Cantautori

la poesia in musica

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  1. laura^
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    Con il termine cantautore (da cantante + autore) si indica colui che interpreta canzoni da se stesso composte.
    Generalmente il "cantautore", perlomeno nei primi tempi, utilizza melodie semplici che acquistano particolare valore in virtù della qualità dei testi utilizzati, spesso erroneamente assimilati alle poesie, quando invece sono tecnicamente altra cosa in quanto creati insieme alla musica in una sorta di simbiosi.
    Il testo del cantautore affronta temi sociali, politici, o filosofici, senza trascurare tematiche esistenziali o la sfera dei sentimenti.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Cantautore







     
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  2. Leti35
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    PIERANGELO BERTOLI.....Uno dei miei cantautori preferiti. Purtroppo mancato troppo presto:

    « Canterò le mie canzoni per la strada

    ed affronterò la vita a muso duro
    un guerriero senza patria e senza spada
    con un piede nel passato
    e lo sguardo dritto e aperto nel futuro. »

    (da A muso duro)

     
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  3. laura^
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    Pierangelo Bertoli





    Nato a Sassuolo, in Provincia di Modena, da una semplice famiglia operaia, a treanni fu colpito da una grave forma di poliomielite che lo privò della funzionalità degli arti inferiori e lo costrinse a vivere muovendosi su una sedia a rotelle.

    Malgrado l'ingombrante presenza della carrozzella visse un'infanzia regolare, ma priva di ogni genere di bene superfluo; secondo quanto raccontato dallo stesso Bertoli, in casa non c'era neppure la radio e per questo motivo la passione musicale del giovanissimo Pierangelo venne essenzialmente dall'esterno, anche se non va dimenticato il ruolo decisivo ricoperto dal fratello e dal complesso di quest'ultimo, che all'inizio degli anni sessanta si riuniva proprio in casa Bertoli per suonare insieme.

    Pierangelo conosceva già la discografia di alcuni cantanti famosi, come per esempio Frank Sinatra, ma non possedeva alcuna nozione di strumenti musicali e tecniche interpretative. In pochi mesi Bertoli imparò a suonare la chitarra, che di lì a poco sarebbe divenuta il suo strumento preferito.

    A ventitré anni gli diedero una vecchia chitarra e dopo un anno di esercizi da autodidatta, cominciò a comporre le prime canzoni e le suonò dapprima di fronte agli amici e poi davanti a platee sempre più vaste, soprattutto in occasione di feste di paese e di partito.

    Il legame con la sua terra d'origine, oltre a non allontanarlo dalla sua città natale, gli fece comporre numerose canzoni in dialetto modenese

    Nei primi anni settanta, Pierangelo Bertoli entrò nell'Unione Comunisti Italiani (marxisti-leninisti) di Aldo Brandirali, e con altri musicisti militanti del partito (Bartolo Bruno alla fisarmonica e alle tastiere, Lello Zacquini alla chitarra, Alberto Bocchino al basso e Claudia Montis alla voce) formò il Canzoniere del Vento Rosso[4], pubblicando con la casa editrice del partito, la Servire il popolo, i primi 45 giri tra il 1973 e l'anno successivo: Marcia d'amore/Per dirti t'amo, Scoperta/Marcia d'amore e Matrimonio/L'autobus[5]. Sempre nel 1973 pubblicò il primo album studio, Rosso colore dell'amore (poi ristampato postumo in CD dalla American Records nel 2006)[6], contenente in tutto dodici brani, comprese due delle canzoni uscite poco tempo prima in formato singolo, L'autobus e Per dirti t'amo; l'album viene anche stampato in Germania Ovest, a cura del Kommunistische Partei Deutschlands, e ciò comportò una tournée di Bertoli che toccò, tra le altre, Monaco di Baviera, Francoforte, Colonia, Dusseldorf e Zurigo[7]. Il tour continuò poi in Italia, in una forma di teatro canzone che alternava i brani musicali con i monologhi di Bertoli[7].

    L'anno successivo viene pubblicato l'album Alla riscossa, a nome del Canzoniere del Vento Rosso(con una formazione cambiata, con Silvana Zigrino e Ciccio Giuffrida al posto di Bartolo Bruno), in cui Bertoli canta; inoltre è anche autore di tre canzoni, tra cui una prima versione di Eppure soffia con un testo diverso ed intitolata Mario Bruno[8].

