Storia di ordinaria follia...................

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Cettinina
        Like  
     
    .

    User deleted



    aperta un'inchiesta. la donna ha avuto un'emorragia, il piccolo due arresti cardiaci

    Messina, lite tra medici in sala parto: gravissimi la mamma e il bambino
    I sanitari si stavano picchiando quando sono iniziate le complicazioni. Il marito: intervento in ritardo


    MILANO - Il travaglio è cominciato, la gestante è stata portata in sala parto, quando all'improvviso i medici cominciano a litigare. Scoppia una rissa: uno prende l'altro per il collo, l'altro dà un pugno contro la finestra e si ferisce a una mano. Intanto le condizioni del bambino diventano critiche: occorre un cesareo d'emergenza. Ma tutto va storto: il piccolo va due volte in arresto cardiaco, la mamma un'ora dopo il parto ha un'emorragia e deve essere operata una seconda volta, per l'asportazione dell'utero. Ha dell'incredibile l'episodio di malasanità accaduto giovedì al Policlinico di Messina. La donna, messinese di 30 anni, adesso è ricoverata in gravi condizioni e solo nella giornata di domenica i sanitari hanno sciolto la prognosi e annunciato che potrà essere dimessa nei prossimi giorni. Il piccolo Antonio, il neonato, ha invece iniziato a respirare meglio e, fanno sapere i medici, il coma farmacologico cui è stato sottoposto potrebbe essere tolto in giornata. Sui presunti danni cerebrali riportati durante il parto saranno invece effettuati esami specifici nelle prossime ore. Il marito 37enne della paziente, Matteo Molonia, ha intanto presentato una denuncia ai carabinieri, la Procura ha già aperto un'inchiesta. I due medici sono stati sospesi dal servizio.

    LA RISSA -
    La donna è entrata in sala parto giovedì scorso, accompagnata dal marito e dal giovane ginecologo che l'aveva seguita durante la gravidanza, per dare alla luce il suo primo figlio. A innescare il litigio tra i due medici. Per la direzione dell'ospedale la scintilla sarebbe stata «un trattamento terapeutico iniziato dal medico più giovane, all'insaputa del collega più anziano». Secondo il marito della donna, a scatenare il diverbio degenerato in zuffa, sarebbe stata la proposta del medico curante che riteneva necessario un cesareo, mentre l'ospedaliera propendeva per il parto naturali. In pochi minuti è successo il finimondo. Il medico di turno in ospedale si è scagliato verbalmente contro il ginecologo della signora urlando: «Tu non sei nessuno, fino a quando ci sono io, non ti puoi permettere di operare nessuno senza il mio consenso». Dalle minacce i due sono arrivati alle mani, il medico ha preso per il collo il collega e lo ha sbattuto contro il muro. Il ginecologo ha reagito sferrando un pugno contro una vetrata che è andata in frantumi, e si è ferito alla mano sinistra. Intanto la donna attendeva di partorire, mentre altri medici ed infermieri tentavano di riportare la calma. Il tracciato cardiaco del bambino ha mostrato un preoccupante abbassamento della frequenza cardiaca, e i medici hanno deciso di effettuare il taglio cesareo per tentare di salvarlo. Al papà i medici hanno detto che era tutto a posto, che moglie e figlio stavano bene, ma un'ora dopo il parto il ginecologo di famiglia lo ha avvertito che le condizioni della moglie erano peggiorate per via di una copiosa emorragia. La donna è stata operata d'urgenza per l'asportazione dell'utero. Il neonato è stato trasferito in Terapia intensiva: entrambi sono in prognosi riservata, anche se le condizioni della donna sarebbero in miglioramento.

    SOSPESI DALL'ATTIVITA' -
    «Siamo molto rammaricati, ho sospeso i due medici dall'attività ambulatoriale». Lo dice il prof. Domenico Granese, direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia del Policlinico di Messina, che però esclude un nesso tra quanto accaduto e le condizioni della paziente e del neonato. «Ho inviato - prosegue Granese - una lettera alla direzione sanitaria per comunicare la sospensione dei medici che torneranno al lavoro solo quando la direzione lo riterrà opportuno». Per Granese «quello che hanno fatto è grave, ma ci tengo a precisare che la donna è stata male non per la lite o per un eventuale ritardo negli interventi da parte dei medici». «Tutto si è svolto regolarmente - assicura il direttore del reparto di ginecologia - L'intervento dei sanitari visto le complicazioni della donna è stato tempestivo. Non c'è alcun rapporto tra la lite e le complicazioni della donna che sono sorte a prescindere da quello che è accaduto». Tuttavia sono stati sospesi: «Il loro comportamento è stato comunque inqualificabile. Come si fa a prendersi a pugni in un reparto di ospedale?». Intanto il Policlinico di Messina ha aperto un'indagine interna sul gravissimo episodio che ha coinvolto due medici in sala parto.

