liceo che all'Accademia. Appassionati, stimolanti, trascinanti, hanno aperto le porte ad un mondo bellissimo.

    CITAZIONE
    ....fa si che io mi soffermi su questi dipinti con un'attenzione che forse non avrei mai dedicato loro

    Anche io, Dani, probabilmente, su molti dipinti non mi sarei mai soffermata. Ho capito col tempo, ( e può sembrare fredda e sterile questa affermazione) che non basta, o per lo meno non basta a me, l'attrazione visiva, a pelle, verso un opera d'arte. Ma, quando mi è stata spiegata, quando l'ho studiata a fondo, in ogni dettaglio, quando mi è stato chiaro lo studio dell'artista, il suo intento, la sua tecnica, e tutto quello che c'è dietro la creazione dell'opera, solo allora ho potuto davvero apprezzarla, o perchè no in alcuni casi, detestarla.
     
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  13. dango
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    E da un lato lo capisco bene, non si riesce a padroneggiare e a capire fino in fondo cio' che si vede senza averne anche assimilato la genesi e l'obiettivo e questo porta certamente a guardare un'opera con occhio diverso e più profondo.

    Dall'altro perdersi nella sensazione visiva di cio' che si sta guardando, coglierlo con i sensi lasciando, anche volutamente, in disparte il resto, puo' dare un'emozione profonda ed instintiva. Proprio perchè immediata, ovvero non mediata da altre considerazioni di tipo più tecnico e razionale.

    In fondo era un po' cio' che sottintendevo quando ho titolato la sezione dall'occhio all'anima...questo guardare emozionale che si riverbera dentro di noi e crea sensazioni.

    Ovviamente l'una cosa non esclude l'altra, ma devo confessare che in prima battuta non c'è molto spazio in me per "altro" rispetto al riempirmi gli occhi (e quindi l'anima :)), poi forse arriva la curiosità, che difficilmente pero' sposta la prima impressione.

    Spesso la mia di curiosità è piu' incentrata sull'autore che sull'analisi dell'opera stessa e questo sia per le mie scarse conoscenze tecniche, sia perchè tendo ad attribuire più valore all'obiettivo che il quadro raggiunge con me che all'obiettivo dell'artista stesso.

    Per meglio spiegarmi: se con una certa opera l'artista avesse voluto rappresentare gioia, mentre io vedo serenità...oppure se avesse voluta rappresentare armoniosa perfezione mentre io vedo fluidità di forme imperfette...chi puo' dire cosa sia giusto o sbagliato?

    La bellezza è proprio in questo, ovvero, come si suol dire, nell'occhio che guarda. E cosi' l'emozione, la sensazione, la percezione ed infine, "il fine ultimo dell'opera", che è, a mio avviso, tante volte diverso quanti sono gli occhi che la guardano e ancora, quali sono le emozioni del momento.

    Si potrebbe dire che cosi' tolgo all'opera ogni oggettività, in parte è vero...poche cose sono per me cosi' fortemente soggettive quanto le opere pittoriche. :)
     
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  14. Benucci
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    CITAZIONE (dango @ 18/5/2010, 14:05)
    Dall'altro perdersi nella sensazione visiva di cio' che si sta guardando, coglierlo con i sensi lasciando, anche volutamente, in disparte il resto, puo' dare un'emozione profonda ed instintiva. Proprio perchè immediata, ovvero non mediata da altre considerazioni di tipo più tecnico e razionale.

    Si potrebbe dire che cosi' tolgo all'opera ogni oggettività, in parte è vero...poche cose sono per me cosi' fortemente soggettive quanto le opere pittoriche. :)

    Sono assolutamente daccordo. Forse non sono riuscita a spiegare quello che volevo dire, anzi, rileggendo, ho sbagliato proprio a scrivere :P
    Io intendevo parlare delle opere che "mai avremmo guardato".... Quelle che non ci hanno colpito particolarmente, ne i sensi, ne il cuore. Quelle che "a pelle" non ci comunicano niente... Di quelle opere io dicevo che, una volta conosciute e studiate, se ne può cogliere invece il fascino e la bellezza.
    Per tutte le altre io la penso esattamente come te. Figurati, la mia tesi all'Accademia era su Oskar Shlemmer, scenografo del Bauhaus, che diceva in maniera del tutto metafisica, che le sue creazioni andavano guardate senza farsi troppe domande. Se piacevano bene, altrimenti inutile chiedersi cosa volessero dire, perchè spesso non lo sapeva neanche lui! :)
    Così, a parere mio, ci si avvicina alle opere d'arte, senza farsi troppe domande, ma "sentendo" come dici tu, con l'anima.... :)
     
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  15. cicciuzzabedda
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    L'ultimo Raffaello.... sublime.......... :rolleyes:

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17 replies since 20/4/2010, 17:38   3256 views
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