    Scioltosi il partito e, di conseguenza, anche il Canzoniere del Vento Rosso, nel 1975 Bertoli radunò alcuni amici musicisti come Marco Dieci, Francesco Coccapani e Gigi Cervi e realizzò un nuovo disco, Rocablues prodotto dal presidente della squadra di calcio della Sassolese, Carlo Alberto Giovanardi[9].[10]

    Il contratto discografico con la CGD [modifica]
    Un amico musicista di Bertoli, Alete Corbelli[11], chitarra solista negli anni sessanta di Caterina Caselli, fece ascoltare l'album Rocablues alla cantante, moglie di Pietro Sugar, che convinse il marito a proporre un contratto con la CGD a Bertoli: e proprio quest'etichetta pubblicò nel 1976 l'album Eppure soffia, che iniziò a far conoscere il cantautore presso un pubblico più vasto, grazie alla title track, inno all'ecologismo[12].

    Come raccontò il cantautore, le registrazioni iniziarono il 4 ottobre del 1976, ed il 5 novembre, giorno del suo compleanno, Bertoli si recò a rinnovare la carta d'identità, che venne inserita sulla copertina del disco[13].

    L'anno successivo la Caselli decise di aprire una casa discografica propria, distribuita dalla CGD, per dedicarsi all'attività di talent-scout: nacque così la Ascolto, che pubblicò il nuovo album di Bertoli, Il centro del fiume, che contiene una versione ridotta di Rosso colore, già incisa nel primo disco; nella busta interna del disco venne inserita inoltre una presentazione di Bertoli scritta da Michele L. Straniero.

    Nel 1978 realizzò un album che racchiudeva esclusivamente canzoni in dialetto modenese: S'at ven in meint (se ti viene in mente) ospita anche la voce di Caterina Caselli nel brano L'Erminia temp aidrée. Altri brani dialettali saranno inclusi nell'album Certi momenti. Il 1979 è l'anno di A muso duro, uno dei suoi album più noti e il primo a conoscere un riscontro su vasta scala, con la title track, vero e proprio manifesto di uomo e artista, che esalta anche la funzione sociale e aggregativa del mestiere del cantante.

    In questo periodo conobbe Bruna Pattacini[14], che diventò sua moglie e da cui ha avuto i tre figli Emiliano, Petra (a cui intitolò un album) ed Alberto[15]; quest'ultimo ha seguito le orme del padre, facendo il cantante di professione, oltre a prendere parte ai concerti-tributo a lui dedicati.[16]

    Certi momenti e i lavori successivi [modifica]
    Tale successo venne consolidato con Certi momenti del 1980, la cui title track affronta con coraggio le tematiche dell'aborto schierandosi contro la Chiesa cattolica: quest'album contiene inoltre la canzone Pescatore, cantata con una ancora sconosciuta Fiorella Mannoia; scritta da Marco Negri, racconta di una donna che, soffrendo la lontananza del marito, lo tradisce salvo poi pentirsene, e il duetto si snoda tra il racconto del tormento interiore di lei e della fatica di lui nel combattere contro il mare sperando in una pesca fruttuosa.

    I tre album successivi da Album del 1981 a Dalla finestra del 1984 confermarono la popolarità di un Bertoli non più considerato come fenomeno di folklore.

    In questi anni si segnala anche, nel 1987, l'album Canzone d'autore dove Bertoli reinterpretò alcuni classici, alternandoli a composizioni inedite di altri autori misconosciuti: in questo album spiccano le sue versioni di Vedrai Vedrai di Luigi Tenco Un Giudice di Fabrizio De André, e Sfiorisci bel fiore di Enzo Jannacci.

    La sua attività discografica si susseguì anche nonostante un sensibile calo nelle vendite, ritrovando un ritorno di fiamma in occasione di Oracoli, album del 1990 scritto a quattro mani con il cantautore Luca Bonaffini, che farà da apripista al suo esordio sanremese. Nel frattempo vinse un telegatto per uno spot televisivo a favore della "Lega per l'emancipazione dell'handicappato", dove vi prese parte nel ruolo di un avventore che non poteva chiamare la Polizia per segnalare un incidente, in quanto trovava delle cabine telefoniche che non erano in grado di far passare la sua sedia a rotelle.

