Moni Ovadia

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  1. dango
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    Chi è Moni Ovadia?

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    dalla wiki:

    Salomone (Moni) Ovadia (Plovdiv, 1946) è un attore teatrale, musicista e scrittore italiano.

    Nato a Plovdiv, in Bulgaria, si trasferisce quasi subito con la famiglia a Milano. La sua è una famiglia di ascendenza ebraica sefardita, ma di fatto impiantata da molti anni in ambiente di cultura yiddish e mitteleuropea. Questa circostanza influenzerà profondamente tutta la sua opera di uomo e di artista, dedito costantemente al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell'Europa orientale.

    Ovadia si laurea in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano. Contemporaneamente al suo percorso accademico muove i primi passi artistici

    Il teatro

    L'esordio teatrale è del 1984. Nel 1987, per il Festival di cultura ebraica del Teatro Pier Lombardo di Milano (ora Teatro Franco Parenti), è protagonista dello spettacolo Dalla sabbia dal tempo scritto e diretto da Mara Cantoni, che mette in evidenza le sue capacità di attore-cantante. Nel 1990 fonda la TheaterOrchestra e lavora con il CRT Artificio di Milano, con cui produce Golem, che condurrà in tournée a Bari, Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York.

    La grande svolta è lo spettacolo Oylem Goylem ("Il mondo è scemo" in lingua yiddish), con cui si impone all'attenzione del grande pubblico. Lo spettacolo fonde abilmente musica klezmer, che Ovadia canta con voce profonda e appassionata, a riflessioni condotte alla luce della cultura e del witz, il tradizionale umorismo ebraico, a più leggere storielle e barzellette. Lo spettacolo verrà ripreso dalle reti Rai e, nel 2005, pubblicato in cofanetto e dvd da Einaudi, a dimostrazione di un successo duraturo nel tempo.

    Nel 1994 inizia a lavorare con Roberto Andò, con l'opera multimediale Frammenti sull'Apocalisse, presentato poi al Festival Roma Europa nel luglio 1995.

    Intanto all'inizio del 1995 allestisce con Mara Cantoni Dybbuk, uno spettacolo sull'Olocausto, che diventa uno egli eventi più importanti della stagione teatrale. Nello stesso anno debutta Taibele e il suo demone, con Pamela Villoresi. Sempre nel 1995 nasce Diario ironico dall'esilio scritto con Andò e prodotto per il Teatro Biondo Stabile di Palermo.

    Nel febbraio 1996, sempre collaborando con Mara Cantoni e il Piccolo Teatro di Milano, è in scena con Ballata di fine millennio, che porta in tournée in tutta Italia. Nello stesso anno si presenta al Festival di Gibellina con lo spettacolo Pallida madre, tenera sorella, per la regia di Piero Maccarinelli.

    Per il Teatro Biondo torna a lavorare nel 1997, ancora una volta con Andò, che dirigerà il loro Il caso Kafka.

    Nell'ottobre 1998 è in scena uno spettacolo prodotto in esclusiva per il Teatro Stabile di Trieste ed intitolato Trieste... ebrei e dintorni. Il mese successivo è in sala il suo lavoro successivo per il Piccolo Teatro di Milano: Mame, mamele, mamma, mamà..., che lui scrive dirige ed interpreta con la TheaterOrchestra.
    Nel dicembre 1999 è la volta di Joss Rakover si rivolge a Dio, seguito l'anno dopo da Tevjie und mir. Da questo spettacolo nel 2002 Ovadia trae ed interpreta la versione italiana di Il violinista sul tetto.

    Nel 2001 debutta uno spettacolo sul denaro, chiamato Il Banchiere errante. Infine nel 2003 ha prodotto il lavoro L'armata a cavallo.

    Nel 2005 collabora coi Modena City Ramblers nel loro album dedicato ai 60 anni della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista, Appunti partigiani, prestando la propria voce per la canzone Oltre il ponte.

    Nel 2005 è vincitore del premio Colombe d'Oro per la Pace, premio assegnato annualmente dall'Archivio disarmo ad una personalità distintasi in campo internazionale.

    Dal 2003 al 2008, per sei edizioni (due mandati) è stato direttore artistico di Mittelfest di Cividale del Friuli.

    Nella stagione teatrale 2008/2009 è in tournée con lo spettacolo La bella utopia, sulla storia del comunismo in Unione Sovietica.

    Cinema, TV e radio

    Oltre a spettacoli teatrali Ovadia ha nel proprio curriculum anche partecipazioni a film e programmi televisivi. È stato fra i protagonisti con Bruno Ganz del Diario senza date di Andò, che ha partecipato poi alla Mostra del Cinema di Venezia. In seguito ha prestato il volto ad altri lungometraggi, come Caro diario di Nanni Moretti e Facciamo Paradiso di Mario Monicelli.

    Ha condotto nel 1994 anche il programma radio Note spettinate, andato in onda su Radio2, di cui è stato con Mara Cantoni anche autore. Nel 2009 interpreta un rabbino nel film Mi ricordo Anna Frank.

