Lucarelli Racconta

storie d'Italia

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    Dalle stragi alla mafia, Lucarelli torna a indagare
    di Benedetta Perilli

    Prende il posto di Fazio e Saviano, il lunedì sera su Raitre, a partire dal 6 dicembre.

    Lo scrittore mette in luce il volto oscuro d'Italia, la trattativa tra stato mafia, le morti sul lavoro, quelle in carcere, la mala del Brenta e la Sacra Corona Unita
    Che cosa hanno in comune Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi e Giuseppe Uva? Quali sono le connessioni tra l'attentato mancato a Falcone del 1989, la sua morte e quella di Borsellino, la scomparsa degli agenti Agostino e Piazza e gli attentati mafiosi del 1993? E ancora. Esiste davvero una quarta mafia dal nome Sacra Corona Unita?


    Storie e misteri d'Italia, messi in ordine e raccontati da Carlo Lucarelli nel nuovo appuntamento del lunedì sera. Cinque puntate per altrettanti casi italiani: dal 6 dicembre su Rai3, alle 21 e 05, lo scrittore, da dieci anni alla conduzione di “Blu Notte – Misteri italiani”, torna con il nuovo programma Lucarelliracconta.
    Stesso stile narrativo, ovvero quello avvincente e mozzafiato che ha fatto la fortuna di “Blu Notte”, e qualche novità. Oltre alle file intricate dei misteri nazionali, quest'anno Lucarelli si addentra nel sociale affrontando due puntate dedicate una alle morti sul lavoro e l'altra alle morti in carcere. Per gli altri tre appuntamenti della stagione si parlerà della presunta trattativa tra mafia e stato, della mala del Brenta e della mafia pugliese.

    “Ogni anno, quando si tratta di individuare gli argomenti da affrontare nel nostro programma, ci troviamo sempre e purtroppo nell'imbarazzo della scelta. Sarebbe bello esaurire gli argomenti con l'ultimo 'mistero d'Italia' e invece c'è sempre un tassello da riempire nel mosaico della storia del nostro Paese, un aggiornamento da riproporre, una tematica che si è aperta di recente - ha spiegato Carlo Lucarelli durante la presentazione alla stampa del programma - quest'anno, assieme ad alcuni episodi di mafia, abbiamo approfondito una strada aperta nelle edizioni scorse rivolta ai grandi drammi sociali, sviluppando le nostre inchieste su quella che è sempre stata l'ossatura del programma: raccontare attraverso le storie”.

    Altra novità introdotta in Lucarelliracconta è l'intervento, in qualità di opinionisti, di personaggi noti legati ai casi affrontati. All'inizio e alla fine di ogni puntata a loro sarà affidato un commento, quasi un epilogo e un prologo: il cantautore Daniele Silvestri, da anni attivo nel sociale, parlerà nella prima puntata della vita nelle carceri italiane; nella seconda Andrea Camilleri commenterà la trattativa tra stato e mafia; il 20 dicembre seguirà l'intervento di Ascanio Celestini sulle morti sul lavoro; il 27 dicembre spetterà al giallista Massimo Carlotto illustrare le vicende della mafia del Nord, la mala del Brenta, mentre nell'ultima puntata don Luigi Ciotti parlerà di Sacra Corona Unita.

    “Abbiamo deciso di introdurre degli ospiti per soddisfare la necessità di chiedere opinioni al di fuori della narrazione – così Carlo Lucarelli - sono personaggi a cui chiediamo spunti di riflessione, con cui facciamo una chiacchierata di approfondimento, non una vera e propria intervista”.

    E ha poi aggiunto: “Noi non facciamo scoop né rivelazioni, ci limitiamo a mettere in fila i fatti così che lo spettatore si possa mettere seduto e capire meglio i meccanismi di alcune vicende”.

    A partire dalla prima puntata, dal titolo “Nelle mani dello Stato”, nella quale vengono ripresi alcuni casi noti di morti nelle carceri come quello di Aldrovandi, Uva e Cucchi, ma anche negli ospedali psichiatrici giudiziari e nei centri di identificazione ed esplulsione, per cercare di capire cos'è che non funziona quando un cittadino italiano o straniero muore sotto la tutela della Stato.

    Nel secondo appuntamento, alla luce delle nuove dichiarazioni di Ciancimino e Spatuzza, verrà ripresa la storia della mafia con particolare attenzione alla “trattativa” che metterebbe in relazione Cosa Nostra e lo Stato. E poi si parlerà di morte sul lavoro: “Tutti sanno che ci sono morti sul lavoro, o hanno sentito di morti in carcere, noi raccontiamo cosa sta succedendo veramente”, aggiunge Lucarelli. Numeri alla mano e testimonianze registrate: nel 2009 in Italia si sono infortunate sul lavoro 790mila persone, ovvero circa 2mila al giorno; mentre 1050 sono morte, quasi tre al giorno.
     
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