    Nel 1990 fece un cameo in una canzone di Elio e le Storie Tese Giocatore mondiale, sigla del programma Mai dire Mondiali: la canzone tratta con ironia la questione delle barriere architettoniche, e Bertoli canta i versi "La vita è bella, perché le cabine son strette ma largo è lo stadio, solo alla morte non c'è rimedio". Le cabine (telefoniche) da lui menzionate rimandano proprio allo spot da lui interpretato. Più impegnato invece fu il suo contributo dato ai Giochi F.I.S.H.A. che in quel stesso anno videro la sua firma nell'inno ufficiale Canto di vittoria, incisa anche in inglese.

    Le partecipazioni a Sanremo
    Nel 1991 partecipò al Festival di Sanremo insieme ai Tazenda con Spunta la Luna dal monte, una canzone scritta in origine dal gruppo sardo intitolata Disamparados, di cui Bertoli scrisse il testo in italiano: il brano ottenne molto successo, portando a Bertoli una seconda giovinezza artistica.

    Nel 1992 ritornò a Sanremo con Italia d'oro, una denuncia senza mezza termini di alcuni malcostumi, la quale anticipò lo scandalo di Tangentopoli che di lì a poco avrebbe interessato l'opinione pubblica: la sua seconda partecipazione gli valse il quarto posto.

    Ultimo periodo
    Nel 1993 venne pubblicato l'album Gli anni miei, e due anni dopo la prima raccolta di brani reincisi intitolata Una voce tra due fuochi. I suoi ultimi lavori ebbero non poche difficoltà a essere distribuiti né si avvalsero di un soddisfacente battage promozionale.

    Nel 1997, in occasione del centenario della Juventus Football Club (sua squadra del cuore) scrive una canzone intitolata Juvecentus, che fu anche l'inno ufficiale della società bianconera per alcune stagioni.

    All'inizio del 2002, Bertoli fu sottoposto ad una serie di cure presso il policlinico di Modena, dove ritornò qualche giorno dopo per spegnersi ad un mese dal suo sessantesimo compleanno

    L'ultimo album, 301 guerre fa, composto da inediti e vecchie canzoni riarrangiate e ricantate, è uscito poco prima della sua scomparsa, mentre altre canzoni, scritte con la collaborazione del figlio Alberto (ma anche di Ligabue), non furono mai pubblicate.

     
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  4. ErTigre
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    CITAZIONE (laura^ @ 26/11/2010, 15:00) 
    Nel 1997, in occasione del centenario della Juventus Football Club (sua squadra del cuore) scrive una canzone intitolata Juvecentus, che fu anche l'inno ufficiale della società bianconera per alcune stagioni.



    :wub:
     
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  5. Leti35
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    Questa è una delle più belle.....
     
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  6. stemil
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    eh si Lety è proprio bella!

    invece a me divertiva questo signore molto nonsense.. un pò anarchico: a me mi piace vivere alla grande MA, girare per le favole in mutande...

     
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  7. patna
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    Di Bertoli mi piaccono quella che canta in coppia con la Mannoia - e quella con i tazenda :)
     
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  8. Markettino76
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    Io adoro "Il Pescatore" quella che che canta in coppia con la Mannoia.. :wub: :wub:
     
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  9. ErTigre
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    di canzoni belle Bertoli ne ha fatte tante...
    ma per me la più bella in assoluto resta...



    Bellissima anche nella versione di Aleandro Baldi...
    www.youtube.com/watch?v=quB-tUNK_v8
     
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  10. laura^
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    « Io sono uno che sorride di rado, questo è vero ma in giro ce ne sono già tanti che ridono e sorridono sempre, però poi non ti dicono mai cosa pensano dentro »
    (Luigi Tenco, Io sono uno, 1966)





    Quando la sera
    tu ritorni a casa
    non ho neanche voglia di parlare
    tu non guardarmi
    con quella tenerezza
    come fossi un bambino
    che rimane deluso ...