    LE INDAGINI -
    Il sostituto procuratore di Messina, Francesca Rende, sta ascoltando il personale del Policlinico per ricostruire quanto accaduto nella sala parto del reparto di ginecologia e ostetricia. «Sebbene ancora non ci siano riscontri oggettivi al racconto fornito dall’uomo - fanno sapere i militari dell’Arma incaricati delle indagini - stiamo cercando di capire se effettivamente la lite tra i due sanitari sia direttamente connessa con le complicazioni e i danni subiti dalla moglie e dal bambino». «È necessario fare chiarezza al più presto. Disporrò subito una verifica per far luce sui fatti. Chiederò una relazione per capire cosa è accaduto in quella sala parto del Policlinico di Messina. Certo, se le cose sono andate davvero come sono riportate dai media i fatti sono estremamente gravi», afferma l'assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo. «È assolutamente inaccettabile quanto accaduto al Policlinico di Messina. È incredibile che vengano messe a rischio vite umane per alcune azioni irresponsabili di professionisti che non svolgono il proprio dovere», afferma il vice presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulla Sanità, Giovanni Burtone. «Come commissione d'inchiesta - aggiunge l'esponente del Partito democratico - abbiamo immediatamente chiesto all'assessore regionale alla Sanità e al direttore generale del Policlinico di Messina una dettagliata relazione sui fatti e su eventuali iniziative adottate o da adottare».

    IL MINISTRO - «Non deve più accadere, abbiamo già attivato gli ispettori». Questo il primo commento del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervisto dal Tg2 sulla vicenda della lite avvenuta in sala parto a Messina che avrebbe ritardato l'intervento e su cui è stata aperta un'inchiesta. «Questo - ha detto Fazio - è chiaramente non solo un episodio di malasanità, ma un episodio assolutamente indecoroso: non deve più succedere. Certe cose - ha aggiunto - succedono purtroppo, prevalentemente, anche se non unicamente, in regioni in cui c'è, diciamo, un lassismo della sanità. Abbiamo attivato gli ispettori, d'intesa con l'assessore Russo, che ha anche lui attivato un'inchiesta amministrativa». Riguardo ai due medici al centro della vicenda, «il problema - ha osservato Fazio - non sono queste due persone. Sono, evidentemente, anche queste due persone. Ma il problema reale è mettere in essere dei meccanismi per cui questo non succeda più e quindi dare un sistema alle Regioni che ancora non ce l'hanno e che sono, combinazione, quelle in deficit economico. La sanità cattiva, lo abbiamo detto tante volte - ha concluso - è quella che costa di più».

    IL SINDACO -
    Il giudizio di Fazio non è però piaciuto al sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca: «Il pur deprecabile gesto dei due medici che, all'interno delle sala operatoria, hanno litigato non può autorizzare il ministro della Salute ad affermare che certe cose possono accadere solo in determinate Regioni». «Che la sanità in Sicilia non funzioni - ha aggiunto Buzzanca - è fin troppo evidente, ma spalmare la colpa su tutti significa non volere individuare i veri responsabili. Bisogna correggere gli errori che partono dalla cattiva organizzazione dell'assessorato alla Sanità siciliana che pensa solo a fare proclami piuttosto che porre in essere concreti interventi di rilancio della sanità in Sicilia». «Sono dispiaciuto - ha concluso - perchè, per colpa di qualcuno, si finisce col gettare ombre sulla qualificata opera dei tanti medici messinesi che, con spirito di servizio, abnegazione e passione, ogni giorno, nel contesto difficile nel quale operano, riescono a garantire la salute dei cittadini messinesi».