    Libri

    Ha pubblicato diversi libri, alcuni dei quali di buon successo:

    * 1996 - Perché no?, Bompiani
    * 1998 - Oylem Goylem, I Miti Mondadori
    * 1998 - L'ebreo che ride (libro e VHS), Einaudi
    * 1999 - La Porta di Sion. Trieste, Ebrei e dintorni Goriziana
    * 2000 - Ballata di fine millennio (libro e CD), Einaudi
    * 2001 - Speriamo che tenga - Viaggio di un saltimbanco sospeso tra cielo e terra (una sua scherzosa autobiografia), Mondadori
    * 2002 - Vai a te stesso, Einaudi
    * 2005 - Contro l'idolatria, Einaudi
    * 2007 - Lavoratori di tutto il mondo, ridete - La rivoluzione umoristica del comunismo, Einaudi
    * 2010 - Il conto dell'Ultima cena - con Gianni Di Santo, Einaudi
    * 2010 - Prefazione all'edizione italiana del libro di Yehudi Menuhin, Musica e Vita Interiore, rueBallu edizioni.

    IL SITO UFFICIALE DI MONI OVADIA




    Da Oylem Goylem


     
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  2. marina.1
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    Ho visto una sola volta uno spettacolo di Ovadia, sulle madri, ed è stata un'emozione indimenticabile!
     
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  3. patna
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    Ho avuto il piacere di vederlo a teatro in tre lavori - l'ultimo era con Shel Shapiro - un piacere indicibile - ha un meraviglioso senso dell'umorismo - ma è anche una persona di grande sensibilità - ottima presenza scenica e di grande cultura - mi piace anche perchè - palesemente come tutte le persone intelligenti - detesta - aborre - biasima - e disprezza profondamente il nanerottolo - e questo suo sentimento è ben palese nei suoi lavori - :)

    Una volta l'ha definito "il principe azzurro di Arcore"

    :rofl.gif: :rofl.gif: :rofl.gif:
     
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  4. dango
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    Che il Cav non gli vada a genio...è un fatto noto ;)

    Moni Ovadia al No-Cav-Day

     
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  5. laura^
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    Io quest’uomo lo amo





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  6. laura^
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    Senza confini-Ebrei e Zingari'



    Uno spettacolo per dire “no” al razzismo e ricordare l’importanza di valori come la libertà, l’uguaglianza, il rispetto reciproco e la democrazia.

    Da molti anni Moni Ovadia, artista bulgaro nato da una famiglia ebraica e cresciuto a Milano, porta la cultura ebraica est-europea all’attenzione del pubblico italiano ed è conosciuto per il suo impegno sociale per la pace e contro ogni discriminazione.

    “Ebrei e zingari” è per Moni Ovadia: “il nostro piccolo ma appassionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo. Un recital di canti, musiche, storie rom sinti ed ebraiche che mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio, una vocazione che proviene dai tempi remoti e che in tempi più vicino a noi si fa solitaria, si carica di un’assenza che sollecita un ritorno, un’adesione, una passione, una responsabilità urgenti improcrastinabili.
    “Senza confini” è la nostra assunzione di responsabilità, la sua forma si iscrive nella musica e nel teatro civile, arti che possono e devono scardinare conformismi, meschine ragionevolezze e convenienze nate dalla logica del privilegio per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente.“

    Gli ebrei e il popolo degli “uomini” per secoli hanno condiviso lo stesso destino. Un tratto comune che ha segnato la loro storia spesso tragica. Il nomadismo non era vocazione originaria, ma solo una risposta di dignità e di indipendenza alle persecuzioni: i due popoli chiedevano solo di vivere secondo la loro identità.
    I due popoli fratelli a lungo hanno marciato fianco a fianco nella sorte, ma da quando il porrajmos – shoa’ ha marcato il culmine della comune tragedia, il popolo degli “uomini” si è avviato verso un cammino di sofferenza solitaria.

    Gli ebrei hanno cambiato la loro storia, hanno conquistato una terra, una nazione e il loro statuto di vittime del nazifascismo. Il loro immenso calvario ha avuto pieno riconoscimento e un immenso edificio di testimonianza, di memoria è stato costruito sulla shoa’ e anche se la condizione ebraica è talora difficile, sottoposta a pericolo, gli ebrei sono entrati nel salotto buono.
    Il popolo degli “uomini” invece molto spesso continua a subire il calvario del pregiudizio, dell’emarginazione.
    Ancora oggi è costume diffuso discriminare, perseguitare, emarginare, bastonare gli “uomini.
    Noi ebrei, primi fra tutti, abbiamo il dovere di alzare la voce contro la persecuzione di rom e di sinti, dobbiamo denunciare come malvagia e perversa l’esibizione dell’amicizia verso gli ebrei quando viene usata per legittimare la mano libera contro i nostri fratelli “uomini” e contro ogni minoranza o alterità.

     
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5 replies since 16/6/2010, 17:28   121 views
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