    Luigi Tenco Biografia

    1938 Il 21 marzo nasce a Cassine, in provincia di Alessandria. Purtroppo non conosce il padre Giuseppe, morto durante la gravidanza.
    1948 La famiglia Tenco, composta dalla madre Teresa Zoccola, dal piccolo Luigi e dal fratello maggiore Valentino, si trasferisce a Genova, dove avvia una attività di commercio all'ingrosso di vini piemontesi. Inizia a frequentare la scuola media
    (anno scolastico 1948/49).
    1951/56 Si iscrive al Liceo Classico Andrea Doria, frequenta un solo anno (suo compagno di banco: Bruno Lauzi) e poi passa al Liceo Scientifico, prima al Cassini e poi al Galilei. Raggiunge la maturità il 29 luglio 1956, presentandosi come privatista.
    1953/58 Forma parecchi gruppi musicali insieme ai suoi amici dell'adolescenza (tra i quali, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Fabrizio De Andrè, Marcello Minerbi, Ruggero Coppola, i fratelli Reverberi): il repertorio è più che altro composto da musica jazz e dai primi esempi di Rock & Roll. Luigi suona dapprima il clarinetto, poi si specializza con il sax.

    Nel 1959 si trasferì a Milano, ospite con l'amico Piero Ciampi di Gianfranco Reverberi che, lavorando come arrangiatore alla Dischi Ricordi, lo fece partecipare come session man alle registrazioni di La tua mano di Gino Paoli e Se qualcuno ti dirà di Ornella Vanoni; si trasferì poi con Ciampi alla Pensione del Corso, in Galleria del Corso 1, dove alloggiavano anche Paoli, Sergio Endrigo, Franco Franchi, Bruno Lauzi ed altri artisti[8].

    Nel 1962 viene chiamato dal regista Luciano Salce a interpretare la parte di protagonista nel film La cuccagna, uno dei primi tentativi cinematografici di satira del boom economico. Pur non diventando popolari, le sue prime canzoni non passano inosservate, ma trovano buona accoglienza solo negli ambiti studenteschi e tra gli addetti ai lavori sensibili alle novità, mentre l'ambiente discografico e la critica musicale gli ritagliano su misura un'immagine che non riesce più a scrollarsi di dosso: quella di personaggio scomodo, di artista dotato di talento ma troppo polemico e troppo politicizzato. Tutti però si accorgono di lui. Anche Ornella Vanoni che incide una versione di Mi sono innamorato di te.
    Nel frattempo le strade di Paoli e di Tenco, fino a quel momento grandi amici, si dividono per una questione sentimentale: il motivo del contendere è una bellissima attrice adolescente, Stefania Sandrelli. L'amicizia tra i due non si ricuce più. Altra tegola: Tenco è costretto a cambiare casa discografica. Passa alla Saar, pubblica un 45 giri (Ragazzo mio, No, non è vero) che segna una svolta nella sua produzione. I due brani sono canzoni di protesta che ottengono enormi consensi. Ma nel 1965 il momento magico si interrompe con la partenza per il servizio militare, che coincide con la pubblicazione del suo secondo album dove compaiono Vedrai vedrai, Ah l'amore l'amore, Tu non hai capito niente.
    Nel 1966 si decide a compiere il grande passo: firma un contratto con la Rca e decide di trasferirsi a Roma dove trova un ambiente musicale in grande fermento, nel quale operano anche musicisti come Ennio Morricone, Luis Enriquez Bacalov e Dalla, un transfuga del jazz, di cui diventa amico. Con Dalla, Piero Vivarelli e altri, stila anche un manifesto programmatico sulla nuova canzone. Professa impegno sociale e civile - scrive Mondo di uomini, per l'album 1999 di Lucio Dalla - ma compone anche testi meno impegnativi (confeziona una curiosa Yèeeeh.. per i Primitives). Appartiene a questo periodo contraddittorio Un giorno dopo l'altro, sigla della popolare serie televisiva Il commissario Maigret, interpretata da Gino Cervi.
    Finalmente il nome di Tenco comincia a fare notizia anche sui rotocalchi. In novembre pubblica il suo terzo album, Tenco, con dodici brani (tra cui Lontano, lontano, E se ci diranno, Ognuno è libero). Tuttavia le vendite restano modeste, anche se la Rca, cercando di progettargli un futuro di successo, lo iscrive al Festival di Sanremo. Luigi Tenco, per quanto spaventato dall'idea di affrontare sterminate platee televisive, vi si prepara con determinazione. Lavora al progetto con lucidità, convinto che possa costituire l'opportunità per cambiare il volto della canzone italiana. E così arriva perfino a riscrivere più volte le parole della canzone prescelta (Ciao amore, ciao che, nella versione definitiva, affronta la problematica dell'emigrazione italiana, ma aveva in origine un testo antimilitaristico).
    Per quanto affrontata con consapevolezza, l'occasione sanremese si rivela più dura del previsto. Lo scontro tra due mondi così distanti tra loro, quello fortemente motivato umanamente e artisticamente di Tenco e quello più effimero del Festival, si conclude con un gesto disperato, avvolto ancora oggi nel mistero. In coppia con la cantante francese Dalida, cui era legato sentimentalmente, affronta la gara in preda ad una grande agitazione. Dal palcoscenico sanremese la sera del 26 gennaio 1967 viene escluso dalle finali. Nel cuore della notte l'artista viene trovato da Dalida nella sua camera d'albergo, ucciso da un colpo di pistola alla tempia. Sul comodino un foglietto con l'incredibile motivazione del suicidio: l'esclusione delle finali e la delusione per non essere stato compreso dal pubblico italiano. Nel giro di pochi mesi, l'artista scomodo, rimasto per anni ai margini del mercato discografico, diventa un mito.