    LA COMMISSIONE PARLAMENTARE MANDA I NAS - La Commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale invierà i Nas al Policlinico di Messina. «Ho giá predisposto una richiesta di relazione su quanto accaduto al Policlinico di Messina, da inviare all'assessore regionale alla Sanitá della Sicilia e al direttore generale del Policlinico messinese. Serve fare luce al più presto, perchè se quello che sta emergendo è la verità ci troviamo di fronte a un caso di malaciviltà. Altro che malasanitá». A chiedere una relazione dettagliata urgente è il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando, dopo quanto è successo al Policlinico messinese, dove una lite tra due medici in sala parto avrebbe ritardato l'intervento sanitario con conseguenti complicazioni per una donna di 30 anni e per il bambino. «Famiglia - aggiunge Orlando - a cui va la mia solidarietà». «Intanto, in attesa che la magistratura faccia luce sui fatti - conclude il presidente della Commissione - è bene che i due medici siano stati immediatamente sospesi. Era quello che la Commissione chiedeva».




    Il borsista avrebbe preteso Di operare la «cliente» scontrandosi con il medico di turno


    Il prof, il giovane e la gelosia per il 3D

    Le rivalità per i pazienti privati. E la contesa per i megamacchinari negli studi personali

    DAL NOSTRO INVIATO
    MESSINA — C'è alla base una caccia ai pazienti considerati clienti, merce privata, roba propria, dietro i pugni in sala parto con le mani di un ginecologo sul collo di un collega, una vetrina in frantumi, la rissa fra camici bianchi, l'arrivo dei carabinieri, il rischio vita per la partoriente e il futuro incerto per il bimbo che nasce in ritardo, asfissiato, in coma. Brutta, orrenda pagina con cui si supera una nuova soglia della malasanità. Ancora una volta nella scandalosa Messina dove un neolaureato bucò il polmone a una ragazzina durante l'anestesia. Stavolta un assegnista di ricerca, vincitore di una borsa di studio, Antonio De Vivo, pretendeva di escludere dal parto cesareo il medico strutturato, un ricercatore, Vincenzo Benedetto, titolare del turno di guardia. Per la semplice ragione che la «cliente» l'aveva seguita lui, nel suo studio, il megalaboratorio superpubblicizzato di via Ugo Bassi, ormai famoso nella città del ponte che non c'è per una megamacchina in 3d d'ultima generazione, «meglio di Avatar», come sussurravano sbeffeggiando alcuni suoi colleghi, indispettiti dalla intraprendenza del giovane collega. A non sopportarlo era anche il dottor, pardon, il professore Benedetto, come si legge sui biglietti da visita, pure lui con studio privato, in via Garibaldi, ma non «mega» e privo di quel richiamo «tridimensionale» che fra le gestanti di Messina trasformava il giovane De Vivo in uno dei professionisti più gettonati della città.

    Perché lì, assicura un certo tam tam di interviste, convegni e conviviali in circoli che contano, si eseguono le cosiddette «morfologiche», si studia l'anatomia fetale, si usa la metodica X-ray, si accerta lo sviluppo morfologico dell'embrione e così via echeggiando. Roba normale. Roba probabilmente comune a tanti laboratori, ma in quello studio a 3d il rampante De Vivo aveva trovato la chiave per comunicare e catturare pazienti. A insinuare che sotto ci fosse un «bluff» ecco le chiacchiere percorrere i corridoi di questa ginecologia trasformata in arena, buco nero del Policlinico, diretta da un primario anche lui con studio privato dalle parti di viale Italia, Mimmo Granese, non ordinario perché qui il titolo non è riuscito a guadagnarselo nessuno, ma professore associato, pronto a dividersi fra reparto, studenti e laboratorio personale. Adesso giura che l'esito devastante dell'intervento concluso con l'asportazione dell'utero e il bimbo in rianimazione sarebbe stato lo stesso anche se non si fosse persa un'ora e mezza nella rissa: «Nessuna relazione, le complicazioni ci sarebbero state comunque come possono confermare i due aiuti intervenuti...».

    Ma proprio su questo punto evitano di pronunciarsi i due colleghi che ha chiamato in soccorso, Alfredo Mancuso e Vittorio Palmara, anche loro titolari di studi privati. No, meglio non parlare delle tensioni accumulate nei mesi precedenti. Meglio escluderle come fa il professore Mancuso: «Non ricordo agitazioni e nervosismi in un reparto dal clima assolutamente normale. Ma essendo intervenuto solo dopo la lite, posso solo dire che resta una cosa difficile da spiegare. Stop». Ma è pronto a essere più chiaro con la commissione istituita dal direttore generale del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, stanco di una tendenza elevata a sistema: «Purtroppo anche i ginecologi che frequentano i nostri reparti hanno pazienti personali seguiti fuori dalle mura ospedaliere, gestanti che spesso partoriscono nelle cliniche private, se possono, ovvero che arrivano qui sperando di trovare in sala parto il "loro" medico». È così che l'altra mattina a De Vivo è sembrato scontato accogliere la «sua» paziente, pronto con il gel per l'ecografia, avviando poi la stimolazione per una accelerazione del parto e decidendo infine per il cesareo con una convocazione immediata dell'anestesista per la sala operatoria. Cosa che al piano di sopra ha fatto impazzire «Benedetto il professore» arrivato come una furia davanti al giovane famoso per la storiella del tridimensionale: «Ma chi seiii tuuu?».

    E giù botte da orbi alla prima reazione. Mani al collo, parolacce, dita insanguinate e inseguimenti conclusi con grida e telefonate accorate per chiamare da una parte e dall'altra i carabinieri. Come ha fatto pure il marito della povera gestante impietrita in quel ring. Con l'effetto di vedere arrivare fra pazienti e infermieri terrorizzati tre diverse pattuglie di militari. Ce n'è voluto per capire cosa stava accadendo, come ha ricostruito Angela Fattori, 34 anni di servizio nel reparto adesso sotto i riflettori, in pensione dal primo agosto, ovvero come dice lei «rottamata dal ministro Brunetta»: «Mi sono ritrovata lì per caso il giorno dopo, angosciata come tutti perché così diamo un'immagine devastante di una clinica dove adesso sembra diventare reato il rapporto personale con i pazienti. E non è così. Certe frizioni fra di noi non sono però tollerabili. E quando si personalizza troppo il rapporto con la paziente si sbaglia. Perché ci sono delle regole da rispettare». A queste regole si richiama Francesco Tomasello, il rettore tornato in sella dopo una inchiesta giudiziaria e una sospensione, adesso deciso a tuonare invocando «una relazione immediata» a Pecoraro per potere prendere «decisioni immediate». E già aleggia il verdetto della punizione sui due contendenti che avranno qualche difficoltà a difendersi. A cominciare da De Vivo, a meno che decida di cavalcare la tesi (non infondata) del così fan tutti.

    Felice Cavallaro
    29 agosto 2010


    Corriere della sera
     
    .
  2. Leti35
        Like  
     
    .

    User deleted


    E' una cosa tremenda......il momento più bello per una mamma trasformato in una quasi tragedia......

    Quante volte succede che per incuria o indifferenza asportino l'utero senza pensare alle conseguenze per una donna.....
     
    .
  3. marina.1
        Like  
     
    .

    User deleted


    Non è una storia...è un incubo purtroppo trasformato in realtà. E' inconcepibile che due professionisti invece di pensare alla salute della paziente si picchino! Mi auguro che vengano espulsi dall'ordine!!!
     
    .
  4. metalgod79
        Like  
     
    .

    User deleted


    Allucinante.
     
    .
  5. Cettinina
        Like  
     
    .

    User deleted


    Messina, scatta il primo licenziamento
    Sospeso il responsabile di ostetricia

    Prime sanzioni contro i medici del Policlinico di Messina. Revocato l'assegno di ricerca ad Antonio De Vivo, uno dei due ginecologi che hanno dato vita alla rissa. Sospesi l'altro medico coinvolto, Vincenzo Benedetto, e il responsabile del reparto Domenico Granese. Il ministro della Salute questa mattina ha fatto visita a Laura Salpietro, la donna che attendeva di partorire proprio mentre è scoppiata la rissa, e alla quale hanno asportato l'utero


    http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/...18/?ref=HREC1-3
     
    .
  6. Cettinina
        Like  
     
    .

    User deleted


    30/8/2010 (7:41) - REPORTAGE

    L'ospedale dei baroni
    tra pallottole e sospetti



    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...58057girata.asp
     
    .
  7. patna
        Like  
     
    .

    User deleted


    E' veramente vergognoso leggere certe notizie - dovrebbero salvare la gente ...........
     