     
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  11. ErTigre
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    di Tenco ricordo la mitica sigla del Commissario Maigret col grandissimo Gino Cervi :)

     
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  12. laura^
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    :rolleyes: Un Giorno dopo l'altro

    un libro di Lucarelli e' intitolato proprio così... e io pur conoscendo Tenco mi sono innamorata della sua poesia propio dopo aver letto quel libro.
    Bellissime le sue canzoni d'amore e molto forti e profonde le sue canzoni di denuncia :wub:
     
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  13. ErTigre
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    CITAZIONE (laura^ @ 27/11/2010, 11:04) 
    :rolleyes: Un Giorno dopo l'altro

    c'era anche la versione in francese


    c'è da dire (quasi tra parentisi) che in quei sceneggiati del Commissario Maigret, collaborava come autore delle sceneggiature TV un certo Andrea Camilleri che sarebbe divenuto conosciutissimo in seguito ^_^

    Edited by ErTigre - 27/11/2010, 15:29
     
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  14. laura^
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    CITAZIONE (ErTigre @ 27/11/2010, 11:11) 
    c'era anche la versione in francese

    :huh: mi sa che il corso che sto seguendo non vale molto :cry:

    Ciao amore, ciao - 1967

    La solita strada
    bianca come il sale;
    il grano da crescere
    i campi da arare;
    guardare ogni giorno
    se piove o c'è il sole
    per saper se domani
    si vive o si muore
    e un bel giorno dire basta
    e andare via.

    Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.
    Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.

    Andare via lontano,
    cercare un altro mondo,
    dire addio al cortile,
    andarsene sognando.




    E poi mille strade
    grigie come il fumo,
    in un mondo di luci
    sentirsi nessuno.
    Saltare cent'anni
    in un giorno solo:
    dai carri nei campi
    agli aerei nel cielo,
    e non capirci niente
    e aver voglia di tornare da te.

    Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.
    Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.

    Non saper fare niente,
    in un mondo che sa tutto;
    e non avere un soldo
    nemmeno per tornare.

    Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.
    Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao
     
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  15. patna
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    CITAZIONE
    c'è da dire (quasi tra parentisi) che in quei sceneggiati del Commissario Maigret, collaborava come autore delle sceneggiature TV un certo Andrea Camilleri che sarebbe divenuto conosciutissimo in seguito

    A parte il fatto che era una serie mirabile - comunque non dimentichiamo che Camilleri ha messo "mano" anche nella serie "il tenente Sheridan" - :)
     
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81 replies since 25/11/2010, 22:12   986 views
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