    .
  8. metalgod79
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Cettinina @ 30/8/2010, 16:20)
    Messina, scatta il primo licenziamento
    Sospeso il responsabile di ostetricia

    Prime sanzioni contro i medici del Policlinico di Messina. Revocato l'assegno di ricerca ad Antonio De Vivo, uno dei due ginecologi che hanno dato vita alla rissa. Sospesi l'altro medico coinvolto, Vincenzo Benedetto, e il responsabile del reparto Domenico Granese. Il ministro della Salute questa mattina ha fatto visita a Laura Salpietro, la donna che attendeva di partorire proprio mentre è scoppiata la rissa, e alla quale hanno asportato l'utero


    http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/...18/?ref=HREC1-3

    Dovrebbero sospenderli tutti......
     
    .
  9. laura^
        Like  
     
    .

    User deleted


    anche a Roma un caso analogo.

    http://roma.corriere.it/roma/notizie/crona...667582601.shtml
     
    .
  10. Cettinina
        Like  
     
    .

    User deleted





    Messina, lite tra medici in sala parto: gravissimi la mamma e il bambino (28 agosto 2010)

    La madre intanto è stata dimessa

    Lite in sala parto a Messina
    «Ischemia cerebrale per il bimbo»


    Il padre del piccolo: «Può avere conseguenze per il suo futuro». I medici: «Ancora presto per valutare danni»


    MESSINA - «La risonanza magnetica» compiuta sul piccolo Antonio Molonia, nato al Policlinico di Messina dopo una lite tra due ginecologi, «ha evidenziato un'ischemia cerebrale». Lo afferma il padre del piccolo, Matteo Molonia, sottolineando però che il primario del reparto di Terapia intensiva neonatale, Ignazio Barberi, ha spiegato «che si tratta del risultato oggettivo dell'esame e che potrebbe essere il decorso di una situazione che nei neonati è mutevole. Se ci siano o no effettivamente dei danni permanenti, questo è troppo presto per dirlo. Bisognerà aspettare - riferisce sempre il padre del piccolo - l'evoluzione del decorso clinico. Quindi il primario si pronuncerà riguardo i possibili danni solo nei prossimi giorni».

    LA MADRE - Matteo Molonia ha anche detto che questa notizia «ha determinato una stato depressivo della madre che per noi è un ulteriore motivo di preoccupazione e sofferenza». Proprio in queste ore la madre del bimbo, Laura Salpietro, 30 anni, che dopo il parto ha subito l'asportazione dell'utero, è stata dimessa e potrà stare vicina al figlioletto: alla donna è stato infatti concesso l'uso di una stanza nel reparto dove potrà trascorrere anche la notte.

    INCHIESTA - Per la vicenda sono indagate sei persone: i due ginecologi coinvolti nella lite, il direttore del reparto di Ostetricia, sospeso dall'incarico, i due medici che hanno poi effettuato il cesareo e un'ostetrica.

    Corriere della sera
     
    .
  11. patna
        Like  
     
    .

    User deleted


    E' spaventoso leggere notizie di questo genere - non ci sono parole per definire persone che - le vite umane dovrebbero salvarle - :angry:
     
    .
  12. Cettinina
        Like  
     
    .

    User deleted


    Dimesso il bimbo nato dopo una lite
    in sala parto. «Avrà bisogno di cure»


    Era ricoverato al Gaslini di Genova. Il padre: speravamo in una perfetta ripresa. Forse dovremo trasferirci qui


    GENOVA - È stato dimesso il piccolo A. M., il neonato che, insieme alla madre, aveva subito delle complicazioni a causa di una lite fra medici nella sala parto del policlinico di Messina il 28 agosto scorso. Il piccolo, ricoverato per accertamenti diagnostico terapeutici l'8 novembre scorso nel reparto di osservazione dell'istituto G. Gaslini di Genova, «presenta un quadro clinico compatibile con esiti di sofferenza anosso-ischemica neonatale», spiega la direzione sanitaria dell’ospedale, precisando però che il piccolo «mostra una evoluzione migliorativa, sia sul piano clinico che neuro-radiologico. Un preciso bilancio sugli esiti - aggiunge ancora la direzione sanitaria del Gaslini - andrà valutato a distanza, in una fase successiva di acquisizioni motorie e psichiche più strutturate».

    IL PADRE - «Speravamo in una perfetta ripresa, purtroppo però anche qui a Genova gli esami hanno evidenziato che il nostro bambino ha degli esiti ischemici» dichiara Matteo Molonia, il padre del piccolo. «Ci toccherà un futuro in cui il nostro Antonio dovrà sempre essere seguito dai medici - aggiunge il padre del piccolo - e dovrà seguire determinate terapie. Mi dicono i medici del Gaslini che hanno visitato il bambino, che sarebbe meglio fosse seguito qui. Per fare questo però ogni mese però dovremmo tornare in Liguria - conclude Matteo Molonia - quindi se occorre per nostro figlio non escludiamo un trasferimento a Genova».


    Corriere della sera
     
    .
  13. patna
        Like  
     
    .

    User deleted


    Io credo che non ci siano soldi sufficienti a pagare questa povera famiglia e quel bambino del danno subito da chi dovrebbe - ripeto dovrebbe salvare vite non distruggerle -_-
     
    .
  14. patna
        Like  
     
    .

    User deleted


    Strage a Molassana: spara alla moglie, uccide due vicini e si toglie la vita



    Sale a quattro il bilancio delle vittime della sparatoria avvenuta questa mattina a Genova. In ospedale è deceduto Carlo Trabona, l’uomo che ha sparato alla moglie e ai due fratelli Cavarretta. Si era sparato alla tempia dopo una breve trattativa con le forze di polizia. Nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Galliera, è morto l’altro fratello, Loreto Cavarretta, ferito da un colpo di pistola all’addome. La notizia ufficiale è stata confermata da Pm Vittorio Ranieri Miniati. Clicca e leggi i retroscena e gli ultimi aggiornamenti

    La vicenda:
    Una donna, Antonina Scinta, è stata uccisa stamani all’interno della propria abitazione in via Piacenza a Genova con un colpo di arma da fuoco dal marito, Carlo Trabona, un pensionato di 70 anni, il quale poco prima aveva ferito in modo gravissimo due fratelli Angelo e Loreto Cavarretta. Angelo ha perso la vita, Loreto era in condizioni disperate e quindi è deceduto.

    L’autore della sparatoria abita in Via Piacenza 91. Uno dei due fratelli oggetto della sua furia omicida aveva cercato scampo in un supermercato della zona.

    Secondo una sommaria ricostruzione, Trabona e i due, stamattina si sono incontrati sotto i portici del bar ed hanno discusso. Trabona ha tirato fuori la pistola sparando alla testa di uno dei due fratelli, rivolgendo poi l’arma verso il secondo.

    La pistola si sarebbe inceppata ed uno dei due è quindi riuscito a scappare all’interno di un supermercato, ma l’anziano lo ha seguito, colpendolo all’addome.

    Trabona è poi tornato a casa, poco distante, uccidendo la moglie sul pianerottolo e barricandosi all’interno dell’ abitazione. A questo punto ha chiesto di parlare con un funzionario di polizia per spiegare i motivi del gesto e dopo mezzora si è sparato. L’uomo è ora agonizzante. Carlo Trabona ed i due fratelli colpiti con vari colpi di arma da fuoco, si conoscevano da molti anni. Oltre ad essere dirimpettai, erano infatti tutti originari di Vallelunga (Caltanissetta).

    I poliziotti: eravamo sotto tiro

    «Eravamo sotto tiro, era una situazione pericolosa e quello che ci premeva era risolverla. L’uomo era in forte stato di agitazione, armato sul ballatoio, in preda alla follia, e non ha parlato più di tanto. Ora ci concentreremo per capire i motivi che hanno scatenato tutto questo»: lo afferma Alessandra Bucci, neovicedirigente della squadra mobile di Genova e responsabile della omicidi, che stamani è intervenuta in via Piacenza a Molassana per cercare di convincere Carlo Trabona a consegnarsi alla polizia.

    I fatti si sono svolti a un chilometro circa da casa mia - una vera e propria tragedia della follia
     
    .
  15. Benucci
        Like  
     
    .

    User deleted


    Oh, mamma strega!! :o:

    Meno male che non passavi di li........

    Altrimenti il vecchio lo stanavi tu, lo prendevi a randellate e lo facevi costituire all'istante!! :D
    Lui ha preferito spararsi!! -_-
     
    .
28 replies since 29/8/2010, 13:51   323 views
  Share  
.